13. Io sono la carità. Io sono la via maestra che conduce a Dio. Seguitemi perché io sono la meta cui dovete tutti tendere.
Questa mattina ho fatto il mio giro abituale e con il cuore
straziato vengo a dirvi: «Oh! amici miei, quante miserie, quante lacrime
e quanto avrete da fare per asciugarle tutte! Io ho vanamente cercato
di consolare delle povere madri, ho detto loro all'orecchio: «Coraggio!
Ci sono dei cuori buoni che vegliano su di voi, non vi si abbandonerà.
Pazienza! Dio è là, voi siete le Sue amate, voi siete le Sue elette».
Sembrava che mi intendessero e giravano verso me i loro grandi occhi
sbarrati. Io leggevo sul loro povero viso che il loro corpo, questo
tiranno dello Spirito, aveva fame e che, se le mie parole rasserenavano
un po' il loro cuore, esse non riempivano il loro stomaco. Io ripetevo
ancora: «Coraggio! Coraggio!» Allora una povera madre, molto giovane,
che allattava un bambino, l'ha preso per le braccia e l'ha sollevato,
come per pregarmi di proteggere questo povero piccolo essere che
prendeva da un seno sterile un nutrimento insufficiente».
Altrove, amici miei, ho visto dei poveri vecchi senza lavoro e di lì a
poco anche senza asilo, in balia di tutte le sofferenze delle necessità,
che, vergognosi della loro miseria, non osavano, loro che non avevano
mai mendicato, andare a implorare la pietà dei passanti. Con il cuore
mosso dalla compassione, io che non avevo niente, mi sono fatta
mendicante per loro e vado da tutte le parti a stimolare la beneficenza,
ispirando dei buoni pensieri negli animi generosi e compassionevoli. È
per questo che io vengo a voi, amici miei, e vi dico: «Laggiù ci sono
degli sventurati la cui dispensa è senza pane, il cui focolare è senza
fuoco e il letto senza coperte. Non vi dico quello che dovete fare e
lascio l'iniziativa al vostro buon cuore. Se io vi dettassi la linea di
condotta, la vostra buona azione non avrebbe più merito. Vi dico
solamente: io sono la carità e vi tendo la mano per i vostri fratelli
'sofferenti».
Ma se io domando, do anche e do molto: vi
invito al grande banchetto e vi offro l'albero al quale vi sazierete
tutti! Guardate come è bello, come è carico di fiori e di frutti!
Andate, andate, raccogliete, prendete tutti i frutti di questo
bell'albero che si chiama beneficenza. Al posto dei ramoscelli che avete
preso, io attaccherò tutte le buone azioni che voi farete e porterò
questo albero a Dio affinché lo carichi di nuovo, perché la beneficenza è
inesauribile. Seguitemi dunque, amici miei, perché vi possa annoverare
fra quelli che si arruolano sotto il mio stendardo. Non temete. Io vi
condurrò sulla via della salvezza, perché io sono la Carità.
(Carita, martirizzata a Roma, Lione, 1861)