71. Prefazione — All'uomo
non spetta mai il diritto di disporre della propria vita, perché solo a
Dio spetta liberarlo dalla prigione terrena, quando lo riterrà
opportuno. Tuttavia la giustizia divina può limitare il suo rigore in
virtù di certe circostanze, ma riserva tutta la sua severità per colui
che ha voluto sottrarsi alle prove della vita. Il suicida è simile al
prigioniero che evade dalla prigione prima di aver espiato la pena e
che, quando viene ripreso, è trattato più severamente. Così accade al
suicida, il quale crede di sfuggire alle miserie presenti e invece
s'immerge in infelicità maggiori (vedere cap. V, n. 14 e segg. di
quest'opera).