IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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10. Secondo l'errata opinione che non si può cambiare la propria natura, l'uomo si ritiene dispensato dallo sforzarsi di correggere i suoi difetti, di cui volentieri si compiace e che comporterebbero troppa perseveranza. È così, per esempio, che l'uomo incline alla collera trova quasi sempre delle attenuanti al suo temperamento. Piuttosto che ammettere di essere colpevole, fa ricadere la colpa sulla sua natura, accusando così indirettamente Dio delle sue malefatte. È, ancora una volta, una conseguenza dell'orgoglio, che si trova mischiato con tutte le sue imperfezioni.

È fuor di dubbio che ci sono temperamenti che si abbandonano più di altri ad atti violenti, come ci sono muscoli più duttili che meglio si prestano ai tours de force. Ma non crediate che consista in ciò la causa principale della collera e convincetevi che uno Spirito mite, anche se si trovasse in un corpo bilioso, sarà sempre mite, e che uno Spirito violento, in un corpo debole, non per questo sarà più dolce. Ma la violenza si manifesterà diversamente: non avendo un organismo adatto ad assecondare i suoi impulsi, la collera rimarrà concentrata, mentre nel caso contrario si espanderà.

Non è il corpo a dare la collera a chi non ce l'ha, così come non è il corpo a dargli tutti gli altri vizi. Tutte le virtù e tutti i vizi sono inerenti allo Spirito. Senza ciò dove starebbe il merito e la responsabilità? L'uomo menomato non può raddrizzarsi perché lo Spirito nulla può per questo, ma può modificare ciò che è dello Spirito, quando c'è una ferma volontà. L'esperienza non prova forse, Spiritisti, fin dove può giungere la potenza della volontà, attraverso le trasformazioni veramente miracolose che voi sapete operare? Dite dunque a voi stessi che l'uomo resta vizioso solo perché vuole restarvi. Ma colui che lo vuole può sempre correggersi, altrimenti la legge del progresso non esisterebbe per l'uomo.

(Hahnemann, Parigi, 1863)