30. Prefazione — Quando ci
colpisce un'afflizione, se ne cerchiamo la causa, sovente constatiamo
che è la conseguenza di una nostra imprudenza, di una nostra
imprevidenza o di un'azione precedente. In questo caso, è chiaro,
dobbiamo prendercela con noi stessi. Se la causa di una disgrazia non
dipende dal nostro comportamento, si tratta, allora, o di una prova per
questa vita, o dell'espiazione per la colpa di un'esistenza passata. In
quest'ultimo caso, attraverso la natura dell'espiazione possiamo
conoscere la natura dell'errore, perché la nostra punizione è sempre in
relazione al peccato che abbiamo commesso (vedere cap. V, nn. 4, 6 e
segg. di quest'opera).
In ciò che ci affligge, in generale,
vediamo solo il male presente e non le successive favorevoli conseguenze
che ne possono derivare. Il bene è sovente la conseguenza di un male
passeggero, come la guarigione di un malato è il risultato dei mezzi
dolorosi che sono stati impiegati per ottenerla. In tutti i casi,
dobbiamo sottometterci alla volontà di Dio, sopportare le tribolazioni
della vita con coraggio se vogliamo che se ne tenga conto, e che queste
parole di Cristo possano applicarsi anche a noi: «Felici quelli che
soffrono» (vedere cap. V, n. 18 di quest'opera).