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La perfezione morale consiste forse nel martirizzare il corpo? Per
risolvere questo problema, mi rifaccio a principi elementari e comincio
col dimostrare la necessità di curare il corpo che, nell'alternanza di
salute e malattia, influisce in modo molto importante sull'anima, che
dev'essere considerata come prigioniera nella carne. Affinché questa
prigioniera possa vivere, agire e persino concedersi le illusioni della
libertà, il corpo deve essere sano, in forma e vigoroso. Seguiamo questo
confronto: eccoli in perfetto stato tutti e due. Che cosa devono fare,
tutti e due, per mantenere l'equilibrio fra le loro attitudini e i loro
bisogni così diversi?
Ecco due sistemi: quello degli asceti
che vogliono annullare il corpo, e quello dei materialisti che vogliono
annullare l'anima: due violenze, pressoché insensate sia l'una che
l'altra. A fianco di queste due grandi correnti pullula la numerosa
schiera degli indifferenti che, senza convinzione e senza passione,
amano tiepidamente e gioiscono modestamente. Dove sta dunque la
saggezza? Dov'è dunque la scienza del vivere? Né dall'una né dall'altra
parte. E questo grande problema resterebbe completamente irrisolto se lo
Spiritismo non venisse in aiuto di coloro che cercano la soluzione
dimostrando i rapporti che esistono fra il corpo e l'anima, e affermando
che, poiché sono necessari l'uno all'altra, bisogna aver cura di tutti e
due. Amate dunque la vostra anima, ma curate anche il vostro corpo,
strumento dell'anima. Ignorare i bisogni che sono indicati dalla natura
stessa, è ignorare la legge di Dio. Non punite il corpo per gli errori
che il vostro libero arbitrio gli ha fatto commettere, di cui peraltro
non è responsabile, così come il cavallo mal guidato non è responsabile
degli incidenti che ha causato. Sareste forse più perfetti se, pur
martirizzando il corpo, voi non diventaste né meno egoisti né meno
orgogliosi e neppure un po' più caritatevoli con il vostro prossimo? No,
la perfezione non consiste in questo. Essa è tutta nel rinnovamento che
voi farete subire al vostro Spirito. Piegatelo, sottomettetelo,
umiliatelo, mortificatelo: è il mezzo per renderlo docile alla volontà
di Dio e il solo che conduca alla perfezione.
(Georges, Spirito Protettore, Parigi, 1863)