41. Preghiera — Mio Dio,
credo in Voi e nella Vostra bontà infinita. È per questo che non posso
credere che abbiate dato all'uomo l'intelligenza per conoscervi e
l'aspirazione verso il futuro, per sprofondarlo poi nel nulla.
Credo che il mio corpo sia solo l'involucro deperibile della mia anima
e che, quando esso avrà cessato di vivere, io mi risveglierò nel mondo
degli Spiriti.
Dio Onnipotente, io sento spezzarsi i legami
che uniscono la mia anima al mio corpo e presto dovrò rendere conto
dell'impiego che ho fatto della vita che lascio.
Subirò le
conseguenze del bene e del male che ho compiuto. Là, non ci saranno più
illusioni né saranno possibili i sotterfugi. Tutto il mio passato
scorrerà davanti a me, e io sarò giudicato secondo le mie opere.
Non porterò niente dei beni terreni. Onori, ricchezze, soddisfazioni
della vanità e dell'orgoglio, tutto ciò che attiene al corpo alla fine
resterà su questa Terra. Neppure la minima particella mi seguirà, e
niente di tutto ciò mi sarà di sostegno nel mondo degli Spiriti. Porterò
con me solo ciò che attiene all'anima, ossia le buone e le cattive
qualità, che verranno pesate sulla bilancia di una rigorosa giustizia. E
sarò giudicato con una severità tanto maggiore quanto, grazie alla mia
posizione sulla Terra, più numerose saranno state per me le occasioni di
fare quel bene che non ho fatto (vedere cap. XVI, n. 9 di quest'opera).
Dio misericordioso, che il mio pentimento arrivi fino a Voi! DegnateVi di stendere su di me la Vostra indulgenza.
Se Vi piacerà prolungare la mia esistenza, che io impieghi il resto
del tempo a riparare, per quanto è nelle mie possibilità, il male che ho
fatto. Se la mia ora è suonata senza ritorno, porterò dentro di me il
pensiero consolante che mi sarà permesso riscattarmi con nuove prove,
per meritarmi un giorno la felicità degli eletti.
Se non mi è
dato fruire immediatamente di questa felicità pura, accordata solo al
giusto per eccellenza, so che lo sperare non mi è vietato per sempre, e
che prima o poi, a seconda degli sforzi che farò, arriverò alla meta.
So che i buoni Spiriti e il mio Angelo Custode sono vicini a me,
pronti a ricevermi. Fra poco io li vedrò come ora essi vedono me. So che
ritroverò quelli che ho amato sulla Terra, se l'avrò meritato. E
so che quelli che qui lascio verranno a ricongiungersi a me per essere
tutti e per sempre riuniti, e so che nel frattempo io posso venire a
trovarli.
So anche che ritroverò quelli che ho offeso.
Possano essi perdonarmi per quanto possono avere da rimproverarmi: il
mio orgoglio, la mia insensibilità, la mia ingiustizia. E possa io non
coprirmi di vergogna in loro presenza!
Perdonerò quelli che
mi hanno fatto o voluto fare del male sulla Terra; non porto nessun
risentimento nei loro confronti e prego Dio di perdonarli.
Signore, datemi la forza di lasciare senza rimpianti le gioie materiali
di questo mondo che nulla sono a confronto delle gioie pure del mondo in
cui sto per entrare. Là, per il giusto, non ci sono più né tormenti né
sofferenze né miserie. Solo il colpevole soffre, ma gli rimane la
speranza.
Buoni Spiriti, e tu mio Angelo Custode, fate che io
non fallisca in questo momento supremo. Fate brillare davanti ai miei
occhi la luce divina, al fine di rianimare la mia fede se essa venisse a
mancare.
Nota — Vedere al par. 5 di questo cap.: "Preghiere per i malati e gli ossessi".