Istruzioni Degli Spiriti
A chi ha sarà dato
13. Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Perché
parli loro in parabole? Egli rispose loro: Perché a voi è dato di
conoscere i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato. Perché a
chiunque ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chiunque non ha sarà
tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole; perché,
vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono. E si adempie in
loro la profezia d'Isaia che dice: "Udrete con i vostri orecchi e non
comprenderete; guarderete con i vostri occhi e non vedrete"». (Matteo 13:10-14)
14.
Diceva loro ancora: Badate a ciò che udite. Con la misura con la quale
misurate sarete misurati pure voi; e a voi sarà dato anche di più;
poiché a chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».
(Marco 4:24-25)
15. «A
chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».
Meditate su questo grande insegnamento che sovente è sembrato un
paradosso. Chi ha ricevuto è colui che possiede il senso della parola
divina. Egli ha ricevuto in quanto ha cercato di rendersene degno e in
quanto il Signore, nel Suo amore misericordioso, incoraggia i suoi
sforzi, che tendono al bene. Questi sforzi, poderosi e continui attirano
la grazia del Signore. Essi sono come una calamita che attiri
progressivamente a sé i miglioramenti e le abbondanti grazie, che vi
mettono in grado di scalare la montagna santa, sulla cui sommità c'è il
riposo dopo lo sforzo.
«Si toglie a chi non ha niente, o a
chi ha poco». Prendete ciò come una contraddizione figurata. Dio non
toglie alle Sue creature il bene che si è degnato di dar loro. Uomini
ciechi e sordi! Aprite la vostra intelligenza e i vostri cuori, guardate
con il vostro spirito, intendete con la vostra anima e non interpretate
in modo così grossolanamente ingiusto le parole di Colui che ha fatto
risplendere ai vostri occhi la giustizia del Signore. Non è Dio che
toglie a chi aveva poco ricevuto, è lo stesso Spirito che, prodigo e
indifferente, non sa conservare ciò che ha né sa accrescere,
fecondandolo, l'obolo caduto nel suo cuore.
Chi non coltiva
il campo, guadagnato da suo padre con il lavoro, e che ha ereditato,
vede questo campo coprirsi di erbe parassite. È forse suo padre, allora,
che gli toglie il raccolto ch'egli non ha voluto preparare? Se ha
lasciato che il seminato, destinato a germogliare nel campo, morisse per
mancanza di cure, può incolpare suo padre se il campo non produce? No e
poi no! Invece di muovere a suo padre, che aveva preparato tutto per
lui, l'accusa di riprendersi i suoi doni, che accusi il vero autore
delle sue disgrazie e, pentito e operoso, si metta all'opera con
coraggio. Dissodi il terreno sterile con lo sforzo della sua volontà, lo
lavori in profondità con l'aiuto del pentimento e della speranza, getti
con fiducia la semenza che avrà sceltobuona fra quella cattiva, la
innaffi con il suo amore e la sua carità, e Dio, il. Dio d'amore e di
carità, darà a colui che già ha ricevuto. Vedrà allora i suoi sforzi
coronati dal successo, e un seme produrne cento e un altro produrne
mille. Coraggio, lavoratori, prendete i vostri rastrelli e i vostri
aratri, nobilitate i vostri cuori ed estirpatene il loglio, seminate il
buon grano che il Signore vi affida, e la rugiada dell'amore ne farà
germogliare i frutti della carità.
(Uno Spirito amico, Bordeaux, 1862)
Il Cristiano si riconosce dalle sue opere
16. «Non chiunque mi dice: "Signore, Signore!" entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.»
Ascoltate queste parole del Maestro, voi tutti che rifiutate la
Dottrina Spiritista come se fosse opera del demonio. Aprite le orecchie.
Il momento di intendere è arrivato.
Basta indossare la
divisa del Signore per essere un fedele servitore? Basta dire: 4o sono
Cristiano» per seguire Cristo? Cercate i veri Cristiani. Voi li
riconoscerete dalle loro opere. «Un buon albero non può portare dei
cattivi frutti, né un cattivo albero può portare dei buoni frutti».
«Tutti gli alberi che non portano dei buoni frutti vengono abbattuti e
bruciati». Ecco le parole del Maestro. Discepoli di Cristo,
comprendetele bene. Quali sono i frutti che deve portare l'albero del
Cristianesimo, forte albero i cui rami frondosi diffondono la loro ombra
su una parte del mondo, ma che non hanno ancora posto al riparo tutti
quelli che devono radunarsi intorno a lui? I frutti dell'albero della
vita sono frutti di vita, di speranza e di fede. Il Cristianesimo, così
come si configura da secoli, predica sempre queste divine virtù, cerca
di dispensare i suoi frutti, ma troppo pochi sono quelli che li
raccolgono! L'albero è sempre buono, ma sono i giardinieri a essere
cattivi. Essi l'hanno coltivato a loro piacere, l'hanno voluto modellare
secondo le loro necessità, l'hanno tagliato, rimpicciolito, mutilato. I
suoi rami resi sterili non portano frutti cattivi, semplicemente non ne
portano più. Il viandante assetato quando si ferma alla sua ombra per
cercare il frutto della speranza che deve ridargli forza e coraggio,
nota solo rami aridi che preannunciano la tempesta. Invano chiede il
frutto della vita all'albero della vita: le foglie, rinsecchite cadono
ai suoi piedi. La mano dell'uomo le ha talmente maneggiate da bruciarle.
Aprite dunque le orecchie e il cuore, miei benamati! Coltivate
questo albero della vita i cui frutti danno la vita eterna. Colui che
l'ha piantato vi invita a curarlo con amore, e vedrete che di nuovo e
abbondantemente vi darà questi frutti divini. Conservatelo così come
Cristo ve l'ha donato: non mutilatelo. La sua immensa ombra vuole
estendersi su tutto l'universo: non tagliate i suoi rami. I suoi frutti
benefici cadono in abbondanza per dissetare lo stanco viandante che
vuole raggiungere la meta. Non raccogliete questi frutti per
immagazzinarli e lasciarli marcire in modo che non servano più a
nessuno.
Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti». È che
ci sono accaparratori del pane della vita, così come ce ne sono del pane
materiale. Non mettetevi fra questi. L'albero che porta buoni frutti
deve spargerli ovunque. Andate dunque a cercare quelli che sono
assetati, conduceteli sotto le fronde dell'albero e dividete con loro il
riparo che esso offre. «Non si raccoglie l'uva dalle spine». Fratelli
miei, allontanatevi da coloro che vi chiamano per mostrarvi i rovi del
cammino e seguite quelli che vi conducono all'ombra dell'albero della
vita.
Il divino Salvatore, il giusto per eccellenza, l'ha
detto, e le Sue parole non scorreranno via: «Non chiunque che mi dice:
"Signore, Signore!" entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà
del Padre mio che è nei cieli».
Che il Signore delle
benedizioni vi benedica; che il Dio della luce vi illumini; che l'albero
della vita dispensi su di voi frutti in abbondanza! Credete e pregate.
(Siméon, Bordeaux, 1863)