IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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Per chiedere di correggersi da un difetto

18. Prefazione — I nostri cattivi istinti sono il risultato dell'imperfezione del nostro stesso Spirito e non della nostra struttura fisica, altrimenti l'uomo si sottrarrebbe a qualsiasi tipo di responsabilità. Il nostro miglioramento dipende da noi, perché ogni uomo in possesso delle sue facoltà ha, per tutte le cose, la libertà di fare o di non fare. E per fare il bene, gli manca solo la volontà (vedere cap. XV, n. 10; cap. XIX, n. 12 di quest'opera).

19. Preghiera— Voi mi avete dato, mio Dio, l'intelligenza necessaria per distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Ora, nel momento in cui riconosco che una cosa è male, sono io colpevole se non cerco di resistervi.

Preservatemi dall'orgoglio, che potrebbe impedirmi di accorgermi dei difetti, e dai cattivi Spiriti che potrebbero indurmi a persistervi.

Fra i miei difetti riconosco di essere particolarmente incline a... E se io non resisto a questa forza, è a causa dell'abitudine che ho contratto di cedervi.

Voi, poiché siete giusto, non mi avete creato colpevole, ma con uguale attitudine sia al bene sia al male. Se ho seguito la via errata è a causa del mio libero arbitrio. Ma se io ho la libertà di fare il male, ho anche quella di fare il bene e, di conseguenza, quella di mutare rotta.

I miei difetti attuali sono un residuo delle imperfezioni che ho conservato dalle mie precedenti esistenze. Essi sono dovuti al mio peccato originale, di cui però posso liberarmi per mezzo della mia volontà e con l'assistenza dei buoni Spiriti.

Buoni Spiriti che mi proteggete e soprattutto tu, mio Angelo Custode, datemi la forza di resistere ai cattivi consigli e di uscire vittorioso dalla lotta.

I difetti sono barriere che ci separano da Dio, e ogni difetto dominato è un passo fatto sulla via del progresso che deve avvicinarmi a Lui.

Il Signore, nella Sua infinita misericordia, si è degnato di concedermi l'attuale esistenza perché io la usassi per il mio avanzamento. Buoni Spiriti, aiutatemi a metterla a profitto, affinché non sia per me perduta e affinché, quando piacerà a Dio togliermela, io ne esca migliore di quando vi sono entrato (vedere cap. V, n. 5; cap. XVII, n. 3 di quest'opera).