La vita futura
2. Con queste parole, Gesù designa chiaramente la vita futura, che
Egli presenta in tutte le circostanze come il termine cui aspira
l'umanità, e insegna come farne l'oggetto delle principali
preoccupazioni dell'uomo sulla Terra. Tutte le Sue massime si
riferiscono a questo grande principio. Senza la vita futura, in effetti,
la maggior parte dei Suoi precetti sulla morale non avrebbe nessuna
ragione d'essere, ed è per questo che quanti non credono nella vita
futura si fanno l'idea che Egli parli solo di precetti della vita
presente, non li comprendono o li trovano puerili.
Questo
principio può dunque essere considerato come il cardine
dell'insegnamento di Cristo. Per questo è stato messo fra i primi
all'inizio di quest'opera: perché dev'essere visto come il punto di
riferimento per tutti gli uomini; il solo che possa giustificare le
anomalie della vita terrena e accordarsi con la giustizia divina.
3.
I Giudei avevano solo idee molto vaghe riguardo alla vita futura.
Credevano agli angeli, che consideravano degli esseri privilegiati della
creazione, ma non sapevano che gli uomini potevano anch'essi diventare
un giorno degli angeli e condividerne la felicità. Secondo loro,
l'osservanza delle leggi di Dio veniva ricompensata con i beni terreni,
la supremazia della loro nazione, la vittoria sui nemici; mentre le
calamità pubbliche e le sconfitte erano il castigo per la loro
disobbedienza. Mosè non poteva dire di più a un popolo di rozzi pastori,
gente che andava innanzitutto impressionata sul piano delle cose
materiali. Più tardi venne Gesù a rivelare che c'è un altro mondo dove
la giustizia di Dio segue il suo corso. È questo mondo che Egli promette
a coloro che osservano i comandamenti di Dio, e dove i buoni troveranno
la loro ricompensa. Questo mondo è il Suo Regno: è là ch'Egli si trova
in tutta la Sua gloria e dove ritornerà lasciando la Terra.
Nonostante ciò Gesù, conformando il Suo insegnamento allo stato degli
uomini della Sua epoca, non ha creduto opportuno di far loro luce
completa, cosa che li avrebbe abbagliati senza illuminarli, perché non
avrebbero compreso. Egli si è limitato a porre in qualche modo la vita
futura come principio, come una legge della natura alla quale non ci si
può sottrarre. Ogni cristiano crede dunque necessariamente alla vita
futura, ma l'idea che molti se ne fanno è vaga, incompleta e pertanto
errata in molti punti. Per molti non è che una credenza senza certezze
assolute. Da qui il dubbio e l'incredulità.
Lo Spiritismo è
venuto a chiarire questi punti, completando l'insegnamento del Cristo,
ora che gli uomini sono maturi per comprendere la verità. Con lo
Spiritismo la vita futura non è più semplicemente un articolo della
fede, un'ipotesi. È una realtà tangibile dimostrata dai fatti, perché ci
sono testimoni oculari che vengono a descriverla in tutte le sue fasi e
peripezie. Cosicché non solo il dubbio non è più possibile, ma anche la
mente più semplice può configurarsi questa realtà nel suo vero aspetto,
così come ci si fa un'idea di un paese sconosciuto leggendone una
descrizione dettagliata. Ora, questa descrizione della vita futura è
talmente circostanziata, le condizioni di esistenza felice o infelice di
coloro che vi si trovano sono così razionali, che si finisce col
concordare che non può essere altrimenti, e che proprio qui è la vera
giustizia di Dio.