15. Lo stesso è per il
suicidio. Se si eccettuano quelli che lo compiono in stato di ebbrezza o
per follia e che si possono chiamare incoscienti, è certo che qualunque
sia il motivo specifico, la causa essenziale è sempre l'infelicità.
Ora, chi è certo che è infelice solo per quel giorno e che starà meglio
il giorno seguente, è più facilmente paziente. La disperazione lo coglie
se non vede la fine delle sue sofferenze. Che cos'è dunque la vita
umana a confronto dell'eternità, se non meno di un giorno? Ma chi non
crede nell'eternità e crede che tutto per lui finisca con la vita, se è
oppresso dal dolore e dalla sfortuna, ne vede la fine solo con la morte.
Non aspettandosi niente, trova del tutto naturale, persino molto
logico, porre fine alle sue miserie con il suicidio.