2 — Preghiere per se stesso
Agli Angeli Custodi e agli Spiriti protettori
11. Prefazione
— Noi tutti abbiamo uno Spirito buono, legato a noi fin dalla nascita e
che ci ha preso sotto la sua protezione. Egli svolge nei nostri
confronti la missione di un padre nei confronti del proprio figlio,
quella di condurci sulla via del bene e dell'avanzamento, attraverso le
prove della vita. È felice quando noi rispondiamo con sollecitudine,
soffre quando ci vede soccombere.
Il suo nome importa poco,
perché potrebbe averne uno non conosciuto sulla Terra. Noi lo invochiamo
allora come il nostro Angelo Custode, come il nostro Angelo buono, ma
possiamo invocarlo anche con il nome di un qualsiasi Spirito superiore
per il quale nutriamo una simpatia speciale.
Oltre al nostro
Angelo Custode, che è sempre uno Spirito superiore, abbiamo degli
Spiriti Protettori che, per quanto siano meno elevati, non sono per
questo meno buoni e meno benevoli. Essi sono o dei parenti o degli amici
o delle persone che non abbiamo neppure conosciuto in questa esistenza.
Ci assistono con i loro consigli e sovente, con il loro intervento,
nelle azioni della nostra vita.
Gli Spiriti simpatici sono
quelli che si legano a noi per una certa affinità di gusti e di
tendenze. Possono essere buoni o cattivi, secondo la natura delle
inclinazioni che li attira verso di noi.
Gli Spiriti
seduttori si sforzano di distoglierci dalla via del bene, suggerendoci
cattivi pensieri. Approfittano di tutte le nostre debolezze come di
altrettante porte aperte, che consentono loro l'accesso alla nostra
anima. Tra questi ci sono quelli che si accaniscono contro di noi come
contro una preda, ma si allontanano appena riconoscono la loro impotenza
a lottare contro la nostra volontà.
Dio ci ha dato una guida
principale e superiore nel nostro Angelo Custode e delle guide
secondarie nei nostri Spiriti Protettori e Familiari. Ma sarebbe un
errore credere che noi abbiamo obbligatoriamente un cattivo angelo
accanto a noi per controbilanciare le buone influenze. I cattivi Spiriti
vengono di loro volontà, qualora trovino
buona presa su di noi a causa della nostra debolezza o della nostra
negligenza nel seguire le ispirazioni dei buoni Spiriti. Siamo dunque
noi che li attiriamo. Ne consegue che non si viene mai privati
dell'assistenza dei buoni Spiriti e che dipende da noi scartare i
cattivi. A causa delle sue imperfezioni l'uomo è lui stesso la causa
prima delle miserie che sopporta e, nella maggior parte dei casi, è lui
stesso il suo cattivo Spirito (vedere cap. V, n. 4 di quest'opera).
La preghiera agli Angeli Custodi e agli Spiriti Protettori deve
avere come scopo quello di sollecitare la loro intercessione presso Dio e
di domandar loro la forza, per resistere ai cattivi suggerimenti, e la
loro assistenza nelle necessità della vita.
12. Preghiera —
Spiriti saggi e benevoli, messaggeri di Dio, con la missione di
assistere gli uomini e condurli sulla buona via, sostenetemi nelle prove
di questa vita; datemi la forza di subirle senza lamentarmi;
allontanate da me i cattivi pensieri e fate che io non permetta
l'accesso a nessuno dei cattivi Spiriti che tentassero di indurmi al
male. Illuminate la mia coscienza riguardo ai miei difetti e strappate
dai miei occhi il velo dell'orgoglio, che potrebbe impedirmi di
scorgerli e di confessarli a me stesso.
Soprattutto tu, X...,
mio Angelo Custode, che vegli in particolare su di me, e voi tutti,
Spiriti Protettori che vi interessate a me, fate che mi renda degno
della Vostra benevolenza. Voi conoscete le mie necessità. Siano esse
soddisfatte secondo la volontà di Dio.
13. Altra preghiera
— Mio Dio, permettete ai buoni Spiriti che mi circondano di venire in
mio aiuto, quando mi trovo in difficoltà, e di sostenermi se vacillo.
Fate, Signore, che Essi mi ispirino la fede, la speranza e la carità;
che siano per me un sostegno, una speranza e una prova della Vostra
misericordia. Fate, infine, che trovi presso di loro la forza che mi
manca nelle prove della vita e, per resistere alle suggestioni del male,
la fede che salva e l'amore che consola.
14. Altra preghiera — Spiriti benamati,
Angeli Custodi, voi a cui Dio, nella Sua infinita misericordia,
permette di vegliare sugli uomini, siate i nostri protettori nelle prove
della nostra vita terrena. Dateci la forza, il coraggio e la
rassegnazione; ispirateci tutto ciò che è buono e tratteneteci sulla
china del male. Che la vostra dolce influenza penetri nelle nostre
anime. Fate sì che noi sentiamo che un amico devoto è là, vicino a noi,
che vede le nostre sofferenze e condivide le nostre gioie.
E
tu, mio Angelo Custode, non abbandonarmi, perché io ho bisogno di tutta
la tua protezione per sopportare con fede e amore le prove che a Dio
piacerà inviarmi.
Per allontanare i cattivi Spiriti
15.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del
bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e
d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e
del piatto, affinché anche l'esterno diventi pulito. Guai a voi, scribi e
farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che
appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni
immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma
dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. (Matteo 23:25 28)
16. Prefazione
— I cattivi Spiriti vanno solo dove trovano da soddisfare la loro
perversità. Per allontanarli non basta chiederglielo e neanche
ordinarglielo: si deve strappar via da sé ciò che li attira. I cattivi
Spiriti fiutano le piaghe dell'anima, come le mosche avvertono le piaghe
del corpo. Come vi tenete puliti per evitare i parassiti, così ripulite
anche l'anima delle sue impurità per evitare i cattivi Spiriti. Poiché
viviamo in un mondo in cui pullulano i cattivi Spiriti, le buone qualità
non sempre ci mettono al riparo dai loro attacchi, però ci danno la
forza per resistervi.
17. Preghiera — In nome di Dio Onnipotente, che i cattivi Spiriti si allontanino da me e che i buoni mi servano di difesa contro di loro!
Spiriti maligni che ispirate agli uomini cattivi pensieri, Spiriti
subdoli e falsi che li ingannate, Spiriti malandrini che vi fate gioco
della loro credulità, io vi respingo con tutte le forze del mio animo e
chiudo l'udito alle vostre suggestioni. Ma invoco su di voi la
misericordia di Dio.
Buoni Spiriti che vi degnate di
assistermi, datemi la forza di resistere all'influenza dei cattivi
Spiriti e la luce necessaria per non essere vittima della loro falsità.
Preservatemi dall'orgoglio e dalla presunzione. Allontanate dal mio
cuore la gelosia, l'odio, la malevolenza e tutti i sentimenti contrari
alla carità, che sono altrettante porte aperte allo Spirito del male.
Per chiedere di correggersi da un difetto
18. Prefazione
— I nostri cattivi istinti sono il risultato dell'imperfezione del
nostro stesso Spirito e non della nostra struttura fisica, altrimenti
l'uomo si sottrarrebbe a qualsiasi tipo di responsabilità. Il nostro
miglioramento dipende da noi, perché ogni uomo in possesso delle sue
facoltà ha, per tutte le cose, la libertà di fare o di non fare. E per
fare il bene, gli manca solo la volontà (vedere cap. XV, n. 10; cap.
XIX, n. 12 di quest'opera).
19. Preghiera—
Voi mi avete dato, mio Dio, l'intelligenza necessaria per distinguere
ciò che è bene da ciò che è male. Ora, nel momento in cui riconosco che
una cosa è male, sono io colpevole se non cerco di resistervi.
Preservatemi dall'orgoglio, che potrebbe impedirmi di accorgermi dei
difetti, e dai cattivi Spiriti che potrebbero indurmi a persistervi.
Fra i miei difetti riconosco di essere particolarmente incline a... E
se io non resisto a questa forza, è a causa dell'abitudine che ho
contratto di cedervi.
Voi, poiché siete giusto, non mi avete
creato colpevole, ma con uguale attitudine sia al bene sia al male. Se
ho seguito la via errata è a causa del mio libero arbitrio. Ma se io ho
la libertà di fare il male, ho anche quella di fare il bene e, di
conseguenza, quella di mutare rotta.
I miei difetti attuali
sono un residuo delle imperfezioni che ho conservato dalle mie
precedenti esistenze. Essi sono dovuti al mio peccato originale, di cui
però posso liberarmi per mezzo della mia volontà e con l'assistenza dei
buoni Spiriti.
Buoni Spiriti che mi proteggete e soprattutto
tu, mio Angelo Custode, datemi la forza di resistere ai cattivi consigli
e di uscire vittorioso dalla lotta.
I difetti sono barriere
che ci separano da Dio, e ogni difetto dominato è un passo fatto sulla
via del progresso che deve avvicinarmi a Lui.
Il Signore,
nella Sua infinita misericordia, si è degnato di concedermi l'attuale
esistenza perché io la usassi per il mio avanzamento. Buoni Spiriti,
aiutatemi a metterla a profitto, affinché non sia per me perduta e
affinché, quando piacerà a Dio togliermela, io ne esca migliore di
quando vi sono entrato (vedere cap. V, n. 5; cap. XVII, n. 3 di
quest'opera).
Per chiedere di resistere a una tentazione 20. Prefazione
— Ogni cattivo pensiero può avere due origini: l'imperfezione stessa
della nostra anima oppure un'influenza funesta che agisca su di lei.
Quest'ultimo caso è sempre indice di una debolezza che ci rende inclini a
ricevere questa influenza e, di conseguenza, di un'anima imperfetta.
Cosicché chi sbaglia non potrà addurre a sua discolpa l'influenza di uno
Spirito estraneo, poiché questo Spirito non sarebbe riuscito a sollecitarlo ad agire male se l'avesse giudicato inaccessibile alla corruzione.
Quando un cattivo pensiero sorge in noi, possiamo dunque immaginare
uno Spirito malevolo che ci sollecita ad agire male e al quale tutti
siamo liberi di cedere o di resistere, proprio come se si trattasse
della sollecitazione di un vivente. Allo stesso tempo dobbiamo volgere
il pensiero al nostro Angelo Custode, o Spirito Protettore, che dal
canto suo combatte in noi le cattive influenze e attende ansioso la decisione che stiamo per prendere. Il nostro esitare nel commettere il male è la voce del buono Spirito che si fa intendere attraverso la coscienza.
Si riconosce che un pensiero è cattivo quando si allontana dalla
carità, che sta alla base di ogni vera morale; quando ha per principio
l'orgoglio, la vanità o l'egoismo; quando la sua messa in atto può
causare un qualsiasi danno agli altri; quando infine ci sollecita a fare
agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi (vedere cap.
XXVIII, n. 15; cap. XV, n. 10 di quest'opera).
21. Preghiera
— Dio Onnipotente, non lasciate che io soccomba alla tentazione che mi
porta a peccare. Spiriti benevoli proteggetemi, allontanate da me questo
cattivo pensiero e datemi la forza di resistere alla tentazione del
male. Se io soccombo, merito l'espiazione del mio errore in questa e in
un'altra vita, perché sono libero di scegliere.
Atto di ringraziamento per una vittoria ottenuta su una tentazione
22. Prefazione
— Chi ha resistito a una tentazione lo deve all'assistenza dei buoni
Spiriti, alla cui voce egli ha dato retta. Deve perciò ringraziare Dio e
il suo Angelo Custode.
23. Preghiera
— Mio Dio, Vi ringrazio per avermi fatto uscire vittorioso dalla lotta
che ho appena sostenuto contro il male. Fate che questa vittoria possa
darmi la forza di resistere alle nuove tentazioni.
E
ringrazio te, mio Angelo Custode, per l'assistenza che mi hai dato.
Possa il mio rispetto per i tuoi consigli farmi meritare di nuovo la tua
protezione!
Per chiedere un consiglio
24. Prefazione — Quando siamo indecisi se fare o non fare una cosa, prima di tutto dobbiamo porci le seguenti domande:
1º. La cosa che esito a fare può portare un qualsiasi danno a qualcuno?
2º. Può essere utile a qualcuno?
3º. Se qualcuno facesse ciò nei miei riguardi, ne sarei contento?
Se la cosa riguarda solo noi stessi, è permesso mettere sulla
bilancia la somma dei vantaggi e degli svantaggi personali che ne
possono derivare.
Se riguarda anche gli altri e, se facendo
del bene a uno si può far del male a un altro, bisogna ugualmente
soppesare vantaggi e svantaggi prima di decidere sul da farsi.
Infine, anche per la cosa migliore, bisogna considerare se sia più o
meno opportuno attuarla, prendendo in considerazione le varie
circostanze in cui bisogna agire, perché una cosa buona in se stessa può
dare dei cattivi risultati in mani inesperte e se non è condotta con
prudenza e ponderazione. Prima di intraprendere qualsiasi cosa conviene
esaminare le proprie forze e i mezzi di cui si dispone per la sua
attuazione.
In ogni caso, si può sempre chiedere l'assistenza
dei propri Spiriti Protettori, ricordandosi di questa massima: «Nel
dubbio, astieniti» (vedere cap. XXVIII, n. 38 di quest'opera).
25. Preghiera —
In nome di Dio Onnipotente, Spiriti buoni che mi proteggete, ispiratemi
la risoluzione migliore da prendere, nell'incertezza in cui mi trovo.
Orientate il mio pensiero verso il bene e allontanate da me l'influenza
di chi tentasse di fuorviarmi.
Nelle afflizioni della vita
26. Prefazione
— Noi possiamo domandare a Dio dei favori terreni, ed Egli può
accordarceli quando essi hanno uno scopo utile e serio. Ma siccome noi
giudichiamo l'utilità delle cose dal nostro punto di vista, e poiché la
nostra vista è limitata al presente non sempre vediamo il lato negativo
di ciò che desideriamo. Dio, che vede molto meglio di noi e vuole solo
il nostro bene, può dunque non accordarceli, come un padre rifiuta a suo
figlio ciò che potrebbe nuocergli. Se ciò che domandiamo non ci viene
accordato, non dobbiamo scoraggiarci. Bisogna pensare, invece, che
l'essere privati di ciò che desideriamo ci viene imposto come prova o
come espiazione e che la nostra ricompensa sarà proporzionale alla
rassegnazione con la quale l'abbiamo sopportata (vedere cap. II, nn. 5,
6, 7; cap. XXVII, n. 6 di quest'opera).
27. Preghiera
— Dio Onnipotente, che vedete le nostre miserie, degnatevi di ascoltare
favorevolmente la richiesta che io Vi rivolgo in questo momento. Se la
mia domanda è fuori luogo, perdonatemi. Se ai Vostri occhi essa viene
giudicata giusta e utile, che i buoni Spiriti, i quali ascoltano le
Vostre volontà, mi vengano in aiuto per il suo compimento.
Comunque sia, mio Dio, sia fatta la Vostra volontà. Se i miei desideri
non verranno esauditi, significa che è nei Vostri disegni provarmi e io
mi sottoporrò a essi senza lamentarmi. Fate che io non mi scoraggi, e
che né la mia fede né la mia rassegnazione ne siano scosse.
(Formulare la propria richiesta)
Atto di ringraziamento per un favore ottenuto
28. Prefazione
— Non si devono considerare come eventi felici solo le cose di grande
importanza. Quelle apparentemente più piccole sono sovente quelle che
maggiormente influiscono sul nostro destino. L'uomo facilmente dimentica
il bene e più spesso ricorda ciò che lo affligge. Se noi registrassimo
quotidianamente i benefici che riceviamo senza averli chiesti, non di
rado ci meraviglieremmo di averne ricevuti tanti da averli cancellati
dalla memoria e ci sentiremmo umiliati per la nostra ingratitudine.
Ogni sera, elevando la nostra anima a Dio, dobbiamo ricordare a noi
stessi i favori che Egli ci ha accordato durante la giornata e
ringraziarLo. È soprattutto nel momento stesso in cui sperimentiamo i
benefici della Sua bontà e della Sua protezione che, con un moto
spontaneo, dobbiamo testimoniarGli la nostra gratitudine. Per questo può
bastare un pensiero riconoscente per il beneficio ricevuto, senza
necessità di interrompere il proprio lavoro.
I favori di Dio
non consistono solamente in benefici materiali. Dobbiamo anche
ringraziarLo per le buone idee e per le ispirazioni felici che ci
vengono suggerite. Mentre l'orgoglioso se ne fa un merito, il
miscredente le attribuisce al caso e chi ha fede ne rende grazie a Dio e
ai buoni Spiriti. Per questo, le lunghe frasi sono inutili: «Grazie, mio Dio, dei buoni pensieri che mi vengono ispirati», dice
più di tante parole. Lo slancio spontaneo che ci fa attribuire a Dio
ciò che di buono ci succede, testimonia una consuetudine alla
riconoscenza e all'umiltà, la qual cosa ci accorda la simpatia dei buoni
Spiriti (vedere cap. XXVII, nn. 7 e 8 di quest'opera).
29. Preghiera
— Dio infinitamente buono, sia benedetto il Vostro nome per le grazie
che mi avete accordato. Ne sarei indegno se le attribuissi al caso o al
mio stesso merito.
Buoni Spiriti che siete stati gli
esecutori della volontà di Dio e soprattutto tu, mio Angelo Custode, io
vi ringrazio. Allontanate da me il pensiero di inorgoglirmi e di usare
ciò che ho ricevuto in modo non finalizzato al bene.
Vi ringrazio in particolare per...
Atto di sottomissione e di rassegnazione
30. Prefazione
— Quando ci colpisce un'afflizione, se ne cerchiamo la causa, sovente
constatiamo che è la conseguenza di una nostra imprudenza, di una nostra
imprevidenza o di un'azione precedente. In questo caso, è chiaro,
dobbiamo prendercela con noi stessi. Se la causa di una disgrazia non
dipende dal nostro comportamento, si tratta, allora, o di una prova per
questa vita, o dell'espiazione per la colpa di un'esistenza passata. In
quest'ultimo caso, attraverso la natura dell'espiazione possiamo
conoscere la natura dell'errore, perché la nostra punizione è sempre in
relazione al peccato che abbiamo commesso (vedere cap. V, nn. 4, 6 e
segg. di quest'opera).
In ciò che ci affligge, in generale,
vediamo solo il male presente e non le successive favorevoli conseguenze
che ne possono derivare. Il bene è sovente la conseguenza di un male
passeggero, come la guarigione di un malato è il risultato dei mezzi
dolorosi che sono stati impiegati per ottenerla. In tutti i casi,
dobbiamo sottometterci alla volontà di Dio, sopportare le tribolazioni
della vita con coraggio se vogliamo che se ne tenga conto, e che queste
parole di Cristo possano applicarsi anche a noi: «Felici quelli che
soffrono» (vedere cap. V, n. 18 di quest'opera).
31. Preghiera
— Mio Dio, Voi siete sovranamente giusto: qualsiasi sofferenza su
questa Terra deve dunque avere la sua causa e la sua utilità. Accetto
l'afflizione che sto provando come un'espiazione dei miei errori passati
e come prova per l'avvenire.
Buoni Spiriti che mi
proteggete, datemi la forza di sopportare questa sofferenza senza
lamentarmi, fate che ciò sia per me un avvertimento salutare, che
accresca la mia esperienza, che combatta in me l'orgoglio, l'ambizione,
la sciocca vanità e l'egoismo e che contribuisca così al mio
avanzamento.
32. Altra preghiera—
O mio Dio, sento la necessità di pregarVi affinché mi diate la forza di
sopportare le prove che Vi siete compiaciuto di inviarmi. Permettete
che la luce si faccia sufficientemente viva nel mio spirito, affinché io
possa apprezzare tutta la vastità di un amore che mi affligge, per
volermi salvare. Io mi sottometto con rassegnazione, mio Dio. Ma, ahimè,
la creatura è così debole che, se Voi non mi sosterrete, temo di
soccombere. Non abbandonatemi, Signore, perché senza di Voi io nulla
posso.
33. Altra preghiera
— Ho alzato gli occhi verso di Voi, o Eterno, e mi sono sentito
fortificato. Voi che siete la mia forza, non abbandonatemi. O Dio! Io
sono schiacciato sotto il peso delle mie iniquità! Aiutatemi! Voi che
conoscete la debolezza della mia carne non distogliete il Vostro sguardo
da me!
Sono tormentato da una sete ardente. Fate scaturire
acqua viva dalla sorgente, e io ne sarò dissetato. Non si apra la mia
bocca se non per cantare le Vostre lodi e giammai per lamentarmi delle
afflizioni della vita. Io sono debole, Signore, ma il Vostro amore mi
sosterrà.
O Eterno! Voi solo siete grande, Voi solo siete il
fine e lo scopo della mia vita. Il Vostro nome sia benedetto, se mi
colpirete, perché Voi siete il padrone e io il servitore infedele.
Abbasserò la mia fronte senza lamentarmi, perché Voi solo siete grande,
Voi solo siete la meta.
In un pericolo imminente
34. Prefazione
— Attraverso i pericoli che corriamo, Dio ci ricorda la nostra
debolezza e la fragilità della nostra esistenza. Ci mostra che la nostra
vita è nelle Sue mani, attaccata a un filo che può spezzarsi quando
meno ce lo aspettiamo. In questo senso, non ci sono privilegi per
nessuno, perché il grande e il piccolo sono sottoposti alle stesse
condizioni.
Qualora si esaminassero natura e conseguenze del
pericolo, si vedrebbe che, per lo più, queste conseguenze, se giunte a
compimento, sarebbero state la punizione per un errore commesso o per un dovere trascurato.
35. Preghiera
— Dio onnipotente, e tu, mio Angelo Custode, soccorretemi! Se devo
soccombere, sia fatta la volontà di Dio. Se mi salverò, possa io, per il
resto della mia vita, riparare il male che ho potuto fare e di cui mi
pento.
Atto di ringraziamento per essere sfuggiti a un pericolo
36. Prefazione
— Attraverso il pericolo che abbiamo corso, Dio ci dimostra che noi
possiamo, da un momento all'altro, venir chiamati a render conto
dell'impiego che abbiamo fatto della vita. Egli ci invita così a
riflettere su noi stessi e a fare ammenda.
37. Preghiera
— Mio Dio, e tu mio Angelo Custode, grazie per il soccorso che mi avete
mandato nel momento in cui il pericolo mi ha minacciato. Che questo
pericolo sia per me un avvertimento e mi illumini sugli errori che hanno
potuto attirarlo su di me. Io comprendo, Signore, che la mia vita è
nelle Vostre mani, e che potete togliermela quando Vi piacerà.
Ispiratemi, per mezzo dei buoni Spiriti che mi assistono, il modo di
impiegare utilmente il tempo che ancora mi accordate su questa Terra.
Mio Angelo Custode, sostienimi nella decisione che devo prendere per
riparare ai miei torti e per fare tutto il bene che sarà nelle mie
possibilità, così da arrivare nel mondo degli Spiriti, quando a Dio
piacerà chiamarmi, con il minor carico possibile di imperfezioni.
Al momento di addormentarsi
38. Prefazione
— Il sonno è il riposo del corpo, ma lo Spirito non ha bisogno di
questo riposo. Mentre i sensi sono intorpiditi, l'anima si libera in
parte della materia e fruisce delle sue facoltà di Spirito. Il sonno è
stato dato all'uomo per il recupero delle forze fisiche e delle forze
morali. Mentre il corpo recupera le forze che ha perso da sveglio, lo
Spirito si ritempra fra gli altri Spiriti. Da ciò che vede, da ciò che
sente e dai consigli che gli vengono dati, attinge quelle idee che
ritroverà poi al risveglio allo stato di intuizioni. È il ritorno
temporaneo dell'esiliato nella sua vera patria, è la libertà
momentaneamente concessa al prigioniero.
Ma succede, come nel
caso del prigioniero perverso, che lo Spirito non sempre metta a
profitto questo momento di libertà per il suo avanzamento. Se mantiene i
suoi cattivi istinti, invece di cercare la compagnia dei buoni Spiriti,
cercherà quella di coloro che gli assomigliano e andrà in quei luoghi
dove possa dare libero corso alle sue cattive inclinazioni.
Colui che ha compreso questa verità, si libri in alto con il pensiero,
nel momento in cui sente il sonno avvicinarsi. Faccia appello ai
consigli dei buoni Spiriti e a quanti la cui memoria gli è cara,
affinché vengano a unirsi a lui nel breve intervallo che gli è
accordato. E al risveglio si sentirà più forte contro il male, più
coraggioso contro le avversità.
39. Preghiera—
La mia anima si trova per un istante con gli altri Spiriti. Vengano
coloro che sono buoni ad aiutarmi con i loro consigli. Mio Angelo
Custode, fa che al mio risveglio io conservi un'impressione durevole e
benefica di questo incontro!
Prevedendo prossima la morte
40. Prefazione
— La fede nell'avvenire e l'elevazione del pensiero, nel corso della
vita, verso la sorte futura sono di aiuto per una più rapida liberazione
dello Spirito, allentando i legami che lo trattengono al corpo. Sovente
la vita fisica non è ancora del tutto spenta che l'anima, impaziente,
ha già spiccato il volo verso l'immensità. Invece nell'uomo che
concentri tutti i suoi pensieri sulle cose materiali, questi legami sono
più tenaci, la separazione è penosa e dolorosa, e il risveglio nell'oltretomba è pieno di turbamento e di ansietà.
41. Preghiera
— Mio Dio, credo in Voi e nella Vostra bontà infinita. È per questo che
non posso credere che abbiate dato all'uomo l'intelligenza per
conoscervi e l'aspirazione verso il futuro, per sprofondarlo poi nel
nulla.
Credo che il mio corpo sia solo l'involucro deperibile
della mia anima e che, quando esso avrà cessato di vivere, io mi
risveglierò nel mondo degli Spiriti.
Dio Onnipotente, io
sento spezzarsi i legami che uniscono la mia anima al mio corpo e presto
dovrò rendere conto dell'impiego che ho fatto della vita che lascio.
Subirò le conseguenze del bene e del male che ho compiuto. Là, non
ci saranno più illusioni né saranno possibili i sotterfugi. Tutto il mio
passato scorrerà davanti a me, e io sarò giudicato secondo le mie
opere.
Non porterò niente dei beni terreni. Onori, ricchezze,
soddisfazioni della vanità e dell'orgoglio, tutto ciò che attiene al
corpo alla fine resterà su questa Terra. Neppure la minima particella mi
seguirà, e niente di tutto ciò mi sarà di sostegno nel mondo degli
Spiriti. Porterò con me solo ciò che attiene all'anima, ossia le buone e
le cattive qualità, che verranno pesate sulla bilancia di una rigorosa
giustizia. E sarò giudicato con una severità tanto maggiore quanto,
grazie alla mia posizione sulla Terra, più numerose saranno state per me
le occasioni di fare quel bene che non ho fatto (vedere cap. XVI, n. 9
di quest'opera).
Dio misericordioso, che il mio pentimento arrivi fino a Voi! DegnateVi di stendere su di me la Vostra indulgenza.
Se Vi piacerà prolungare la mia esistenza, che io impieghi il resto
del tempo a riparare, per quanto è nelle mie possibilità, il male che ho
fatto. Se la mia ora è suonata senza ritorno, porterò dentro di me il
pensiero consolante che mi sarà permesso riscattarmi con nuove prove,
per meritarmi un giorno la felicità degli eletti.
Se non mi è
dato fruire immediatamente di questa felicità pura, accordata solo al
giusto per eccellenza, so che lo sperare non mi è vietato per sempre, e
che prima o poi, a seconda degli sforzi che farò, arriverò alla meta.
So che i buoni Spiriti e il mio Angelo Custode sono vicini a me,
pronti a ricevermi. Fra poco io li vedrò come ora essi vedono me. So che
ritroverò quelli che ho amato sulla Terra, se l'avrò meritato. E
so che quelli che qui lascio verranno a ricongiungersi a me per essere
tutti e per sempre riuniti, e so che nel frattempo io posso venire a
trovarli.
So anche che ritroverò quelli che ho offeso.
Possano essi perdonarmi per quanto possono avere da rimproverarmi: il
mio orgoglio, la mia insensibilità, la mia ingiustizia. E possa io non
coprirmi di vergogna in loro presenza!
Perdonerò quelli che
mi hanno fatto o voluto fare del male sulla Terra; non porto nessun
risentimento nei loro confronti e prego Dio di perdonarli.
Signore, datemi la forza di lasciare senza rimpianti le gioie materiali
di questo mondo che nulla sono a confronto delle gioie pure del mondo in
cui sto per entrare. Là, per il giusto, non ci sono più né tormenti né
sofferenze né miserie. Solo il colpevole soffre, ma gli rimane la
speranza.
Buoni Spiriti, e tu mio Angelo Custode, fate che io
non fallisca in questo momento supremo. Fate brillare davanti ai miei
occhi la luce divina, al fine di rianimare la mia fede se essa venisse a
mancare.
Nota — Vedere al par. 5 di questo cap.: "Preghiere per i malati e gli ossessi".