IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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4. La misericordia è il complemento della dolcezza, perché chi non è misericordioso non saprà essere mansueto e mite. La misericordia consiste nel dimenticare e perdonare le offese. L'odio e il rancore denotano un animo né grande né elevato. Dimenticare le offese è proprio dell'animo elevato, che è al di sopra degli oltraggi che possono essergli stati fatti. Nel primo caso, l'anima è sempre ansiosa, di una suscettibilità ombrosa e carica di fiele. Nel secondo è calma, tutta mansuetudine e carità.

Infelice chi dice: «Io non perdonerò mai, perché se un colpevole non è condannato dagli uomini, lo sarà certamente da Dio». Con quale diritto costui reclamerà il perdono delle proprie colpe se lui stesso non perdona quelle degli altri? Gesù non insegna forse che la misericordia non deve avere dei limiti quando dice di perdonare il proprio fratello non sette volte, ma settanta volte sette?

Ma ci sono due modi ben diversi di perdonare: uno grande, nobile, veramente generoso, senza secondi fini, che si pone con delicatezza di fronte all'amor proprio e alla suscettibilità dell'avversario, quand'anche questi avesse tutti i torti. L'altro è quello dell'offeso, o presunto tale, che impone all'avversario condizioni umilianti e fa sentire il peso di un perdono che irrita anziché ricomporre la questione. Se tende la mano non lo fa per benevolenza, ma con ostentazione, per poter dire a tutti: «Guardate come sono generoso!»

In tali circostanze, è impossibile che la riconciliazione sia sincera, né dall'una né dall'altra parte. No, questa non è generosità, è un modo per soddisfare l'orgoglio. In tutte le contese, chi si mostra più conciliante, chi dimostra più disinteresse, carità e vera grandezza d'animo si accattiverà sempre la simpatia delle persone imparziali.