Sei in:
LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo
LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo
LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo
di
ALLAN KARDEC
Autore de Il libro degli Spiriti
La Dottrina Spiritista è il risultato dell'insegnamento collettivo e concorde degli Spiriti.
La scienza e chiamata a costituire la Genesi secondo le leggi della natura.
Dio prova la Sua grandezza e il Suo potere attraverso l'immutabilità delle Sue leggi e non attraverso l'annullamento di esse.
Per Dio, il passato e il futuro sono il presente.
INTRODUZIONE
ALLA PRIMA EDIZIONE PUBBLICATA NEL GENNAIO DEL 1868
ALLA PRIMA EDIZIONE PUBBLICATA NEL GENNAIO DEL 1868
Questa nuova opera è un passo in avanti nelle conseguenze e nelle applicazioni dello Spiritismo. Come indica il titolo, essa ha per oggetto lo studio di tre argomenti fino a oggi diversamente interpretati e commentati: la Genesi, i miracoli e le predizioni, nei loro rapporti con le nuove leggi, che derivano dall'osservazione di fenomeni spiritisti.
Due elementi o, se si vuole, due forze reggono l'universo: l'elemento spirituale e l'elemento materiale. Dall'azione simultanea di questi due principi, nascono dei fenomeni speciali, che diventano naturalmente inesplicabili se si separano l'uno dall'altro, esattamente come la formazione dell'acqua sarebbe inspiegabile se si facesse astrazione di uno dei suoi due elementi costitutivi: l'ossigeno o l'idrogeno.
Lo Spiritismo, dimostrando l'esistenza del mondo spirituale e i suoi rapporti con il mondo materiale, ci fornisce la chiave di un'immensità di fenomeni incompresi e considerati, anche in virtù di questa circostanza, inammissibili da parte di una certa classe di pensatori. Questi fenomeni abbondano nelle Scritture, ed è per il fatto di non conoscere la legge che li regge che i commentatori dei due settori opposti, girando senza tregua dentro il medesimo cerchio di idee — facendo astrazione gli uni dei dati positivi della scienza, gli altri del principio spirituale — non sono riusciti a raggiungere una soluzione razionale.
Questa soluzione si trova nell'azione reciproca dello Spirito e della materia. Essa toglie, è vero, alla maggior parte di questi fatti il loro carattere soprannaturale; ma che cosa conta di più: ammetterli come derivanti dalle leggi della natura oppure respingerli del tutto? Il loro rifiuto assoluto implica anche quello della base dell'edificio, mentre la loro ammissione a questo titolo, non sopprimendo che i fatti accessori, lascia questa base intatta. Ecco perché lo Spiritismo porta tanta gente a credere in quelle verità che prima considerava utopie.
Quest'opera è dunque, come abbiamo detto, un complemento delle applicazioni dello Spiritismo da un punto di vista speciale. Pur essendo il materiale pronto, o almeno elaborato da lungo tempo, tuttavia il momento di pubblicarlo non era ancora giunto. Occorreva innanzi tutto che le idee, che avrebbero dovuto costituirne la base, fossero arrivate a maturazione, e occorreva, inoltre, tener conto dell'opportunità delle circostanze. Lo Spiritismo non ha né misteri né teorie segrete; tutto in esso deve essere detto palesemente, affinché ciascuno possa giudicarlo con cognizione di causa. Ma ogni cosa deve venire a suo tempo, per venire con sicurezza. Una soluzione data alla leggera, prima della delucidazione completa della questione, sarebbe causa di ritardo, piuttosto che di avanzamento. Nella questione di cui qui si tratta, l'importanza dell'argomento ci obbligava a evitare ogni precipitazione.
Prima di entrare in argomento, ci è parso necessario definire nettamente il rispettivo ruolo degli Spiriti e degli uomini nell'elaborazione della nuova dottrina. Queste' considerazioni preliminari, che escludono ogni idea di misticismo, costituiscono l'oggetto del primo capitolo, intitolato: Caratteri della rivelazione spiritista. Noi raccomandiamo su questo punto una seria attenzione, perché qui, in qualche modo, sta il nodo della questione.
Nonostante la parte che compete all'attività umana nell'elaborazione di questa dottrina, l'iniziativa appartiene agli Spiriti, ma non è costituita dall'opinione personale di nessuno di essi. Essa non è — né potrebbe essere altrimenti — che la risultante del loro insegnamento collettivo e concordante. A questa sola condizione, essa può dirsi la dottrina degli Spiriti, altrimenti non sarebbe che la dottrina di uno Spirito e non avrebbe che il valore di un'opinione personale.
Generalità e concordanza nell'insegnamento, tale è il carattere essenziale della dottrina, tale la condizione stessa della sua esistenza. Ne risulta così che ogni principio che non abbia ricevuto la consacrazione del controllo della generalità non può essere considerato come parte integrante di questa dottrina stessa, ma come una semplice opinione isolata di cui lo Spiritismo non può assumersi la responsabilità.
È questa concordante collettività dell'opinione degli Spiriti, passata inoltre attraverso il criterio della logica, che crea la forza della Dottrina Spiritista e ne assicura la perpetuità. Perché essa cambiasse, bisognerebbe che cambiasse opinione l'universalità degli Spiriti, e che essi venissero un giorno a sostenere il contrario di ciò che finora hanno sostenuto. Poiché essa ha la sua fonte nell'insegnamento degli Spiriti, perché soccombesse bisognerebbe che gli Spiriti cessassero di esistere. È proprio questo che farà sì ch'essa prevalga sempre sui sistemi personali, le cui radici non si trovano dappertutto, come invece avviene nella Dottrina Spiritista.
Il libro degli Spiriti ha visto consolidarsi la sua attendibilità solo perché è l'espressione di un pensiero collettivo generale. Nel mese di aprile del 1867 ha visto compiersi il suo primo periodo decennale. In questo periodo, i principi fondamentali, di cui esso ha posto le basi, sono stati successivamente completati e sviluppati, grazie all'insegnamento progressivo degli Spiriti, ma nessuno di tali principi ha mai ricevuto alcuna smentita dall'esperienza: tutti, senza eccezione, sono rimasti in piedi, più vivaci che mai; invece, di tutte le idee contraddittorie che si è tentato di opporvi, nessuna ha prevalso, esattamente perché da ogni parte veniva insegnato l'opposto. È questo un risultato caratteristico che ci sentiamo di proclamare senza vanità, poiché non ce ne siamo mai attribuiti il merito.
Avendoci i medesimi scrupoli guidato nella redazione di altre nostre opere, abbiamo potuto dichiararle, in tutta verità, secondo lo Spiritismo, poiché eravamo certi della loro conformità all'insegnamento generale degli Spiriti. La medesima cosa accade con quest'opera che, per motivi simili, possiamo considerare come complemento delle precedenti, a eccezione tuttavia di alcune teorie ancora in fase ipotetica. Abbiamo, però, avuto cura di indicarle come tali, precisando che devono essere considerate soltanto come opinioni personali, fino a quando non saranno confermate o smentite. E ciò per non farne pesare la responsabilità sulla dottrina.
Del resto, i lettori assidui della Rivista Spiritista avranno già avuto modo di notare, in forma d'abbozzo, la maggior parte delle idee che vengono sviluppate in quest'ultima opera, come abbiamo fatto per le precedenti. Spesso la Rivista Spiritista è per noi un terreno di prova destinato a sondare l'opinione degli uomini e degli Spiriti su alcuni principi, prima di inserirli nella dottrina come parti costitutive.
La Genesi
Capitolo I - CARATTERE DELLA RIVELAZIONE SPIRITISTA
1. Può lo Spiritismo
considerarsi come una rivelazione? In questo caso, qual è il suo
carattere? Su che cosa è fondata la sua autenticità? A chi e in quale
maniera tale rivelazione è stata fatta? La Dottrina Spiritista è una
rivelazione nel senso teologico della parola, vale a dire è in tutto e
per tutto il prodotto di un insegnamento occulto venuto dall'alto? È
essa assoluta o suscettibile di modifiche? Portando agli uomini la
verità integrale, la rivelazione non potrebbe avere l'effetto di
impedire l'uso delle loro facoltà, poiché in tal modo essi si
sottrarrebbero alla fatica della ricerca? Quale potrebbe essere
l'autorità dell'insegnamento degli Spiriti, se essi non sono né
infallibili né superiori all'umanità? Qual è l'utilità della morale
ch'essi predicano, se questa morale altra non è che quella del Cristo
che già conosciamo? Quali sono le verità nuove che essi ci portano? Ha
bisogno l'uomo di una rivelazione? E non può egli trovare in sé stesso e
nella sua coscienza tutto ciò che gli è necessario per sapere come
comportarsi? Queste sono le questioni sulle quali è importante che noi
riflettiamo.
2. Innanzi tutto, definiamo il significato della parola rivelazione.
Rivelare, dal latino revelare, la cui radice è velum, velo, letteralmente significa uscire da sotto il velo; figuratamente, quindi, significa: scoprire, far conoscere una cosa segreta o sconosciuta. Nella sua accezione comune più' generale, si dice di ogni cosa ignota che venga divulgata, di ogni idea nuova che metta sulla strada di' ciò che non si sapeva.
Da questo punto di vista, tutte le scienze che ci fanno conoscere i misteri della natura sono delle rivelazioni, e si può dire che per noi la rivelazione è incessante. L'astronomia ci ha rivelato il mondo astrale che noi non conoscevamo; la geologia, la formazione della Terra; la chimica, la legge delle affinità; la fisiologia, le funzioni dell'organismo ecc. Copernico, Galileo, Newton, Laplace, Lavoisier sono dei rivelatori.
Rivelare, dal latino revelare, la cui radice è velum, velo, letteralmente significa uscire da sotto il velo; figuratamente, quindi, significa: scoprire, far conoscere una cosa segreta o sconosciuta. Nella sua accezione comune più' generale, si dice di ogni cosa ignota che venga divulgata, di ogni idea nuova che metta sulla strada di' ciò che non si sapeva.
Da questo punto di vista, tutte le scienze che ci fanno conoscere i misteri della natura sono delle rivelazioni, e si può dire che per noi la rivelazione è incessante. L'astronomia ci ha rivelato il mondo astrale che noi non conoscevamo; la geologia, la formazione della Terra; la chimica, la legge delle affinità; la fisiologia, le funzioni dell'organismo ecc. Copernico, Galileo, Newton, Laplace, Lavoisier sono dei rivelatori.
3. Il carattere essenziale
di ogni rivelazione deve essere la verità. Rivelare un segreto significa
far conoscere un fatto; se la cosa è falsa, questo non è un fatto, e di
conseguenza non c'è rivelazione. Ogni rivelazione smentita dai fatti
non è una rivelazione; se poi essa è attribuita a Dio, non potendo Dio
né mentire né ingannarSi, essa non può provenire da Lui; bisogna
considerarla come il prodotto di una concezione umana.
4. Qual è il ruolo del
professore di fronte ai suoi allievi, se non quello di un rivelatore?
Egli insegna loro ciò ch'essi non sanno, ciò ch'essi non avrebbero né il
tempo né la possibilità di scoprire da sé stessi, perché la scienza è
l'opera collettiva dei secoli e di una moltitudine di uomini che hanno
apportato, più o meno singolarmente, il contingente delle loro
osservazioni, e di cui approfittano quelli che vengono dopo di loro.
L'insegnamento è dunque, in realtà, la rivelazione di alcune verità
scientifiche o morali, fisiche o metafisiche, fatta da uomini che le
conoscono ad altri che le ignorano e che, senza ciò, le avrebbero
ignorate per sempre.
5. Ma il professore non
insegna che quanto egli ha appreso: è un rivelatore di second'ordine.
L'uomo di genio insegna ciò che ha trovato lui stesso: è il rivelatore
originario; egli porta la luce che, a poco a poco, si propaga. Che ne
sarebbe dell'umanità senza la rivelazione degli uomini di genio che
appaiono di tanto in tanto?
Ma che cosa sono questi uomini di genio? Perché sono uomini di genio? Da dove vengono? Che cosa diventano? Notiamo che la maggior parte di essi porta in sé, nascendo, delle facoltà trascendenti e delle conoscenze innate, per cui basta un po' di lavoro perché si sviluppino. Essi appartengono realmente all'umanità, poiché nascono, vivono e muoiono proprio come noi. Dove, allora, hanno attinto queste conoscenze visto che non hanno potuto acquisirle durante la loro vita? Si dirà, come dicono i materialisti, che il caso ha dato loro materia cerebrale in maggiore quantità e di migliore qualità? In tal caso, essi non avrebbero più merito di un legume che fosse più grosso e più saporito di un altro.
Si dirà, come dicono certi spiritualisti, che Dio li ha dotati di un'anima privilegiata rispetto a quella della maggior parte degli uomini? Supposizione altrettanto illogica, poiché così si taccerebbe Dio di parzialità. La sola soluzione razionale di questo problema sta nella preesistenza dell'anima e nella pluralità delle esistenze. L'uomo di genio è uno Spirito che ha vissuto per un tempo più lungo; che, di conseguenza, ha acquisito e progredito più di quelli che sono meno avanzati. Incarnandosi egli porta con sé ciò che sa e, siccome sa molto più degli altri senza aver bisogno di apprendere, è lui quello che è detto un uomo di genio. Ma ciò ch'egli sa non è nemmeno il frutto di un lavoro anteriore né il risultato di un privilegio. Prima di rinascere, egli era dunque uno Spirito avanzato; egli si reincarna sia per far sì che gli altri approfittino di ciò ch'egli sa, sia per acquisire lui stesso altre conoscenze.
Gli uomini, indubbiamente, progrediscono da sé stessi e con gli sforzi della loro intelligenza; ma, lasciati in balia delle loro stesse forze, questo progresso è molto lento, se non sono aiutati da uomini più avanzati, come lo scolaro lo è dai suoi insegnanti. Tutti i popoli hanno avuto i loro uomini di genio, che sono venuti in diverse epoche a dare loro un 'impulso e a sottrarli alla inerzia.
Ma che cosa sono questi uomini di genio? Perché sono uomini di genio? Da dove vengono? Che cosa diventano? Notiamo che la maggior parte di essi porta in sé, nascendo, delle facoltà trascendenti e delle conoscenze innate, per cui basta un po' di lavoro perché si sviluppino. Essi appartengono realmente all'umanità, poiché nascono, vivono e muoiono proprio come noi. Dove, allora, hanno attinto queste conoscenze visto che non hanno potuto acquisirle durante la loro vita? Si dirà, come dicono i materialisti, che il caso ha dato loro materia cerebrale in maggiore quantità e di migliore qualità? In tal caso, essi non avrebbero più merito di un legume che fosse più grosso e più saporito di un altro.
Si dirà, come dicono certi spiritualisti, che Dio li ha dotati di un'anima privilegiata rispetto a quella della maggior parte degli uomini? Supposizione altrettanto illogica, poiché così si taccerebbe Dio di parzialità. La sola soluzione razionale di questo problema sta nella preesistenza dell'anima e nella pluralità delle esistenze. L'uomo di genio è uno Spirito che ha vissuto per un tempo più lungo; che, di conseguenza, ha acquisito e progredito più di quelli che sono meno avanzati. Incarnandosi egli porta con sé ciò che sa e, siccome sa molto più degli altri senza aver bisogno di apprendere, è lui quello che è detto un uomo di genio. Ma ciò ch'egli sa non è nemmeno il frutto di un lavoro anteriore né il risultato di un privilegio. Prima di rinascere, egli era dunque uno Spirito avanzato; egli si reincarna sia per far sì che gli altri approfittino di ciò ch'egli sa, sia per acquisire lui stesso altre conoscenze.
Gli uomini, indubbiamente, progrediscono da sé stessi e con gli sforzi della loro intelligenza; ma, lasciati in balia delle loro stesse forze, questo progresso è molto lento, se non sono aiutati da uomini più avanzati, come lo scolaro lo è dai suoi insegnanti. Tutti i popoli hanno avuto i loro uomini di genio, che sono venuti in diverse epoche a dare loro un 'impulso e a sottrarli alla inerzia.
6. Dal momento che si
ammette la sollecitudine di Dio verso le Sue creature, perché non si
dovrebbe ammettere che Spiriti — in grado, con la loro energia e la
superiorità delle loro cognizioni, di far progredire l'umanità —
s'incarnino, per volontà di Dio, con l'obiettivo di concorrere al
progresso in un determinato senso? Perché non ammettere che essi
ricevono una missione, così come un ambasciatore ne riceve una dal suo
sovrano? Questo è il ruolo dei grandi geni. Che cosa verrebbero a fare
se non per insegnare agli uomini verità che essi ignorano e che
avrebbero continuato a ignorare ancora per lunghi periodi? Che cosa
verrebbero a fare se non per dare loro un basamento mediante il quale
essi potranno elevarsi più rapidamente? Questi geni, che appaiono
attraverso i secoli come fulgide stelle, lasciando dietro di sé una
lunga scia luminosa sull'umanità, sono dei missionari o, se si
preferisce, dei messia. Le cose nuove ch'essi insegnano agli uomini, sia
nel campo fisico sia nel campo filosofico sono rivelazioni.
Se Dio fa nascere dei rivelatori per le verità scientifiche, Egli può, a maggior ragione, farne nascere per le verità morali, che sono tra gli elementi essenziali del progresso. Sono, questi, i filosofi, le cui idee hanno attraversato i secoli.
Se Dio fa nascere dei rivelatori per le verità scientifiche, Egli può, a maggior ragione, farne nascere per le verità morali, che sono tra gli elementi essenziali del progresso. Sono, questi, i filosofi, le cui idee hanno attraversato i secoli.
7. Nel significato specifico
della fede religiosa, si parla in modo più particolare delle cose
spirituali che l'uomo non può sapere da sé stesso, che non può scoprire
per mezzo dei suoi sensi, e la cui conoscenza gli è data da Dio, o dai
suoi messaggeri, sia per mezzo della parola diretta, sia per mezzo
dell'ispirazione. In questo caso la rivelazione è sempre fatta a uomini
privilegiati, designati col nome di profeti o messia, cioè inviati, missionari, avendo una missione da
trasmettere agli uomini. Considerata sotto questo punto di vista, la
rivelazione implica la passività assoluta; la si accetta senza verifica,
senza esame, senza discussione.
8. Tutte le religioni hanno
avuto i loro rivelatori e, benché tutti siano ben lontani dall'aver
conosciuto tutta la verità, essi avevano la loro provvidenziale ragion
d'essere. Infatti questi rivelatori erano idonei al tempo e all'ambiente
in cui vivevano, alla natura specifica dei popoli ai quali si
rivolgevano e ai quali essi erano relativamente superiori. Malgrado gli
errori delle loro dottrine, essi ne hanno almeno scosso gli spiriti e
per ciò stesso hanno seminato germi di progresso che più tardi si
sarebbero sviluppati, o si svilupperanno un giorno, alla fulgida luce
del Cristianesimo. È dunque a torto che si scagli contro di loro
l'anatema in nome dell'ortodossia, perché giorno verrà in cui tutte
queste credenze, pur così diverse nella forma, ma che poggiano in realtà
su un medesimo principio fondamentale — Dio e l'immortalità dell'anima —
si fonderanno in una grande e vasta unità allorché la ragione avrà
trionfato sui pregiudizi.
Disgraziatamente, le religioni sono state, in ogni tempo, strumenti di dominazione. Il ruolo di profeta ha sempre tentato le ambizioni secondarie degli uomini; si è vista così nascere un'infinità di pretesi rivelatori o messia i quali, avvalendosi del prestigio di questo nome, hanno sfruttato la credulità degli uomini, a vantaggio del loro orgoglio personale, della loro cupidigia o della loro pigrizia, trovando più comodo vivere a spese delle loro vittime. Anche la religione cristiana non è stata al riparo da questi parassiti. Su questo argomento, richiamiamo una seria attenzione sul capitolo XXI de Il Vangelo secondo lo Spiritismo, intitolato “Ci saranno falsi cristi e falsi profeti”.
Disgraziatamente, le religioni sono state, in ogni tempo, strumenti di dominazione. Il ruolo di profeta ha sempre tentato le ambizioni secondarie degli uomini; si è vista così nascere un'infinità di pretesi rivelatori o messia i quali, avvalendosi del prestigio di questo nome, hanno sfruttato la credulità degli uomini, a vantaggio del loro orgoglio personale, della loro cupidigia o della loro pigrizia, trovando più comodo vivere a spese delle loro vittime. Anche la religione cristiana non è stata al riparo da questi parassiti. Su questo argomento, richiamiamo una seria attenzione sul capitolo XXI de Il Vangelo secondo lo Spiritismo, intitolato “Ci saranno falsi cristi e falsi profeti”.
9. Esistono rivelazioni
dirette di Dio agli uomini? È una domanda a cui noi non oseremmo
rispondere, in maniera assoluta, né affermativamente né negativamente.
La cosa non sarebbe radicalmente impossibile, ma non c'è nulla che
potrebbe darcene una prova certa. Ciò che non potrebbe essere messo in
dubbio è il fatto che gli Spiriti più vicini a Dio, per quanto riguarda
la perfezione, si compenetrano nel Suo pensiero e possono trasmetterlo.
In quanto ai rivelatori incarnati, a seconda dell'ordine gerarchico al
quale appartengono e del loro grado di sapere personale, essi possono
attingere gli insegnamenti nelle loro stesse conoscenze, oppure
riceverle da Spiriti più elevati o addirittura direttamente da
messaggeri di Dio. Questi, parlando in nome di Dio, hanno potuto esser
presi, a volte, per Dio stesso.
Queste specie di comunicazioni non presentano niente di strano per chiunque conosca i fenomeni spiritisti e sappia in che modo si stabiliscano i rapporti tra gli incarnati e i disincarnati. Le istruzioni possono essere trasmesse in diversi modi: attraverso l'ispirazione pura e semplice, attraverso l'ascolto della parola, attraverso la visione degli Spiriti istruttori nelle apparizioni, sia in sogno sia nello stato di veglia, come se ne vedono parecchi esempi nella Bibbia, nel Vangelo e nei libri sacri presso tutti i popoli. È dunque rigorosamente esatto dire che, per la maggior parte, i rivelatori sono medium ispirati, auditivi o veggenti; da ciò non deriva, però, che tutti i medium siano dei rivelatori né, ancor meno, che lo siano gli intermediari diretti della Divinità o di Suoi messaggeri.
Queste specie di comunicazioni non presentano niente di strano per chiunque conosca i fenomeni spiritisti e sappia in che modo si stabiliscano i rapporti tra gli incarnati e i disincarnati. Le istruzioni possono essere trasmesse in diversi modi: attraverso l'ispirazione pura e semplice, attraverso l'ascolto della parola, attraverso la visione degli Spiriti istruttori nelle apparizioni, sia in sogno sia nello stato di veglia, come se ne vedono parecchi esempi nella Bibbia, nel Vangelo e nei libri sacri presso tutti i popoli. È dunque rigorosamente esatto dire che, per la maggior parte, i rivelatori sono medium ispirati, auditivi o veggenti; da ciò non deriva, però, che tutti i medium siano dei rivelatori né, ancor meno, che lo siano gli intermediari diretti della Divinità o di Suoi messaggeri.
10. Soltanto i puri Spiriti
ricevono la parola di Dio con missione di trasmetterla. Ma ora si sa che
gli Spiriti sono ben lungi dall'essere tutti perfetti e che ve ne sono
di quelli che si nascondono sotto false apparenze. È ciò che ha fatto
dire a san Giovanni: "Non credete a ogni Spirito, ma provate gli Spiriti
per sapere se sono da Dio" (1 Giovanni 4:1).
Possono dunque esservi delle rivelazioni serie e vere, come ve ne sono di apocrife e di menzognere. Il carattere essenziale della rivelazione divina è quello dell'eterna verità. Ogni rivelazione intaccata dall'errore o soggetta a cambiamento non può provenire da Dio. È così che la legge del Decalogo ha tutti i caratteri della sua origine, mentre le altre leggi mosaiche, essenzialmente transitorie, spesso in contraddizione con la legge del Sinai, sono l'opera personale e politica del legislatore ebreo. Essendosi i costumi del popolo mitigati, quelle leggi sono, da sé stesse, cadute in disuso, mentre il Decalogo è rimasto saldo ed eretto, come il faro dell'umanità. Il Cristo ne ha fatto la base del Suo edificio, mentre ha abolito le altre leggi. Se queste fossero state opera di Dio, Egli si sarebbe guardato bene dal toccarle. Cristo e Mosè sono i due grandi rivelatori che hanno cambiato la faccia del mondo, ed è qui la prova della loro missione divina. Un'opera puramente umana non avrebbe un simile potere.
Possono dunque esservi delle rivelazioni serie e vere, come ve ne sono di apocrife e di menzognere. Il carattere essenziale della rivelazione divina è quello dell'eterna verità. Ogni rivelazione intaccata dall'errore o soggetta a cambiamento non può provenire da Dio. È così che la legge del Decalogo ha tutti i caratteri della sua origine, mentre le altre leggi mosaiche, essenzialmente transitorie, spesso in contraddizione con la legge del Sinai, sono l'opera personale e politica del legislatore ebreo. Essendosi i costumi del popolo mitigati, quelle leggi sono, da sé stesse, cadute in disuso, mentre il Decalogo è rimasto saldo ed eretto, come il faro dell'umanità. Il Cristo ne ha fatto la base del Suo edificio, mentre ha abolito le altre leggi. Se queste fossero state opera di Dio, Egli si sarebbe guardato bene dal toccarle. Cristo e Mosè sono i due grandi rivelatori che hanno cambiato la faccia del mondo, ed è qui la prova della loro missione divina. Un'opera puramente umana non avrebbe un simile potere.
11. Una importante
rivelazione si sta verificando nell'epoca attuale ed è quella che ci
mostra la possibilità di comunicare con gli esseri del mondo spirituale.
Senza dubbio questa conoscenza non è affatto nuova; ma fino ai nostri
giorni era rimasta in qualche modo lettera morta, vale a dire senza
alcun vantaggio per l'umanità. L'ignoranza delle leggi che reggono
questi rapporti l'aveva sepolta sotto le superstizioni; l'uomo era
incapace di trarne una qualche salutare deduzione. Era evidentemente
riservato alla nostra epoca il compito di liberarla dei suoi ridicoli
accessori, di comprenderne l'importanza e di farne scaturire la luce che
avrebbe illuminato il cammino del futuro.
12. Lo Spiritismo, avendoci
fatto conoscere il mondo invisibile che ci circonda e in mezzo al quale
vivevamo, senza che ne sospettassimo le leggi che lo reggono, i suoi
rapporti con il mondo visibile, la natura e lo stato degli esseri che lo
abitano, e di conseguenza il destino dell'uomo dopo la morte, è una
vera rivelazione, nell'accezione scientifica del termine.
13. Per sua natura, la
rivelazione spiritista ha un doppio carattere: essa partecipa, allo
stesso tempo, della rivelazione divina e della rivelazione scientifica.
Partecipa della prima, in quanto il suo avvento è disegno della
Provvidenza e non il risultato dell'iniziativa e di un disegno
premeditato dell'uomo. E, ancora, partecipa della rivelazione divina, in
quanto i punti fondamentali della dottrina provengono dall'insegnamento
dato dagli Spiriti, incaricati da Dio di illuminare gli uomini sulle
cose che essi ignoravano, che non potevano apprendere da sé stessi, e
che è importante che essi conoscano, oggi che sono maturi per
comprenderle. La rivelazione spiritista partecipa, poi, della
rivelazione scientifica, in quanto questo insegnamento non è il
privilegio di alcuni individui in particolare, ma viene dato a tutti
attraverso la stessa via, in quanto coloro che lo trasmettono e coloro
che lo ricevono non sono affatto degli esseri passivi, dispensati
dal lavoro di osservazione e di ricerca; in quanto questi non
rinunciano alla loro opinione e al loro libero arbitrio; in quanto non è
affatto loro vietato il controllo ma, al contrario, raccomandato.
La rivelazione spiritista partecipa infine della rivelazione scientifica in quanto la dottrina non è stata dettata tutta d'un colpo, di sana pianta, né imposta alla fede cieca; in quanto essa è dedotta, attraverso il lavoro dell'uomo, dall'osservazione dei fatti che gli Spiriti mettono sotto i suoi occhi, e dagli insegnamenti che gli vengono impartiti, insegnamenti ch'egli studia, commenta, confronta e di cui egli stesso trae le conseguenze e le applicazioni. In una parola, ciò che caratterizza la rivelazione spiritista è il fatto che la sua sorgente è divina, che l'iniziativa appartiene agli Spiriti e che la sua elaborazione è frutto del lavoro dell'uomo.
La rivelazione spiritista partecipa infine della rivelazione scientifica in quanto la dottrina non è stata dettata tutta d'un colpo, di sana pianta, né imposta alla fede cieca; in quanto essa è dedotta, attraverso il lavoro dell'uomo, dall'osservazione dei fatti che gli Spiriti mettono sotto i suoi occhi, e dagli insegnamenti che gli vengono impartiti, insegnamenti ch'egli studia, commenta, confronta e di cui egli stesso trae le conseguenze e le applicazioni. In una parola, ciò che caratterizza la rivelazione spiritista è il fatto che la sua sorgente è divina, che l'iniziativa appartiene agli Spiriti e che la sua elaborazione è frutto del lavoro dell'uomo.
14. Come mezzo di
elaborazione, lo Spiritismo procede esattamente alla stessa maniera
delle scienze positive: esso applica, cioè, il metodo sperimentale. Si
presentano, per esempio, fatti di un nuovo ordine, che non possono
spiegarsi attraverso le leggi conosciute? Esso li osserva, li confronta,
li analizza e, risalendo dagli effetti alle cause, arriva alla legge
che li regge; poi ne deduce le conseguenze e ne ricerca le applicazioni
utili. Non stabilisce alcuna teoria preconcetta; pertanto,
non ha posto come ipotesi né l'esistenza e l'intervento degli Spiriti,
né il perispirito, né la reincarnazione, né alcun altro dei principi
della dottrina. Lo Spiritismo è pervenuto alla conclusione circa
l'esistenza degli Spiriti allorché questa esistenza è risultata con
evidenza dall'osservazione dei fatti. E così è stato per tutti gli altri
principi. Non sono i fatti che, a posteriori, sono venuti a confermare
la teoria, ma la teoria che è venuta successivamente a spiegare e a
riassumere i fatti. È dunque rigorosamente esatto dire che lo Spiritismo
è una scienza d'osservazione e non il prodotto dell'immaginazione. Le
scienze hanno fatto seri progressi solo dopo che si è basato il loro
studio sul metodo sperimentale. Ma fino a oggi si è creduto che questo
metodo non fosse applicabile che alla materia, mentre è egualmente
applicabile alle cose metafisiche.
15. Citiamo, ora, un
esempio. Accade, nel mondo degli Spiriti, un fatto assai singolare e
che, di certo, mai nessuno avrebbe sospettato. Il fatto si riferisce a
quello degli Spiriti che non credono di essere morti. Ebbene, gli
Spiriti superiori, che conoscono perfettamente costoro, non sono affatto
venuti a dirci anticipatamente: "Guardate che ci sono degli Spiriti che
credono di vivere ancora la vita terrena e hanno conservato i loro
gusti, le loro abitudini e i loro istinti". Essi hanno invece provocato
la manifestazione di Spiriti di questa categoria, per darci la
possibilità di osservarli. Avendo dunque visto Spiriti incerti circa la
loro condizione, o che affermavano che erano ancora di questo mondo, e
che credevano di attendere ancora alle loro ordinarie occupazioni, dagli
esempi si poté facilmente giungere alla regola. La molteplicità di
fatti analoghi ha provato che non si trattava affatto di un'eccezione,
ma di una delle fasi della vita spiritista. L'osservazione di questi
fatti ha permesso di studiare tutte le varietà e tutte le cause di
questa singolare illusione; di riconoscere che questa situazione
riguarda soprattutto gli Spiriti moralmente poco avanzati e che
appartiene particolarmente a certi generi di morte; di notare che essa è
solo temporanea, ma che può durare dei giorni, dei mesi e anche degli
anni. È così che la teoria è nata dall’osservazione. La stessa cosa vale
per tutti gli altri principi della dottrina.
16. Come la scienza
propriamente detta ha per oggetto lo studio delle leggi del principio
materiale, così l'oggetto speciale dello Spiritismo è la conoscenza
delle leggi del principio spirituale. Ora, siccome quest'ultimo
principio è una delle forze della natura, che agisce incessantemente sul
principio materiale e viceversa, ne risulta che la conoscenza dell'uno
non può essere completa senza la conoscenza dell'altro. Lo Spiritismo e la scienza si completano reciprocamente. La
scienza, senza lo Spiritismo, si trova nell'impossibilità di spiegare,
attraverso le sole leggi della materia, certi fenomeni; a sua volta, lo
Spiritismo senza la scienza mancherebbe di appoggio e di controllo. Lo
studio delle leggi della materia doveva precedere quello dello studio
della spiritualità, perché è la materia che colpisce innanzi tutto i
sensi. Se lo Spiritismo fosse venuto prima delle scoperte scientifiche
sarebbe stato un'opera fallita in partenza, come tutto ciò che
sopraggiunge prima del suo tempo.
17. Tutte le scienze si
concatenano e si succedono secondo un ordine razionale. Esse nascono le
une dalle altre, nella misura in cui trovano un punto d'appoggio nelle
idee e nelle conoscenze anteriori. L'astronomia, una delle prime scienze
che siano state coltivate dall'uomo, è rimasta ancorata ai suoi errori
dell'infanzia fino al momento in cui la fisica è venuta a rivelare la
legge delle forze degli agenti naturali. La chimica, che nulla può senza
la fisica, doveva seguirla da vicino, per poi proseguire entrambe in
accordo, l'una appoggiandosi all'altra. L'anatomia, la fisiologia, la
zoologia, la botanica e la mineralogia sono diventate scienze serie
soltanto con l'aiuto dei lumi apportati dalla fisica e dalla chimica. La
geologia, nata ieri, senza l'astronomia, la fisica, la chimica e tutte
le altre, sarebbe stata priva dei suoi veri elementi di vitalità; essa,
perciò, non poteva venire che dopo.
18. La scienza moderna ha
fatto giustizia dei quattro elementi primitivi degli Antichi e, di
osservazione in osservazione, è arrivata alla concezione di un solo elemento, generatore
di tutte le trasformazioni della materia. Ma la materia, di per sé
stessa, è inerte; essa non ha né vita né pensiero né sentimento; le
occorre l'unione con il principio spirituale. Lo Spiritismo non ha né
scoperto né inventato questo principio, ma per primo lo ha dimostrato
con prove irrefutabili; lo ha studiato, analizzato e ne ha reso l'azione
evidente. All'elemento materiale lo Spiritismo ha aggiunto l’elemento spirituale. Elemento materiale ed elemento spirituale, ecco
i due principi, le due forze vive della natura. Attraverso l'unione
indissolubile di questi due elementi, si spiega senza fatica una miriade
di fatti fino ad allora inesplicabili. [1]
Lo Spiritismo, avendo per oggetto lo studio di uno dei due elementi costitutivi dell'universo, tocca necessariamente la maggior parte delle scienze. Esso, perciò, non poteva venire che dopo la loro elaborazione, ed è nato, per forza di cose, dall'impossibilità di poter spiegare tutto con l'aiuto delle sole leggi della materia.
-------------------------
[1] Il termine elemento non è usato qui nel senso di corpo semplice, elementare, di molecole primitive, ma in quello di parte costituente di un tutto. In questo senso, si può dire che l'elemento spirituale ha una parte attiva nell'economia dell'universo, così come si dice che l'elemento civile e l'elemento militare Figurano nelnumero totale di una popolazione; che l'elemento religioso rientra nell'educazione; che in Algeria c'è l'elemento arabo e l'elemento europeo.
Lo Spiritismo, avendo per oggetto lo studio di uno dei due elementi costitutivi dell'universo, tocca necessariamente la maggior parte delle scienze. Esso, perciò, non poteva venire che dopo la loro elaborazione, ed è nato, per forza di cose, dall'impossibilità di poter spiegare tutto con l'aiuto delle sole leggi della materia.
-------------------------
[1] Il termine elemento non è usato qui nel senso di corpo semplice, elementare, di molecole primitive, ma in quello di parte costituente di un tutto. In questo senso, si può dire che l'elemento spirituale ha una parte attiva nell'economia dell'universo, così come si dice che l'elemento civile e l'elemento militare Figurano nelnumero totale di una popolazione; che l'elemento religioso rientra nell'educazione; che in Algeria c'è l'elemento arabo e l'elemento europeo.
-------------------------
19. Si accusa lo Spiritismo
di legami con la magia e la stregoneria. Ma ci si dimentica che
l'astronomia ha come antenata l'astrologia giudiziale, la quale non è
poi così lontana da noi; che la chimica è figlia dell'alchimia, della
quale nessun uomo di buon senso oserebbe oggi occuparsi. Nessuno nega,
tuttavia, che ci fu nell'astrologia e nell'alchimia il germe delle
verità da cui sono poi nate le scienze attuali. Malgrado le sue ridicole
formule, l'alchimia ci ha messo sulla strada dei corpi semplici e della
legge sulle affinità. L'astrologia si basava sulla posizione e sul
movimento degli astri che aveva studiato; ma, ignorando le vere leggi
che reggevano il meccanismo dell'universo, gli astri erano, per il
volgo, esseri misteriosi ai quali la superstizione attribuiva
un'influenza morale e un significato rivelatore. Allorché Galileo,
Newton e Keplèro ebbero fatto conoscere quelle leggi, allorché il
telescopio ebbe strappato il velo, affondando nelle profondità dello
spazio uno sguardo che alcuni giudicarono indiscreto, i pianeti ci
apparvero semplicemente come dei mondi simili al nostro, e tutto il
castello del meraviglioso crollò.
Lo stesso discorso vale per lo Spiritismo riguardo alla magia e ala stregoneria. Anche queste si basavano sulla manifestazione degli Spiriti, come l'astrologia sul movimento degli astri. Ma, nell'ignoranza delle leggi che reggono il mondo spirituale, esse mescolavano, a questi rapporti, pratiche e credenze ridicole, di cui lo Spiritismo moderno, frutto dell'esperienza e dell'osservazione, ha fatto giustizia. Sicuramente, la distanza che separa lo Spiritismo dalla magia e dalla stregoneria è maggiore di quella che esiste tra l'astronomia e l'astrologia, la chimica e l'alchimia. Volerle confondere è provare che non se ne capisce nulla.
Lo stesso discorso vale per lo Spiritismo riguardo alla magia e ala stregoneria. Anche queste si basavano sulla manifestazione degli Spiriti, come l'astrologia sul movimento degli astri. Ma, nell'ignoranza delle leggi che reggono il mondo spirituale, esse mescolavano, a questi rapporti, pratiche e credenze ridicole, di cui lo Spiritismo moderno, frutto dell'esperienza e dell'osservazione, ha fatto giustizia. Sicuramente, la distanza che separa lo Spiritismo dalla magia e dalla stregoneria è maggiore di quella che esiste tra l'astronomia e l'astrologia, la chimica e l'alchimia. Volerle confondere è provare che non se ne capisce nulla.
20. Il solo fatto di avere
la possibilità di comunicare con gli esseri del mondo spirituale
comporta conseguenze incalcolabili della più profonda gravità. È tutto
un nuovo mondo che ci si rivela ed è tanto più importante in quanto
riguarda tutti gli uomini senza alcuna eccezione. Questa conoscenza non
può mancare di apportare, estendendosi, un profondo cambiamento nei
costumi, nel carattere, nelle abitudini e nelle credenze, che hanno una
così grande influenza sui rapporti sociali. È tutta una rivoluzione che
si attua nelle idee, rivoluzione tanto più grande, tanto più potente, in
quanto non è limitata a un popolo, a una casta, ma raggiunge
simultaneamente, attraverso il cuore, tutte le classi, tutte le
nazionalità, tutti i culti.
È dunque con ragione che lo Spiritismo è considerato come la terza delle grandi rivelazioni. Vediamo in che cosa queste rivelazioni differiscono, e attraverso quale legame si collegano l'una all'altra.
È dunque con ragione che lo Spiritismo è considerato come la terza delle grandi rivelazioni. Vediamo in che cosa queste rivelazioni differiscono, e attraverso quale legame si collegano l'una all'altra.
21. Mosè, come profeta, ha
rivelato agli uomini la conoscenza di un Dio unico, sovrano Maestro e
Creatore di tutte le cose. Egli ha promulgato la legge del Sinai e ha
posto le fondamenta della vera fede. Come uomo, è stato il legislatore
di quel popolo per mezzo del quale questa fede primitiva, purificandosi,
avrebbe dovuto un giorno diffondersi su tutta la Terra.
22. Il CRISTO, prendendo
dell'antica legge ciò che è eterno e divino e scartando ciò che era
soltanto transitorio o puramente disciplinare e di concezione umana,
aggiunge la rivelazione della vita futura, di cui Mosè non aveva affatto parlato, quella delle pene e delle ricompense, che attendono l'uomo dopo la morte (vedere Rivista Spiritista, 1861, pp. 90 e 280).
23. La parte più importante
della rivelazione del Cristo — nel senso che è la prima sorgente e la
pietra angolare di tutta la sua dottrina — è il punto di vista del tutto
nuovo sotto il quale egli fa vedere la Divinità. Non è più, insomma, il
Dio, terribile, geloso e vendicativo di Mosè, il Dio crudele e
impietoso che arrossa la Terra del sangue umano, che ordina il massacro e
lo sterminio dei popoli, senza eccettuare le donne, i vecchi e i
bambini, che punisce coloro che risparmiano i designati al massacro.
Questo non è più il Dio ingiusto che punisce un intero popolo per colpe
commesse dal suo capo, che si vendica del colpevole sulla persona
dell'innocente, che colpisce i figli per le colpe dei padri. Questo è
invece un Dio clemente, sovranamente giusto e buono, pieno di mitezza e
di misericordia, che perdona al peccatore pentito e dà a ciascuno secondo le sue opere. Questo non è più il Dio di un solo popolo privilegiato, il Dio degli eserciti che
presiede ai combattimenti per sostenere la sua propria causa contro il
Dio degli altri popoli. Questo è il Padre comune del genere umano, che
estende la Sua protezione su tutti i Suoi figli e li chiama tutti a Sé.
Non è più il Dio che ricompensa e punisce attraverso i soli beni della
Terra, che fa consistere la gloria e la felicità nell'asservimento dei
popoli rivali e nella molteplicità della progenie. Questo è il Dio che
dice agli uomini: "La vostra vera patria non è in questo mondo, essa è
nel regno celeste. È qui che gli umili di cuore saranno elevati e gli
orgogliosi saranno abbassati." Questo non è più il Dio che della
vendetta fa una virtù e che ordina di rendere occhio per occhio e dente
per dente; ma è il Dio di misericordia, il quale dice: “Perdonate le
offese, se volete che vi sia perdonato; rendete bene per male; non fate
ad altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi.” Questo non è più il
Dio gretto e pedante che impone, sotto le pene più rigorose, la maniera
in cui vuole essere adorato e che si offende per l'inosservanza di una
formula. Ma è il Dio grande che bada al pensiero e non si compiace della
forma. Questo non è più, infine, il Dio che vuole essere temuto, ma il
Dio che vuole essere amato.
24. Essendo Dio il fulcro di tutte le credenze religiose e l'oggetto di tutti i culti, il carattere di tutte le religioni è conforme all'idea ch'esse danno di Dio. Le
religioni che ne fanno un Dio vendicativo e crudele credono di onorarlo
con atti di crudeltà, con i roghi e le torture. Quelle che ne fanno un
Dio parziale e geloso sono intolleranti; esse sono più o meno meticolose
nella forma, a seconda di quanto lo credono contaminato da debolezze e
grettezze umane.
25. Tutta la dottrina del
Cristo è fondata sul carattere che egli attribuisce alla Divinità. Con
un Dio imparziale, sovranamente giusto, buono e misericordioso, egli ha
potuto fare dell'amore di Dio e della carità verso il prossimo la
condizione indispensabile della salvezza, e ha potuto dire: Amate
Dio sopra tutte le cose e il vostro prossimo come voi stessi; qui sta
tutta la legge e qui stanno i profeti. Non c'è altro. Su questa sola
credenza, egli ha potuto basare il principio di eguaglianza degli
uomini davanti a Dio, e della fraternità universale. Ma sarebbe forse
stato possibile amare quel Dio di Mosè? No. Non lo si poteva che temere.
Questa rivelazione dei veri attributi della Divinità, unita a quella dell'immortalità dell'anima e della vita futura, modificava profondamente i mutui rapporti degli uomini, imponeva loro nuovi obblighi, faceva loro giudicare la vita presente sotto un'altra luce; essa doveva, per ciò stesso, influire sui costumi e sulle relazioni sociali. È incontestabilmente questo, a causa delle sue conseguenze, il punto più importante della rivelazione del Cristo, e la cui importanza non è stata abbastanza compresa. Questo è anche — dispiace dirlo — il punto da cui ci si è maggiormente allontanati; ed è anche il punto che è stato più disconosciuto nell'interpretazione dei suoi insegnamenti.
Questa rivelazione dei veri attributi della Divinità, unita a quella dell'immortalità dell'anima e della vita futura, modificava profondamente i mutui rapporti degli uomini, imponeva loro nuovi obblighi, faceva loro giudicare la vita presente sotto un'altra luce; essa doveva, per ciò stesso, influire sui costumi e sulle relazioni sociali. È incontestabilmente questo, a causa delle sue conseguenze, il punto più importante della rivelazione del Cristo, e la cui importanza non è stata abbastanza compresa. Questo è anche — dispiace dirlo — il punto da cui ci si è maggiormente allontanati; ed è anche il punto che è stato più disconosciuto nell'interpretazione dei suoi insegnamenti.
26. Il Cristo, tuttavia,
aggiunge: “Molte delle cose che io vi dico, voi non potete ancora
comprenderle, e io ne avrei molte altre da dire, che voi però non
comprendereste. È per questo che io vi parlo in parabole. Ma, più tardi io vi invierò il Consolatore, lo Spirito di Verità, il quale ristabilirà tutte le cose e ve le spiegherà tutte” (Giovanni 14 e 16; Matteo 17).
Se il Cristo non ha detto tutto quello che avrebbe potuto dire, è perché egli ha creduto di dover lasciare certe verità nell'ombra, fino a quando gli uomini non si fossero trovati in condizione di comprenderle. Per sua stessa ammissione, il suo insegnamento era dunque incompleto, dal momento che annuncia la venuta di colui che deve completarlo. Egli prevedeva dunque che ci saremmo ingannati sulle sue parole, che ci saremmo discostati dal suo insegnamento. In una parola, prevedeva che si sarebbe disfatto ciò ch'egli aveva fatto, poiché ogni cosa deve essere ristabilita. Orbene, non si ristabilisce che quanto è stato disfatto.
Se il Cristo non ha detto tutto quello che avrebbe potuto dire, è perché egli ha creduto di dover lasciare certe verità nell'ombra, fino a quando gli uomini non si fossero trovati in condizione di comprenderle. Per sua stessa ammissione, il suo insegnamento era dunque incompleto, dal momento che annuncia la venuta di colui che deve completarlo. Egli prevedeva dunque che ci saremmo ingannati sulle sue parole, che ci saremmo discostati dal suo insegnamento. In una parola, prevedeva che si sarebbe disfatto ciò ch'egli aveva fatto, poiché ogni cosa deve essere ristabilita. Orbene, non si ristabilisce che quanto è stato disfatto.
27. Perché egli chiama il nuovo Messia Consolatore? Questo
nome significativo e senza alcuna ambiguità è tutto una rivelazione.
Egli prevedeva dunque che gli uomini avrebbero avuto bisogno di
consolazioni, la qual cosa implica l'insufficienza di quelle che essi
avrebbero trovato nella fede che stavano per darsi. Mai, forse, il
Cristo è stato più chiaro e più esplicito come in quelle ultime parole,
alle quali pochi hanno badato, forse perché si è voluto evitare di
metterle in luce e di approfondirne il senso profetico.
28. Se il Cristo non ha
potuto sviluppare il suo insegnamento in maniera completa, ciò è dovuto
al fatto che mancavano agli uomini quelle conoscenze che essi avrebbero
potuto acquisire solo col tempo, e senza le quali non avrebbero potuto
comprendere tale insegnamento. Ci sono cose che sarebbero parse un
nonsenso nello stato delle conoscenze di quei tempi. Completare il suo
insegnamento deve dunque intendersi nel senso di spiegare e di sviluppare, ben
più che nel senso di aggiungere nuove verità, poiché tutto vi si trova
in germe. Solo che mancava la chiave per afferrare il senso delle sue
parole.
29. Ma chi osa permettersi d'interpretare le Sacre Scritture? Chi ha questo diritto? Chi possiede i lumi necessari se non i teologi?
Chi osa farlo? Innanzi tutto la scienza, che non chiede il permesso a nessuno per far conoscere le leggi della natura e salta a piè pari sugli errori e sui pregiudizi. Chi ha questo diritto? In questo secolo di emancipazione intellettuale e di libertà di coscienza, il diritto di esame appartiene a tutti, e le Sacre Scritture non sono più l'arca santa che nessuno osava toccare neppure con la punta delle dita, senza temere di rimanere folgorato. Riguardo ai lumi speciali necessari, senza contestare quelli dei teologi — per quanto illuminati fossero quelli del Medioevo e, in particolare, i Padri della Chiesa — essi, tuttavia, non lo erano ancora abbastanza per rifiutarsi di condannare, come eresia, il movimento della Terra e la teoria degli antipodi. Ma, senza riandare così indietro, i teologi dei giorni nostri non hanno forse lanciato l'anatema contro i periodi di formazione della Terra?
Gli uomini non hanno potuto spiegare le Sacre Scritture che con l'aiuto di ciò che sapevano, delle nozioni false o incomplete che avevano sulle leggi della natura, più tardi rivelate dalla scienza: ecco perché i teologi stessi hanno potuto ingannarsi, in perfetta buona fede, sul senso di certe parole e di certi fatti del Vangelo. Volendo a tutti i costi trovarvi la conferma di un pensiero preconcetto, essi continuavano a girare sempre nel medesimo circolo, senza abbandonare il loro punto di vista, di modo che non vi vedevano che quanto volevano vedervi. Benché dotti, quei teologi non potevano comprendere le cause dipendenti da leggi ch'essi non conoscevano.
Ma chi sarà giudice delle interpretazioni diverse e spesso contraddittorie, date al di fuori della teologia? L'avvenire, la logica e il buon senso. Gli uomini, sempre più illuminati nella misura in cui nuovi fatti e nuove leggi verranno a rivelarsi, sapranno separare dalla realtà i sistemi utopici. Ora, la scienza fa conoscere certe leggi, lo Spiritismo ne fa conoscere altre. Le une e le altre sono indispensabili per la comprensione dei testi sacri di tutte le religioni, da Confucio e Budda fino al Cristianesimo. Quanto alla teologia, essa non avrà giudiziosamente nulla da obiettare circa le contraddizioni della scienza, dal momento che spesso non è d'accordo neppure con sé stessa.
Chi osa farlo? Innanzi tutto la scienza, che non chiede il permesso a nessuno per far conoscere le leggi della natura e salta a piè pari sugli errori e sui pregiudizi. Chi ha questo diritto? In questo secolo di emancipazione intellettuale e di libertà di coscienza, il diritto di esame appartiene a tutti, e le Sacre Scritture non sono più l'arca santa che nessuno osava toccare neppure con la punta delle dita, senza temere di rimanere folgorato. Riguardo ai lumi speciali necessari, senza contestare quelli dei teologi — per quanto illuminati fossero quelli del Medioevo e, in particolare, i Padri della Chiesa — essi, tuttavia, non lo erano ancora abbastanza per rifiutarsi di condannare, come eresia, il movimento della Terra e la teoria degli antipodi. Ma, senza riandare così indietro, i teologi dei giorni nostri non hanno forse lanciato l'anatema contro i periodi di formazione della Terra?
Gli uomini non hanno potuto spiegare le Sacre Scritture che con l'aiuto di ciò che sapevano, delle nozioni false o incomplete che avevano sulle leggi della natura, più tardi rivelate dalla scienza: ecco perché i teologi stessi hanno potuto ingannarsi, in perfetta buona fede, sul senso di certe parole e di certi fatti del Vangelo. Volendo a tutti i costi trovarvi la conferma di un pensiero preconcetto, essi continuavano a girare sempre nel medesimo circolo, senza abbandonare il loro punto di vista, di modo che non vi vedevano che quanto volevano vedervi. Benché dotti, quei teologi non potevano comprendere le cause dipendenti da leggi ch'essi non conoscevano.
Ma chi sarà giudice delle interpretazioni diverse e spesso contraddittorie, date al di fuori della teologia? L'avvenire, la logica e il buon senso. Gli uomini, sempre più illuminati nella misura in cui nuovi fatti e nuove leggi verranno a rivelarsi, sapranno separare dalla realtà i sistemi utopici. Ora, la scienza fa conoscere certe leggi, lo Spiritismo ne fa conoscere altre. Le une e le altre sono indispensabili per la comprensione dei testi sacri di tutte le religioni, da Confucio e Budda fino al Cristianesimo. Quanto alla teologia, essa non avrà giudiziosamente nulla da obiettare circa le contraddizioni della scienza, dal momento che spesso non è d'accordo neppure con sé stessa.
30. Lo SPIRITISMO, partendo
dalle parole stesse del Cristo, così come questi partì da quelle di
Mosè, è una conseguenza diretta della sua dottrina.
All'idea vaga della vita futura, lo Spiritismo aggiunge la rivelazione dell'esistenza del mondo invisibile che ci circonda e che popola lo spazio. E con ciò puntualizza la fede; le dà un corpo, una consistenza, una realtà nel pensiero.
Lo Spiritismo definisce i legami che uniscono l'anima e il corpo, e solleva il velo che nascondeva agli uomini i misteri della nascita e della morte.
Attraverso lo Spiritismo, l'uomo sa da dove viene, sa dove va, perché egli è sulla Terra, perché su questa soffre temporaneamente. E dappertutto vede la giustizia di Dio.
L'uomo sa che l'anima progredisce senza sosta attraverso una serie di esistenze successive, fin quando essa non abbia raggiunto quel grado di perfezione che può avvicinarla a Dio.
L'uomo sa che tutte le anime, avendo un medesimo punto di partenza, sono create uguali, con una medesima attitudine a progredire, in virtù del libero arbitrio. Egli sa che sono tutte della medesima essenza e che tra di loro non vi è che la differenza del progresso compiuto. Egli sa che tutte hanno la medesima destinazione e che tutte raggiungeranno il medesimo fine, più o meno prontamente, a seconda del loro impegno e della loro buona volontà.
L'uomo sa che non esistono creature diseredate, né creature più favorite di altre. Sa che Dio non ne ha create di privilegiate e dispensate dal lavoro, né lo ha imposto a delle altre con lo scopo di progredire. Sa che non vi sono esseri perpetuamente votati al male e alla sofferenza. Sa che quelli designati con il nome di demoni sono Spiriti ancora arretrati e imperfetti, che commettono il male nello stato di Spiriti, come lo commettevano nello stato di uomini; ma sa anche che avanzeranno e miglioreranno. Sa che gli angeli o puri Spiriti non sono affatto degli esseri a parte nella creazione, ma Spiriti che hanno raggiunto il fine, dopo aver seguito la trafila del progresso. Sa che non esistono, perciò, creazioni multiple, né differenti categorie tra gli esseri intelligenti, ma che tutta la creazione deriva dalla grande legge d'unità che regge l'universo, e che tutti gli esseri gravitano verso un fine comune, che è la perfezione, senza che gli uni siano favoriti a spese degli altri, tutti essendo figli delle loro stesse opere.
All'idea vaga della vita futura, lo Spiritismo aggiunge la rivelazione dell'esistenza del mondo invisibile che ci circonda e che popola lo spazio. E con ciò puntualizza la fede; le dà un corpo, una consistenza, una realtà nel pensiero.
Lo Spiritismo definisce i legami che uniscono l'anima e il corpo, e solleva il velo che nascondeva agli uomini i misteri della nascita e della morte.
Attraverso lo Spiritismo, l'uomo sa da dove viene, sa dove va, perché egli è sulla Terra, perché su questa soffre temporaneamente. E dappertutto vede la giustizia di Dio.
L'uomo sa che l'anima progredisce senza sosta attraverso una serie di esistenze successive, fin quando essa non abbia raggiunto quel grado di perfezione che può avvicinarla a Dio.
L'uomo sa che tutte le anime, avendo un medesimo punto di partenza, sono create uguali, con una medesima attitudine a progredire, in virtù del libero arbitrio. Egli sa che sono tutte della medesima essenza e che tra di loro non vi è che la differenza del progresso compiuto. Egli sa che tutte hanno la medesima destinazione e che tutte raggiungeranno il medesimo fine, più o meno prontamente, a seconda del loro impegno e della loro buona volontà.
L'uomo sa che non esistono creature diseredate, né creature più favorite di altre. Sa che Dio non ne ha create di privilegiate e dispensate dal lavoro, né lo ha imposto a delle altre con lo scopo di progredire. Sa che non vi sono esseri perpetuamente votati al male e alla sofferenza. Sa che quelli designati con il nome di demoni sono Spiriti ancora arretrati e imperfetti, che commettono il male nello stato di Spiriti, come lo commettevano nello stato di uomini; ma sa anche che avanzeranno e miglioreranno. Sa che gli angeli o puri Spiriti non sono affatto degli esseri a parte nella creazione, ma Spiriti che hanno raggiunto il fine, dopo aver seguito la trafila del progresso. Sa che non esistono, perciò, creazioni multiple, né differenti categorie tra gli esseri intelligenti, ma che tutta la creazione deriva dalla grande legge d'unità che regge l'universo, e che tutti gli esseri gravitano verso un fine comune, che è la perfezione, senza che gli uni siano favoriti a spese degli altri, tutti essendo figli delle loro stesse opere.
31. Grazie ai rapporti che
l'uomo può ora stabilire con quelli che hanno lasciato la Terra, egli ha
non solo la prova materiale dell'esistenza e della individualità
dell'anima, ma comprende anche la solidarietà che lega i vivi e i morti
di questo mondo con quelli degli altri mondi. Conosce la loro situazione
nel mondo degli Spiriti, li segue nelle loro migrazioni; è testimone
delle loro gioie e dei loro affanni; sa perché sono felici o infelici, e
conosce la sorte che attende lui stesso secondo il bene o il male che
ha fatto. Questi rapporti lo iniziano alla vita futura ch'egli può
osservare in tutte le sue fasi, in tutte le sue peripezie. L'avvenire
non è più una vaga speranza: è un fatto positivo, una certezza
matematica. Allora la morte non ha più nulla di spaventoso, perché per
lui è la liberazione, la porta della vera vita.
32. Attraverso lo studio
della situazione degli Spiriti, l'uomo sa che la felicità e l'infelicità
nella vita spirituale sono inerenti al grado di perfezione e
d'imperfezione; sa che ciascuno subisce le conseguenze dirette e
naturali dei suoi errori; o, detto in altro modo, sa che è punito in
quanto ha peccato; che queste conseguenze durano tanto a lungo quanto la
causa che le ha prodotte; che, di conseguenza, il colpevole soffrirà
eternamente se egli dovesse eternamente persistere nel male, ma che la
sofferenza cessa con il pentimento e la riparazione. Ora, siccome
dipende da ciascuno di noi migliorarsi, ciascuno di noi, in virtù del
libero arbitrio, può prolungare o abbreviare le sue sofferenze, così
come il malato soffre per i suoi eccessi finché non vi pone termine.
33. Se la ragione rifiuta,
in quanto incompatibile con la bontà di Dio, l'idea delle pene
irremissibili, eterne e assolute, spesso inflitte per una sola colpa, e
rifiuta, allo stesso modo, l'idea dei supplizi dell'inferno che neppure
il pentimento più ardente e più sincero può mitigare, essa si inchina,
però, davanti a questa giustizia distributiva e imparziale, che tiene
conto di tutto, non chiude mai la porta al ripensamento e continuamente
tende la mano al naufrago, invece di respingerlo nell'abisso.
34. La pluralità delle
esistenze, di cui il Cristo ha posto il principio nel Vangelo, ma senza
definirlo più di molti altri, è una delle leggi più importanti rivelate
dallo Spiritismo, nel senso che ne dimostra la realtà e la necessità per
il progresso. Con questa legge, l'uomo si spiega tutte le apparenti
anomalie che la vita umana presenta: le differenze della posizione
sociale; le morti premature che, senza la reincarnazione, renderebbero
inutili per l'anima le esistenze brevi; l'ineguaglianza delle attitudini
intellettuali e morali; e si spiega tali apparenti anomalie attraverso
l'anzianità dello Spirito, il quale ha più o meno appreso e progredito e
porta con sé, rinascendo, quanto acquisito nelle sue esistenze
anteriori (n. 5).
35. Con la dottrina della
creazione dell'anima a ogni nascita, si ricade nel sistema delle
creazioni privilegiate: gli uomini sono estranei gli uni agli altri,
niente li unisce, e i legami familiari sono puramente carnali. Essi non
sono affatto solidali di un passato in cui non esistevano; con la
dottrina del nulla dopo la morte, ogni rapporto cessa con la vita. Essi
non sono solidali neppure dell'avvenire. Con la reincarnazione, invece,
essi sono solidali del passato e dell'avvenire; i loro rapporti si
perpetuano nel mondo spirituale e nel mondo corporeo, la fraternità ha
le stesse leggi della natura; il bene ha un fine, il male le sue
inevitabili conseguenze.
36. Con la reincarnazione
cadono i pregiudizi di razza e di casta, poiché il medesimo Spirito può
rinascere ricco o povero, gran signore o proletario, padrone o
sottoposto, libero o schiavo, uomo o donna. Di tutti gli argomenti
invocati contro l'ingiustizia della servitù e della schiavitù, contro
l'assoggettamento della donna alla legge del più forte, non ve n'è
alcuno che superi, in logica, il fatto materiale Mia reincarnazione. Se
dunque la reincarnazione fonda, su una legge della natura, il principio
della fraternità universale, essa fonda sulla stessa legge quello della
legalità dei diritti sociali e, di conseguenza, quello della libertà.
37. Private l'uomo dello
spirito libero, indipendente e che sopravvive alla materia, e voi ne
farete una macchina ben organizzata, senza né finalità né
responsabilità, senza altro freno che la legge civile, e buono da sfruttare come
un animale intelligente. Non attendendosi nulla dopo la morte, nulla lo
frena nell'accrescere le gioie del presente; se soffre, non ha come
prospettiva che la disperazione e il nulla come rifugio. Con la certezza
dell'avvenire, quella di ritrovare coloro che ha amato, e la paura anche di rivedere coloro che ha offeso, tutte
le sue idee cambiano. Non ci fosse che il fatto di aver tratto l'uomo
fuori dal dubbio riguardo alla vita futura, lo Spiritismo avrebbe già
fatto, per il miglioramento morale dell'uomo, più di tutte le leggi
disciplinari che lo imbrigliano a volte, ma non lo cambiano mai.
38. Senza la preesistenza
dell'anima, la dottrina del peccato originale non soltanto è
inconciliabile con la giustizia di Dio, che renderebbe tutti gli uomini
responsabili della colpa di uno solo, ma sarebbe anche un nonsenso.
Infatti essa è tanto meno giustificabile in quanto, secondo tale
dottrina, l'anima non esisteva all'epoca in cui si pretende di far
rimontare la sua responsabilità. Con la preesistenza, l'uomo porta con
sé, rinascendo, il germe delle sue
imperfezioni, dei difetti di cui non si è corretto, e che si traducono
nei suoi istinti nativi, nelle sue propensioni per il tale o talaltro
vizio. Questo è il suo vero peccato originale di cui egli subisce
naturalmente le conseguenze, ma con una differenza fondamentale: egli
sopporta la pena dei suoi propri errori e non la pena dell'errore di un
altro. A questa si aggiunge un'altra differenza, nello stesso tempo
consolante, incoraggiante e sovranamente equa: a ogni esistenza vengono
offerti all'uomo i mezzi per riscattarsi attraverso la riparazione, e
per progredire. Ed egli lo farà sia spogliandosi di alcune imperfezioni,
sia acquisendo nuove cognizioni. E ciò finché, essendo sufficientemente
purificato, non avrà più bisogno della vita corporale e potrà vivere
esclusivamente della vita spirituale, eterna e beata.
Per la stessa ragione, colui che ha progredito moralmente porta con sé, rinascendo, delle qualità naturali; così come colui che ha progredito intellettualmente porta con sé delle idee innate. Identificato tutto ciò con il bene, egli lo pratica senza sforzo, senza calcolo e, per così dire, senza pensarci. Colui che, invece, è obbligato a combattere con le sue cattive tendenze è ancora in piena lotta. Il primo ha già vinto, il secondo cerca di vincere. Esiste dunque una virtù originale, così come esiste un sapere originale, e anche un peccato o, meglio, un vizio originale.
Per la stessa ragione, colui che ha progredito moralmente porta con sé, rinascendo, delle qualità naturali; così come colui che ha progredito intellettualmente porta con sé delle idee innate. Identificato tutto ciò con il bene, egli lo pratica senza sforzo, senza calcolo e, per così dire, senza pensarci. Colui che, invece, è obbligato a combattere con le sue cattive tendenze è ancora in piena lotta. Il primo ha già vinto, il secondo cerca di vincere. Esiste dunque una virtù originale, così come esiste un sapere originale, e anche un peccato o, meglio, un vizio originale.
39. Lo Spiritismo
sperimentale ha studiato le proprietà dei fluidi spirituali e la loro
azione sulla materia. Esso ha dimostrato l'esistenza del perispirito, supposto fin dall'antichità e designato da san Paolo con il nome di corpo spirituale, vale
a dire di corpo fluidico dell'anima dopo la distruzione del corpo
tangibile. Oggi si sa che questo involucro è inseparabile dall'anima;
che è uno degli elementi costitutivi dell'essere umano; che è il veicolo
di trasmissione del pensiero e che, durante la vita del corpo, serve da
legame tra lo Spirito e la materia. Il perispirito gioca un molo così
importante nell'organismo e in una grande varietà di affezioni, che si
collega tanto alla fisiologia quanto alla psicologia.
40. Lo studio delle
proprietà del perispirito, dei fluidi spirituali e degli attributi
fisiologici dell'anima apre nuovi orizzonti alla scienza e dà la chiave
di una miriade di fenomeni finora incompresi, non conoscendosi la legge
che li governa. Tali fenomeni sono negati dal materialismo, perché si
ricollegano alla spiritualità, e qualificati da altri come miracoli o
sortilegi, a seconda delle credenze. Tali sono, tra gli altri, i
fenomeni della doppia vista, della visione a distanza, del sonnambulismo
naturale e artificiale, degli effetti psichici della catalessi e della
letargia, della prescienza, dei presentimenti, delle apparizioni, delle
trasfigurazioni, della trasmissione del pensiero, della fascinazione,
delle guarigioni istantanee, delle ossessioni, delle possessioni ecc.
Dimostrando che questi fenomeni poggiano su leggi naturali come, per
esempio, i fenomeni elettrici, e dimostrando le condizioni normali nelle
quali essi possono riprodursi, lo Spiritismo distrugge l'impero del
meraviglioso e del soprannaturale e, di conseguenza, la fonte della
maggior parte delle superstizioni. Se fa credere alla possibilità di
certe cose guardate da alcuni come chimeriche, esso impedisce di credere
a molte altre, di cui dimostra l'impossibilità e l'irrazionalità.
41. Lo Spiritismo, ben lungi
dal negare o distruggere il Vangelo, vieneal contrario a confermare,
spiegare e sviluppare, attraverso le nuove leggi della natura ch'esso
rivela, tutto ciò che ha detto e fatto il Cristo. Lo Spiritismo porta la
luce sui punti oscuri del Suo insegnamento, in modo tale che coloro per
i quali certe parti del Vangelo erano inintelligibili — o sembravano inammissibili —, ora,
con l'aiuto dello Spiritismo, le comprendono senza fatica e le
ammettono. Essi ne vedono meglio la portata e riescono a distinguere la
realtà dall'allegoria. Il Cristo appare loro più grande: non è più
semplicemente un filosofo, è un Messia divino.
42. Se si considera,
inoltre, il potere moralizzatore dello Spiritismo, per la finalità che
assegna a tutte le azioni della vita, per le conseguenze del bene e del
male che fa toccare con mano; se si considerano la forza morale, il
coraggio, le consolazioni ch'esso dona nelle afflizioni, con una
inalterabile fiducia nell'avvenire, con il pensiero di poter vedere
accanto a sé gli esseri che si sono amati, con la sicurezza di
rivederli, con la possibilità di intrattenersi con loro, con la
certezza, infine, che di tutto quanto si fa, di tutto quello che si
acquisisce in intelligenza, in scienza, in moralità, fino all'ultima ora della vita, nulla
è perduto; se si considera, infine che tutto contribuisce al progresso,
si riconosce allora che lo Spiritismo realizza tutte le promesse del
Cristo, riguardo all'annunciato Consolatore. Ora, siccome è lo Spirito di Verità che
presiede al grande movimento della rigenerazione, la promessa della sua
venuta si trova lo stesso realizzata, poiché di fatto è lui il vero Consolatore. [2]
-------------------------
[2] Molti padri di famiglia piangono la morte prematura dei figli, per l'educazione dei quali hanno fatto grandi sacrifici e dicono a sé stessi che tutto ciò è andato in pura perdita. Con lo Spiritismo essi non rimpiangono questi sacrifici e sarebbero pronti a farli nuovamente, anche con la certezza di veder morire i loro figli, perché sanno che, se questi ultimi non approfittano di questa educazione nel presente, essa servirà prima di tutto al loro avanzamento come Spiriti; poi, sanno che ciò sarà tanto di guadagnato per una nuova esistenza, e che, quando ritorneranno, essi avranno un bagaglio intellettuale che li renderà più idonei ad acquisire nuove conoscenze. Tali sono quei bambini che, nascendo, portano con sé delle idee innate, che sanno, per così dire, senza aver bisogno di apprendere. Se dei genitori non hanno la soddisfazione immediata di vedere i loro figli mettere questa educazione a profitto, essi ne gioiranno di certo più tardi, sia come Spiriti sia come uomini. Forse saranno di nuovo i padri dei medesimi figli, che sono detti dotati felicemente dalla natura e che devono le loro attitudini a una precedente educazione. Così pure, se dei figli sviano verso il male, in seguito alla negligenza dei loro genitori, costoro possono averne a soffrire più tardi, a causa delle angosce e dei dispiaceri, che quelli susciteranno loro in una nuova esistenza (vedere, nel Vangelo secondo lo Spiritismo, il cap. V, n. 21 “Perdita di persone amate. Morti premature”).
-------------------------
-------------------------
[2] Molti padri di famiglia piangono la morte prematura dei figli, per l'educazione dei quali hanno fatto grandi sacrifici e dicono a sé stessi che tutto ciò è andato in pura perdita. Con lo Spiritismo essi non rimpiangono questi sacrifici e sarebbero pronti a farli nuovamente, anche con la certezza di veder morire i loro figli, perché sanno che, se questi ultimi non approfittano di questa educazione nel presente, essa servirà prima di tutto al loro avanzamento come Spiriti; poi, sanno che ciò sarà tanto di guadagnato per una nuova esistenza, e che, quando ritorneranno, essi avranno un bagaglio intellettuale che li renderà più idonei ad acquisire nuove conoscenze. Tali sono quei bambini che, nascendo, portano con sé delle idee innate, che sanno, per così dire, senza aver bisogno di apprendere. Se dei genitori non hanno la soddisfazione immediata di vedere i loro figli mettere questa educazione a profitto, essi ne gioiranno di certo più tardi, sia come Spiriti sia come uomini. Forse saranno di nuovo i padri dei medesimi figli, che sono detti dotati felicemente dalla natura e che devono le loro attitudini a una precedente educazione. Così pure, se dei figli sviano verso il male, in seguito alla negligenza dei loro genitori, costoro possono averne a soffrire più tardi, a causa delle angosce e dei dispiaceri, che quelli susciteranno loro in una nuova esistenza (vedere, nel Vangelo secondo lo Spiritismo, il cap. V, n. 21 “Perdita di persone amate. Morti premature”).
-------------------------
43. Se, a questi risultati,
si aggiunge la rapidità inaudita della diffusione dello Spiritismo,
malgrado tutto ciò che si è fatto per abbatterlo, non si può non
convenire che la sua venuta non sia provvidenziale, poiché esso trionfa
su tutte le forze e su tutte le cattive volontà umane. La facilità con
cui lo Spiritismo viene accettato da un così grande numero di persone, e
ciò senza alcuna imposizione, senza altri mezzi che la potenza
dell'idea, prova ch'esso risponde a una necessità, quella di credere in
qualcosa, dopo il vuoto creato dall'incredulità, e che, di conseguenza,
esso è venuto nel momento giusto.
44. Gli afflitti sono in
gran numero. Non è, perciò, affatto sorprendente che tante persone
accolgano, di preferenza, una dottrina che consoli alle dottrine che
tolgano le speranze, poiché è ai diseredati, più che ai felici del
mondo, che si rivolge lo Spiritismo. Il malato vede arrivare il medico
con più gioia di colui che sta bene. Ora, gli afflitti sono dei malati, e
il Consolatore è il medico.
Oh, voi che combattete lo Spiritismo, se volete che lo si abbandoni per seguire voi, offrite allora più e meglio di quanto esso faccia. Guarite con maggior sicurezza le ferite dell'anima. Offrite più consolazioni, più soddisfazioni al cuore, speranze più legittime, certezze più grandi. Fate dell'avvenire un quadro più razionale e più seducente; ma non pensate, voi, di superarlo, voi con la vostra prospettiva del nulla; voi con la vostra alternativa delle fiamme dell'inferno o della beata e inutile contemplazione perpetua.
Oh, voi che combattete lo Spiritismo, se volete che lo si abbandoni per seguire voi, offrite allora più e meglio di quanto esso faccia. Guarite con maggior sicurezza le ferite dell'anima. Offrite più consolazioni, più soddisfazioni al cuore, speranze più legittime, certezze più grandi. Fate dell'avvenire un quadro più razionale e più seducente; ma non pensate, voi, di superarlo, voi con la vostra prospettiva del nulla; voi con la vostra alternativa delle fiamme dell'inferno o della beata e inutile contemplazione perpetua.
45. La prima rivelazione
aveva la sua personificazione in Mosè, la seconda nel Cristo, la terza
non l'ha in nessun individuo. Le prime due sono individuali, la terza è
collettiva; è questo un carattere essenziale di grande importanza. Essa è
collettiva in questo senso: di non esser fatta o data come privilegio
verso nessuno. Di conseguenza, nessuno può dirsi il profeta esclusivo.
Essa è stata fatta simultaneamente su tutta la Terra, a milioni di
persone, di tutte le età e di tutte le condizioni, dalla più bassa alla
più alta della scala, secondo questa predizione, riferita dall'Autore
degli Atti degli Apostoli: “Avverrà negli
ultimi giorni”, dice Dio, “che io spanderò il mio Spirito sopra ogni
persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri
giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni”
(Atti 2:17). Essa non proviene da nessun culto speciale, al fine di
poter servire a tutti, un giorno, come punto d'incontro. [3]
-------------------------
[3] Il nostro ruolo personale, nel grande movimento di idee che si sta preparando da parte dello Spiritismo e che già incomincia ad attuarsi, è quello di un osservatore attento che studia i fatti, per cercarne la causa e trarne le conseguenze. Noi abbiamo confrontato tutti quei fatti che ci è stato possibile radunare. Abbiamo comparato e commentato le istruzioni date dagli Spiriti su tutti i punti del globo; poi abbiamo coordinato il tutto metodicamente. In una parola, abbiamo studiato e dato al pubblico il frutto delle nostre ricerche, senza attribuire al nostro lavoro altro valore che quello di un'opera filosofica, dedotta dall'osservazione e dall'esperienza, senza mai esserci posti a capo di una dottrina, né aver mai voluto imporre le nostre idee a nessuno. Pubblicandole, noi abbiamo usato di un diritto comune, e coloro che le hanno accettate lo hanno fatto liberamente. Se, poi, queste idee hanno ottenuto molte accondiscendenze, il fatto è che esse hanno avuto il vantaggio di rispondere alle aspirazioni di un grande numero di persone, cosa da cui noi non potremmo trarre alcun motivo di vanità, dal momento che l'origine di tali idee non ci appartiene. Il nostro più grande merito è quello della perseveranza e della dedizione alla causa che abbiamo abbracciato. In tutto ciò, noi abbiamo fatto quello che altri avrebbero potuto fare come noi. È per questo che non abbiamo mai avuto la pretesa di crederci dei profeti o dei messia né, ancor meno, di presentarci come tali.
-------------------------
-------------------------
[3] Il nostro ruolo personale, nel grande movimento di idee che si sta preparando da parte dello Spiritismo e che già incomincia ad attuarsi, è quello di un osservatore attento che studia i fatti, per cercarne la causa e trarne le conseguenze. Noi abbiamo confrontato tutti quei fatti che ci è stato possibile radunare. Abbiamo comparato e commentato le istruzioni date dagli Spiriti su tutti i punti del globo; poi abbiamo coordinato il tutto metodicamente. In una parola, abbiamo studiato e dato al pubblico il frutto delle nostre ricerche, senza attribuire al nostro lavoro altro valore che quello di un'opera filosofica, dedotta dall'osservazione e dall'esperienza, senza mai esserci posti a capo di una dottrina, né aver mai voluto imporre le nostre idee a nessuno. Pubblicandole, noi abbiamo usato di un diritto comune, e coloro che le hanno accettate lo hanno fatto liberamente. Se, poi, queste idee hanno ottenuto molte accondiscendenze, il fatto è che esse hanno avuto il vantaggio di rispondere alle aspirazioni di un grande numero di persone, cosa da cui noi non potremmo trarre alcun motivo di vanità, dal momento che l'origine di tali idee non ci appartiene. Il nostro più grande merito è quello della perseveranza e della dedizione alla causa che abbiamo abbracciato. In tutto ciò, noi abbiamo fatto quello che altri avrebbero potuto fare come noi. È per questo che non abbiamo mai avuto la pretesa di crederci dei profeti o dei messia né, ancor meno, di presentarci come tali.
-------------------------
46. Le prime due
rivelazioni, essendo esse il prodotto di un insegnamento personale, sono
state inevitabilmente localizzate, vale a dire che esse hanno avuto
luogo in un, solo punto, attorno al quale l'idea si è diffusa a poco a
poco. Ma sono occorsi molti secoli perché esse raggiungessero le
estremità del mondo, senza peraltro invaderlo interamente. La terza
rivelazione ha questo di particolare: non essendo personificata in un
individuo, essa si è prodotta simultaneamente in migliaia di punti
diversi, che sono tutti diventati dei centri, o focolai, di diffusione.
Questi centri si moltiplicano, i loro raggi si ricongiungono a poco a
poco, come i cerchi formati da una infinità di sassi gettati nell'acqua;
in tal modo, in un dato tempo, finiranno per ricoprire l'intera
superficie del globo.
Questa è una delle cause della rapida diffusione della dottrina. Se fosse nata in un solo punto, se fosse stata l'opera esclusiva di un uomo, essa avrebbe formato attorno a sé delle sette. Ma sarebbe forse trascorso mezzo secolo prima che avesse raggiunto i confini del paese in cui avesse avuto origine. Invece, dopo dieci anni, essa ha piantato le sue radici da un polo all'altro.
Questa è una delle cause della rapida diffusione della dottrina. Se fosse nata in un solo punto, se fosse stata l'opera esclusiva di un uomo, essa avrebbe formato attorno a sé delle sette. Ma sarebbe forse trascorso mezzo secolo prima che avesse raggiunto i confini del paese in cui avesse avuto origine. Invece, dopo dieci anni, essa ha piantato le sue radici da un polo all'altro.
47. Questa circostanza, che è
straordinaria nella storia delle dottrine, le dà una forza eccezionale e
un potere d'azione irresistibile. In effetti, se è possibile reprimerla
in un luogo, in un paese, è materialmente impossibile reprimerla in
tutti i luoghi, in tutti i paesi. Per un luogo in cui verrà ostacolata,
ve ne saranno a fianco mille in cui fiorirà. Molto di più. Se può essere
colpita in un individuo, non può essere colpita negli Spiriti, che ne
sono la fonte. Ora, siccome gli Spiriti sono dappertutto — e ve ne
saranno sempre — se, per un caso impossibile, si giungesse a soffocare
questa dottrina su tutto il globo, essa riapparirebbe qualche tempo
dopo, perché essa si basa su un fatto, perché questo fatto è nella natura e
perché non si possono sopprimere le leggi della natura. Ecco ciò di cui
devono persuadersi coloro che sognano l'annientamento dello Spiritismo (Rivista Spiritista, febbre. 1865, pag. 38: “Perpetuità dello Spiritismo”).
48. Tuttavia, questi centri
disseminati sulla Terra sarebbero potuti rimanere ancora per lungo tempo
isolati gli uni dagli altri, confinati come lo sono alcuni nei paesi
lontani. Occorreva tra loro un legame che li mettesse in comunione di
idee con i loro fratelli di credo, informandoli su quanto si faceva
altrove. Questo legame, che sarebbe mancato allo Spiritismo
nell'antichità, esiste oggi nelle pubblicazioni, che vanno per ogni
dove, le quali condensano sotto una forma unica, concisa e metodica,
l'insegnamento elargito ovunque sotto molteplici forme e in lingue
diverse.
49. Le prime due rivelazioni
non potevano essere che il risultato di un insegnamento diretto. Esse
dovevano imporsi attraverso la fede sotto l'autorità della parola del
Maestro, non essendo ancora gli uomini abbastanza progrediti per
contribuire alla loro elaborazione.
Notiamo tuttavia tra le due una sfumatura alquanto notevole, dovuta al progresso dei costumi e delle idee, benché siano state fatte presso il medesimo popolo e nel medesimo ambiente, ma con diciotto secoli d'intervallo. La dottrina di Mosè è assoluta e dispotica; non ammette la discussione e s'impone a tutto il popolo con la forza. Quella di Gesù è essenzialmente consiliare; viene liberamente accettata e non s'impone che con la persuasione. Essa è avversata fin da quando era ancora vivo il suo fondatore, che non disdegnava di discutere con i suoi avversari.
Notiamo tuttavia tra le due una sfumatura alquanto notevole, dovuta al progresso dei costumi e delle idee, benché siano state fatte presso il medesimo popolo e nel medesimo ambiente, ma con diciotto secoli d'intervallo. La dottrina di Mosè è assoluta e dispotica; non ammette la discussione e s'impone a tutto il popolo con la forza. Quella di Gesù è essenzialmente consiliare; viene liberamente accettata e non s'impone che con la persuasione. Essa è avversata fin da quando era ancora vivo il suo fondatore, che non disdegnava di discutere con i suoi avversari.
50. La terza rivelazione,
apparsa in un'epoca d'emancipazione e di maturità intellettuale — in cui
l'intelligenza ormai sviluppata non può rassegnarsi a un ruolo passivo,
in cui l'uomo non accetta nulla ciecamente, ma vuole vedere dove lo si
conduce, sapere il perché e il come di ogni cosa — doveva
contemporaneamente essere il prodotto di un insegnamento e il frutto del
lavoro, della ricerca e del libero esame. Gli Spiriti insegnano soltanto ciò che occorre per mettere sulla strada della verità, ma si astengono dal rivelare ciò che l'uomo può trovare da sé stesso. Lasciano
a lui il compito di discutere, di controllare e di sottoporre il tutto
al vaglio della ragione, lasciandogli spesso anche acquisire
l'esperienza a sue spese. Gli forniscono il principio, i materiali: a
lui trarne profitto e porli in opera (n. 15).
51. Poiché gli elementi
della rivelazione spiritista sono stati diffusi, simultaneamente, in una
infinità di luoghi, a uomini di ogni condizione sociale e di gradi
diversi d'istruzione, è più che evidente che le osservazioni non
potevano essere fatte ottenendo dappertutto il medesimo risultato.
Perciò le conseguenze da trarne, le deduzioni delle leggi che reggevano
quest'ordine di fenomeni, in una parola la conclusione che doveva
consolidare le idee, non potevano uscire che dall'insieme e dalla
correlazione dei fatti.
Ora, ogni centro isolato, circoscritto in una cerchia ristretta, che vedeva, il più delle volte, solo un ordine particolare di fatti, a volte apparentemente contraddittori — non avendo generalmente a che fare se non con la medesima categoria di Spiriti, e per di più ostacolato dalle influenze locali e dallo spirito di parte — si trovava nell'impossibilità materiale di abbracciare l'insieme ed era perciò impotente a ricollegare le osservazioni isolate a un principio comune. Valutando ciascuno i fatti dal punto di vista delle sue conoscenze e delle sue credenze anteriori, oppure a seconda dell'opinione particolare degli Spiriti che si manifestavano, ben presto ci sarebbero stati tanti sistemi e tante teorie quanti erano i centri. Nessuno di questi, poi, avrebbe potuto essere completo, per mancanza di elementi di confronto e di controllo. In poche parole, ciascuno si sarebbe fossilizzato nella sua rivelazione parziale, credendo di possedere tutta la verità, ignorando che in cento altri luoghi si stava ottenendo di più o di meglio.
Ora, ogni centro isolato, circoscritto in una cerchia ristretta, che vedeva, il più delle volte, solo un ordine particolare di fatti, a volte apparentemente contraddittori — non avendo generalmente a che fare se non con la medesima categoria di Spiriti, e per di più ostacolato dalle influenze locali e dallo spirito di parte — si trovava nell'impossibilità materiale di abbracciare l'insieme ed era perciò impotente a ricollegare le osservazioni isolate a un principio comune. Valutando ciascuno i fatti dal punto di vista delle sue conoscenze e delle sue credenze anteriori, oppure a seconda dell'opinione particolare degli Spiriti che si manifestavano, ben presto ci sarebbero stati tanti sistemi e tante teorie quanti erano i centri. Nessuno di questi, poi, avrebbe potuto essere completo, per mancanza di elementi di confronto e di controllo. In poche parole, ciascuno si sarebbe fossilizzato nella sua rivelazione parziale, credendo di possedere tutta la verità, ignorando che in cento altri luoghi si stava ottenendo di più o di meglio.
52. Inoltre, bisogna
osservare che in nessun luogo l'insegnamento spiritista è stato
impartito in maniera completa. Esso si riferisce a un numero così grande
di osservazioni e ad argomenti così diversi, i quali esigono sia
conoscenze sia attitudini medianiche speciali, che sarebbe stato
impossibile riunire in uno stesso punto tutte le condizioni necessarie.
Dovendo l'insegnamento essere collettivo e non individuale, gli Spiriti
hanno diviso il lavoro disseminando gli argomenti di studio e di
osservazione, così come in certe fabbriche, la fattura di ogni parte
dello stesso oggetto viene ripartita tra diversi operai.
La rivelazione è così stata fatta parzialmente, in diversi luoghi e da una moltitudine di intermediari, ed è in questa maniera che prosegue ancora in questo momento, poiché non tutto è stato ancora rivelato. Ogni centro trova negli altri centri il complemento di ciò che ottiene, ed è questo insieme e questo coordinamento di tutti gli insegnamenti parziali che hanno costituito la Dottrina Spiritista.
Era dunque necessario raggruppare i fatti sparsi per vederne la correlazione, riunire i diversi documenti e le istruzioni date dagli Spiriti in tutti i luoghi e su tutti gli argomenti, per confrontarli, analizzarli, studiarne le analogie e le differenze. Poiché le comunicazioni erano date dagli Spiriti di tutti gli ordini, più o meno illuminati, occorreva valutare il grado di fiducia che la ragione consentiva di accordare loro. Occorreva anche distinguere le idee sistematiche, individuali e isolate, da quelle che avevano avuto la sanzione dell'insegnamento generale degli Spiriti, nonché le utopie dalle idee pratiche. Bisognava scartare quelle idee che erano palesemente smentite da parte dei dati della scienza positiva e della sana logica; utilizzare egualmente gli errori e le informazioni fornite dagli Spiriti, anche del rango più basso, per la conoscenza dello stato del mondo invisibile e formarne un tutto omogeneo. Occorreva, in una parola, un centro di elaborazione, indipendente da ogni idea preconcetta, da ogni pregiudizio settario, risoluto ad accettare la verità divenuta evidente, foss'anche stata contraria alle sue opinioni personali. Questo centro si è formato da sé, per forza di cose, e senza disegni prenzeditati. [4]
-------------------------
[4] Il libro degli Spiriti, la prima opera che abbia portato Io Spiritismo sulla strada filosofica attraverso la deduzione delle conseguenze morali dei fatti, che abbia considerato tutte le parti della dottrina, toccando le questioni più importanti ch'essa solleva, è stato, fin dal suo primo apparire, il punto d'incontro verso cui sono spontaneamente confluiti i lavori individuali. È noto che la pubblicazione di quel libro segna l'inizio dell'era dello Spiritismo filosofico, rimasto fino ad allora nel dominio delle esperienze di curiosità. Se quel libro ha conquistato le simpatie della maggioranza, è perché esso era l'espressione dei sentimenti di questa stessa maggioranza e perché rispondeva alle sue aspirazioni; non solo, ma anche perché ognuno vi trovava la conferma e una spiegazione razionale di ciò che ognuno otteneva in particolare. Se quel libro fosse stato in disaccordo con l'insegnamento generale degli Spiriti, non avrebbe goduto di alcun credito e sarebbe ben presto caduto nell'oblio. Ora, qual è quel punto di convergenza? Non certo l'uomo, il quale in sé e per sé non è nulla, un semplice meccanismo che muore e scompare; ma quel punto di convergenza è l'idea di uomo, la quale non muore e non scompare, dal momento che essa proviene da una sorgente superiore all'uomo.
Questa concentrazione spontanea di forze sparse ha dato luogo a una corrispondenza immensa, monumento unico al mondo, quadro vivente della vera storia dello Spiritismo moderno, su cui si riflettono contemporaneamente i lavori parziali, i sentimenti molteplici che la dottrina ha fatto nascere, i risultati morali, le dedizioni e i fallimenti; archivi preziosi per la posterità, la quale potrà giudicare gli uomini e le cose attraverso dei documenti autentici. In presenza di queste testimonianze irrefutabili, che avverrà, con lo scorrere del tempo, di tutte le false dichiarazioni e delle diffamazioni nate dall'invidia e dalla gelosia?
-------------------------
La rivelazione è così stata fatta parzialmente, in diversi luoghi e da una moltitudine di intermediari, ed è in questa maniera che prosegue ancora in questo momento, poiché non tutto è stato ancora rivelato. Ogni centro trova negli altri centri il complemento di ciò che ottiene, ed è questo insieme e questo coordinamento di tutti gli insegnamenti parziali che hanno costituito la Dottrina Spiritista.
Era dunque necessario raggruppare i fatti sparsi per vederne la correlazione, riunire i diversi documenti e le istruzioni date dagli Spiriti in tutti i luoghi e su tutti gli argomenti, per confrontarli, analizzarli, studiarne le analogie e le differenze. Poiché le comunicazioni erano date dagli Spiriti di tutti gli ordini, più o meno illuminati, occorreva valutare il grado di fiducia che la ragione consentiva di accordare loro. Occorreva anche distinguere le idee sistematiche, individuali e isolate, da quelle che avevano avuto la sanzione dell'insegnamento generale degli Spiriti, nonché le utopie dalle idee pratiche. Bisognava scartare quelle idee che erano palesemente smentite da parte dei dati della scienza positiva e della sana logica; utilizzare egualmente gli errori e le informazioni fornite dagli Spiriti, anche del rango più basso, per la conoscenza dello stato del mondo invisibile e formarne un tutto omogeneo. Occorreva, in una parola, un centro di elaborazione, indipendente da ogni idea preconcetta, da ogni pregiudizio settario, risoluto ad accettare la verità divenuta evidente, foss'anche stata contraria alle sue opinioni personali. Questo centro si è formato da sé, per forza di cose, e senza disegni prenzeditati. [4]
-------------------------
[4] Il libro degli Spiriti, la prima opera che abbia portato Io Spiritismo sulla strada filosofica attraverso la deduzione delle conseguenze morali dei fatti, che abbia considerato tutte le parti della dottrina, toccando le questioni più importanti ch'essa solleva, è stato, fin dal suo primo apparire, il punto d'incontro verso cui sono spontaneamente confluiti i lavori individuali. È noto che la pubblicazione di quel libro segna l'inizio dell'era dello Spiritismo filosofico, rimasto fino ad allora nel dominio delle esperienze di curiosità. Se quel libro ha conquistato le simpatie della maggioranza, è perché esso era l'espressione dei sentimenti di questa stessa maggioranza e perché rispondeva alle sue aspirazioni; non solo, ma anche perché ognuno vi trovava la conferma e una spiegazione razionale di ciò che ognuno otteneva in particolare. Se quel libro fosse stato in disaccordo con l'insegnamento generale degli Spiriti, non avrebbe goduto di alcun credito e sarebbe ben presto caduto nell'oblio. Ora, qual è quel punto di convergenza? Non certo l'uomo, il quale in sé e per sé non è nulla, un semplice meccanismo che muore e scompare; ma quel punto di convergenza è l'idea di uomo, la quale non muore e non scompare, dal momento che essa proviene da una sorgente superiore all'uomo.
Questa concentrazione spontanea di forze sparse ha dato luogo a una corrispondenza immensa, monumento unico al mondo, quadro vivente della vera storia dello Spiritismo moderno, su cui si riflettono contemporaneamente i lavori parziali, i sentimenti molteplici che la dottrina ha fatto nascere, i risultati morali, le dedizioni e i fallimenti; archivi preziosi per la posterità, la quale potrà giudicare gli uomini e le cose attraverso dei documenti autentici. In presenza di queste testimonianze irrefutabili, che avverrà, con lo scorrere del tempo, di tutte le false dichiarazioni e delle diffamazioni nate dall'invidia e dalla gelosia?
-------------------------
53. Da
questo stato di cose, si è originata una doppia corrente di idee: le
une vanno dalle estremità al centro, le altre ritornano dal centro alla
circonferenza. È così che la dottrina si è rapidamente avviata verso
l'unità, malgrado la diversità delle fonti da cui essa proviene; che i
sistemi divergenti sono a poco a poco caduti, a causa del loro
isolamento e di fronte all'influenza dell'opinione della maggioranza,
nella quale non avevano incontrato echi di simpatia. Da allora, una
comunione di idee si è stabilita fra i diversi centri parziali. Parlando
la medesima lingua spirituale, essi si comprendono e simpatizzano da un
capo all'altro del mondo.
Gli Spiritisti si sono così ritrovati più forti, hanno lottato con più coraggio, sono andati avanti con passo più sicuro, quando non si sono più visti isolati, quando hanno avvertito un punto d'appoggio, un legame che li univa alla grande famiglia. I fenomeni di cui erano testimoni non sono più sembrati loro strani, anormali, contraddittori, quando hanno potuto collegarli alle generali leggi d'armonia, quando hanno potuto abbracciare con un solo colpo d'occhio tutto l'edificio e vedere in tutto questo insieme un fine grandioso e umanitario. [5]
Ma come sapere se un principio è insegnato dappertutto o se non è che il risultato di un'opinione individuale? Poiché i gruppi isolati non erano in grado di sapere ciò che si diceva altrove, era necessario che un centro raccogliesse tutte le istruzioni per fare una sorta di spoglio delle voci, e portare così a conoscenza di tutti l'opinione della maggioranza. [6]
Gli Spiritisti si sono così ritrovati più forti, hanno lottato con più coraggio, sono andati avanti con passo più sicuro, quando non si sono più visti isolati, quando hanno avvertito un punto d'appoggio, un legame che li univa alla grande famiglia. I fenomeni di cui erano testimoni non sono più sembrati loro strani, anormali, contraddittori, quando hanno potuto collegarli alle generali leggi d'armonia, quando hanno potuto abbracciare con un solo colpo d'occhio tutto l'edificio e vedere in tutto questo insieme un fine grandioso e umanitario. [5]
Ma come sapere se un principio è insegnato dappertutto o se non è che il risultato di un'opinione individuale? Poiché i gruppi isolati non erano in grado di sapere ciò che si diceva altrove, era necessario che un centro raccogliesse tutte le istruzioni per fare una sorta di spoglio delle voci, e portare così a conoscenza di tutti l'opinione della maggioranza. [6]
--------------------------
[5] Una significativa testimonianza, tanto notevole quanto toccante, di questa comunione d'idee che si stabilisce tra gli Spiritisti attraverso la conformità delle loro credenze, è data dalle domande di preghiere che ci vengono fatte dalle più lontane contrade, dal Perù fino alle estremità dell'Asia, da parte di persone di religione e nazionalità diverse, e che noi non abbiamo mai viste. Non è questo forse il preludio della grande unificazione che si sta preparando? Non è forse la prova delle forti radici che lo Spiritismo sta mettendo in ogni dove?
Degno di nota è il fatto che, di tutti i gruppi formatisi con l'intenzione premeditata di attuare una scissione, proclamando dei principi divergenti, e, allo stesso modo, di tutti coloro che, per ragioni di amor proprio o altro, e che non volendo aver l'aria di subire la legge comune, si sono creduti abbastanza forti da proseguire da soli, abbastanza illuminati da fare a meno dei consigli, di tutti costoro nessuno è arrivato a costituire un'idea preponderante e vitale. Tutti si sono estinti o hanno vegetato nell'ombra. Come poteva accadere diversamente, dal momento che per distinguersi, invece di sforzarsi di offrire un maggior numero di soddisfazioni, essi, dei principi della dottrina, rifiutavano precisamente ciò che ne fa l'attrattiva più forte, ciò che in essa v'è di più consolante, di più incoraggiante e di più razionale? Se essi avessero compreso la potenza degli elementi morali che ne hanno costituito l'unità, non si sarebbero cullati in un'illusione chimerica. Ma essi hanno preso la loro piccola cerchia per l'universo, non hanno visto negli adepti che una consorteria che poteva essere facilmente rovesciata da un'altra consorteria. Ciò voleva dire ingannarsi in modo singolare sui caratteri essenziali della dottrina, e questo errore non poteva condurre che a delusioni. Invece di rompere l'unità, essi hanno spezzato il solo legame che poteva dar loro la forza e la vita (vedere Rivista Spiritista, aprile 1866, pp. 106 e 111: "Lo Spiritismo senza gli Spiriti"; "Lo Spiritismo indipendente").
[6] Tale è l'oggetto delle nostre pubblicazioni, che possono essere considerate come il risultato di questo spoglio. Vi sono discusse tutte le opinioni, ma le questioni sono formulate in forma di principi solo dopo aver ricevuto la consacrazione di tutti i controlli, i quali sono i soli a poter dar loro la forza di legge e a permettere di affermarle. Ecco perché noi non preconizziamo senza riflettere alcuna teoria; ed è per questo che la, dottrina, procedendo dall'insegnamento generale, non è il prodotto di un sistema preconcetto. Ed è anche da questo ch'essa trae la sua forza, garantendo così il suo futuro.
-------------------------
54. Non esiste alcuna
scienza che sia uscita di sana pianta dal cervello di un uomo. Tutte,
senza eccezione, sono il prodotto di osservazioni successive che si
basano su osservazioni precedenti, come da un punto conosciuto per
arrivare a quello sconosciuto. È così che gli Spiriti hanno proceduto
per lo Spiritismo; è per questo che il loro insegnamento è graduale.
Essi affrontano le questioni soltanto via via che i principi sui quali
essi devono posarsi sono stati sufficientemente elaborati e quando
l'opinione è matura per assimilarle. Bisogna anche notare che tutte le
volte che particolari centri hanno voluto affrontare prematuramente
delle questioni, hanno soltanto ottenuto delle risposte contraddittorie e
inconcludenti. Quando, al contrario, il momento favorevole è giunto,
l'insegnamento si diffonde e si unifica nella quasi universalità dei
centri.
C'è, tuttavia, tra il progresso dello Spiritismo e quello delle scienze una differenza capitale. Il fatto è che le scienze hanno raggiunto il punto dove sono arrivate soltanto dopo lunghi intervalli, mentre allo Spiritismo sono stati sufficienti alcuni anni, per raggiungere se non proprio il punto culminante, per raccogliere almeno una quantità di osservazioni abbastanza grande da poter costituire una dottrina. Ciò dipende dalla innumerevole moltitudine di Spiriti che, per volontà di Dio, si sono manifestati simultaneamente, portando ciascuno il contributo delle sue conoscenze. Ne è risultato che tutte le parti della dottrina, invece di venire elaborate successivamente durante parecchi secoli, lo sono state pressappoco simultaneamente in pochi anni, ed è bastato poi raggrupparle per farne un tutt'uno.
Dio ha voluto che fosse così, prima di tutto perché si arrivasse al tetto dell'edificio più rapidamente, in secondo luogo, perché si potesse, attraverso la comparazione, avere un controllo per così dire immediato e permanente nell'universalità dell'insegnamento, avendo ogni sua parte valore e autorità solo attraverso la sua connessione con l'insieme, e, dovendo tutte le parti armonizzare tra loro, trovare il loro posto nello schedario generale e arrivare ciascuna a suo tempo.
Non affidando a un solo Spirito il compito della promulgazione della dottrina, Dio ha voluto, inoltre, che il più piccolo come il più grande, fra gli Spiriti come fra gli uomini, apportasse la sua pietra all'edificio, al fine di stabilire fra loro un legame cooperativo di solidarietà, legame che è mancato a tutte le dottrine provenienti da un'unica sorgente.
D'altronde, ogni Spirito, così come ogni uomo, non possiede che un bagaglio limitato di conoscenze, ragion per cui gli Spiriti, individualmente, sarebbero stati inabili a trattare in modo esauriente e con competenza le innumerevoli questioni riguardo allo Spiritismo. Ecco perché, allo stesso modo, la dottrina, in ottemperanza ai disegni del Creatore, non poteva essere l'opera né di un solo Spirito né di un solo medium. Essa poteva nascere soltanto dalla collettività dei lavori controllati gli uni dagli altri. [7]
-------------------------
[7] Vedere ne Il Vangelo secondo lo Spiritismo, "Introduzione" pp. 18-19. Vedere anche Rivista Spiritista, aprile 1864, p. 90, "Autorità della dottrina spiritista; controllo universale dell'insegnamento degli Spiriti".
-------------------------
C'è, tuttavia, tra il progresso dello Spiritismo e quello delle scienze una differenza capitale. Il fatto è che le scienze hanno raggiunto il punto dove sono arrivate soltanto dopo lunghi intervalli, mentre allo Spiritismo sono stati sufficienti alcuni anni, per raggiungere se non proprio il punto culminante, per raccogliere almeno una quantità di osservazioni abbastanza grande da poter costituire una dottrina. Ciò dipende dalla innumerevole moltitudine di Spiriti che, per volontà di Dio, si sono manifestati simultaneamente, portando ciascuno il contributo delle sue conoscenze. Ne è risultato che tutte le parti della dottrina, invece di venire elaborate successivamente durante parecchi secoli, lo sono state pressappoco simultaneamente in pochi anni, ed è bastato poi raggrupparle per farne un tutt'uno.
Dio ha voluto che fosse così, prima di tutto perché si arrivasse al tetto dell'edificio più rapidamente, in secondo luogo, perché si potesse, attraverso la comparazione, avere un controllo per così dire immediato e permanente nell'universalità dell'insegnamento, avendo ogni sua parte valore e autorità solo attraverso la sua connessione con l'insieme, e, dovendo tutte le parti armonizzare tra loro, trovare il loro posto nello schedario generale e arrivare ciascuna a suo tempo.
Non affidando a un solo Spirito il compito della promulgazione della dottrina, Dio ha voluto, inoltre, che il più piccolo come il più grande, fra gli Spiriti come fra gli uomini, apportasse la sua pietra all'edificio, al fine di stabilire fra loro un legame cooperativo di solidarietà, legame che è mancato a tutte le dottrine provenienti da un'unica sorgente.
D'altronde, ogni Spirito, così come ogni uomo, non possiede che un bagaglio limitato di conoscenze, ragion per cui gli Spiriti, individualmente, sarebbero stati inabili a trattare in modo esauriente e con competenza le innumerevoli questioni riguardo allo Spiritismo. Ecco perché, allo stesso modo, la dottrina, in ottemperanza ai disegni del Creatore, non poteva essere l'opera né di un solo Spirito né di un solo medium. Essa poteva nascere soltanto dalla collettività dei lavori controllati gli uni dagli altri. [7]
-------------------------
[7] Vedere ne Il Vangelo secondo lo Spiritismo, "Introduzione" pp. 18-19. Vedere anche Rivista Spiritista, aprile 1864, p. 90, "Autorità della dottrina spiritista; controllo universale dell'insegnamento degli Spiriti".
-------------------------
55.Un ultimo carattere della
rivelazione spiritista, che deriva dalle condizioni stesse nelle quali
essa si produce, è che, basandosi su dei fatti, essa è — né potrebbe
essere altrimenti — essenzialmente progressiva, come tutte le scienze
d'osservazione. Attraverso la sua essenza, essa si allea con la scienza
che, essendo il resoconto delle leggi della natura, in relazione a un
certo ordine di fatti, non può essere contraria alla volontà di Dio, che
è l'Autore di quelle leggi. Le scoperte della
scienza glorificano Dio anziché svalutarlo; esse distruggono solo ciò
che gli uomini hanno costruito sulle idee false che essi si sono fatti
di Dio.
Lo Spiritismo pone, dunque, come principio assoluto soltanto ciò che è dimostrato con evidenza oppure ciò che risulta in modo logico dall'osservazione. Toccando tutte le branche dell'economia sociale, alle quali offre l'appoggio delle sue stesse scoperte, assimilerà sempre tutte le dottrine progressive, di qualsiasi ordine esse siano, giunte allo stadio di verità pratiche e uscite dal dominio dell'utopia; senza ciò, esso sarebbe votato al suicidio; cessando di essere ciò che è, verrebbe meno alla sua origine e al suo fine provvidenziale. Lo Spiritismo, marciando di pari passo con il progresso, non sarà mai superato, poiché, se nuove scoperte gli dimostrassero ch'esso è in errore su un certo punto, su questo punto esso si modificherebbe. Se, poi, una nuova verità si rivela, esso l'accetta.[8]
-------------------------
[8] Di fronte a dichiarazioni così nette, e così categoriche come quelle che sono contenute in questo capitolo, cadono tutte le asserzioni di tendenza all'assolutismo e all'autocrazia dei principi, tutte le false equiparazioni, che persone prevenute o malinformate attribuiscono alla dottrina. Queste dichiarazioni, d'altronde, non sono nuove. Noi le abbiamo ripetute abbastanza spesso nei nostri scritti, per non lasciare alcun dubbio a questo riguardo. Esse ci assegnano, inoltre, il nostro vero ruolo, il solo cui noi aspiriamo: quello di semplici lavoratori.
--------------------------
Lo Spiritismo pone, dunque, come principio assoluto soltanto ciò che è dimostrato con evidenza oppure ciò che risulta in modo logico dall'osservazione. Toccando tutte le branche dell'economia sociale, alle quali offre l'appoggio delle sue stesse scoperte, assimilerà sempre tutte le dottrine progressive, di qualsiasi ordine esse siano, giunte allo stadio di verità pratiche e uscite dal dominio dell'utopia; senza ciò, esso sarebbe votato al suicidio; cessando di essere ciò che è, verrebbe meno alla sua origine e al suo fine provvidenziale. Lo Spiritismo, marciando di pari passo con il progresso, non sarà mai superato, poiché, se nuove scoperte gli dimostrassero ch'esso è in errore su un certo punto, su questo punto esso si modificherebbe. Se, poi, una nuova verità si rivela, esso l'accetta.[8]
-------------------------
[8] Di fronte a dichiarazioni così nette, e così categoriche come quelle che sono contenute in questo capitolo, cadono tutte le asserzioni di tendenza all'assolutismo e all'autocrazia dei principi, tutte le false equiparazioni, che persone prevenute o malinformate attribuiscono alla dottrina. Queste dichiarazioni, d'altronde, non sono nuove. Noi le abbiamo ripetute abbastanza spesso nei nostri scritti, per non lasciare alcun dubbio a questo riguardo. Esse ci assegnano, inoltre, il nostro vero ruolo, il solo cui noi aspiriamo: quello di semplici lavoratori.
--------------------------
56. Qual è l'utilità della
dottrina morale degli Spiriti, dal momento che altro non è se non quella
del Cristo? Ha bisogno l'uomo di una rivelazione? Non può forse trovare
in sé stesso tutto ciò che gli occorre per sapere come comportarsi?
Dal punto di vista morale, Dio ha senza dubbio dato all'uomo una guida nella stessa sua coscienza, la quale gli dice: "Non fare ad altri ciò che tu non vorresti si facesse a te". La morale naturale è certamente inscritta nel cuore degli uomini, ma sanno tutti leggerla? Non sono mai stati disconosciuti i suoi saggi precetti? Che cosa si è fatto della morale del Cristo? Come la praticano quegli stessi che la insegnano? Non se n'è forse fatta lettera morta, una bella teoria buona per gli altri, ma non per sé stessi? Rimproverereste a un padre di ripetere dieci e anche cento volte gli stessi insegnamenti ai suoi figli, se costoro non ne traggono profitto? Perché Dio dovrebbe fare meno di quanto fa un padre di famiglia? Perché non dovrebbe inviare di tanto in tanto, fra gli uomini, degli speciali messaggeri incaricati di richiamarli ai loro doveri, di rimetterli sulla retta via quando se ne allontanano, di aprire gli occhi dell'intelligenza a coloro che li hanno chiusi, così come gli uomini più progrediti inviano dei missionari presso i barbari e i selvaggi?
Gli Spiriti non insegnano altra morale che quella del Cristo, per la ragione che non ve n'è una migliore. Ma allora a che pro il loro insegnamento se dicono ciò che noi già sappiamo? Altrettanto si potrebbe dire della morale del Cristo, che fu insegnata cinquecento anni prima di lui da Socrate e da Platone, e in termini pressoché identici; e altrettanto si potrebbe dire di tutti i moralisti che ripetono le stesse cose in tutti i toni e sotto tutte le forme. Ebbene! Gli Spiriti molto semplicemente vengono ad aumentare il numero dei moralisti, con la differenza che, manifestandosi dappertutto, si fanno intendere nella capanna come nel palazzo, dagli ignoranti come dalla gente istruita.
Ciò che l'insegnamento degli Spiriti aggiunge alla morale del Cristo è la conoscenza dei principi che reggono le relazioni tra i morti e i vivi, completando così le vaghe nozioni ch'Egli aveva dato dell'anima, del suo passato e del suo avvenire, e dando come approvazione alla Sua dottrina le medesime leggi della natura. Con l'aiuto dei nuovi lumi portati dallo Spiritismo e dagli Spiriti, l'uomo comprende la solidarietà che lega tutti gli esseri; la carità e la fraternità diventano una necessità sociale; ed egli fa per convinzione ciò che prima faceva soltanto per dovere. E lo fa meglio.
Allorché gli uomini praticheranno la morale del Cristo, allora soltanto potranno dire che non hanno più bisogno di moralisti incarnati o disincarnati. Ma, allora, Dio non ne invierà più.
Dal punto di vista morale, Dio ha senza dubbio dato all'uomo una guida nella stessa sua coscienza, la quale gli dice: "Non fare ad altri ciò che tu non vorresti si facesse a te". La morale naturale è certamente inscritta nel cuore degli uomini, ma sanno tutti leggerla? Non sono mai stati disconosciuti i suoi saggi precetti? Che cosa si è fatto della morale del Cristo? Come la praticano quegli stessi che la insegnano? Non se n'è forse fatta lettera morta, una bella teoria buona per gli altri, ma non per sé stessi? Rimproverereste a un padre di ripetere dieci e anche cento volte gli stessi insegnamenti ai suoi figli, se costoro non ne traggono profitto? Perché Dio dovrebbe fare meno di quanto fa un padre di famiglia? Perché non dovrebbe inviare di tanto in tanto, fra gli uomini, degli speciali messaggeri incaricati di richiamarli ai loro doveri, di rimetterli sulla retta via quando se ne allontanano, di aprire gli occhi dell'intelligenza a coloro che li hanno chiusi, così come gli uomini più progrediti inviano dei missionari presso i barbari e i selvaggi?
Gli Spiriti non insegnano altra morale che quella del Cristo, per la ragione che non ve n'è una migliore. Ma allora a che pro il loro insegnamento se dicono ciò che noi già sappiamo? Altrettanto si potrebbe dire della morale del Cristo, che fu insegnata cinquecento anni prima di lui da Socrate e da Platone, e in termini pressoché identici; e altrettanto si potrebbe dire di tutti i moralisti che ripetono le stesse cose in tutti i toni e sotto tutte le forme. Ebbene! Gli Spiriti molto semplicemente vengono ad aumentare il numero dei moralisti, con la differenza che, manifestandosi dappertutto, si fanno intendere nella capanna come nel palazzo, dagli ignoranti come dalla gente istruita.
Ciò che l'insegnamento degli Spiriti aggiunge alla morale del Cristo è la conoscenza dei principi che reggono le relazioni tra i morti e i vivi, completando così le vaghe nozioni ch'Egli aveva dato dell'anima, del suo passato e del suo avvenire, e dando come approvazione alla Sua dottrina le medesime leggi della natura. Con l'aiuto dei nuovi lumi portati dallo Spiritismo e dagli Spiriti, l'uomo comprende la solidarietà che lega tutti gli esseri; la carità e la fraternità diventano una necessità sociale; ed egli fa per convinzione ciò che prima faceva soltanto per dovere. E lo fa meglio.
Allorché gli uomini praticheranno la morale del Cristo, allora soltanto potranno dire che non hanno più bisogno di moralisti incarnati o disincarnati. Ma, allora, Dio non ne invierà più.
57. Una delle domande più
importanti, tra quelle che sono all'inizio di questo capitolo, è la
seguente: quale autorità ha la rivelazione spiritista, dal momento che
proviene da esseri i cui lumi sono limitati e non infallibili?
L'obiezione sarebbe grave, se tale rivelazione consistesse soltanto nell'insegnamento
L'obiezione sarebbe grave, se tale rivelazione consistesse soltanto nell'insegnamento