3.
Gesù prediligeva la semplicità dei simboli. Nel Suo incisivo
linguaggio, gli operai giunti alla prima ora sono i profeti, Mosè e
tutti i precursori che hanno segnato le diverse tappe del progresso,
proseguite, nel corso dei secoli, dagli apostoli, dai martiri, dai Padri
della Chiesa, dai sapienti, dai filosofi e infine dagli Spiritisti.
Questi, giunti per ultimi, sono stati annunciati e predetti fin dalla
venuta del Messia e riceveranno la stessa ricompensa. Che dico? Una
ricompensa ancora più alta. Essendo giunti per ultimi, gli Spiritisti
fruiscono del lavoro intellettuale dei loro predecessori, perché l'uomo
deve ereditare dall'uomo e perché i loro lavori, con i relativi
risultati, sono collettivi: Dio benedice la solidarietà. Molti fra di
loro, appartenenti alle epoche passate, rivivono oggi, o rivivranno
domani, per completare l'opera iniziata allora. Più di un patriarca, più
di un profeta, più di un discepolo di Cristo, più di un propagatore
della fede cristiana si trova fra loro. Ma, più illuminati e più
avanzati, lavorano non più alla base, ma al coronamento dell'edificio:
il loro salario dunque sarà proporzionato al merito dell'opera.
La reincarnazione, questo bel dogma, immortala e determina la
filiazione spirituale. Lo Spirito, chiamato a rendere conto del suo
mandato terreno, comprende la continuità del compito interrotto, ma
sempre ripreso. Vede e sente che ha colto al volo il pensiero dei suoi
precursori, così rientra in lizza, maturato dall'esperienza, per
progredire ancora. E tutti, operai della prima e dell'ultima ora, gli
occhi ben aperti sulla profonda giustizia di Dio, non si lamentano più
ma si mettono ad adorarLo.
Questo è uno dei veri sensi di
questa parabola che, come tutte quelle che Gesù ha indirizzato alla
folla, racchiude il germe del futuro e anche, sotto tutte le forme e le
immagini, la rivelazione di questa magnifica unità — che armonizza tra
di loro tutti gli elementi dell'universo —, di questa solidarietà, che
unisce tutti gli esseri presenti a quelli passati e futuri.
(Henri Heine, Parigi, 1863)