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IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI
IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI
SPIRITISMO SPERIMENTALE
IL LIBRO
DEI MEDIUM
o
GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI
lnsegnamento spedale degli Spiriti sulla teoria di tutti i generi di manifestazione, sui mezzi di comunicazione con il mondo invisibile, sullo sviluppo della medianità, sulle difficoltà e sugli scogli
che si possono incontrare nella pratica dello Spiritismo
DI
ALLAN KARDEC
INTRODUZIONE
Ogni giorno l'esperienza rafforza questa nostra opinione: le difficoltà e le disillusioni che si incontrano nella pratica dello Spiritismo hanno origine nell'ignoranza dei principi di questa scienza. Siamo felici di essere stati in grado di costatare che il lavoro da noi fatto, per premunire gli adepti di fronte agli scogli del noviziato, abbia prodotto i suoi frutti, e che molti debbano alla lettura attenta di quest'opera il fatto di averli potuto superare.
Desiderio più che naturale, nelle persone che si occupano di Spiritismo, è quello di riuscire loro stesse a entrare in comunicazione con gli Spiriti. E proprio a loro — per agevolarne la strada — è destinata quest'opera, che permette di avvalersi del frutto dei nostri lunghi e laboriosi studi. Ci si farebbe, infatti, un'idea assai lontana dal vero, se si pensasse che, per essere esperti in questa materia, fosse sufficiente saper poggiare le dita su una tavola per farla girare, o tenere in mano una matita per scrivere.
Se poi uno credesse di trovare in quest'opera un sistema universale e infallibile per la formazione di un medium, ugualmente cadrebbe in inganno. Benché ciascuno racchiuda dentro di sé il germe delle qualità necessarie per diventarlo, queste qualità non esistono che in gradi assai differenti e il loro sviluppo attiene a cause che, non dipendendo da nessuno, nessuno ha facoltà di far nascere. Le regole della poesia, della pittura e della musica non bastano a fare né un poeta né un pittore né un musicista, se in lui non c'è il genio: esse sono però di guida nell'applicazione delle facoltà naturali. Stessa cosa è del nostro lavoro, il cui scopo è quello di indicare i mezzi per sviluppare la facoltà medianica, fin dove lo permettono le disposizioni di ciascuno, ma soprattutto di dirigerne l'impiego in maniera utile, quando naturalmente tale facoltà esista. Ma questa non è l'unica finalità che ci siamo prefissi.
Accanto ai medium propriamente detti, c'è una folla — che s'ingrossa di giorno in giorno — di persone che si occupano di manifestazioni spiritiste. Guidarle nelle loro osservazioni, segnalare loro le difficoltà che possono e devono necessariamente incontrare in una cosa nuova, iniziarle riguardo al modo di intrattenersi con gli Spiriti, indicare loro i mezzi per ottenere delle buone comunicazioni, questo è l'ambito in cui dobbiamo muoverci, pena il risultato di un qualcosa d'incompleto. Dunque, non ci si sorprenderà affatto di trovare, nel nostro lavoro, informazioni che potrebbero sembrare di primo acchito a esso estranee: l'esperienza ne dimostrerà l'utilità. Dopo un attento studio, si comprenderanno meglio i fatti di cui si sarà stati testimoni, e il linguaggio di certi Spiriti ci apparirà meno strano.
Come istruzione pratica, quest'opera non si rivolge dunque esclusivamente ai medium, bensì a tutti coloro che sono in grado di vedere e osservare i fenomeni spiritisti.
Alcuni avrebbero desiderato che noi avessimo pubblicato un manuale pratico molto succinto, che in poche righe contenesse l'indicazione dei procedimenti da seguire per entrare in comunicazione con gli Spiriti. Essi ritengono che un libriccino di tale natura, potendo, per la modicità del suo prezzo, essere più largamente diffuso, sarebbe un potente mezzo di propaganda, dal momento che moltiplicherebbe il numero dei medium. Quanto a noi, riteniamo invece che una siffatta opera lungi dall'essere utile sarebbe, almeno per ora, nociva.
La pratica dello Spiritismo è circondata da molte difficoltà e non sempre è esente da quegli inconvenienti che solo uno studio serio e completo può prevenire. Ci sarebbe pertanto da temere che una indicazione troppo succinta provocasse esperimenti fatti con leggerezza, e di cui si potrebbe aver ragione di pentirsi.
Sono cose queste con le quali non è né conveniente né prudente giocare. Crederemmo inoltre di rendere un cattivo servizio mettendole a disposizione del primo sconosciuto che trovasse divertente dialogare con i morti. Noi ci rivolgiamo alle persone che vedono nello Spiritismo un obiettivo serio, che ne comprendono tutta l'importanza e non riducono a un gioco le comunicazioni con il mondo invisibile.
Noi abbiamo pubblicato Istruzione Pratica con l'intento di fornire una guida ai medium. Quest'opera è oggi esaurita, e, quantunque essa sia stata realizzata con uno scopo fondamentalmente grave e serio, non la ristamperemo, perché ancora non la riteniamo così completa da chiarire tutte le difficoltà che uno può incontrare. L'abbiamo sostituita con questa qui, nella quale abbiamo riunito tutti i dati che una lunga esperienza e uno studio coscienzioso ci hanno permesso di acquisire. Essa contribuirà, almeno lo speriamo, a dare allo Spiritismo quel carattere serio che è la sua essenza e a evitare di vedervi un soggetto di frivola occupazione e di divertimento.
A tali considerazioni, ne aggiungeremo un'altra molto importante: la cattiva impressione provocata sulle persone novizie o maldisposte dalla vista di esperimenti fatti alla leggera e senza cognizione di causa. Essi hanno l'inconveniente di dare del mondo degli Spiriti un'idea assai falsa e di prestare il fianco a una critica spesso fondata. È per questo che gli increduli escono da queste riunioni raramente convertiti e poco disposti a vedere nello Spiritismo un lato serio. L'ignoranza e la leggerezza di certi medium hanno fatto, nell'opinione di molte persone, più torti di quanto non si creda.
Lo Spiritismo ha compiuto da alcuni anni dei grandi progressi, ma ne ha fatti di immensi soprattutto dacché ha imboccato il cammino filosofico, poiché è stato apprezzato da persone illuminate. Al giorno d'oggi non è più uno spettacolo: è una dottrina di cui non ridono più coloro che prima si facevano beffe delle tavole rotanti. Ci siamo sforzati di portare e di mantenere lo Spiritismo su questo terreno, con la convinzione di procurargli così più utili seguaci che non provocando a vanvera manifestazioni di cui si potrebbe abusare. Noi abbiamo la prova di ciò tutti i giorni, attraverso il numero di adepti che è riuscita a fare la sola lettura de Il libro degli Spiriti.
Dopo aver esposto ne Il libro degli Spiriti la parte filosofica della scienza spiritista, noi in quest'opera offriamo la parte pratica, destinata a coloro che vogliano occuparsi delle manifestazioni, sia per sé stessi, sia per rendersi conto dei fenomeni che essi potrebbero essere invitati a vedere.
Essi vi vedranno gli scogli che si possono incontrare e avranno così un mezzo per evitarli. Queste due opere, benché facciano seguito l'una all'altra, sono fino a un certo punto indipendenti l'una dall'altra. Tuttavia, a chiunque vorrà occuparsi seriamente della cosa, noi diremo di leggere prima Il libro degli Spiriti, poiché esso contienedei principi fondamentali, senza i quali certe parti di questo sarebbero forse difficilmente comprese.
Miglioramenti importanti sono stati apportati a questa seconda edizione, che risulta così molto più completa della prima. Essa è stata corretta con una cura tutta particolare dagli Spiriti, i quali vi hanno aggiunto un grandissimo numero di osservazioni e istruzioni del più alto interesse. Siccome essi hanno tutto riveduto, approvato o modificato a loro piacimento, si può dire che questa è in gran parte una loro opera, poiché il loro intervento non si è limitato ad alcuni articoli firmati. Noi non abbiamo indicato i loro nomi se non quando ci è sembrato necessario, per caratterizzare alcune citazioni alquanto estese, così come da loro testualmente emanate, altrimenti sarebbe stato necessario che noi li citassimo quasi a ogni pagina, specialmente in calce a tutte le risposte date alle questioni proposte, la qualcosa non ci è sembrata utile. I nomi, come si sa, importano poco in una simile materia; essenziale è che l'insieme del lavoro risponda allo scopo che ci siamo proposti. L'accoglienza riservata alla prima edizione, quantunque sia essa ancora imperfetta, ci fa sperare che anche questa non sarà accolta con minor favore.
Come vi abbiamo aggiunto molte cose e anche parecchi interi capitoli, così abbiamo eliminati alcuni articoli, che sarebbero risultati doppi, tra questi La scala spiritista che già si trova ne Il libro degli Spiriti. Egualmente abbiamo eliminato dal vocabolario quanto non rientrava in modo specifico nel progetto di quest'opera, e che si trova utilmente rimpiazzato da cose più pratiche. Questo vocabolario, d'altra parte, non era sufficientemente completo. Lo pubblicheremo più avanti, separatamente, sotto forma di piccolo dizionario di filosofia spiritista. Qui ne abbiamo conservato solo le parole nuove o speciali, relative all'oggetto di cui ci occupiamo.
PARTE PRIMA - NOZIONI PRELIMINARI
Capitolo I - ESISTONO GLI SPIRITI?
1.Il dubbio riguardante
l'esistenza degli Spiriti ha come prima causa l'ignoranza circa la loro
vera natura. Generalmente ce li raffiguriamo come esseri a parte nella
creazione, mentre la loro necessità non è dimostrata. Molti li conoscono
solo attraverso i racconti fantastici in cui sono stati cullati
nell'infanzia, pressappoco come si conosce la storia attraverso i
romanzi. Senza indagare se questi racconti, sfrondati degli accessori
ridicoli, poggino su un fondo di verità, costoro sono impressionati
unicamente dal lato assurdo di tali racconti. Inoltre, non dandosi la
pena di togliere l'amara scorza per scoprire la mandorla, essi rigettano
il tutto, proprio come fanno, nella religione, quelli che, scioccati da
taluni abusi, confondono tutto nella medesima condanna.
Qualunque sia l'idea che ci si faccia degli Spiriti, questa credenza è necessariamente fondata sull'esistenza di un principio intelligente al di fuori della materia. Questa credenza è incompatibile con la negazione assoluta di tale principio. Noi prendiamo dunque, come nostro punto di partenza, l'esistenza, la sopravvivenza e la individualità dell'anima, di cui lo spiritualismo è la dimostrazione teorica e dogmatica, mentre lo spiritismo è la dimostrazione palese. Prescindendo per un attimo dalle manifestazioni propriamente dette e ragionando per induzione, vediamo dunque a quali conclusioni perverremo.
Qualunque sia l'idea che ci si faccia degli Spiriti, questa credenza è necessariamente fondata sull'esistenza di un principio intelligente al di fuori della materia. Questa credenza è incompatibile con la negazione assoluta di tale principio. Noi prendiamo dunque, come nostro punto di partenza, l'esistenza, la sopravvivenza e la individualità dell'anima, di cui lo spiritualismo è la dimostrazione teorica e dogmatica, mentre lo spiritismo è la dimostrazione palese. Prescindendo per un attimo dalle manifestazioni propriamente dette e ragionando per induzione, vediamo dunque a quali conclusioni perverremo.
2. Dal momento che si
ammette l'esistenza dell'anima e la sua individualità dopo la morte,
bisogna ammettere anche: 1°) che essa è di una natura differente da
quella del corpo, poiché una volta separata da questo, essa cessa di
averne le proprietà peculiari; 2°) che essa fruisce della coscienza di
sé stessa, poiché le si attribuisce la gioia o la sofferenza, altrimenti
sarebbe un essere inerte, e tanto varrebbe allora non averlo. Ammesso
ciò, quest'anima dovrà pur andare da qualche parte. Che cosa diventa? E
dove va? Secondo la comune credenza, essa va o in cielo o all'inferno.
Ma dove sono il cielo e l'inferno? Si diceva una volta che il cielo era
in alto e l'inferno in basso. Ma che cos'è l'alto e il basso
nell'universo, dal momento che conosciamo la sfericità della Terra e il
movimento degli astri, il quale fa sì che ciò che è l'alto in un dato
momento diviene il basso nelle dodici ore? E che cos'è l'infinito dello
spazio, nel quale l'occhio s'immerge a distanze incommensurabili? È pur
vero che per luoghi bassi s'intendono anche le profondità della terra;
ma che cosa sono diventate queste profondità dal momento che sono state
esplorate dalla geologia? Egualmente, che cosa sono diventate quelle
sfere concentriche chiamate cielo di fuoco e cielo delle stelle, dopo
che si è saputo che la Terra non è il centro dei mondi, che il nostro
stesso sole non è che uno dei milioni di soli che brillano nello spazio,
e che ciascuno di essi è il centro di un sistema planetario? A che cosa
si riduce l'importanza della Terra, perduta in questa immensità? Per
quale ingiustificabile privilegio questo impercettibile granello di
sabbia, che non si distingue né per il suo volume né per la sua
posizione né per un molo particolare, dovrebbe essere l'unico pianeta
popolato da esseri ragionevoli? La ragione si rifiuta di ammettere una
simile inutilità dell'infinito, e tutto ci dice che questi mondi sono
abitati. Se sono popolati, essi dunque forniscono il loro contingente al
mondo delle anime. Ma, ancora una volta, che cosa diventano queste
anime, dal momento che l'astronomia e la geologia hanno distrutto le
dimore che erano state loro assegnate e, soprattutto, dopo che la teoria
così razionale della pluralità dei mondi le ha moltiplicate
all'infinito?
Non potendo la dottrina della localizzazione delle anime armonizzarsi con i dati della scienza, un'altra dottrina, più logica, assegna loro, per dominio, non un luogo determinato e circoscritto ma lo spazio universale: è, questo, tutto un mondo invisibile in mezzo al quale noi viviamo, un mondo che ci circonda e ci sfiora incessantemente. C'è forse in questo una qualche impossibilità, un qualcosa che ripugna alla ragione? Assolutamente no. Al contrario, tutto ci dice che non può essere altrimenti.
Ma allora che cosa diventano le pene e le ricompense future, se togliete loro i luoghi speciali dove si effettuano? Badate, poi, che l'incredulità riguardo a queste pene e ricompense è generalmente dovuta al fatto che esse vengono presentate nelle condizioni più inammissibili. Ma dite, piuttosto, che le anime attingono la loro felicità o infelicità in sé stesse; che la loro sorte è subordinata al loro stato morale; che la riunione delle anime simpatiche e buone è una sorgente di felicità; che, a seconda del loro grado di purificazione, esse penetrano e intravedono cose che si cancellano davanti alle anime ancora rozze. E tutti comprenderanno ciò senza alcuna difficoltà. Dite ancora che le anime arrivano al grado supremo solo attraverso gli sforzi che esse fanno per migliorarsi e dopo una serie di prove che servono alla loro purificazione. Dite che gli angeli sono le anime arrivate a quell'ultimo gradino che tutte possono raggiungere con la buona volontà. Dite pure che gli angeli sono i messaggeri di Dio, delegati a sorvegliare l'esecuzione dei Suoi disegni in tutto l'universo; che essi sono felici di queste gloriose missioni, e che voi date alla loro felicità uno scopo più utile e più amabile di quanto possa esserlo quello di una contemplazione perenne, la quale null'altro sarebbe che una perenne inutilità. Dite, infine, che i demoni sono semplicemente le anime dei malvagi, non ancora purificate, ma che possono, come le altre, arrivare alla purificazione; e ciò appare più conforme, alla giustizia e alla bontà di Dio, di quella dottrina che li vuole esseri creati per il male e perpetuamente votati al male. Ancora una volta, ecco ciò che la ragione più severa, la logica più rigorosa, in una parola il buon senso, riescono ad ammettere.
Orbene, queste anime che popolano lo spazio sono precisamente ciò che noi chiamiamo Spiriti. Gli Spiriti non sono dunque altro che le anime degli uomini, spogliate del loro involucro corporeo. Più dubbia sarebbe la loro esistenza, se gli Spiriti fossero degli esseri a parte; ma se si ammette che le anime ci sono, bisogna pur ammettere gli Spiriti, i quali altro non sono che le anime stesse. Se poi si ammette che le anime sono dappertutto, bisogna egualmente ammettere che gli Spiriti sono dappertutto. Non si potrebbe dunque negare l'esistenza degli Spiriti senza negare quella delle anime.
Non potendo la dottrina della localizzazione delle anime armonizzarsi con i dati della scienza, un'altra dottrina, più logica, assegna loro, per dominio, non un luogo determinato e circoscritto ma lo spazio universale: è, questo, tutto un mondo invisibile in mezzo al quale noi viviamo, un mondo che ci circonda e ci sfiora incessantemente. C'è forse in questo una qualche impossibilità, un qualcosa che ripugna alla ragione? Assolutamente no. Al contrario, tutto ci dice che non può essere altrimenti.
Ma allora che cosa diventano le pene e le ricompense future, se togliete loro i luoghi speciali dove si effettuano? Badate, poi, che l'incredulità riguardo a queste pene e ricompense è generalmente dovuta al fatto che esse vengono presentate nelle condizioni più inammissibili. Ma dite, piuttosto, che le anime attingono la loro felicità o infelicità in sé stesse; che la loro sorte è subordinata al loro stato morale; che la riunione delle anime simpatiche e buone è una sorgente di felicità; che, a seconda del loro grado di purificazione, esse penetrano e intravedono cose che si cancellano davanti alle anime ancora rozze. E tutti comprenderanno ciò senza alcuna difficoltà. Dite ancora che le anime arrivano al grado supremo solo attraverso gli sforzi che esse fanno per migliorarsi e dopo una serie di prove che servono alla loro purificazione. Dite che gli angeli sono le anime arrivate a quell'ultimo gradino che tutte possono raggiungere con la buona volontà. Dite pure che gli angeli sono i messaggeri di Dio, delegati a sorvegliare l'esecuzione dei Suoi disegni in tutto l'universo; che essi sono felici di queste gloriose missioni, e che voi date alla loro felicità uno scopo più utile e più amabile di quanto possa esserlo quello di una contemplazione perenne, la quale null'altro sarebbe che una perenne inutilità. Dite, infine, che i demoni sono semplicemente le anime dei malvagi, non ancora purificate, ma che possono, come le altre, arrivare alla purificazione; e ciò appare più conforme, alla giustizia e alla bontà di Dio, di quella dottrina che li vuole esseri creati per il male e perpetuamente votati al male. Ancora una volta, ecco ciò che la ragione più severa, la logica più rigorosa, in una parola il buon senso, riescono ad ammettere.
Orbene, queste anime che popolano lo spazio sono precisamente ciò che noi chiamiamo Spiriti. Gli Spiriti non sono dunque altro che le anime degli uomini, spogliate del loro involucro corporeo. Più dubbia sarebbe la loro esistenza, se gli Spiriti fossero degli esseri a parte; ma se si ammette che le anime ci sono, bisogna pur ammettere gli Spiriti, i quali altro non sono che le anime stesse. Se poi si ammette che le anime sono dappertutto, bisogna egualmente ammettere che gli Spiriti sono dappertutto. Non si potrebbe dunque negare l'esistenza degli Spiriti senza negare quella delle anime.
3. Questa, è vero, non è che
una teoria più razionale dell'altra. Però è già molto che sia una
teoria, che né la ragione né la scienza contraddicono; se, per di più, è
corroborata dai fatti, essa ha, dalla sua, la convalida del
ragionamento e dell'esperienza. Questi fatti noi li troviamo nel
fenomeno delle manifestazioni spiritiste, che sono così la prova
evidente dell'esistenza e della sopravvivenza dell'anima. Ma, per molti,
la fede si arresta qui. Essi ammettono sì l'esistenza delle anime e, di
conseguenza, quella degli Spiriti, ma negano la possibilità di
comunicare con loro, per la ragione, essi dicono, che degli esseri
immateriali non possono agire sulla materia. Questo dubbio è fondato
sull'ignoranza, che essi hanno circa la vera natura degli Spiriti, di
cui uno si fa generalmente un'idea assai falsa, perché se li immagina, a
torto, come esseri astratti, vaghi e indefiniti, la qualcosa non è
vera.
Innanzi tutto immaginiamoci lo Spirito nella sua unione con il corpo. Lo Spirito è l'essere principale, poiché è l'essere che pensa e che sopravvive il corpo non è dunque che un accessorio dello Spirito, un involucro, una veste che abbandona quando è consunta. Oltre a questo involucro materiale, lo Spirito ne ha un secondo, semi materiale, che lo unisce al primo. Al sopraggiungere della morte, lo Spirito si libera del primo, ma non del secondo al quale noi abbiamo dato il nome di perispirito. Questo involucro semi materiale, che assume la forma umana, costituisce per lo Spirito un corpo fluidico e vaporoso, ma che, per il fatto di essere a noi invisibile nel suo stato normale, non cessa di avere alcune delle proprietà della materia. Lo Spirito, dunque, non è un punto, un'astrazione, ma un essere limitato e circoscritto, al quale non manca che d'essere visibile e palpabile per assomigliare agli essere umani. Perché, allora, non dovrebbe poter agire sulla materia? Forse perché il suo corpo è fluidico? Ma non è forse tra i fluidi più rarefatti, tra quelli anzi ritenuti imponderabili — come, per esempio, l'elettricità — che l'uomo trova i suoi più potenti motori? Forse che la luce, imponderabile, non esercita un'azione chimica sulla materia ponderabile? Noi non conosciamo la natura intima del perispirito. Supponiamolo, tuttavia, costituito da materia elettrica, o da un'altra tanto sottile quanto questa. Perché non dovrebbe esso possedere la medesima proprietà quando diretto da una volontà?
Innanzi tutto immaginiamoci lo Spirito nella sua unione con il corpo. Lo Spirito è l'essere principale, poiché è l'essere che pensa e che sopravvive il corpo non è dunque che un accessorio dello Spirito, un involucro, una veste che abbandona quando è consunta. Oltre a questo involucro materiale, lo Spirito ne ha un secondo, semi materiale, che lo unisce al primo. Al sopraggiungere della morte, lo Spirito si libera del primo, ma non del secondo al quale noi abbiamo dato il nome di perispirito. Questo involucro semi materiale, che assume la forma umana, costituisce per lo Spirito un corpo fluidico e vaporoso, ma che, per il fatto di essere a noi invisibile nel suo stato normale, non cessa di avere alcune delle proprietà della materia. Lo Spirito, dunque, non è un punto, un'astrazione, ma un essere limitato e circoscritto, al quale non manca che d'essere visibile e palpabile per assomigliare agli essere umani. Perché, allora, non dovrebbe poter agire sulla materia? Forse perché il suo corpo è fluidico? Ma non è forse tra i fluidi più rarefatti, tra quelli anzi ritenuti imponderabili — come, per esempio, l'elettricità — che l'uomo trova i suoi più potenti motori? Forse che la luce, imponderabile, non esercita un'azione chimica sulla materia ponderabile? Noi non conosciamo la natura intima del perispirito. Supponiamolo, tuttavia, costituito da materia elettrica, o da un'altra tanto sottile quanto questa. Perché non dovrebbe esso possedere la medesima proprietà quando diretto da una volontà?
4. L'esistenza
dell'anima e quella di Dio, che sono la conseguenza l'una dell'altra,
costituiscono la base di tutto l'edificio. Prima di intavolare una
qualsiasi discussione spiritista, è importante assicurarsi che
l'interlocutore ammetta questa base. Se a queste domande:
Credete voi in Dio?
Credete voi di avere un'anima?
Credete voi alla sopravvivenza dell'anima dopo la morte?
egli risponde negativamente, o anche se egli dice semplicemente: "Non lo so; vorrei che fosse così, ma io non ne sono sicuro" — cosa che, il più delle volte, equivale a una cortese negazione, presentata sotto una forma meno categorica per evitare di opporsi troppo bruscamente a ciò ch'egli chiama rispettabili pregiudizi — sarebbe inutile andare oltre. Sarebbe come voler dimostrare le proprietà della luce a un cieco che non ammettesse la luce stessa. In definitiva, infatti, le manifestazioni spiritiste non sono altro che gli affetti delle proprietà dell'anima. Con quello, bisogna seguire un tutt'altro ordine d'idee, se non si vuole perdere il proprio tempo.
Se la base è ammessa, non a titolo di probabilità, ma come cosa indubbia e incontestabile, l'esistenza degli Spiriti ne deriverà del tutto naturalmente.
Credete voi in Dio?
Credete voi di avere un'anima?
Credete voi alla sopravvivenza dell'anima dopo la morte?
egli risponde negativamente, o anche se egli dice semplicemente: "Non lo so; vorrei che fosse così, ma io non ne sono sicuro" — cosa che, il più delle volte, equivale a una cortese negazione, presentata sotto una forma meno categorica per evitare di opporsi troppo bruscamente a ciò ch'egli chiama rispettabili pregiudizi — sarebbe inutile andare oltre. Sarebbe come voler dimostrare le proprietà della luce a un cieco che non ammettesse la luce stessa. In definitiva, infatti, le manifestazioni spiritiste non sono altro che gli affetti delle proprietà dell'anima. Con quello, bisogna seguire un tutt'altro ordine d'idee, se non si vuole perdere il proprio tempo.
Se la base è ammessa, non a titolo di probabilità, ma come cosa indubbia e incontestabile, l'esistenza degli Spiriti ne deriverà del tutto naturalmente.
5. Resta ora una questione,
quella cioè di sapere se lo Spirito può entrare in comunicazione con
l'uomo, vale a dire se può avere con lui uno scambio di pensieri. E
perché no? Che cos'è l'uomo se non uno Spirito imprigionato in un corpo?
Perché lo Spirito libero non dovrebbe poter entrare in comunicazione
con lo Spirito prigioniero, così come l'uomo libero con quello che è
incatenato? Dal momento che ammettete la sopravvivenza dell'anima, è
razionale non ammettere la sopravvivenza degli affetti? Poiché le anime
sono dappertutto, non è forse naturale pensare che quella di un essere
il quale ci abbia amato durante la sua vita venga vicino a noi, che
desideri entrare in comunicazione con noi, e che si serva per questo dei
mezzi che sono a sua disposizione? Durante la sua vita non agiva forse
sulla materia del suo corpo? Non ne dirigeva i movimenti? Perché dunque,
dopo la sua morte, d'accordo con un altro Spirito legato a un corpo,
non dovrebbe prendere a prestito questo corpo vivente, per manifestare
il suo pensiero, così come un muto può servirsi di un uomo che parla per
farsi comprendere?
6.
Prescindiamo per un istante dai fatti che, per noi, rendono la cosa
incontestabile. Ammettiamola a puro titolo di semplice ipotesi. Noi
chiediamo che gli increduli provino, non con una semplice negazione —
poiché la loro opinione non può fare legge — bensì con delle ragioni
categoriche, a dimostrare che una tal cosa non può accadere. Spostiamoci
sul loro terreno, e, poiché essi vogliono apprezzare i fatti spiritisti
con l'aiuto delle leggi della materia, peschino dunque in questo
arsenale qualche dimostrazione matematica, fisica, chimica, meccanica e
fisiologica, e provino per a o per b,sempre partendo dal principio dell'esistenza e della sopravvivenza dell'anima, che:
1° l'essere che pensa in noi durante la vita non deve più pensare dopo la morte;
2° se egli pensa, non deve più pensare a quelli che ha amato;
3° se egli pensa a quelli che ha amato, non deve più voler entrare in comunicazione con loro;
4° se egli può essere dappertutto, non può essere vicino a noi;
5° se egli è vicino a noi, non può comunicare con noi;
6° per mezzo del suo involucro fluidico egli non può agire sulla materia inerte;
7° se egli può agire sulla materia inerte, non può agire su un essere animato;
8° se egli può agire su un essere animato, non può dirigere la sua mano per farlo scrivere;
9° potendo egli farlo scrivere, non può rispondere alle sue domande e trasmettergli il suo pensiero.
Quando gli avversari dello Spiritismo ci avranno dimostrato che ciò non è possibile, attraverso argomentazioni tanto evidenti quanto quelle attraverso le quali Galileo dimostrò che non è il Sole che gira intorno alla Terra, allora noi potremo dire che i loro dubbi sono fondati. Sfortunatamente, finora, tutta la loro argomentazione si può riassumere in queste parole: "Io non ci credo, quindi tutto questo è impossibile". Senza dubbio essi ci diranno che spetta a noi provare la realtà delle manifestazioni. E noi gliela proviamo con i fatti e con il ragionamento. Se essi poi non ammettono né l'una né l'altra cosa, se negano anche ciò che vedono, spetta a loro provare che il nostro ragionamento è falso e che i fatti sono impossibili.
1° l'essere che pensa in noi durante la vita non deve più pensare dopo la morte;
2° se egli pensa, non deve più pensare a quelli che ha amato;
3° se egli pensa a quelli che ha amato, non deve più voler entrare in comunicazione con loro;
4° se egli può essere dappertutto, non può essere vicino a noi;
5° se egli è vicino a noi, non può comunicare con noi;
6° per mezzo del suo involucro fluidico egli non può agire sulla materia inerte;
7° se egli può agire sulla materia inerte, non può agire su un essere animato;
8° se egli può agire su un essere animato, non può dirigere la sua mano per farlo scrivere;
9° potendo egli farlo scrivere, non può rispondere alle sue domande e trasmettergli il suo pensiero.
Quando gli avversari dello Spiritismo ci avranno dimostrato che ciò non è possibile, attraverso argomentazioni tanto evidenti quanto quelle attraverso le quali Galileo dimostrò che non è il Sole che gira intorno alla Terra, allora noi potremo dire che i loro dubbi sono fondati. Sfortunatamente, finora, tutta la loro argomentazione si può riassumere in queste parole: "Io non ci credo, quindi tutto questo è impossibile". Senza dubbio essi ci diranno che spetta a noi provare la realtà delle manifestazioni. E noi gliela proviamo con i fatti e con il ragionamento. Se essi poi non ammettono né l'una né l'altra cosa, se negano anche ciò che vedono, spetta a loro provare che il nostro ragionamento è falso e che i fatti sono impossibili.
Capitolo II - IL MERAVIGLIOSO E IL SOPRANNATURALE
7.Se la credenza negli
Spiriti e nelle loro manifestazioni rappresentasse un concetto isolato,
il prodotto cioè di un sistema, essa potrebbe, con qualche parvenza di
ragione, essere sospettata d'illusione. Ma che ci venga chiarito perché
questa credenza si ritrova tanto viva presso tutti i popoli antichi e
moderni e, nei libri sacri di tutte le religioni conosciute. Ciò
avviene, dicono alcuni critici, perché in ogni tempo l'uomo ha amato il
meraviglioso. Che cosa è, dunque, il meraviglioso, secondo voi? Ciò che è
soprannaturale. Che cosa intendete voi per soprannaturale? Ciò che è
contrario alle leggi della natura. Voi dunque conoscete talmente bene
queste leggi che vi è possibile assegnare un limite alla potenza di Dio?
Ebbene, dimostrate allora che l'esistenza degli Spiriti, con le loro
manifestazioni, è contraria alle leggi della natura; che essa non è né
può essere una di queste leggi. Seguite la Dottrina Spiritista e vedete
voi se questo concatenamento non presenta tutte le caratteristiche d'una
legge ammirevole, la quale risolve tutto ciò che le leggi filosofiche
non hanno finora potuto risolvere. Il pensiero è uno degli attributi
dello Spirito. La possibilità di agire sulla materia, di esercitare
impressioni sui nostri sensi, e di trasmettere in seguito il suo
pensiero, risulta — se così è consentito esprimerci — dalla sua
costituzione fisiologica; quindi non c'è in questo fatto niente di
soprannaturale, niente di meraviglioso. Che un uomo morto, e ben morto,
torni a vivere fisicamente, che le sue membra disperse tornino a
riunirsi per formare di nuovo il suo corpo, ecco qualcosa di
meraviglioso, di soprannaturale, di fantastico! Ma questa sarebbe una
vera eccezione che Dio non potrebbe compiere se non attraverso un
miracolo. E niente di simile si trova nella Dottrina Spiritista.
8. Tuttavia, si dirà, voi
ammettete che uno Spirito può sollevare un tavolo e mantenerlo nello
spazio senza alcun punto d'appoggio. Non è forse questa una deroga alla
legge di gravità? Sì, alla legge finora conosciuta. Ma la natura ha
forse detta la sua ultima parola? Prima che fosse sperimentata la forza
ascensionale di certi gas, chi avrebbe mai detto che una pesante
macchina, che trasportava parecchi uomini, avrebbe potuto prevalere
sulla forza d'attrazione? Agli occhi del volgo questo non doveva
sembrare meraviglioso, diabolico? Chi, un secolo fa, avesse proposto di
trasmettere un dispaccio a 500 leghe di distanza, e di riuscire a
riceverne la risposta entro alcuni minuti, sarebbe passato per pazzo. Se
fosse poi riuscito a fare una tal cosa, si sarebbe creduto ch'egli
avesse ai suoi ordini il diavolo, perché a quell'epoca solo il diavolo
sarebbe stato capace di andare così veloce. Perché dunque non ipotizzare
che un fluido sconosciuto potrebbe avere la proprietà, in determinate
circostanze, di controbilanciare l'effetto della gravità, proprio come
l'idrogeno controbilancia il peso del pallone? Questo, lo osserviamo di
passaggio, è una comparazione — e non una similitudine — fatta
unicamente per dimostrare, attraverso un'analogia, che il fenomeno non è
fisicamente impossibile. Ora — precisamente quando gli scienziati,
durante l'osservazione di questa sorta di fenomeni, hanno voluto
procedere per via di similitudine — è avvenuto che abbiano deviato. Del
resto il fatto è là. Tutte le negazioni possibili non potranno far sì
che esso non esista, perché negare non significa provare. Dal canto
nostro non c'è nulla di soprannaturale. Ed è tutto quello che, al
riguardo, noi possiamo dire per il momento.
9. Se il fatto — si dirà — è
comprovato, noi lo accettiamo; accettiamo la causa stessa che voi
volete attribuirgli, quella cioè di un fluido sconosciuto. Ma chi ci
dimostra l'intervento degli Spiriti? È in ciò che sta il meraviglioso,
il soprannaturale.
Occorrerebbe qui una dimostrazione completa, che sarebbe però fuori posto e che d'altra parte costituirebbe una ripetizione, perché essa viene fuori da tutte le altre parti dell'insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in poche parole, diremo che essa è fondata, in teoria, su questo principio: ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente. In pratica diremo poi, sulla base di questa osservazione, che i fenomeni detti spiritisti, avendo dato delle prove d'intelligenza, dovevano avere la loro causa al di fuori della materia; che, non essendo questa intelligenza quella degli astanti — è, questo, un risultato dell'esperienza —, essa doveva trovarsi al di fuori di essi; che, infine, poiché non si vedeva l'essere che agiva, doveva dunque trattarsi di un essere invisibile. È allora che di osservazione in osservazione si è arrivati a riconoscere che questo essere invisibile, al quale si è dato il nome di Spirito, altro non è che l'anima di quelli che vissero corporalmente e che la morte ha spogliato del loro grossolano involucro visibile, non lasciando loro che un involucro etereo, invisibile nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso e il soprannaturale ridotti alla loro più semplice espressione. Una volta costatata l'esistenza di esseri invisibili, la loro azione sulla materia dipende dalla natura del loro involucro fluidico. Quest'azione è intelligente, perché morendo essi hanno perduto soltanto il loro corpo, ma hanno conservato l'intelligenza che è la loro essenza. Qui sta la chiave di tutti questi fenomeni, a torto considerati soprannaturali. L'esistenza degli Spiriti, dunque, non è affatto un sistema preconcetto, un'ipotesi escogitata per spiegare i fatti. È invece un risultato dell'osservazione e la conseguenza naturale dell'esistenza dell'anima; negare questa causa è come negare l'anima e i suoi attributi. Quanti pensassero di poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo soprattutto render ragione di tutti i fatti, facciano pure, e allora potrà discutersi il merito di ciascuna.
Occorrerebbe qui una dimostrazione completa, che sarebbe però fuori posto e che d'altra parte costituirebbe una ripetizione, perché essa viene fuori da tutte le altre parti dell'insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in poche parole, diremo che essa è fondata, in teoria, su questo principio: ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente. In pratica diremo poi, sulla base di questa osservazione, che i fenomeni detti spiritisti, avendo dato delle prove d'intelligenza, dovevano avere la loro causa al di fuori della materia; che, non essendo questa intelligenza quella degli astanti — è, questo, un risultato dell'esperienza —, essa doveva trovarsi al di fuori di essi; che, infine, poiché non si vedeva l'essere che agiva, doveva dunque trattarsi di un essere invisibile. È allora che di osservazione in osservazione si è arrivati a riconoscere che questo essere invisibile, al quale si è dato il nome di Spirito, altro non è che l'anima di quelli che vissero corporalmente e che la morte ha spogliato del loro grossolano involucro visibile, non lasciando loro che un involucro etereo, invisibile nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso e il soprannaturale ridotti alla loro più semplice espressione. Una volta costatata l'esistenza di esseri invisibili, la loro azione sulla materia dipende dalla natura del loro involucro fluidico. Quest'azione è intelligente, perché morendo essi hanno perduto soltanto il loro corpo, ma hanno conservato l'intelligenza che è la loro essenza. Qui sta la chiave di tutti questi fenomeni, a torto considerati soprannaturali. L'esistenza degli Spiriti, dunque, non è affatto un sistema preconcetto, un'ipotesi escogitata per spiegare i fatti. È invece un risultato dell'osservazione e la conseguenza naturale dell'esistenza dell'anima; negare questa causa è come negare l'anima e i suoi attributi. Quanti pensassero di poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo soprattutto render ragione di tutti i fatti, facciano pure, e allora potrà discutersi il merito di ciascuna.
10. Agli occhi di coloro che stimano la materia come la sola potenza della natura, tutto ciò che non può essere spiegato attraverso le leggi della materia è meraviglioso e soprannaturale e, per costoro, meraviglioso è sinonimo di superstizione. Se
così fosse, la religione, fondata sull'esistenza di un principio
immateriale, sarebbe un complesso di superstizioni. Essi non osano dirlo
ad alta voce, ma a voce bassa lo dicono, e credono di salvare le
apparenze, concedendo che di una religione v'è bisogno, per il popolo e
per far sì che i bambini siano buoni. Ora delle due cose l'una: o il
principio religioso è vero o è falso. Se è vero, lo è per tutti, se è
falso non ha certo maggior valore per gli ignoranti di quanto non ne
abbia per gli illuminati.
11. Quelli che attaccano lo
Spiritismo, in nome del meraviglioso, si appoggiano dunque,
generalmente, sul principio materialista, poiché negando ogni effetto
extra materiale essi negano, per questa stessa ragione, l'esistenza
dell'anima. Sondate a fondo il loro pensiero, scrutate bene il senso
delle loro parole, e voi vedrete quasi sempre questo principio, quando
non sia categoricamente formulato, spuntare sotto le apparenze d'una
pretesa filosofica razionale con cui essi lo coprono. Lanciando sul
conto del meraviglioso tutto ciò che proviene dall'esistenza dell'anima,
essi sono dunque coerenti con se stessi; non ammettendo la causa, essi
non possono ammetterne gli effetti. Da ciò nasce in loro un'opinione
preconcetta che li rende inadeguati a giudicare rettamente lo
Spiritismo, poiché partono dal principio della negazione di tutto ciò
che non è materiale.
Quanto a noi, per il fatto che ammettiamo tutti gli effetti che sono la conseguenza dell'esistenza dell'anima, ne consegue forse che accettiamo tutti i fatti stimati meravigliosi? Che siamo forse i campioni di tutti i sognatori, gli adepti di tutte le utopie, di tutte le eccentricità sistematiche? Si dovrebbe conoscere ben poco lo Spiritismo per pensarlo. Ma i nostri avversari, per fortuna, non guardano troppo per il sottile; la necessità di conoscere ciò di cui parlano è il minimo dei loro crucci.
Secondo loro, il meraviglioso è assurdo. Ora, lo Spiritismo poggia su fatti meravigliosi, quindi lo Spiritismo è assurdo: questo è per loro un giudizio senza appello. Essi credono di opporre un argomento inconfutabile allorché, dopo aver fatto erudite ricerche sui convulsionari di san Medardo, sui camisardi delle Cevenne o sulle religiose di Londun, sono arrivati a scoprirne evidenti fatti di frode, che nessuno contesta. Ma queste storie sono forse il vangelo dello Spiritismo? Hanno mai i sostenitori dello Spiritismo negato che il ciarlatanismo abbia utilizzato certi fatti a suo profitto, che l'immaginazione ne abbia creati, che il fanatismo moltissimi ne abbia esagerati? Lo Spiritismo non è maggiormente responsabile delle stravaganze che si possono commettere in suo nome, di quanto non lo sia la vera scienza degli abusi dell'ignoranza, né la vera religione degli eccessi di fanatismo. Molti critici giudicano lo Spiritismo solo sulla base dei racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono le finzioni. Altrettanto varrebbe allora giudicare la storia sulla base dei romanzi storici o delle tragedie.
Quanto a noi, per il fatto che ammettiamo tutti gli effetti che sono la conseguenza dell'esistenza dell'anima, ne consegue forse che accettiamo tutti i fatti stimati meravigliosi? Che siamo forse i campioni di tutti i sognatori, gli adepti di tutte le utopie, di tutte le eccentricità sistematiche? Si dovrebbe conoscere ben poco lo Spiritismo per pensarlo. Ma i nostri avversari, per fortuna, non guardano troppo per il sottile; la necessità di conoscere ciò di cui parlano è il minimo dei loro crucci.
Secondo loro, il meraviglioso è assurdo. Ora, lo Spiritismo poggia su fatti meravigliosi, quindi lo Spiritismo è assurdo: questo è per loro un giudizio senza appello. Essi credono di opporre un argomento inconfutabile allorché, dopo aver fatto erudite ricerche sui convulsionari di san Medardo, sui camisardi delle Cevenne o sulle religiose di Londun, sono arrivati a scoprirne evidenti fatti di frode, che nessuno contesta. Ma queste storie sono forse il vangelo dello Spiritismo? Hanno mai i sostenitori dello Spiritismo negato che il ciarlatanismo abbia utilizzato certi fatti a suo profitto, che l'immaginazione ne abbia creati, che il fanatismo moltissimi ne abbia esagerati? Lo Spiritismo non è maggiormente responsabile delle stravaganze che si possono commettere in suo nome, di quanto non lo sia la vera scienza degli abusi dell'ignoranza, né la vera religione degli eccessi di fanatismo. Molti critici giudicano lo Spiritismo solo sulla base dei racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono le finzioni. Altrettanto varrebbe allora giudicare la storia sulla base dei romanzi storici o delle tragedie.
12. Con logica elementare,
per discutere di una cosa, bisogna conoscerla, poiché l'opinione di un
critico non ha valore se non per il fatto ch'egli parla con perfetta
cognizione di causa. Allora soltanto la sua opinione, quand'anche fosse
errata, può essere presa in considerazione. Ma di quale peso essa
sarebbe in una materia ch'egli non consoce? Il vero critico deve dar
prova non solo di erudizione, ma anche d'un sapere profondo riguardo
all'oggetto che sta trattando, d'un giudizio onesto e di una
imparzialità a tutta prova; altrimenti il primo cantastorie che si
presentasse potrebbe arrogarsi il diritto di giudicare Rossini, e un
imbrattatele quello di criticare Raffaello.
13. Lo Spiritismo, dunque,
non accetta affatto tutti i fenomeni considerati meravigliosi o
soprannaturali. Lungi da ciò, esso dimostra l'impossibilità di un gran
numero di credenze e il ridicolo di alcune altre, che costituiscono, per
parlare con proprietà di linguaggio, la superstizione. È vero che in
ciò che lo Spiritismo ammette ci sono cose che per gli increduli hanno
del meraviglioso più puro, altrimenti detto superstizione. Sia pure. Ma
almeno non discutete che su questi punti, poiché sugli altri punti non
v'è nulla da dire, e voi state predicando a dei convertiti.
Attaccandovi a ciò che lo Spiritismo, lui stesso, rifiuta, voi provate la vostra ignoranza riguardo all'argomento, e i vostri argomenti precipiteranno nel falso. Ma — si dirà — dove si arresta la credenza nello Spiritismo? Leggete, osservate e lo saprete. Ogni scienza si acquisisce solo con il tempo e con lo studio. Ora, lo Spiritismo, il quale tocca le questioni più importanti della filosofia e tutti i settori dell'ordine sociale, il quale abbraccia nello stesso tempo l'uomo fisico e l'uomo morale, è in sé stesso una scienza completa, una completa filosofia che non può essere appresa in poche ore, proprio come non può esserlo qualsiasi altra scienza. Vedere tutto lo Spiritismo in una tavola che ruota, sarebbe altrettanto puerile che vedere tutta la fisica in certi giocattoli per l'infanzia. Per chiunque non voglia arrestarsi alla superficie dello Spiritismo, non si tratta di ore, ma di mesi e di anni: tanti ne necessitano per sondarne tutti gli arcani. Si valuti da ciò il grado di sapere e il valore dell'opinione di coloro che si arrogano il diritto di giudicare, solo perché hanno visto uno o due esperimenti, e, il più delle volte, per distrazione o passatempo. Essi diranno senza dubbio che non hanno l'opportunità di poter dedicare tutto il tempo necessario a questo studio. E sia pure. Niente ve li costringe. Ma allora, quando non si ha il tempo per apprendere una cosa, non ci si mette a parlarne e ancor meno a giudicarla, se non si vuole essere accusati di leggerezza. Ora, quanto più uno occupa una posizione elevata nella scienza, tanto meno è scusabile se tratta con leggerezza un soggetto che non conosce.
Attaccandovi a ciò che lo Spiritismo, lui stesso, rifiuta, voi provate la vostra ignoranza riguardo all'argomento, e i vostri argomenti precipiteranno nel falso. Ma — si dirà — dove si arresta la credenza nello Spiritismo? Leggete, osservate e lo saprete. Ogni scienza si acquisisce solo con il tempo e con lo studio. Ora, lo Spiritismo, il quale tocca le questioni più importanti della filosofia e tutti i settori dell'ordine sociale, il quale abbraccia nello stesso tempo l'uomo fisico e l'uomo morale, è in sé stesso una scienza completa, una completa filosofia che non può essere appresa in poche ore, proprio come non può esserlo qualsiasi altra scienza. Vedere tutto lo Spiritismo in una tavola che ruota, sarebbe altrettanto puerile che vedere tutta la fisica in certi giocattoli per l'infanzia. Per chiunque non voglia arrestarsi alla superficie dello Spiritismo, non si tratta di ore, ma di mesi e di anni: tanti ne necessitano per sondarne tutti gli arcani. Si valuti da ciò il grado di sapere e il valore dell'opinione di coloro che si arrogano il diritto di giudicare, solo perché hanno visto uno o due esperimenti, e, il più delle volte, per distrazione o passatempo. Essi diranno senza dubbio che non hanno l'opportunità di poter dedicare tutto il tempo necessario a questo studio. E sia pure. Niente ve li costringe. Ma allora, quando non si ha il tempo per apprendere una cosa, non ci si mette a parlarne e ancor meno a giudicarla, se non si vuole essere accusati di leggerezza. Ora, quanto più uno occupa una posizione elevata nella scienza, tanto meno è scusabile se tratta con leggerezza un soggetto che non conosce.
14. Riassumiamo nelle proposizioni che seguono quanto abbiamo esposto.
1°. Tutti i fenomeni spiritisti hanno come principio l'esistenza dell'anima, la sua sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni.
2°. Questi fenomeni, essendo fondati su una legge della natura, non hanno niente di meraviglioso né di soprannaturale, nel senso comune di questi termini.
3°. Molti fatti sono considerati soprannaturali, solo perché non se ne conosce la causa. Lo Spiritismo, assegnando loro una causa, li fa rientrare nel dominio dei fenomeni naturali.
4°. Tra i fatti qualificati come soprannaturali, ce ne sono molti di cui lo Spiritismo dimostra l'impossibilità, includendoli fra le credenze superstiziose.
5°. Benché lo Spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo di verità, assolutamente non dà il suo assenso a tutte le storie fantastiche create dalla immaginazione.
6°. Giudicare lo Spiritismo riguardo ai fatti che esso non ammette è dare prova d'ignoranza e togliere ogni valore alla propria opinione.
7°. La spiegazione dei fatti ammessi dallo Spiritismo, le loro cause e le loro conseguenze morali costituiscono una scienza completa e una completa filosofia, che richiede uno studio serio, perseverante e approfondito.
8°. Lo Spiritismo può considerare come critico serio solo colui che tutto abbia visto, studiato e approfondito, con la pazienza e la perseveranza d'un osservatore coscienzioso; colui che ne sapesse tanto su questo argomento, quanto l'adepto più illuminato; colui che, di conseguenza, avesse attinto le sue conoscenze da ben altra parte che non nei romanzi della scienza; colui a cui non si potesse opporre alcun fatto di cui non avesse conoscenza, alcun argomento che non avesse già meditato; colui che obiettasse, non con delle negazioni, ma con argomenti più categorici; colui che potesse infine attribuire una causa più logica ai fatti accertati. Tale critico è ancora da trovarsi.
1°. Tutti i fenomeni spiritisti hanno come principio l'esistenza dell'anima, la sua sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni.
2°. Questi fenomeni, essendo fondati su una legge della natura, non hanno niente di meraviglioso né di soprannaturale, nel senso comune di questi termini.
3°. Molti fatti sono considerati soprannaturali, solo perché non se ne conosce la causa. Lo Spiritismo, assegnando loro una causa, li fa rientrare nel dominio dei fenomeni naturali.
4°. Tra i fatti qualificati come soprannaturali, ce ne sono molti di cui lo Spiritismo dimostra l'impossibilità, includendoli fra le credenze superstiziose.
5°. Benché lo Spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo di verità, assolutamente non dà il suo assenso a tutte le storie fantastiche create dalla immaginazione.
6°. Giudicare lo Spiritismo riguardo ai fatti che esso non ammette è dare prova d'ignoranza e togliere ogni valore alla propria opinione.
7°. La spiegazione dei fatti ammessi dallo Spiritismo, le loro cause e le loro conseguenze morali costituiscono una scienza completa e una completa filosofia, che richiede uno studio serio, perseverante e approfondito.
8°. Lo Spiritismo può considerare come critico serio solo colui che tutto abbia visto, studiato e approfondito, con la pazienza e la perseveranza d'un osservatore coscienzioso; colui che ne sapesse tanto su questo argomento, quanto l'adepto più illuminato; colui che, di conseguenza, avesse attinto le sue conoscenze da ben altra parte che non nei romanzi della scienza; colui a cui non si potesse opporre alcun fatto di cui non avesse conoscenza, alcun argomento che non avesse già meditato; colui che obiettasse, non con delle negazioni, ma con argomenti più categorici; colui che potesse infine attribuire una causa più logica ai fatti accertati. Tale critico è ancora da trovarsi.
15. Noi abbiamo pronunciato poco fa la parola miracolo. Una breve osservazione su tale argomento non sarà inopportuna in questo capitolo sul meraviglioso.
Nella sua accezione primitiva, e per la sua etimologia, la parola miracolo significa cosa straordinaria, cosa mirabile a vedersi; ma questo termine, come tanti altri, si è discostato dal suo significato originario, e oggi (secondo l'Académie) si dice di un atto della potenza divina contrario alle comuni leggi della natura. Tale, in effetti, la sua usuale accezione, ed è solo per comparazioni o metafore che si applica alle cose volgari che ci sorprendono e la cui causa è sconosciuta. Non è assolutamente nelle nostre intenzioni esaminare se Dio ha potuto giudicare utile, in certe circostanze, contravvenire alle leggi da Lui stesso stabilite. Il nostro scopo è unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritisti, per quanto straordinari essi siano, non contravvengono affatto a queste leggi, non hanno alcun carattere miracoloso e non sono neppure meravigliosi o soprannaturali.
Il miracolo non si spiega. I fenomeni spiritisti, al contrario, si spiegano nella maniera più razionale. Non sono dunque dei miracoli, ma dei semplici effetti che hanno la loro ragion d'essere nelle leggi generali. Il miracolo ha ancora un'altra caratteristica, quella cioè di essere insolito e isolato. Ora, dal momento che un fatto si riproduce, per così dire, a volontà e per diverse persone, per ciò stesso non può essere un miracolo.
La scienza fa tutti i giorni dei miracoli agli occhi degli ignoranti: ecco perché una volta coloro che ne sapevano più del volgo passavano per stregoni. E siccome si credeva che ogni scienza sovrumana provenisse dal diavolo, li si bruciava. Al giorno d'oggi noi, che siamo molto più civilizzati, ci accontentiamo di mandarli negli istituti psichiatrici.
Che un uomo realmente morto, come abbiamo detto all'inizio, sia richiamato in vita per intervento divino, questo è un vero miracolo, perché ciò è contrario alle leggi della natura. Ma se quest'uomo ha solo le apparenze della morte, se c'è ancora in lui un resto di vitalità latente, e se la scienza, o un'azione magnetica, giunge a rianimarlo, per le persone illuminate si tratta di un fenomeno naturale. Tuttavia agli occhi del volgo ignorante il fatto passerà come miracoloso, e l'autore sarà o inseguito a sassate o venerato, a seconda del carattere degli individui. Se, in mezzo a certe campagne, un fisico lanciasse un aquilone elettrico e facesse cadere il fulmine su un albero, questo novello Prometeo sarebbe certamente considerato un uomo armato d'un potere diabolico. E, sia detto incidentalmente, ci sembra che Prometeo abbia in modo singolare preceduto Franklin. Ma Giosuè che arresta il movimento del Sole, o piuttosto della Terra, questo è il vero miracolo, poiché noi non conosciamo alcun magnetizzatore dotato d'una così grande potenza da operare un simile prodigio.
Di tutti i fenomeni spiritisti, uno dei più straordinari è senza dubbio quello della scrittura diretta, anche perché è uno di quei fenomeni che dimostrano nella maniera più evidente l'azione delle intelligenze occulte. Ma, per il fatto che il fenomeno sia prodotto da esseri occulti, non è esso più miracoloso di tutti gli altri fenomeni che sono dovuti a degli agenti invisibili. Infatti questi esseri occulti, che popolano gli spazi, sono una delle potenze della natura, una potenza la cui azione è incessante sul mondo materiale, come sul mondo morale.
Lo Spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la chiave di un gran numero di cose inesplicate e inesplicabili da ogni altro mezzo, e che sono potute passare, nei tempi trascorsi, per dei prodigi. Lo Spiritismo rivela, allo stesso modo del magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno non ben compresa; o per meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, poiché essi si sono prodotti in ogni tempo, ma non se ne conosceva la legge, ed è l'ignoranza di questa legge che ha generato la superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso sparisce, e i fenomeni rientrano nell'ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti non fanno miracoli, facendo ruotare una tavola o facendo scrivere i trapassati, più di quanto non ne faccia il medico che fa rivivere un moribondo, o il fisico che fa cadere il fulmine. Colui che pretendesse, con l'aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli sarebbe, al riguardo, un ignorante o un imbroglione.
Nella sua accezione primitiva, e per la sua etimologia, la parola miracolo significa cosa straordinaria, cosa mirabile a vedersi; ma questo termine, come tanti altri, si è discostato dal suo significato originario, e oggi (secondo l'Académie) si dice di un atto della potenza divina contrario alle comuni leggi della natura. Tale, in effetti, la sua usuale accezione, ed è solo per comparazioni o metafore che si applica alle cose volgari che ci sorprendono e la cui causa è sconosciuta. Non è assolutamente nelle nostre intenzioni esaminare se Dio ha potuto giudicare utile, in certe circostanze, contravvenire alle leggi da Lui stesso stabilite. Il nostro scopo è unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritisti, per quanto straordinari essi siano, non contravvengono affatto a queste leggi, non hanno alcun carattere miracoloso e non sono neppure meravigliosi o soprannaturali.
Il miracolo non si spiega. I fenomeni spiritisti, al contrario, si spiegano nella maniera più razionale. Non sono dunque dei miracoli, ma dei semplici effetti che hanno la loro ragion d'essere nelle leggi generali. Il miracolo ha ancora un'altra caratteristica, quella cioè di essere insolito e isolato. Ora, dal momento che un fatto si riproduce, per così dire, a volontà e per diverse persone, per ciò stesso non può essere un miracolo.
La scienza fa tutti i giorni dei miracoli agli occhi degli ignoranti: ecco perché una volta coloro che ne sapevano più del volgo passavano per stregoni. E siccome si credeva che ogni scienza sovrumana provenisse dal diavolo, li si bruciava. Al giorno d'oggi noi, che siamo molto più civilizzati, ci accontentiamo di mandarli negli istituti psichiatrici.
Che un uomo realmente morto, come abbiamo detto all'inizio, sia richiamato in vita per intervento divino, questo è un vero miracolo, perché ciò è contrario alle leggi della natura. Ma se quest'uomo ha solo le apparenze della morte, se c'è ancora in lui un resto di vitalità latente, e se la scienza, o un'azione magnetica, giunge a rianimarlo, per le persone illuminate si tratta di un fenomeno naturale. Tuttavia agli occhi del volgo ignorante il fatto passerà come miracoloso, e l'autore sarà o inseguito a sassate o venerato, a seconda del carattere degli individui. Se, in mezzo a certe campagne, un fisico lanciasse un aquilone elettrico e facesse cadere il fulmine su un albero, questo novello Prometeo sarebbe certamente considerato un uomo armato d'un potere diabolico. E, sia detto incidentalmente, ci sembra che Prometeo abbia in modo singolare preceduto Franklin. Ma Giosuè che arresta il movimento del Sole, o piuttosto della Terra, questo è il vero miracolo, poiché noi non conosciamo alcun magnetizzatore dotato d'una così grande potenza da operare un simile prodigio.
Di tutti i fenomeni spiritisti, uno dei più straordinari è senza dubbio quello della scrittura diretta, anche perché è uno di quei fenomeni che dimostrano nella maniera più evidente l'azione delle intelligenze occulte. Ma, per il fatto che il fenomeno sia prodotto da esseri occulti, non è esso più miracoloso di tutti gli altri fenomeni che sono dovuti a degli agenti invisibili. Infatti questi esseri occulti, che popolano gli spazi, sono una delle potenze della natura, una potenza la cui azione è incessante sul mondo materiale, come sul mondo morale.
Lo Spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la chiave di un gran numero di cose inesplicate e inesplicabili da ogni altro mezzo, e che sono potute passare, nei tempi trascorsi, per dei prodigi. Lo Spiritismo rivela, allo stesso modo del magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno non ben compresa; o per meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, poiché essi si sono prodotti in ogni tempo, ma non se ne conosceva la legge, ed è l'ignoranza di questa legge che ha generato la superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso sparisce, e i fenomeni rientrano nell'ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti non fanno miracoli, facendo ruotare una tavola o facendo scrivere i trapassati, più di quanto non ne faccia il medico che fa rivivere un moribondo, o il fisico che fa cadere il fulmine. Colui che pretendesse, con l'aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli sarebbe, al riguardo, un ignorante o un imbroglione.
16. I fenomeni spiritisti,
come pure i fenomeni magnetici, prima che uno ne conoscesse la causa,
son dovuti passare per dei prodigi. Ora, siccome gli scettici, gli
spiriti forti, vale a dire quelli che godono del privilegio esclusivo
della ragione e del buon senso, credono che una cosa non sia possibile
per il fatto che essi non la comprendono, ecco perché tutti i fatti
ritenuti prodigiosi sono oggetto delle loro derisioni. Siccome, poi, la
religione contiene un grande numero di fatti di questo genere, essi non
credono alla religione, e da qui all'incredulità assoluta non c'è che un
passo. Lo Spiritismo, spiegando la maggior parte di questi fatti,
assegna loro una ragion d'essere. Esso dunque viene in aiuto alla
religione, dimostrando la possibilità di certi fenomeni che, pur non
avendo più il carattere miracoloso, non sono per questo meno
straordinari. E Dio non è né meno grande né meno potente, per non aver
contravvenuto alle sue leggi.
Di quali irrisioni non furono oggetto le levitazioni di san Giuseppe da Copertino? Ora, la sospensione eterea dei corpi pesanti è un fatto spiegato dalla legge spiritista. Noi ne siamo stati personalmente testimoni oculari. E il signor Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno rinnovato a più riprese i fenomeni generati da san Giuseppe da Copertino. Dunque questo fenomeno rientra nell'ordine delle cose naturali.
Di quali irrisioni non furono oggetto le levitazioni di san Giuseppe da Copertino? Ora, la sospensione eterea dei corpi pesanti è un fatto spiegato dalla legge spiritista. Noi ne siamo stati personalmente testimoni oculari. E il signor Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno rinnovato a più riprese i fenomeni generati da san Giuseppe da Copertino. Dunque questo fenomeno rientra nell'ordine delle cose naturali.
17. Nel numero dei fatti di
questo genere, bisogna collocare in prima linea le apparizioni, perché
queste sono le più frequenti. Quella della Salette, sopra la quale
divergono le opinioni in seno allo stesso clero, per noi non ha nulla
d'insolito. Di certo noi non possiamo affermare che il fatto abbia avuto
luogo, perché non ne abbiamo la prova materiale. Ma, per noi, il fatto è
possibile, considerato che ci sono note migliaia di fatti analoghi recenti. Noi
ci crediamo non solo perché la loro realtà è per noi accertata, ma
soprattutto perché ci rendiamo perfettamente conto del modo in cui essi
si producono. Voglia il lettore far richiamo alla teoria — che esponiamo
più avanti — sulle apparizioni, e vedrà che questo fenomeno diventa
tanto semplice e plausibile, quanto un gran numero di fenomeni fisici, i
quali sono prodigiosi soltanto per non possederne noi la chiave di
spiegazione.
Quanto al personaggio che si è presentato alla Salette, è tutta un'altra questione. La sua identità non ci è affatto dimostrata. Noi costatiamo semplicemente che un'apparizione può aver avuto luogo, il resto non è di nostra competenza. Ognuno può, a questo riguardo, mantenere le sue convinzioni, e lo Spiritismo non deve occuparsene. Noi diciamo soltanto che i fatti prodotti dallo Spiritismo ci rivelano nuove leggi e ci offrono la chiave d'un gran numero di cose che sembravano soprannaturali. Se qualcuno di quei fatti, che passavano per miracolosi, trovano una spiegazione logica, questo è un motivo per non precipitarsi a negare ciò che non si comprende.
I fenomeni spiritisti sono contestati da certe persone, precisamente perché sembrano star fuori dalla legge comune e quindi non è possibile rendersene conto. Assegnate a essi una base razionale, e il dubbio cessa. La spiegazione, in questo secolo in cui non ci accontenta di parole, è dunque un possente motivo di convinzione. Così, vediamo tutti i giorni persone che non sono state testimoni di alcun fatto, che non hanno visto né una tavola ruotare né un medium scrivere, e che sono convinte quanto noi, unicamente perché esse hanno letto e compreso. Se uno non dovesse credere che a ciò che ha visto con i propri occhi, la nostra convinzione si ridurrebbe a ben poca cosa.
Quanto al personaggio che si è presentato alla Salette, è tutta un'altra questione. La sua identità non ci è affatto dimostrata. Noi costatiamo semplicemente che un'apparizione può aver avuto luogo, il resto non è di nostra competenza. Ognuno può, a questo riguardo, mantenere le sue convinzioni, e lo Spiritismo non deve occuparsene. Noi diciamo soltanto che i fatti prodotti dallo Spiritismo ci rivelano nuove leggi e ci offrono la chiave d'un gran numero di cose che sembravano soprannaturali. Se qualcuno di quei fatti, che passavano per miracolosi, trovano una spiegazione logica, questo è un motivo per non precipitarsi a negare ciò che non si comprende.
I fenomeni spiritisti sono contestati da certe persone, precisamente perché sembrano star fuori dalla legge comune e quindi non è possibile rendersene conto. Assegnate a essi una base razionale, e il dubbio cessa. La spiegazione, in questo secolo in cui non ci accontenta di parole, è dunque un possente motivo di convinzione. Così, vediamo tutti i giorni persone che non sono state testimoni di alcun fatto, che non hanno visto né una tavola ruotare né un medium scrivere, e che sono convinte quanto noi, unicamente perché esse hanno letto e compreso. Se uno non dovesse credere che a ciò che ha visto con i propri occhi, la nostra convinzione si ridurrebbe a ben poca cosa.
Capitolo III - METODO
18.Il desiderio molto
naturale e molto lodevole di ogni adepto — desiderio che non sarà mai
abbastanza incoraggiato — è quello di fare dei proseliti. È con lo scopo
di facilitare il loro compito che ci proponiamo di esaminare qui la
via, secondo noi, più sicura per raggiungere questo scopo, evitando loro
inutili sforzi.
Abbiamo detto che lo Spiritismo è una scienza completa e una completa filosofia. Colui che voglia seriamente conoscerlo deve, dunque, come prima condizione, disporsi a uno studio serio e convincersi che, non più che ogni altra scienza, lo Spiritismo non può essere appreso giocando.
Lo Spiritismo, l'abbiamo detto, tocca tutte le questioni che interessano l'umanità. Il suo campo è immenso ed è soprattutto nelle sue conseguenze che conviene esaminarlo. La credenza negli Spiriti ne costituisce senza dubbio la base, ma essa non è sufficiente per fare di un individuo uno Spiritista illuminato, così come la credenza in Dio non è sufficiente per farne un teologo. Vediamo dunque in qual modo conviene procedere in questo insegnamento per guidare con più sicurezza verso la convinzione.
Non siano affatto intimoriti gli adepti da questa parola "insegnamento". Non esiste solo l'insegnamento impartito dall'alto del pulpito o della tribuna, c'è anche quello della semplice conversazione. Ogni persona che cerchi di persuaderne un'altra sia attraverso il processo delle spiegazioni, sia attraverso quello delle esperienze, professa un insegnamento. Ciò che noi desideriamo è che la sua fatica dia dei frutti, ed è per questo che crediamo di dover dispensare qualche consiglio, di cui potranno egualmente approfittare coloro che vogliano istruirsi da sé stessi. Essi troveranno il modo per raggiungere con più sicurezza e rapidità l'obiettivo.
Abbiamo detto che lo Spiritismo è una scienza completa e una completa filosofia. Colui che voglia seriamente conoscerlo deve, dunque, come prima condizione, disporsi a uno studio serio e convincersi che, non più che ogni altra scienza, lo Spiritismo non può essere appreso giocando.
Lo Spiritismo, l'abbiamo detto, tocca tutte le questioni che interessano l'umanità. Il suo campo è immenso ed è soprattutto nelle sue conseguenze che conviene esaminarlo. La credenza negli Spiriti ne costituisce senza dubbio la base, ma essa non è sufficiente per fare di un individuo uno Spiritista illuminato, così come la credenza in Dio non è sufficiente per farne un teologo. Vediamo dunque in qual modo conviene procedere in questo insegnamento per guidare con più sicurezza verso la convinzione.
Non siano affatto intimoriti gli adepti da questa parola "insegnamento". Non esiste solo l'insegnamento impartito dall'alto del pulpito o della tribuna, c'è anche quello della semplice conversazione. Ogni persona che cerchi di persuaderne un'altra sia attraverso il processo delle spiegazioni, sia attraverso quello delle esperienze, professa un insegnamento. Ciò che noi desideriamo è che la sua fatica dia dei frutti, ed è per questo che crediamo di dover dispensare qualche consiglio, di cui potranno egualmente approfittare coloro che vogliano istruirsi da sé stessi. Essi troveranno il modo per raggiungere con più sicurezza e rapidità l'obiettivo.
19. Generalmente si crede
che per convincere sia sufficiente mostrare dei fatti. In effetti questo
sembra il cammino più logico, e tuttavia l'esperienza dimostra che non
sempre questo è il migliore. Infatti si vedono spesso persone, che i
fatti più evidenti non riescono per nulla a convincere. A che cosa deve
attribuirsi ciò? È quello che proveremo a dimostrare.
Nello Spiritismo, la questione degli Spiriti è secondaria e consecutiva; non è questo il punto di partenza, e sta precisamente qui l'errore in cui si cade e che spesso ci porta a fallire di fronte a certe persone. Non essendo gli Spiriti null'altro che le anime degli uomini, il vero punto di partenza sarà dunque l'esistenza dell'anima. Ora, come può il materialista ammettere che degli esseri vivano al di fuori del mondo materiale, quando crede sé stesso essere null'altro che materia? Come può credere che ci siano degli Spiriti al di fuori di lui, quando non crede di averne uno in sé stesso? Invano accumuleremmo davanti ai suoi occhi le prove più tangibili: le contesterebbe tutte, perché non ne ammette il principio.
Ogni insegnamento metodico deve procedere dall'elemento conosciuto a quello sconosciuto. Per il materialista, l'elemento conosciuto è la materia. Partite dunque dalla materia e cercate prima di tutto — facendogliela osservare — di convincerlo che in lui c'è qualcosa che sfugge alle leggi della materia. Brevemente: prima di renderlo SPIRITISTA cercate di renderlo SPIRITUALISTA. Ma questo è tutto un altro ordine di fatti, un insegnamento tutto speciale nel quale bisogna procedere con altri mezzi. Parlare al materialista degli Spiriti, prima ch'egli sia convinto di avere un'anima, è come incominciare da dove si dovrebbe finire, perché egli non può ammettere la conclusione se non ne ammette le premesse.
Prima dunque di cominciare a convincere un incredulo, anche con i fatti, conviene assicurarsi sulla sua opinione riguardo all'anima, vale a dire se egli crede alla sua esistenza, alla sua sopravvivenza al corpo, alla sua individualità dopo la morte. Se la sua risposta è negativa, sarebbe fatica sprecata parlargli degli Spiriti. Ecco la regola. Noi però non diciamo che tale regola non abbia delle eccezioni, ma allora il fatto è che esisterà probabilmente un'altra causa che lo renderà meno refrattario.
Nello Spiritismo, la questione degli Spiriti è secondaria e consecutiva; non è questo il punto di partenza, e sta precisamente qui l'errore in cui si cade e che spesso ci porta a fallire di fronte a certe persone. Non essendo gli Spiriti null'altro che le anime degli uomini, il vero punto di partenza sarà dunque l'esistenza dell'anima. Ora, come può il materialista ammettere che degli esseri vivano al di fuori del mondo materiale, quando crede sé stesso essere null'altro che materia? Come può credere che ci siano degli Spiriti al di fuori di lui, quando non crede di averne uno in sé stesso? Invano accumuleremmo davanti ai suoi occhi le prove più tangibili: le contesterebbe tutte, perché non ne ammette il principio.
Ogni insegnamento metodico deve procedere dall'elemento conosciuto a quello sconosciuto. Per il materialista, l'elemento conosciuto è la materia. Partite dunque dalla materia e cercate prima di tutto — facendogliela osservare — di convincerlo che in lui c'è qualcosa che sfugge alle leggi della materia. Brevemente: prima di renderlo SPIRITISTA cercate di renderlo SPIRITUALISTA. Ma questo è tutto un altro ordine di fatti, un insegnamento tutto speciale nel quale bisogna procedere con altri mezzi. Parlare al materialista degli Spiriti, prima ch'egli sia convinto di avere un'anima, è come incominciare da dove si dovrebbe finire, perché egli non può ammettere la conclusione se non ne ammette le premesse.
Prima dunque di cominciare a convincere un incredulo, anche con i fatti, conviene assicurarsi sulla sua opinione riguardo all'anima, vale a dire se egli crede alla sua esistenza, alla sua sopravvivenza al corpo, alla sua individualità dopo la morte. Se la sua risposta è negativa, sarebbe fatica sprecata parlargli degli Spiriti. Ecco la regola. Noi però non diciamo che tale regola non abbia delle eccezioni, ma allora il fatto è che esisterà probabilmente un'altra causa che lo renderà meno refrattario.
20. Fra i materialisti bisogna distinguere due categorie: nella prima metteremo quelli che lo sono per sistema. In
loro non esiste affatto il dubbio, esiste la negazione
assoluta, congetturata alla loro maniera. Ai loro occhi l'uomo non è che
una macchina che funziona finché è caricata, che si guasta, e di cui
dopo la morte non resta che la carcassa. Il loro numero è fortunatamente
molto ristretto e da nessuna parte costituisce una scuola che sia
altamente riconosciuta. Non abbiamo bisogno d'insistere sui deplorevoli
effetti che risulterebbero per l'ordine sociale dalla volgarizzazione
d'una simile dottrina. Noi ci siamo sufficientemente diffusi su questo
argomento ne Il libro degli Spiriti (n. 147 e Conclusione, paragrafo III).
Quando abbiamo detto che il dubbio cessa negli increduli in presenza di una spiegazione razionale, bisogna eccettuare i materialisti estremisti, quelli che negano ogni potere e ogni principio intelligente al di fuori della materia. La maggior parte si ostina nella sua opinione per orgoglio e crede che il suo amor proprio debba essere impegnato a persistervi. Essi vi persistono a dispetto di tutte le prove contrarie, perché non vogliono avere la peggio. Con simile gente non c'è niente da fare; né bisogna lasciarsi illudere dal falso tono di sincerità di coloro che dicono: fatemi vedere e crederò. Ci sono poi quelli che sono più franchi e dicono schiettamente: vedrei qualcosa a cui non crederei mai.
Quando abbiamo detto che il dubbio cessa negli increduli in presenza di una spiegazione razionale, bisogna eccettuare i materialisti estremisti, quelli che negano ogni potere e ogni principio intelligente al di fuori della materia. La maggior parte si ostina nella sua opinione per orgoglio e crede che il suo amor proprio debba essere impegnato a persistervi. Essi vi persistono a dispetto di tutte le prove contrarie, perché non vogliono avere la peggio. Con simile gente non c'è niente da fare; né bisogna lasciarsi illudere dal falso tono di sincerità di coloro che dicono: fatemi vedere e crederò. Ci sono poi quelli che sono più franchi e dicono schiettamente: vedrei qualcosa a cui non crederei mai.
21. La seconda categoria di
materialisti — e di gran lunga la più numerosa poiché il vero
materialismo è un sentimento non naturale — comprende coloro che lo sono
per indifferenza e, si può dire, per mancanza di meglio. Essi
lo sono non per deliberato proposito, e non domandano niente di meglio
che credere, poiché l'incertezza è per loro un tormento. C'è in costoro
una vaga aspirazione verso l'avvenire, ma questo avvenire è stato
presentato con tali colori che la loro ragione non può accettarli; da
qui il dubbio e, come conseguenza del dubbio, l'incredulità. In essi,
dunque, l'incredulità non è affatto un sistema.
Presentate loro qualcosa di razionale, ed essi l'accetteranno immediatamente. Questi poi possono comprenderci, perché sono più vicini a noi di quanto, senza dubbio, essi stessi non credano.
Con i primi non parlate né di rivelazione né degli angeli né del paradiso, essi non vi comprenderebbero. Ma, ponendovi sul loro terreno, innanzi tutto dimostrate loro che le leggi della fisiologia sono impotenti a render ragione di ogni cosa. Il resto verrà in seguito.
È tutto diverso quando l'incredulità non è preconcetta, perché allora la credenza non è del tutto nulla. Si tratta di un germe latente soffocato da cattive erbe, ma che una scintilla può rianimare. È il cieco a cui si rende la vista, e che è felice di rivedere la luce. È il naufrago a cui si tende l'ancora di salvezza.
Presentate loro qualcosa di razionale, ed essi l'accetteranno immediatamente. Questi poi possono comprenderci, perché sono più vicini a noi di quanto, senza dubbio, essi stessi non credano.
Con i primi non parlate né di rivelazione né degli angeli né del paradiso, essi non vi comprenderebbero. Ma, ponendovi sul loro terreno, innanzi tutto dimostrate loro che le leggi della fisiologia sono impotenti a render ragione di ogni cosa. Il resto verrà in seguito.
È tutto diverso quando l'incredulità non è preconcetta, perché allora la credenza non è del tutto nulla. Si tratta di un germe latente soffocato da cattive erbe, ma che una scintilla può rianimare. È il cieco a cui si rende la vista, e che è felice di rivedere la luce. È il naufrago a cui si tende l'ancora di salvezza.
22. Accanto ai materialisti
propriamente detti, c'è una terza categoria d'increduli che, benché
spiritualisti almeno di nome, non sono meno refrattari: si tratta degli increduli di cattiva volontà. Costoro
non sarebbero affatto contenti di dover credere, perché ciò turberebbe
la loro tranquillità nei piaceri materiali. Essi temono di vedervi la
condanna delle loro ambizioni, del loro egoismo e delle vanità umane con
cui si deliziano. Chiudono gli occhi per non vedere e si tappano le
orecchie per non sentire. Non si può che compiangerli.
23. Solo per non tralasciare di menzionarla, parleremo della quarta categoria, che chiameremo quella degli increduli interessati o di cattiva fede. Costoro
sanno benissimo ciò che devono pensare dello Spiritismo, ma
ostentatamente lo condannano per motivi d'interesse personale. Di
costoro non v'è nulla da dire, così come con loro non v'è nulla da fare.
Se il materialista puro s'inganna, egli ha almeno a suo vantaggio la
scusa della buona fede, lo si può far tornare in sé provandogli il suo
errore. In quest'altro, invece, c'è un partito preso, contro cui tutti
gli argomenti vengono a infrangersi. Il tempo s'incaricherà di aprir
loro gli occhi e di mostrare, forse a loro spese, dove erano i loro veri
interessi. Infatti, non potendo impedire alla verità di espandersi,
essi saranno travolti dal torrente e, con loro, quegli interessi che
credevano di salvaguardare.
24. Oltre a queste diverse categorie di oppositori, ne esiste una gamma infinita di altre, tra cui si possono contare gli increduli per pusillanimità: il coraggio verrà loro quando vedranno che gli altri non bruciano; gli increduli per scrupoli religiosi: uno
studio illuminato insegnerà loro che lo Spiritismo poggia sulle basi
fondamentali della religione, la quale rispetta tutte le credenze: anzi
uno dei suoi effetti è quello di infondere dei sentimenti religiosi in
coloro che non ne hanno, e di rafforzarli in coloro nei quali sono
vacillanti. Seguono poi gli increduli per orgoglio, per spirito di
contraddizione, per noncuranza, per leggerezza ecc.
25.Non possiamo omettere una categoria che chiameremo quella degli increduli per disillusione. Essa
comprende le persone che sono passate da una fede esagerata
all'incredulità, poiché hanno provato dei disinganni; scoraggiate, hanno
allora abbandonato tutto, hanno respinto tutto. Esse rientrano nel caso
di colui che nega la buona fede per essere stato ingannato.
Questo è ancora una volta il risultato di uno studio incompleto sullo Spiritismo e di una mancanza d'esperienza. Colui che è mistificato dagli Spiriti generalmente lo è perché domanda loro ciò che essi non devono o non possono dire, oppure perché non è abbastanza illuminato sulla cosa per poter discernere la verità dall'impostura. Molti, d'altra parte, non vedono nello Spiritismo che un nuovo mezzo di divinazione e immaginano che gli Spiriti esistano per predire la buona sorte. Ora, gli Spiriti leggeri e burloni non perdono occasione per divertirsi a spese di costoro. Avviene così ch'essi annunceranno mariti alle giovanette e onori, eredità, tesori nascosti all'ambizioso ecc. Da qui nascono spesso disinganni spiacevoli, da cui tuttavia l'uomo serio e prudente sa sempre tenersi lontano.
Questo è ancora una volta il risultato di uno studio incompleto sullo Spiritismo e di una mancanza d'esperienza. Colui che è mistificato dagli Spiriti generalmente lo è perché domanda loro ciò che essi non devono o non possono dire, oppure perché non è abbastanza illuminato sulla cosa per poter discernere la verità dall'impostura. Molti, d'altra parte, non vedono nello Spiritismo che un nuovo mezzo di divinazione e immaginano che gli Spiriti esistano per predire la buona sorte. Ora, gli Spiriti leggeri e burloni non perdono occasione per divertirsi a spese di costoro. Avviene così ch'essi annunceranno mariti alle giovanette e onori, eredità, tesori nascosti all'ambizioso ecc. Da qui nascono spesso disinganni spiacevoli, da cui tuttavia l'uomo serio e prudente sa sempre tenersi lontano.
26. Una categoria
numerosissima, addirittura la più numerosa di tutte, ma che non potrebbe
essere collocata fra quelle degli oppositori, è la categoria degli incerti. Essi sono generalmente spiritualisti per
principio. C'è nella maggior parte di loro una vaga intuizione delle
idee spiritiste, un'aspirazione verso un qualcosa che non possono
definire; non manca ai loro pensieri che d'essere coordinati e
formulati. Lo Spiritismo è per loro come una linea di luce: è il
chiarore che dissipa la nebbia. Così accolgono lo Spiritismo con
rapidità, perché esso li libera dalle angosce dell'incertezza.
27. Se, da qui, gettiamo un'occhiata sulle diverse categorie di credentinoi troveremo innanzitutto gli Spiritisti ignari d'esserlo. Questa,
propriamente parlando, è una varietà della categoria precedente. Senza
aver mai sentito parlare della Dottrina Spiritista, essi hanno innato il
sentimento dei grandi principi che da essa provengono, e questo
sentimento si riflette su alcuni passi dei loro scritti e dei loro
discorsi, a tal punto che udendoli li si crederebbe assolutamente degli
adepti. Se ne trovano numerosi esempi negli scrittori sacri e profani,
nei poeti, negli oratori, nei moralisti, nei filosofi antichi e moderni.
28. Fra coloro che si sono convinti attraverso uno studio diretto possiamo distinguere:
1°. coloro che credono puramente e semplicemente alle manifestazioni. Lo Spiritismo è per loro una semplice scienza d'osservazione, una serie di fatti più o meno curiosi. Noi li chiameremo Spiritisti sperimentatori;
2°. coloro che vedono nello Spiritismo, oltre ai fatti, qualcos'altro. Ne comprendono la parte filosofica, ammirano la morale che ne deriva, ma non la praticano. La sua influenza sul loro carattere è insignificante o nulla; non cambiano alcuna delle loro abitudini e non rinuncerebbero a un solo piacere. L'avaro è sempre avaro, l'orgoglioso sempre pieno di sé, l'invidioso e il geloso sempre ostili. Per loro la carità cristiana non è che una bella massima. Sono, questi, gli Spiritisti imperfetti;
3°. coloro che non si accontentano di ammirare la morale, ma la praticano e ne accettano tutte le conseguenze. Convinti che l'esistenza terrena è una prova passeggera, cercano di mettere a frutto questi brevi istanti, per marciare sulla via del progresso — che è il solo a poter elevarli nella gerarchia del mondo degli Spiriti — sforzandosi di fare il bene e di reprimere le inclinazioni cattive. Le relazioni con loro offrono sempre sicurezza, poiché la loro convinzione li allontana da ogni pensiero del male. La carità è in tutte le cose la regola della loro condotta. Questi sono i veri Spiritisti o, per meglio dire, gli Spiritisti cristiani;
4°. vi sono, infine, gli Spiritisti esaltati. La specie umana sarebbe perfetta se essa prendesse sempre solo il lato buono delle cose. L'esagerazione è nociva in tutto. Nello Spiritismo essa ripone una fiducia troppo cieca e spesso puerile nelle cose del mondo invisibile e fa accettare troppo facilmente e senza controlli ciò di cui la riflessione e l'analisi dimostrerebbero l'assurdità o l'impossibilità. Ma l'entusiasmo non riflette, abbaglia. Questa sorta di adepti è più nociva che utile alla causa dello Spiritismo. Sono i adatti a convincere, perché si diffida, e con ragione, della loro opinione. Essi sono vittime della loro gran buona fede da parte sia degli Spiriti mistificatori, sia degli uomini che cercano di sfruttare la loro credulità. Se essi fossero i soli a doverne subire le conseguenze, non sarebbe che il male minore; il peggio è che, senza volerlo, offrono delle armi agli increduli, i quali cercano le occasioni per farsi beffe dello Spiritismo piuttosto che quelle per convincersene, né mancano di attribuire genericamente a tutti il ridicolo di alcuni. Senza dubbio, questo non è né giusto né razionale. Ma, si sa, gli avversari dello Spiritismo non riconoscono che le loro ragioni come le sole di buona lega, e conoscere a fondo ciò di cui parlano è la minore delle loro preoccupazioni.
1°. coloro che credono puramente e semplicemente alle manifestazioni. Lo Spiritismo è per loro una semplice scienza d'osservazione, una serie di fatti più o meno curiosi. Noi li chiameremo Spiritisti sperimentatori;
2°. coloro che vedono nello Spiritismo, oltre ai fatti, qualcos'altro. Ne comprendono la parte filosofica, ammirano la morale che ne deriva, ma non la praticano. La sua influenza sul loro carattere è insignificante o nulla; non cambiano alcuna delle loro abitudini e non rinuncerebbero a un solo piacere. L'avaro è sempre avaro, l'orgoglioso sempre pieno di sé, l'invidioso e il geloso sempre ostili. Per loro la carità cristiana non è che una bella massima. Sono, questi, gli Spiritisti imperfetti;
3°. coloro che non si accontentano di ammirare la morale, ma la praticano e ne accettano tutte le conseguenze. Convinti che l'esistenza terrena è una prova passeggera, cercano di mettere a frutto questi brevi istanti, per marciare sulla via del progresso — che è il solo a poter elevarli nella gerarchia del mondo degli Spiriti — sforzandosi di fare il bene e di reprimere le inclinazioni cattive. Le relazioni con loro offrono sempre sicurezza, poiché la loro convinzione li allontana da ogni pensiero del male. La carità è in tutte le cose la regola della loro condotta. Questi sono i veri Spiritisti o, per meglio dire, gli Spiritisti cristiani;
4°. vi sono, infine, gli Spiritisti esaltati. La specie umana sarebbe perfetta se essa prendesse sempre solo il lato buono delle cose. L'esagerazione è nociva in tutto. Nello Spiritismo essa ripone una fiducia troppo cieca e spesso puerile nelle cose del mondo invisibile e fa accettare troppo facilmente e senza controlli ciò di cui la riflessione e l'analisi dimostrerebbero l'assurdità o l'impossibilità. Ma l'entusiasmo non riflette, abbaglia. Questa sorta di adepti è più nociva che utile alla causa dello Spiritismo. Sono i adatti a convincere, perché si diffida, e con ragione, della loro opinione. Essi sono vittime della loro gran buona fede da parte sia degli Spiriti mistificatori, sia degli uomini che cercano di sfruttare la loro credulità. Se essi fossero i soli a doverne subire le conseguenze, non sarebbe che il male minore; il peggio è che, senza volerlo, offrono delle armi agli increduli, i quali cercano le occasioni per farsi beffe dello Spiritismo piuttosto che quelle per convincersene, né mancano di attribuire genericamente a tutti il ridicolo di alcuni. Senza dubbio, questo non è né giusto né razionale. Ma, si sa, gli avversari dello Spiritismo non riconoscono che le loro ragioni come le sole di buona lega, e conoscere a fondo ciò di cui parlano è la minore delle loro preoccupazioni.
29.I mezzi di convincimento
variano estremamente a seconda degli individui: ciò che persuade gli uni
non produce nulla sugli altri. Il tale è convinto da certe
manifestazioni materiali, il talaltro da comunicazioni intelligenti, il
maggior numero dal ragionamento. Noi possiamo anche dire che per la
maggior parte di coloro che non sono preparati attraverso il
ragionamento, i fenomeni materiali sono di ben poco peso. Quanto più
questi fenomeni sono straordinari e si discostano dalle leggi comuni,
tanto più incontrano opposizione. E ciò per una ragione semplicissima:
si è naturalmente portati a dubitare d'una cosa che non abbia una
conferma razionale; ciascuno la considera dal suo punto di vista e se la
spiega a modo suo. Il materialista vi scorge una causa puramente fisica
o una frode, l'ignorante e il superstizioso una causa diabolica o
soprannaturale. Una spiegazione preliminare, invece, produce l'effetto
di distruggere le idee preconcette e di mostrare, se non la realtà,
almeno la possibilità della cosa, che viene compresa ancor prima di
essere stata vista. Ora, dal momento che la possibilità è riconosciuta,
la convinzione è per tre quarti raggiunta.
30. È forse utile cercare di
convincere un incredulo ostinato? Abbiamo già detto che ciò dipende
dalle cause e dalla natura della sua incredulità. Sovente, l'insistenza
che uno può mettere nel persuaderlo lo porta a credere in una sua
personale importanza, ed è questa per lui ragione di più per ostinarsi.
Chi non è convinto né dal ragionamento né dai fatti è colui che deve
ancora affrontare la prova dell'incredulità. Bisogna lasciare alla
Providenza la cura di fargli incontrare circostanze più favorevoli.
Tanti sono quelli che non chiedono altro che di ricevere la luce, ragion
per cui non vale la pena di perdere il proprio tempo con quelli che la
respingono. Indirizzatevi dunque verso gli uomini di buona volontà, il
cui numero è più grande di quanto non si creda, e il loro esempio,
moltiplicandosi, vincerà ogni resistenza più di quanto non riescano a
fare le parole.
Il vero Spiritista non mancherà mai di fare il bene: cuori affranti da sollevare, consolazioni da offrire, disperazioni da calmare, riforme morali da attuare. Qui è la sua missione e qui troverà anche la sua vera soddisfazione. Lo Spiritismo è nell'aria; si diffonde attraverso la forza delle cose anche perché rende felici coloro che lo professano. Quando i suoi avversari sistematici lo sentiranno riecheggiare intorno a sé e fra i loro stessi amici, capiranno il proprio isolamento e saranno indotti o a tacere o ad arrendersi.
Il vero Spiritista non mancherà mai di fare il bene: cuori affranti da sollevare, consolazioni da offrire, disperazioni da calmare, riforme morali da attuare. Qui è la sua missione e qui troverà anche la sua vera soddisfazione. Lo Spiritismo è nell'aria; si diffonde attraverso la forza delle cose anche perché rende felici coloro che lo professano. Quando i suoi avversari sistematici lo sentiranno riecheggiare intorno a sé e fra i loro stessi amici, capiranno il proprio isolamento e saranno indotti o a tacere o ad arrendersi.
31. Per procedere
nell'insegnamento dello Spiritismo come si farebbe con le scienze
ordinarie, bisognerebbe passare in rivista tutta la serie dei fenomeni
che possono prodursi, incominciando dai più semplici per arrivare a
quelli più complicati. Ora, questo non è possibile, perché sarebbe
impossibile fare un corso di Spiritismo sperimentale, come si farebbe un
corso di fisica o di chimica. Nelle scienze naturali si opera sulla
materia grossolana che si manipola secondo la propria volontà, e si è
quasi sempre certi di poterne regolare gli effetti. Nello Spiritismo si
ha a che fare con delle intelligenze che hanno la loro libertà e che a
ogni istante ci dimostrano che esse non sono sottoposte ai nostri
capricci. Bisogna dunque osservare, attendere i risultati, coglierli al
volo. Anche noi dunque diciamo chiaramente che chiunque si vantasse di ottenerli secondo la propria volontà non può essere che un ignorante o un impostore. È
per questo che il VERO Spiritismo non darà mai spettacolo di sé né
calcherà mai le scene. C'è addirittura qualcosa d'illogico nel supporre
che degli Spiriti corrano a fare la parata e si sottopongano a una
investigazione come degli oggetti di curiosità. I fenomeni, dunque,
potrebbero o non accadere quando se ne avrebbe bisogno, o presentarsi in
ordine ben diverso da quello che si desidera. Aggiungiamo ancora che,
per ottenerli, occorrono delle persone dotate di facoltà speciali, e che
queste facoltà variano all'infinito secondo l'attitudine degli
individui. Ora, siccome è estremamente raro che la medesima persona
abbia tutte le attitudini, esiste una difficoltà in più, poiché
bisognerebbe sempre avere a portata di mano una vera collezione di
medium, la qual cosa è quasi impossibile.
Il mezzo per ovviare a questo inconveniente è semplicissimo: occorre incominciare dalla teoria. Qui tutti i fenomeni vengono passati in rassegna, sono spiegati, ci se ne può render conto, si può comprendere la possibilità, si possono conoscere le condizioni nelle quali è possibile che si producano o che incontrino degli ostacoli. Allora, qualunque sia l'ordine con il quale sono indotti dalle circostanze, essi non avranno più niente che possa sorprendere. Questa strada offre ancora un altro vantaggio, quello cioè di risparmiare, a chi voglia operare, una infinità di disinganni. Premunito contro le difficoltà, egli può stare in guardia ed evitare di acquisire l'esperienza a sue spese.
Ci sarebbe difficile dire, da quando ci occupiamo di Spiritismo, il numero delle persone che sono venute da noi, e, fra queste, quante ne abbiamo viste rimanere indifferenti o incredule in presenza dei fatti più palesi, ed essere persuase, più tardi, solo da una spiegazione ragionata. Altrettanto è difficile dire quante altre persone siano state predisposte al convincimento dal ragionamento, quante altre, infine, siano state persuase senza nulla aver visto, ma unicamente perché avevano compreso.
È dunque per esperienza che noi parliamo ed è anche per questo che noi diciamo che il miglior metodo d'insegnamento spiritista è quello di indirizzarsi verso la ragione, prima di dirigersi agli occhi. È il metodo che noi seguiamo nelle nostre lezioni e non abbiamo che da congratularcene.[1]
[1] Il nostro insegnamento teorico e pratico è sempre gratuito.
Il mezzo per ovviare a questo inconveniente è semplicissimo: occorre incominciare dalla teoria. Qui tutti i fenomeni vengono passati in rassegna, sono spiegati, ci se ne può render conto, si può comprendere la possibilità, si possono conoscere le condizioni nelle quali è possibile che si producano o che incontrino degli ostacoli. Allora, qualunque sia l'ordine con il quale sono indotti dalle circostanze, essi non avranno più niente che possa sorprendere. Questa strada offre ancora un altro vantaggio, quello cioè di risparmiare, a chi voglia operare, una infinità di disinganni. Premunito contro le difficoltà, egli può stare in guardia ed evitare di acquisire l'esperienza a sue spese.
Ci sarebbe difficile dire, da quando ci occupiamo di Spiritismo, il numero delle persone che sono venute da noi, e, fra queste, quante ne abbiamo viste rimanere indifferenti o incredule in presenza dei fatti più palesi, ed essere persuase, più tardi, solo da una spiegazione ragionata. Altrettanto è difficile dire quante altre persone siano state predisposte al convincimento dal ragionamento, quante altre, infine, siano state persuase senza nulla aver visto, ma unicamente perché avevano compreso.
È dunque per esperienza che noi parliamo ed è anche per questo che noi diciamo che il miglior metodo d'insegnamento spiritista è quello di indirizzarsi verso la ragione, prima di dirigersi agli occhi. È il metodo che noi seguiamo nelle nostre lezioni e non abbiamo che da congratularcene.[1]
[1] Il nostro insegnamento teorico e pratico è sempre gratuito.
32. Lo studio preliminare
della teoria ha un altro vantaggio, quello cioè di mostrare
immediatamente la grandezza dello scopo e il valore di questa scienza.
Colui che inizia vedendo una tavola ruotare o battere dei colpi si sente
più incline all'irrisione, poiché difficilmente può immaginarsi che da
una tavola possa scaturire una dottrina rigeneratrice dell'umanità. Noi
abbiamo sempre osservato che quelli che credono — prima d'aver visto —
solo perché hanno letto e compreso, lungi dall'essere superficiali, sono
al contrario quelli che riflettono di più. Attaccandosi più alla
sostanza che alla forma, per loro la parte filosofica è la principale, e
i fenomeni propriamente detti sono l'accessorio. Essi dicono che anche
qualora questi fenomeni non esistessero, ne resterebbe almeno una
filosofia che sola risolve problemi finora insoluti, che sola dà del
passato e del suo avvenire la teoria più razionale. Essi, dunque,
preferiscono una dottrina che spieghi a fronte di ogni altra che non
spieghi o che spieghi male.
Chiunque rifletta comprende benissimo che si potrebbe fare astrazione delle manifestazioni, e che la Dottrina non cesserebbe di sussistere. Le manifestazioni vengono a corroborarla, a confermarla, ma non ne costituiscono la base essenziale; l'osservatore serio non le respinge, al contrario, ma attende le circostanze favorevoli che gli permetteranno di esserne testimone. La prova di ciò che noi avanziamo è che, prima di aver sentito parlare delle manifestazioni, una quantità di persone aveva l'intuizione di questa Dottrina, la quale non ha fatto che dare un corpo, un insieme alle loro idee.
Chiunque rifletta comprende benissimo che si potrebbe fare astrazione delle manifestazioni, e che la Dottrina non cesserebbe di sussistere. Le manifestazioni vengono a corroborarla, a confermarla, ma non ne costituiscono la base essenziale; l'osservatore serio non le respinge, al contrario, ma attende le circostanze favorevoli che gli permetteranno di esserne testimone. La prova di ciò che noi avanziamo è che, prima di aver sentito parlare delle manifestazioni, una quantità di persone aveva l'intuizione di questa Dottrina, la quale non ha fatto che dare un corpo, un insieme alle loro idee.
33. Del resto non sarebbe
esatto dire che coloro che iniziano dalla teoria manchino di oggetti di
osservazioni pratiche. Al contrario, non solo essi non mancano di
manifestazioni, ma queste devono avere ai loro occhi addirittura un peso
maggiore di quelle che si potrebbero produrre davanti a loro. Si tratta
di numerosi fatti di manifestazioni spontanee di
cui parleremo nei capitoli successivi. Poche sono le persone che non ne
abbiano conoscenza almeno per sentito dire. Molte ne hanno avute loro
stesse, ma non vi avevano prestato che una mediocre attenzione. La
teoria ha la peculiarità di darne la spiegazione. E noi diciamo che
questi fatti hanno un gran peso, quando poggiano su testimonianze
irrefutabili, perché non se ne può supporre né preparazione né
connivenza. Se i fenomeni provocati non esistessero, non per questo
cesserebbero di esistere quelli spontanei, e lo Spiritismo non avrebbe
per risultato che quello di darne una soluzione razionale, la qual cosa
sarebbe già molto. Inoltre, la maggior parte di coloro che leggono
preventivamente riportano le loro reminiscenze su questi fatti, che sono
per loro una conferma della teoria.
34. Stranamente
s'ingannerebbe circa il nostro modo di vedere chi supponesse che noi
consigliamo di trascurare i fatti. È attraverso i fatti che siamo
arrivati alla teoria. È vero che ci è occorso per questo un lavoro
assiduo di parecchi anni e di migliaia di osservazioni; ma poiché i
fatti ci sono serviti e ci servono tutti i giorni, saremmo incoerenti
con noi stessi se ne contestassimo l'importanza, soprattutto ora che
stiamo realizzando un libro destinato a farli conoscere. Noi diciamo
soltanto che senza il ragionamento essi non sono sufficienti a
determinare la convinzione. Una spiegazione preventiva, invece, la quale
distrugga i preconcetti e dimostri che essi non sono per nulla opposti
alla ragione, dispone ad accettarli.
Questo è così vero che, su dieci persone completamente agli esordi, le quali assisteranno a una seduta di sperimentazione — fosse pure una delle più soddisfacenti dal punto di vista degli adepti — nove usciranno senza essere convinte, e alcune saranno più incredule di prima, poiché gli esperimenti non avranno corrisposto alla loro aspettativa. Avverrà completamente il contrario con quelle persone che potranno rendersene conto attraverso una conoscenza teorica anticipata. Per loro si tratta di un mezzo di controllo, ma nulla le sorprende, neppure l'insuccesso, poiché esse sanno in quali condizioni i fatti si producono, e che non bisogna da tali fatti aspettarsi se non quello ch'essi possono dare. La loro preventiva conoscenza, dunque, le mette in grado di rendersi conto di tutte le anomalie, permettendo di cogliervi un'infinità di dettagli e di gradualità spesso delicatissime. Questi sono per loro mezzi di convincimento che sfuggono all'osservatore ignorante.
Tali motivi ci inducono ad ammettere alle nostre sedute sperimentali solamente le persone che possiedono delle nozioni preparatorie sufficienti per comprendere quello che vi si fa, persuasi che le altre persone vi perderebbero il loro tempo o ci farebbero perdere il nostro.
Questo è così vero che, su dieci persone completamente agli esordi, le quali assisteranno a una seduta di sperimentazione — fosse pure una delle più soddisfacenti dal punto di vista degli adepti — nove usciranno senza essere convinte, e alcune saranno più incredule di prima, poiché gli esperimenti non avranno corrisposto alla loro aspettativa. Avverrà completamente il contrario con quelle persone che potranno rendersene conto attraverso una conoscenza teorica anticipata. Per loro si tratta di un mezzo di controllo, ma nulla le sorprende, neppure l'insuccesso, poiché esse sanno in quali condizioni i fatti si producono, e che non bisogna da tali fatti aspettarsi se non quello ch'essi possono dare. La loro preventiva conoscenza, dunque, le mette in grado di rendersi conto di tutte le anomalie, permettendo di cogliervi un'infinità di dettagli e di gradualità spesso delicatissime. Questi sono per loro mezzi di convincimento che sfuggono all'osservatore ignorante.
Tali motivi ci inducono ad ammettere alle nostre sedute sperimentali solamente le persone che possiedono delle nozioni preparatorie sufficienti per comprendere quello che vi si fa, persuasi che le altre persone vi perderebbero il loro tempo o ci farebbero perdere il nostro.
35. A coloro che vorranno
acquisire queste conoscenze preliminari attraverso le nostre opere,
l'ordine di lettura da noi consigliato è il seguente:
1°. Che cos'è lo Spiritismo? Questo libriccino, di poco più d'un centinaio di pagine, è un'esposizione sommaria dei principi della Dottrina Spiritista, un colpo d'occhio generale che permette d'abbracciare l'insieme in un quadro ristretto. Con poche parole esso ne illustra lo scopo, e ognuno può giudicarne l'importanza. Vi si trova inoltre la risposta alle principali questioni e obiezioni che le persone novizie si sentono naturalmente propense a porre. Questa prima lettura, che richiede solo poco tempo, è un'introduzione che facilita uno studio più approfondito.
2°. Il libro degli Spiriti. Contiene la dottrina completa, dettata dagli Spiriti stessi, con tutta la sua filosofia e tutte le sue conseguenze morali. È la rivelazione del destino dell'uomo, l'iniziazione alla conoscenza della natura degli Spiriti e ai misteri della vita d'oltretomba. Leggendolo si comprende come lo Spiritismo abbia uno scopo serio e non sia un frivolo passatempo.
3°. Il libro dei Medium. È destinato a guidare coloro che desiderano inoltrarsi nella pratica delle manifestazioni, attraverso la conoscenza dei mezzi più idonei per comunicare con gli Spiriti. È una guida sia per i medium sia per gli evocatori, ed è il complemento de Il libro degli Spiriti.
4°. La Rivista Spiritista. È una raccolta antologica di fatti, di spiegazioni teoriche e di brani isolati che completano quanto è detto nelle due precedenti opere e ne è in qualche modo l'applicazione. Se ne può fare la lettura nello stesso tempo, ma essa sarà più proficua e intelligibile soprattutto dopo quella de Il libro degli Spiriti.
Questo è quanto per ciò che ci concerne. Coloro, poi, che di una scienza vogliano conoscere tutto devono necessariamente leggere tinto ciò che sulla materia è stato scritto, o almeno le cose principali, e non limitarsi a un solo autore. Essi devono anche leggere il pro e il contro, le critiche come pure le apologie, iniziarsi ai differenti sistemi, allo scopo di poter giudicare attraverso il raffronto.
Da questo lato, noi non preconizziamo né critichiamo alcuna opera, non volendo assolutamente influire sull'opinione che ci se ne può formare. Apportando la nostra pietra all'edificio, noi ci collochiamo nelle righe. Non ci appartiene affatto essere giudice e parte, né abbiamo la ridicola pretesa di essere gli unici dispensatori della luce. È il lettore che deve separare il buono dal cattivo, il vero dal falso.
1°. Che cos'è lo Spiritismo? Questo libriccino, di poco più d'un centinaio di pagine, è un'esposizione sommaria dei principi della Dottrina Spiritista, un colpo d'occhio generale che permette d'abbracciare l'insieme in un quadro ristretto. Con poche parole esso ne illustra lo scopo, e ognuno può giudicarne l'importanza. Vi si trova inoltre la risposta alle principali questioni e obiezioni che le persone novizie si sentono naturalmente propense a porre. Questa prima lettura, che richiede solo poco tempo, è un'introduzione che facilita uno studio più approfondito.
2°. Il libro degli Spiriti. Contiene la dottrina completa, dettata dagli Spiriti stessi, con tutta la sua filosofia e tutte le sue conseguenze morali. È la rivelazione del destino dell'uomo, l'iniziazione alla conoscenza della natura degli Spiriti e ai misteri della vita d'oltretomba. Leggendolo si comprende come lo Spiritismo abbia uno scopo serio e non sia un frivolo passatempo.
3°. Il libro dei Medium. È destinato a guidare coloro che desiderano inoltrarsi nella pratica delle manifestazioni, attraverso la conoscenza dei mezzi più idonei per comunicare con gli Spiriti. È una guida sia per i medium sia per gli evocatori, ed è il complemento de Il libro degli Spiriti.
4°. La Rivista Spiritista. È una raccolta antologica di fatti, di spiegazioni teoriche e di brani isolati che completano quanto è detto nelle due precedenti opere e ne è in qualche modo l'applicazione. Se ne può fare la lettura nello stesso tempo, ma essa sarà più proficua e intelligibile soprattutto dopo quella de Il libro degli Spiriti.
Questo è quanto per ciò che ci concerne. Coloro, poi, che di una scienza vogliano conoscere tutto devono necessariamente leggere tinto ciò che sulla materia è stato scritto, o almeno le cose principali, e non limitarsi a un solo autore. Essi devono anche leggere il pro e il contro, le critiche come pure le apologie, iniziarsi ai differenti sistemi, allo scopo di poter giudicare attraverso il raffronto.
Da questo lato, noi non preconizziamo né critichiamo alcuna opera, non volendo assolutamente influire sull'opinione che ci se ne può formare. Apportando la nostra pietra all'edificio, noi ci collochiamo nelle righe. Non ci appartiene affatto essere giudice e parte, né abbiamo la ridicola pretesa di essere gli unici dispensatori della luce. È il lettore che deve separare il buono dal cattivo, il vero dal falso.
Capitolo IV - SISTEMI
36.Quando gli strani
fenomeni dello Spiritismo hanno incominciato a verificarsi o, per meglio
dire, si sono rinnovati in questi ultimi tempi, il primo sentimento che
hanno suscitato è stato quello del dubbio sulla loro stessa realtà e
ancor di più sulle loro cause. Allorché essi sono stati accertati da
testimonianze irrefutabili e dagli esperimenti che ciascuno ha potuto
fare, è accaduto che ciascuno li ha interpretati a modo suo, secondo le
sue idee personali, le sue credenze o i suoi pregiudizi. Da qui,
molteplici sistemi che una più attenta osservazione avrebbe dovuto
ridurre al loro giusto valore.
Gli avversari dello Spiritismo hanno creduto di trovare un argomento in questa divergenza di opinioni, dicendo che gli Spiriti stessi non sono d'accordo fra loro. Si trattava di una ragione ben meschina, se si riflette che i primi passi di ogni scienza nascente sono necessariamente incerti, fino a quando il tempo non abbia permesso di riunire e di coordinare tutti quei fatti che possono saldamente fissarne l'opinione. Nella misura in cui i fatti si completano e sono con più attenzione osservati, vengono cancellate le idee premature, se ne stabilisce l'unità, almeno sui punti basilari, se non in tutti i dettagli. È ciò che ha avuto luogo con lo Spiritismo. Esso non poteva, infatti, sfuggire alla legge comune e, per sua natura, doveva anche prestarsi più di ogni altro argomento alla diversità delle interpretazioni. Si può anche dire che a questo riguardo lo Spiritismo è stato più rapido di altre scienze più antiche, quali la medicina, per esempio, che ancora divide i più grandi scienziati.
Gli avversari dello Spiritismo hanno creduto di trovare un argomento in questa divergenza di opinioni, dicendo che gli Spiriti stessi non sono d'accordo fra loro. Si trattava di una ragione ben meschina, se si riflette che i primi passi di ogni scienza nascente sono necessariamente incerti, fino a quando il tempo non abbia permesso di riunire e di coordinare tutti quei fatti che possono saldamente fissarne l'opinione. Nella misura in cui i fatti si completano e sono con più attenzione osservati, vengono cancellate le idee premature, se ne stabilisce l'unità, almeno sui punti basilari, se non in tutti i dettagli. È ciò che ha avuto luogo con lo Spiritismo. Esso non poteva, infatti, sfuggire alla legge comune e, per sua natura, doveva anche prestarsi più di ogni altro argomento alla diversità delle interpretazioni. Si può anche dire che a questo riguardo lo Spiritismo è stato più rapido di altre scienze più antiche, quali la medicina, per esempio, che ancora divide i più grandi scienziati.
37. Nell'ordine metodico, conviene collocare in testa quelli che si potrebbero chiamare sistemi della negazione, vale
a dire quelli degli avversari dello Spiritismo. Noi abbiamo discusso le
loro obiezioni nell'introduzione e nella conclusione de Il libro degli Spiriti e anche nella piccola opera intitolata Che cos'è lo Spiritismo? Sarebbe superfluo ritornarvi qui, e ci limiteremo a ricordare in due parole i motivi sui quali tali obiezioni si fondano.
I fenomeni spiritisti sono di due tipi: quelli con effetti fisici e quelli con effetti intelligenti. I detrattori dello Spiritismo non ammettono l'esistenza degli Spiriti, per la stessa ragione per cui non ammettono niente al di fuori della materia. Ben si comprende, quindi, come essi neghino gli effetti intelligenti. Riguardo agli effetti fisici, li commentano dal loro punto di vista, e i loro argomenti possono riassumersi nei quattro sistemi che seguono.
I fenomeni spiritisti sono di due tipi: quelli con effetti fisici e quelli con effetti intelligenti. I detrattori dello Spiritismo non ammettono l'esistenza degli Spiriti, per la stessa ragione per cui non ammettono niente al di fuori della materia. Ben si comprende, quindi, come essi neghino gli effetti intelligenti. Riguardo agli effetti fisici, li commentano dal loro punto di vista, e i loro argomenti possono riassumersi nei quattro sistemi che seguono.
38. Sistema del ciarlatanesimo. Fra
gli antagonisti dello Spiritismo, molti attribuiscono questi effetti
all'inganno, per la ragione che alcuni si sono potuti imitare. Questa
supposizione trasformerebbe tutti gli Spiritisti in individui ingannati,
e tutti i medium in impostori, senza alcun riguardo per la posizione,
il carattere, l'istruzione e l'onorabilità delle persone. Se questa
supposizione meritasse una risposta, noi diremmo che certi fenomeni
della fisica saranno pure imitati dai prestigiatori, ma che ciò non
prova niente contro la vera scienza. D'altronde, vi sono delle persone
la cui personalità esclude ogni sospetto di frode, e bisognerebbe essere
privi di ogni saper vivere e di ogni civiltà per osare di dire loro in
faccia che sono complici di ciarlataneria.
In una riunione rispettabilissima, a un signore, un sedicente beneducato, che si era permesso una riflessione di questo genere, la padrona di casa disse: «Signore, poiché non siete soddisfatto, vi si renderà il vostro denaro alla porta». E con un gesto gli fece capire quanto di meglio egli dovesse fare. Si vuole, con questo, forse dire che mai ci sono stati abusi? Per crederlo bisognerebbe asserire che gli uomini sono perfetti. Si abusa di tutto, anche delle cose più sacre. Perché non si dovrebbe abusare dello Spiritismo? Ma il cattivo uso che si può fare d'una cosa non può affatto far pregiudicare la cosa stessa. Il controllo che si può ottenere, per verificare la buona fede delle persone, va ricercato nei motivi che le spingono ad agire. Allorché non vi sia speculazione, la ciarlataneria non vi ha niente a che fare.
In una riunione rispettabilissima, a un signore, un sedicente beneducato, che si era permesso una riflessione di questo genere, la padrona di casa disse: «Signore, poiché non siete soddisfatto, vi si renderà il vostro denaro alla porta». E con un gesto gli fece capire quanto di meglio egli dovesse fare. Si vuole, con questo, forse dire che mai ci sono stati abusi? Per crederlo bisognerebbe asserire che gli uomini sono perfetti. Si abusa di tutto, anche delle cose più sacre. Perché non si dovrebbe abusare dello Spiritismo? Ma il cattivo uso che si può fare d'una cosa non può affatto far pregiudicare la cosa stessa. Il controllo che si può ottenere, per verificare la buona fede delle persone, va ricercato nei motivi che le spingono ad agire. Allorché non vi sia speculazione, la ciarlataneria non vi ha niente a che fare.
39. Sistema della follia. Alcuni,
per condiscendenza, concordano nello scartare il sospetto d'inganno, e
pretendono che quanti non ingannano siano essi stessi ingannati, la qual
cosa equivale a qualificarli come dei perfetti imbecilli. Quando gli
increduli usano meno eleganza, dicono molto semplicemente che si tratta
di folli, attribuendosi così con disinvoltura il privilegio del buon
senso. È questo il sommo argomento di coloro che non hanno assolutamente
delle buone ragioni da opporre. D'altronde, questo tipo di attacco è
diventato ridicolo a forza di banalità e non merita che si perda il
proprio tempo per respingerlo. Gli Spiritisti, d'altra parte, non se ne
preoccupano molto, coraggiosamente si schierano dalla loro parte e si
consolano pensando che hanno per compagni di sventura abbastanza persone
il cui merito non potrebbe essere contestato.
Bisogna, in effetti, convenire che questa follia — se di follia si tratta — ha un ben singolare carattere, quello cioè di riguardare di preferenza la classe illuminata, nella quale lo Spiritismo conta finora l'immensa maggioranza dei suoi adepti. Se, nel numero, si incontrano alcune eccentricità, esse non provano contro questa Dottrina nulla di più di quanto i religiosi pazzi non provino contro la religione, i melomani pazzi contro la musica e i matematici pazzi contro le matematiche. Tutte le idee hanno sempre trovato dei fanatici esagerati, e bisognerebbe essere dotati di una mente ben ottusa per confondere l'esagerazione di una cosa con la cosa stessa.
Noi rinviamo, per più ampie spiegazioni su questo argomento, al nostro libriccino, Che cos'è lo Spiritismo oppure a Il libro degli Spiriti (Introduzione, paragrafo XV).
Bisogna, in effetti, convenire che questa follia — se di follia si tratta — ha un ben singolare carattere, quello cioè di riguardare di preferenza la classe illuminata, nella quale lo Spiritismo conta finora l'immensa maggioranza dei suoi adepti. Se, nel numero, si incontrano alcune eccentricità, esse non provano contro questa Dottrina nulla di più di quanto i religiosi pazzi non provino contro la religione, i melomani pazzi contro la musica e i matematici pazzi contro le matematiche. Tutte le idee hanno sempre trovato dei fanatici esagerati, e bisognerebbe essere dotati di una mente ben ottusa per confondere l'esagerazione di una cosa con la cosa stessa.
Noi rinviamo, per più ampie spiegazioni su questo argomento, al nostro libriccino, Che cos'è lo Spiritismo oppure a Il libro degli Spiriti (Introduzione, paragrafo XV).
40. Sistema dell'allucinazione. Un'altra
opinione, meno offensiva in quanto possiede una tenue colorazione
scientifica, consiste nel collocare i fenomeni nel novero di quelli
dovuti all'illusione dei sensi. In questo modo l'osservatore sarebbe in
perfetta buona fede, però crederebbe di vedere ciò che non vede. Quando
vede una tavola sollevarsi e mantenersi nello spazio senza punti
d'appoggio, la tavola non si sarebbe mossa dal suo posto. Egli la vede
nell'aria per una sorta di miraggio o per un effetto di rifrazione, come
quello che fa vedere un astro, o un oggetto nell'acqua, fuori della sua
posizione reale. Al limite questo sarebbe anche possibile. Ma quelli
che sono stati testimoni di questo fenomeno hanno potuto costatare il
distacco dal suolo passando sotto la tavola sospesa, la qual cosa
parrebbe difficile se essa non avesse abbandonato il suolo. D'altro
canto è accaduto più volte che la tavola si sia rotta cadendo: diranno
ancora che si tratta soltanto di un effetto ottico?
Una causa fisiologica, che è ben nota, può senza dubbio far sì che uno creda di veder ruotare una cosa che non si muove, oppure che uno creda di girare lui stesso quando è invece immobile. Ma, allorché parecchie persone attorno a un tavolo sono trascinate da un movimento così rapido ch'esse fanno fatica a seguirlo, e che alcune sono a volte gettate a terra, si dirà ancora che tutte sono prese da vertigine, come l'ubriaco che crede di veder passare la sua casa davanti a sé?
Una causa fisiologica, che è ben nota, può senza dubbio far sì che uno creda di veder ruotare una cosa che non si muove, oppure che uno creda di girare lui stesso quando è invece immobile. Ma, allorché parecchie persone attorno a un tavolo sono trascinate da un movimento così rapido ch'esse fanno fatica a seguirlo, e che alcune sono a volte gettate a terra, si dirà ancora che tutte sono prese da vertigine, come l'ubriaco che crede di veder passare la sua casa davanti a sé?
41. Sistema del muscolo scricchiolante. Se,
però, le cose possono stare così per quanto riguarda la vista, non può
essere altrettanto per l'udito. Infatti, quando dei colpi battuti sono
uditi da un'intera assemblea, non si possono ragionevolmente attribuire a
una illusione. Noi scartiamo, beninteso, ogni idea di frode e
supponiamo che con un'attenta osservazione si sia costatato che essi non
sono dovuti ad alcuna causa fortuita o materiale.
È vero che un sapiente medico ne diede, a suo vedere, una spiegazione perentoria.[2] Egli disse: «La causa è nelle contrazioni volontarie o involontarie del tendine del muscolo peroneo breve». Egli entra, riguardo a questo argomento, nei dettagli anatomici più completi per dimostrare attraverso quale meccanismo questo tendine può produrre tali rumori, imitare il rullio del tamburo e anche eseguire arie ritmate. Da ciò egli conclude che tutti coloro che credono di sentire battere dei colpi in una tavola sono tratti in inganno o da una mistificazione o da un'illusione.
Il fatto in sé stesso non è nuovo. Sfortunatamente per l'autore di questa pretesa scoperta, la sua teoria non è idonea a spiegare tutti i casi. Innanzi tutto diremo che coloro che godono della singolare facoltà, quella cioè di far scricchiolare secondo la loro volontà il muscolo peroneo breve o qualsiasi altro muscolo, e di eseguire in questo modo delle arie ritmate, sono dei soggetti eccezionali. Invece la facoltà di far sì che una tavola emetta il suono di colpi è molto comune, e che tra coloro che possiedono questa facoltà, non tutti godono, neppure lontanamente, della prima.
In secondo luogo il sapiente dottore ha dimenticato di spiegare come lo scricchiolio muscolare di una persona, immobile e lontana dalla tavola, possa produrvi delle vibrazioni sensibili al tatto; come questo rumore possa ripercuotersi secondo la volontà degli astanti nelle varie parti della tavola, negli altri mobili, contro i muri, nel soffitto ecc.; come, infine, l'azione di questo muscolo possa estendersi a una tavola che non viene toccata e farla muovere. Del resto, una tale spiegazione, ammesso che ce ne sia una, non invaliderebbe che il fenomeno dei colpi battuti, ma non può riguardare tutti gli altri sistemi di comunicazione. Concludiamo dicendo che quegli ha giudicato senza aver visto o senza aver visto tutto e aver visto bene.
È sempre deplorevole che uomini di scienza diano sbrigativamente, su ciò che non conoscono, delle spiegazioni che i fatti possono smentire. Il loro giudizio, quanto quel loro stesso sapere, allontana da loro i limiti dello sconosciuto.
---------------------------------------
[2] Dottor Jobert (de Lamballe). Per amore di giustizia bisogna dire che questa scoperta è dovuta al dottor Schiff. Il dottor Jobert ne sviluppò le conseguenze all'Accademia di Medicina per dare il colpo di grazia agli Spiriti percotitori. Se ne troveranno tutti i particolari nella Rivista Spiritista del mese di giugno del 1859.
È vero che un sapiente medico ne diede, a suo vedere, una spiegazione perentoria.[2] Egli disse: «La causa è nelle contrazioni volontarie o involontarie del tendine del muscolo peroneo breve». Egli entra, riguardo a questo argomento, nei dettagli anatomici più completi per dimostrare attraverso quale meccanismo questo tendine può produrre tali rumori, imitare il rullio del tamburo e anche eseguire arie ritmate. Da ciò egli conclude che tutti coloro che credono di sentire battere dei colpi in una tavola sono tratti in inganno o da una mistificazione o da un'illusione.
Il fatto in sé stesso non è nuovo. Sfortunatamente per l'autore di questa pretesa scoperta, la sua teoria non è idonea a spiegare tutti i casi. Innanzi tutto diremo che coloro che godono della singolare facoltà, quella cioè di far scricchiolare secondo la loro volontà il muscolo peroneo breve o qualsiasi altro muscolo, e di eseguire in questo modo delle arie ritmate, sono dei soggetti eccezionali. Invece la facoltà di far sì che una tavola emetta il suono di colpi è molto comune, e che tra coloro che possiedono questa facoltà, non tutti godono, neppure lontanamente, della prima.
In secondo luogo il sapiente dottore ha dimenticato di spiegare come lo scricchiolio muscolare di una persona, immobile e lontana dalla tavola, possa produrvi delle vibrazioni sensibili al tatto; come questo rumore possa ripercuotersi secondo la volontà degli astanti nelle varie parti della tavola, negli altri mobili, contro i muri, nel soffitto ecc.; come, infine, l'azione di questo muscolo possa estendersi a una tavola che non viene toccata e farla muovere. Del resto, una tale spiegazione, ammesso che ce ne sia una, non invaliderebbe che il fenomeno dei colpi battuti, ma non può riguardare tutti gli altri sistemi di comunicazione. Concludiamo dicendo che quegli ha giudicato senza aver visto o senza aver visto tutto e aver visto bene.
È sempre deplorevole che uomini di scienza diano sbrigativamente, su ciò che non conoscono, delle spiegazioni che i fatti possono smentire. Il loro giudizio, quanto quel loro stesso sapere, allontana da loro i limiti dello sconosciuto.
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[2] Dottor Jobert (de Lamballe). Per amore di giustizia bisogna dire che questa scoperta è dovuta al dottor Schiff. Il dottor Jobert ne sviluppò le conseguenze all'Accademia di Medicina per dare il colpo di grazia agli Spiriti percotitori. Se ne troveranno tutti i particolari nella Rivista Spiritista del mese di giugno del 1859.
42. Sistema delle cause fisiche. Qui
usciamo dal sistema della negazione assoluta. Una volta accertata la
realtà dei fenomeni, il primo pensiero, che naturalmente è venuto allo
spirito di coloro che li hanno riconosciuti, è stato quello di
attribuire i movimenti al magnetismo, all'elettricità, o all'azione di
un qualsiasi fluido, in una parola, a una causa del tutto fisica e
materiale. Questa opinione non aveva niente d'irrazionale e avrebbe
prevalso se il fenomeno si fosse limitato a degli effetti puramente
meccanici. Inoltre, una circostanza sembrava rinforzarla: in certi casi,
l'aumento della potenza era proporzionale al numero delle persone.
Ciascuna di esse poteva così essere considerata come uno degli elementi
di una pila elettrica umana. Ciò che caratterizza una vera teoria —
l'abbiamo già detto — è il poter rendere conto di tutto; ma se un solo
fatto viene a contraddirla, è perché essa è falsa, incompleta o troppo
assoluta. Ora, è ciò che non ha tardato a verificarsi qui.
Questi movimenti e questi colpi hanno dato dei segnali intelligenti, obbedendo alla volontà e rispondendo al pensiero. Essi dovevano dunque avere una causa intelligente. Dal momento in cui l'effetto cessava d'essere puramente fisico, la causa, per questa stessa ragione, doveva avere un'altra sorgente. Anche il sistema dell'azione esclusiva d'un agente materiale è stato abbandonato; si ritrova solo presso coloro che giudicano a priori e senza aver veduto. Il punto fondamentale è dunque quello di verificare l'azione intelligente, e questo è ciò di cui può convincersi chiunque voglia darsi la pena di osservare.
Questi movimenti e questi colpi hanno dato dei segnali intelligenti, obbedendo alla volontà e rispondendo al pensiero. Essi dovevano dunque avere una causa intelligente. Dal momento in cui l'effetto cessava d'essere puramente fisico, la causa, per questa stessa ragione, doveva avere un'altra sorgente. Anche il sistema dell'azione esclusiva d'un agente materiale è stato abbandonato; si ritrova solo presso coloro che giudicano a priori e senza aver veduto. Il punto fondamentale è dunque quello di verificare l'azione intelligente, e questo è ciò di cui può convincersi chiunque voglia darsi la pena di osservare.
43. Sistema del riflesso. Una
volta riconosciuta l'azione intelligente restava da scoprire quale
fosse la sorgente di questa intelligenza. Si è pensato che poteva essere
quella del medium o degli astanti, e che essa si riflettesse come la
luce o le onde sonore. Questo era possibile, ma solo l'esperienza poteva
dire la sua ultima parola. Osserviamo subito che questo sistema si
allontana già completamente dall'idea puramente materialista. Perché
l'intelligenza degli astanti potesse riprodursi per via diretta,
bisognava ammettere nell'uomo un principio al di fuori dell'organismo.
Se il pensiero espresso fosse stato sempre quello degli astanti, la teoria della riflessione sarebbe stata confermata. Ora, il fenomeno, sia pure ridotto a queste proporzioni, non era forse del più alto interesse? Il pensiero, che si ripercuote in un corpo inerte e che si traduce in movimento e rumore, non era forse una cosa assai importante? Non c'era forse in questo di che stimolare la curiosità degli scienziati? Perché dunque l'hanno disdegnato? Loro, proprio loro che si sfiancano nella ricerca d'una fibra nervosa!
Solo l'esperienza, diciamo noi, poteva dare torto o ragione a questa teoria, e l'esperienza le ha dato torto, poiché essa dimostra a ogni istante, e con i fatti più positivi, che il pensiero espresso può essere non solo estraneo a quello degli astanti, ma che sovente gli è completamente contrario. Dimostra, inoltre, che esso viene a contraddire tutte le idee preconcette, a sventare tutte le previsioni. In effetti, quando io penso bianco e mi viene risposto nero, mi è difficile credere che la risposta provenga da me. Ci si appoggia su qualche caso di identità tra il pensiero espresso e quello degli astanti; ma che cosa prova questo se non che gli astanti possono pensare come l'intelligenza che si comunica? Non è detto, infatti, che essi debbano sempre essere di opinione opposta. Quando, durante una conversazione, l'interlocutore esprime un pensiero analogo al vostro, direte per questo che esso proviene da voi? Sono sufficienti alcuni esempi, ben verificati, per provare che questa teoria non può essere assoluta.
Come d'altronde spiegare con il riflesso del pensiero la scrittura prodotta da persone che non sanno scrivere, le risposte del più alto valore filosofico ottenute da persone illetterate, oppure le risposte che vengono date a domande mentali o poste in una lingua perfettamente sconosciuta al medium, e mille altri fatti che non possono lasciare dubbi sull'indipendenza dell'intelligenza che si manifesta? L'opinione contraria non può essere che il risultato d'una mancanza di osservazione.
Se la presenza d'una intelligenza estranea è moralmente provata dalla natura delle risposte, essa lo è materialmente dal fatto della scrittura diretta; vale a dire, dalla scrittura ottenuta spontaneamente, senza penna né matita, senza alcun contatto, e nonostante tutte le precauzioni prese per garantirsi da ogni sotterfugio. Il carattere intelligente del fenomeno non potrebbe essere messo in dubbio. C'è dunque ben altro al di là di un'azione fluidica. Per di più, la spontaneità del pensiero espresso, oltre ogni aspettativa e ogni questione proposta, non permette di vedervi un riflesso del pensiero degli astanti.
Il sistema del riflesso è, inoltre, molto incivile in certi casi. Quando, in una riunione di persone perbene, sopravviene inopinatamente una di quelle comunicazioni rivoltanti per la loro volgarità, sarebbe fare un ben sgradevole omaggio agli astanti con il pretendere ch’essa provenga da uno di loro, ed è probabile che ognuno si affretterebbe a rinnegarla (si legga ne Il Libro degli Spiriti, “Introduzione” al paragrafo XVI).
Se il pensiero espresso fosse stato sempre quello degli astanti, la teoria della riflessione sarebbe stata confermata. Ora, il fenomeno, sia pure ridotto a queste proporzioni, non era forse del più alto interesse? Il pensiero, che si ripercuote in un corpo inerte e che si traduce in movimento e rumore, non era forse una cosa assai importante? Non c'era forse in questo di che stimolare la curiosità degli scienziati? Perché dunque l'hanno disdegnato? Loro, proprio loro che si sfiancano nella ricerca d'una fibra nervosa!
Solo l'esperienza, diciamo noi, poteva dare torto o ragione a questa teoria, e l'esperienza le ha dato torto, poiché essa dimostra a ogni istante, e con i fatti più positivi, che il pensiero espresso può essere non solo estraneo a quello degli astanti, ma che sovente gli è completamente contrario. Dimostra, inoltre, che esso viene a contraddire tutte le idee preconcette, a sventare tutte le previsioni. In effetti, quando io penso bianco e mi viene risposto nero, mi è difficile credere che la risposta provenga da me. Ci si appoggia su qualche caso di identità tra il pensiero espresso e quello degli astanti; ma che cosa prova questo se non che gli astanti possono pensare come l'intelligenza che si comunica? Non è detto, infatti, che essi debbano sempre essere di opinione opposta. Quando, durante una conversazione, l'interlocutore esprime un pensiero analogo al vostro, direte per questo che esso proviene da voi? Sono sufficienti alcuni esempi, ben verificati, per provare che questa teoria non può essere assoluta.
Come d'altronde spiegare con il riflesso del pensiero la scrittura prodotta da persone che non sanno scrivere, le risposte del più alto valore filosofico ottenute da persone illetterate, oppure le risposte che vengono date a domande mentali o poste in una lingua perfettamente sconosciuta al medium, e mille altri fatti che non possono lasciare dubbi sull'indipendenza dell'intelligenza che si manifesta? L'opinione contraria non può essere che il risultato d'una mancanza di osservazione.
Se la presenza d'una intelligenza estranea è moralmente provata dalla natura delle risposte, essa lo è materialmente dal fatto della scrittura diretta; vale a dire, dalla scrittura ottenuta spontaneamente, senza penna né matita, senza alcun contatto, e nonostante tutte le precauzioni prese per garantirsi da ogni sotterfugio. Il carattere intelligente del fenomeno non potrebbe essere messo in dubbio. C'è dunque ben altro al di là di un'azione fluidica. Per di più, la spontaneità del pensiero espresso, oltre ogni aspettativa e ogni questione proposta, non permette di vedervi un riflesso del pensiero degli astanti.
Il sistema del riflesso è, inoltre, molto incivile in certi casi. Quando, in una riunione di persone perbene, sopravviene inopinatamente una di quelle comunicazioni rivoltanti per la loro volgarità, sarebbe fare un ben sgradevole omaggio agli astanti con il pretendere ch’essa provenga da uno di loro, ed è probabile che ognuno si affretterebbe a rinnegarla (si legga ne Il Libro degli Spiriti, “Introduzione” al paragrafo XVI).
44. Sistema dell'anima collettiva. È
una variante del precedente. Secondo questo sistema, soltanto l'anima
del medium si manifesta, ma essa si identifica con quella di parecchi
altri viventi, presenti o assenti, e forma un tutto collettivo, che
riunisce le attitudini, l'intelligenza e le conoscenze di ciascuno.
Quantunque il volumetto, dove questa teoria è esposta, sia intitolato La luce,[3]
essa ci è apparsa in uno stile molto oscuro. Ammettiamo di averla
compresa poco e non ne parliamo che a titolo informativo. D'altronde,
come molte altre, essa è un'opinione individuale che ha fatto pochi
proseliti. Il nome di Émah Tirpsé è quello
che prende l'autore per designare l'essere collettivo creato dalla sua
immaginazione. Egli prende per epigrafe la seguente sentenza: Non vi è nulla di occulto che non debba essere conosciuto.Questa
proposizione è palesemente falsa, perché c'è una quantità di cose che
l'uomo non può e non deve sapere. Ben presuntuoso sarebbe colui che
pretendesse di penetrare tutti i segreti di Dio.
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[3] Comunione. La luce del fenomeno dello Spirito. Tavole parlanti, sonnambuli, medium, miracoli. Magnetismo spirituale: potenza della pratica della fede. Attraverso A'filah TiTsé, un'anima collettiva che scrive per mezzo di una tavoletta. Bruxelles, 1858, presso Devroye.
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[3] Comunione. La luce del fenomeno dello Spirito. Tavole parlanti, sonnambuli, medium, miracoli. Magnetismo spirituale: potenza della pratica della fede. Attraverso A'filah TiTsé, un'anima collettiva che scrive per mezzo di una tavoletta. Bruxelles, 1858, presso Devroye.
45. Sistema sonnambolico. Questo
sistema ha avuto più adepti di altri e ancora ne conta alcuni. Come il
precedente, esso afferma che tutte le comunicazioni intelligenti hanno
la loro sorgente nell'anima o Spirito del medium. Ma per spiegare la sua
attitudine a trattare argomenti che sono fuori del campo delle sue
cognizioni, invece di supporre che esista in lui un'anima multipla, egli
attribuisce questa attitudine a una sorta di stato sonnambolico o
estatico che esalta e sviluppa la sua intelligenza. In certi casi, non
si può negare l'influenza di questa causa. Ma è sufficiente aver visto
all'opera la maggior parte dei medium per convincersi che quella causa
non può risolvere tutti i fatti e che essa costituisce l'eccezione e non
la regola. Si potrebbe credere che le cose stanno così se il medium
avesse sempre l'aria d'un ispirato o di un estatico, apparenza che
d'altronde egli potrebbe perfettamente simulare se volesse rappresentare
la commedia. Ma come credere all'ispirazione, quando il medium scrive
come una macchina, senza avere la minima coscienza di ciò che sta per
ottenere, senza la più piccola emozione, senza preoccuparsi di ciò che
sta facendo, e il tutto guardando altrove, ridendo e parlando del più e
del meno?
Si potrebbe comprendere la sovreccitazione delle idee, ma non si comprende come essa possa far scrivere uno che non sa scrivere, e ancor meno quando le comunicazioni sono trasmesse per mezzo di colpi battuti oppure per mezzo di una tavoletta o di un cestello.
Nel corso di quest'opera, avremo occasione di dimostrare la parte che bisogna attribuire all'influenza delle idee del medium. Ma i fatti in cui l'intelligenza estranea si rivela attraverso segnali incontestabili sono così numerosi e così evidenti, che non possono lasciare alcun dubbio a questo riguardo. L'errore della maggior parte dei sistemi, apparsi all'origine dello Spiritismo, è quello di aver tratto delle conclusioni generali da qualche fatto isolato.
Si potrebbe comprendere la sovreccitazione delle idee, ma non si comprende come essa possa far scrivere uno che non sa scrivere, e ancor meno quando le comunicazioni sono trasmesse per mezzo di colpi battuti oppure per mezzo di una tavoletta o di un cestello.
Nel corso di quest'opera, avremo occasione di dimostrare la parte che bisogna attribuire all'influenza delle idee del medium. Ma i fatti in cui l'intelligenza estranea si rivela attraverso segnali incontestabili sono così numerosi e così evidenti, che non possono lasciare alcun dubbio a questo riguardo. L'errore della maggior parte dei sistemi, apparsi all'origine dello Spiritismo, è quello di aver tratto delle conclusioni generali da qualche fatto isolato.
46. Sistema pessimista, diabolico o demoniaco. Qui
noi entriamo in un altro ordine di idee. Costatato l'intervento di una
intelligenza estranea, si trattava di sapere quale fosse la natura di
questa intelligenza. Il mezzo più semplice era senza dubbio quello di
chiederglielo. Ma certe persone non hanno trovato in questo una garanzia
sufficiente, e in tutte le manifestazioni non hanno voluto vedere altro
che un'opera diabolica. Secondo queste persone, il diavolo o i demoni
sono i soli a poter comunicare con noi. Quantunque questo sistema
incontri oggi una debole eco, è innegabile che per qualche tempo godette
di un certo credito, dovuto al carattere stesso di coloro che avevano
cercato di farlo prevalere. Noi faremo tuttavia osservare che i fautori
del sistema demoniaco non devono affatto essere annoverati fra gli
avversari dello Spiritismo, al contrario. Che gli esseri che comunicano
con noi siano dei demoni o degli angeli, sono sempre comunque degli
esseri incorporei. Ora, ammettere la manifestazione dei demoni è pur
sempre una possibilità per comunicare con il mondo invisibile, o almeno
con una parte di questo mondo.
La credenza nella comunicazione esclusiva dei démoni — per quanto irrazionale possa essere — poteva non sembrare impossibile, dal momento che si guardava agli Spiriti come a degli esseri al di fuori dell'umanità. Ma poiché si sa che gli Spiriti altro non sono che le anime di coloro che sono vissuti, tale credenza ha perduto tutto il suo prestigio e, si può ben dire, ogni credibilità. Infatti ne conseguirebbe che tutte queste anime sono dei démoni, fossero esse quelle d'un padre, d'un figlio o di un amico, e che noi stessi, morendo, diventiamo dei démoni: dottrina poco piacevole e poco consolante per molta gente. Sarà ben difficile persuadere una madre che il caro figlio, ch'ella ha perduto, e che viene a darle, dopo la sua morte, prove del suo affetto e della sua identità, sia un discepolo di Satana.
È vero che tra gli Spiriti ve ne sono di molto malvagi e che non valgono più di quelli che sono chiamati démoni. Ma ciò avviene per una ragione semplicissima, per il fatto, cioè, che ci sono uomini assai malvagi, che la morte non rende immediatamente migliori. Il problema è sapere se essi siano i soli che possano comunicare con noi. A quanti così pensano noi rivolgiamo le domande che qui riportiamo.
1°. Ci sono buoni e cattivi Spiriti?
2°. Dio è perciò più potente dei cattivi Spiriti o dei démoni, se così volete chiamarli?
3°. Affermare che comunicano solo quelli cattivi, è come dire che i buoni non possono farlo. Se è così, delle due cose l'una: questo accade o per la volontà o contro la volontà di Dio. Se ciò accade contro la Sua volontà, vuol dire che gli Spiriti malvagi sono più potenti di Lui; se accade per Sua volontà, perché, nella Sua bontà, non lo permetterebbe ai buoni, per controbilanciare l'influenza di quegli altri?
4°. Quale prova potete dare dell'impotenza dei buoni Spiriti a comunicare?
5°. Quando vi viene contrapposta la sapienza di certe comunicazioni, voi rispondete che il demonio prende ogni tipo di maschera per meglio sedurre. Noi sappiamo, infatti, che ci sono degli Spiriti ipocriti che danno al loro linguaggio una vernice di sapienza. Ma credete voi che l'ignoranza possa contraffare il vero sapere, e una cattiva natura contraffare la vera virtù, senza lasciar trasparire niente che possa svelare la frode?
6°. Se è il demonio soltanto a comunicare, perché, dal momento ch'egli è il nemico di Dio e degli uomini, raccomanda di pregare Dio, di sottomettersi alla Sua volontà, di sopportare senza lagnanze le tribolazioni della vita, di non aspirare né agli onori né alle ricchezze, di praticare la carità e tutte le massime di Cristo, in una parola, di fare tutto ciò che è necessario per distruggere il suo dominio? Se è il demonio che dà tali consigli, bisogna convenire che, per quanto furbo egli possa essere, sarebbe ben maldestro a fornire delle armi contro sé stesso.[4]
[4] Tale questione è stata trattata ne Il libro degli Spiriti (nn. 128 e ss.). Ma noi raccomandiamo, su questo argomento e su tutti quelli che concernono la parte religiosa, il volumetto intitolato Lettre d'un catholique sur le Spiritisme (Lettera di un cattolico sullo Spiritismo) del dottore Grand, antico console di Francia. Così come raccomandiamo quello che noi stiamo per pubblicare con il titolo Le contradicteurs du Spiritisme au point de vue de la religion, de la scienze e du matérialisme (Le confutazioni dello Spiritismo dal punto di vista della religione, della scienza e del materialismo).
7°. Dal momento che gli Spiriti comunicano, questo avviene perché Dio lo permette. In presenza delle buone e delle cattive comunicazioni, non sarebbe più logico pensare che Dio permette le une per metterci alla prova e le altre per consigliarci il bene?
8°. Che cosa pensereste voi d'un padre che lasciasse suo figlio alla mercé di esempi e consigli dannosi, che allontanasse da lui e gli proibisse di vedere quelle persone che potrebbero distoglierlo dal male? Ci è forse lecito supporre che Dio agisca come un buon padre non agirebbe mai, e che, essendo Egli la bontà per eccellenza, faccia meno di quello che farebbe un uomo?
9°. La Chiesa riconosce come autentiche certe manifestazioni della Vergine e di altri santi nelle apparizioni, visioni, comunicazioni orali ecc. Questa credenza non è in contraddizione con la dottrina della comunicazione esclusiva dei demoni?
Noi crediamo che certe persone abbiano professata questa teoria in buona fede; ma crediamo anche che molte l'abbiano adottata unicamente con lo scopo di evitare di occuparsi di queste cose, a causa delle cattive comunicazioni che uno si espone a ricevere. Dicendo che solo il diavolo può manifestarsi, esse hanno cercato di spaventare, pressappoco come quando diciamo a un bambino: "Non toccare questa cosa, perché questa cosa brucia". L'intenzione può essere lodevole, ma l'obiettivo è mancato, perché il divieto eccita soltanto la curiosità, mentre la paura del diavolo fa arretrare ben poca gente. Lo si vuol conoscere questo diavolo, non foss'altro che per vedere come è fatto. E si rimane molto stupiti di non trovarlo poi così nero come lo si era creduto.
Non potrebbe vedersi anche un altro motivo dietro questa teoria esclusiva del diavolo? Ci sono persone le quali trovano che tutti quelli che non sono della loro opinione hanno torto. Orbene, quanti pretendono che tutte le comunicazioni siano opera del demonio non sarebbero forse mossi dalla paura di non trovare gli Spiriti d'accordo con loro su tutti i punti, e più su quelli che toccano gli interessi di questo mondo piuttosto che su quelli dell'altro? Non potendo negare i fatti, essi vollero presentarli in una maniera spaventosa. Questo mezzo, tuttavia, non produsse miglior risultato degli altri. Dove nulla può la paura del ridicolo, bisogna rassegnarsi e lasciar perdere.
Il musulmano che udisse uno Spirito parlare contro certe leggi del Corano, di sicuro penserebbe trattarsi di uno Spirito cattivo. La stessa cosa sarebbe per un ebreo riguardo a certe pratiche della legge di Mosé. Quanto ai cattolici, noi ne abbiamo sentito uno affermare che lo Spirito che comunicava non poteva essere che il diavolo, poiché si era permesso di pensare diversamente da lui circa il potere temporale, benché egli, del resto, non avesse predicato che la carità, la tolleranza, l'amore per il prossimo e il rifiuto delle cose di questo mondo, tutte massime insegnate da Cristo.
Non essendo gli Spiriti nient'altro che le anime degli uomini, e non essendo gli uomini perfetti, ne risulta che egualmente ci sono degli Spiriti imperfetti, il cui carattere si riflette sulle loro comunicazioni. È un fatto incontestabile che ce ne siano di cattivi, di astuti, di profondamente ipocriti, di fronte ai quali bisogna stare in guardia. Ma, poiché nel mondo s'incontrano uomini perversi, è forse questa una ragione sufficiente per fuggire tutta la società? Dio ci ha donato la ragione e il giudizio per apprezzare gli Spiriti come pure gli uomini. Il miglior mezzo, con cui premunirsi contro gli inconvenienti che la pratica dello Spiritismo può presentare, non è interdirlo, ma farlo comprendere. Una paura immaginaria non impressiona che per un istante e non colpisce tutti, mentre la realtà chiaramente dimostrata è compresa da tutti.
La credenza nella comunicazione esclusiva dei démoni — per quanto irrazionale possa essere — poteva non sembrare impossibile, dal momento che si guardava agli Spiriti come a degli esseri al di fuori dell'umanità. Ma poiché si sa che gli Spiriti altro non sono che le anime di coloro che sono vissuti, tale credenza ha perduto tutto il suo prestigio e, si può ben dire, ogni credibilità. Infatti ne conseguirebbe che tutte queste anime sono dei démoni, fossero esse quelle d'un padre, d'un figlio o di un amico, e che noi stessi, morendo, diventiamo dei démoni: dottrina poco piacevole e poco consolante per molta gente. Sarà ben difficile persuadere una madre che il caro figlio, ch'ella ha perduto, e che viene a darle, dopo la sua morte, prove del suo affetto e della sua identità, sia un discepolo di Satana.
È vero che tra gli Spiriti ve ne sono di molto malvagi e che non valgono più di quelli che sono chiamati démoni. Ma ciò avviene per una ragione semplicissima, per il fatto, cioè, che ci sono uomini assai malvagi, che la morte non rende immediatamente migliori. Il problema è sapere se essi siano i soli che possano comunicare con noi. A quanti così pensano noi rivolgiamo le domande che qui riportiamo.
1°. Ci sono buoni e cattivi Spiriti?
2°. Dio è perciò più potente dei cattivi Spiriti o dei démoni, se così volete chiamarli?
3°. Affermare che comunicano solo quelli cattivi, è come dire che i buoni non possono farlo. Se è così, delle due cose l'una: questo accade o per la volontà o contro la volontà di Dio. Se ciò accade contro la Sua volontà, vuol dire che gli Spiriti malvagi sono più potenti di Lui; se accade per Sua volontà, perché, nella Sua bontà, non lo permetterebbe ai buoni, per controbilanciare l'influenza di quegli altri?
4°. Quale prova potete dare dell'impotenza dei buoni Spiriti a comunicare?
5°. Quando vi viene contrapposta la sapienza di certe comunicazioni, voi rispondete che il demonio prende ogni tipo di maschera per meglio sedurre. Noi sappiamo, infatti, che ci sono degli Spiriti ipocriti che danno al loro linguaggio una vernice di sapienza. Ma credete voi che l'ignoranza possa contraffare il vero sapere, e una cattiva natura contraffare la vera virtù, senza lasciar trasparire niente che possa svelare la frode?
6°. Se è il demonio soltanto a comunicare, perché, dal momento ch'egli è il nemico di Dio e degli uomini, raccomanda di pregare Dio, di sottomettersi alla Sua volontà, di sopportare senza lagnanze le tribolazioni della vita, di non aspirare né agli onori né alle ricchezze, di praticare la carità e tutte le massime di Cristo, in una parola, di fare tutto ciò che è necessario per distruggere il suo dominio? Se è il demonio che dà tali consigli, bisogna convenire che, per quanto furbo egli possa essere, sarebbe ben maldestro a fornire delle armi contro sé stesso.[4]
[4] Tale questione è stata trattata ne Il libro degli Spiriti (nn. 128 e ss.). Ma noi raccomandiamo, su questo argomento e su tutti quelli che concernono la parte religiosa, il volumetto intitolato Lettre d'un catholique sur le Spiritisme (Lettera di un cattolico sullo Spiritismo) del dottore Grand, antico console di Francia. Così come raccomandiamo quello che noi stiamo per pubblicare con il titolo Le contradicteurs du Spiritisme au point de vue de la religion, de la scienze e du matérialisme (Le confutazioni dello Spiritismo dal punto di vista della religione, della scienza e del materialismo).
7°. Dal momento che gli Spiriti comunicano, questo avviene perché Dio lo permette. In presenza delle buone e delle cattive comunicazioni, non sarebbe più logico pensare che Dio permette le une per metterci alla prova e le altre per consigliarci il bene?
8°. Che cosa pensereste voi d'un padre che lasciasse suo figlio alla mercé di esempi e consigli dannosi, che allontanasse da lui e gli proibisse di vedere quelle persone che potrebbero distoglierlo dal male? Ci è forse lecito supporre che Dio agisca come un buon padre non agirebbe mai, e che, essendo Egli la bontà per eccellenza, faccia meno di quello che farebbe un uomo?
9°. La Chiesa riconosce come autentiche certe manifestazioni della Vergine e di altri santi nelle apparizioni, visioni, comunicazioni orali ecc. Questa credenza non è in contraddizione con la dottrina della comunicazione esclusiva dei demoni?
Noi crediamo che certe persone abbiano professata questa teoria in buona fede; ma crediamo anche che molte l'abbiano adottata unicamente con lo scopo di evitare di occuparsi di queste cose, a causa delle cattive comunicazioni che uno si espone a ricevere. Dicendo che solo il diavolo può manifestarsi, esse hanno cercato di spaventare, pressappoco come quando diciamo a un bambino: "Non toccare questa cosa, perché questa cosa brucia". L'intenzione può essere lodevole, ma l'obiettivo è mancato, perché il divieto eccita soltanto la curiosità, mentre la paura del diavolo fa arretrare ben poca gente. Lo si vuol conoscere questo diavolo, non foss'altro che per vedere come è fatto. E si rimane molto stupiti di non trovarlo poi così nero come lo si era creduto.
Non potrebbe vedersi anche un altro motivo dietro questa teoria esclusiva del diavolo? Ci sono persone le quali trovano che tutti quelli che non sono della loro opinione hanno torto. Orbene, quanti pretendono che tutte le comunicazioni siano opera del demonio non sarebbero forse mossi dalla paura di non trovare gli Spiriti d'accordo con loro su tutti i punti, e più su quelli che toccano gli interessi di questo mondo piuttosto che su quelli dell'altro? Non potendo negare i fatti, essi vollero presentarli in una maniera spaventosa. Questo mezzo, tuttavia, non produsse miglior risultato degli altri. Dove nulla può la paura del ridicolo, bisogna rassegnarsi e lasciar perdere.
Il musulmano che udisse uno Spirito parlare contro certe leggi del Corano, di sicuro penserebbe trattarsi di uno Spirito cattivo. La stessa cosa sarebbe per un ebreo riguardo a certe pratiche della legge di Mosé. Quanto ai cattolici, noi ne abbiamo sentito uno affermare che lo Spirito che comunicava non poteva essere che il diavolo, poiché si era permesso di pensare diversamente da lui circa il potere temporale, benché egli, del resto, non avesse predicato che la carità, la tolleranza, l'amore per il prossimo e il rifiuto delle cose di questo mondo, tutte massime insegnate da Cristo.
Non essendo gli Spiriti nient'altro che le anime degli uomini, e non essendo gli uomini perfetti, ne risulta che egualmente ci sono degli Spiriti imperfetti, il cui carattere si riflette sulle loro comunicazioni. È un fatto incontestabile che ce ne siano di cattivi, di astuti, di profondamente ipocriti, di fronte ai quali bisogna stare in guardia. Ma, poiché nel mondo s'incontrano uomini perversi, è forse questa una ragione sufficiente per fuggire tutta la società? Dio ci ha donato la ragione e il giudizio per apprezzare gli Spiriti come pure gli uomini. Il miglior mezzo, con cui premunirsi contro gli inconvenienti che la pratica dello Spiritismo può presentare, non è interdirlo, ma farlo comprendere. Una paura immaginaria non impressiona che per un istante e non colpisce tutti, mentre la realtà chiaramente dimostrata è compresa da tutti.
47. Sistema ottimista. Accanto
a costoro, che non vedono in questi fenomeni che l'azione dei démoni,
ci sono altri che non hanno visto che l'azione dei buoni Spiriti. Essi
hanno supposto che l'anima, essendo staccata dalla materia e non
esistendo per lei più alcun velo, debba possedere la scienza sovrana e
la sovrana sapienza.
La cieca fiducia in questa assoluta superiorità degli esseri del mondo invisibile è stata per molti fonte di molte disillusioni. Essi hanno così imparato a loro spese a diffidare di certi Spiriti, così come diffidano di certi uomini.
La cieca fiducia in questa assoluta superiorità degli esseri del mondo invisibile è stata per molti fonte di molte disillusioni. Essi hanno così imparato a loro spese a diffidare di certi Spiriti, così come diffidano di certi uomini.
48. Sistema unispiritista o monospiritista. Una
varietà del sistema ottimista è quello che consiste nella credenza che
sia un solo Spirito a comunicare con gli uomini e che questo Spirito sia
il Cristo, che è il protettore della
Terra. Quando si assiste a comunicazioni della più bassa trivialità,
d'una grossolanità rivoltante, impregnate di odio e di malvagità, ci
sarebbe profanazione ed empietà a supporre che possano provenire dallo
Spirito del bene per eccellenza. Se coloro che lo credono avessero
sempre avuto soltanto comunicazioni irreprensibili, allora si
comprenderebbe la loro illusione. Ma la maggior parte ammette di averne
avute di pessime, cosa che essi spiegano dicendo che questa è una prova
che il buono Spirito fa loro subire, dettando delle cose assurde. Così
mentre gli uni attribuiscono tutte le comunicazioni al diavolo, che può
dire delle buone cose per indurli in tentazione, gli altri pensano che
sia solo Gesù a manifestarsi e che Egli può anche dire delle cose
cattive per metterli alla prova. Tra queste due opinioni così
differenti, chi deciderà? Il buon senso e l'esperienza. Noi diciamo
l'esperienza perché è impossibile che quelli che professano delle idee
così esclusive abbiano tutto veduto e tutto ben veduto.
Quando vengono fatti loro osservare i fatti d'identità che attestano la presenza di parenti, amici o conoscenti attraverso le manifestazioni scritte, visive o altre, essi rispondono che è sempre il medesimo Spirito il diavolo secondo gli uni, il Cristo secondo gli altri — che prende tutte le forme. Ma essi non ci dicono perché gli altri Spiriti non possano comunicare, con quale scopo lo Spirito di Verità verrebbe a ingannarci, presentandosi sotto false apparenze; ad abusare, per esempio, di una povera madre, facendole ingannevolmente credere che lui è il figlio che lei piange. La ragione si rifiuta di ammettere che lo Spirito, santo tra tutti, si abbassi a recitare una simile commedia. D'altra parte, negare la possibilità di ogni altra comunicazione non è forse togliere allo Spiritismo ciò che di più soave possiede, cioè la consolazione degli afflitti? Diciamo molto semplicemente che un simile sistema è irrazionale e non può sostenere un esame serio.
Quando vengono fatti loro osservare i fatti d'identità che attestano la presenza di parenti, amici o conoscenti attraverso le manifestazioni scritte, visive o altre, essi rispondono che è sempre il medesimo Spirito il diavolo secondo gli uni, il Cristo secondo gli altri — che prende tutte le forme. Ma essi non ci dicono perché gli altri Spiriti non possano comunicare, con quale scopo lo Spirito di Verità verrebbe a ingannarci, presentandosi sotto false apparenze; ad abusare, per esempio, di una povera madre, facendole ingannevolmente credere che lui è il figlio che lei piange. La ragione si rifiuta di ammettere che lo Spirito, santo tra tutti, si abbassi a recitare una simile commedia. D'altra parte, negare la possibilità di ogni altra comunicazione non è forse togliere allo Spiritismo ciò che di più soave possiede, cioè la consolazione degli afflitti? Diciamo molto semplicemente che un simile sistema è irrazionale e non può sostenere un esame serio.
49. Sistema multispiritista o polispiritista. Tutti
i sistemi che abbiamo passato in rassegna — senza eccettuarne quelli
che sono in senso negativo — si basano su alcune osservazioni, però
incomplete o male interpretate. Se una casa è rossa da una parte e
bianca dall'altra, chi ne avrà vista solo una facciata affermerà che si
tratta di una casa rossa, un altro di una casa bianca: avranno tutti e
due torto e ragione. Ma quello che avrà visto la casa da tutti i lati
dirà che essa è rossa e bianca, e sarà il solo nel vero. Avviene la
medesima cosa riguardo all'opinione che uno si fa dello Spiritismo: tale
opinione può essere vera per certi aspetti, e falsa se uno generalizza
ciò che è solo parziale, se considera regola ciò che è solo l'eccezione,
se prende per il tutto ciò che non è che una parte. Proprio per questo
noi diciamo che chiunque voglia studiare seriamente questa scienza deve
vedere molto e a lungo. Solo il tempo gli permetterà di scoprire i
particolari, di notare le delicate sfumature, di osservare un'infinità
di fatti caratteristici, che saranno per lui dei raggi di luce. Ma
s'egli si ferma alla superficie, rischia di dare un giudizio prematuro
e, di conseguenza, erroneo.
Ecco le conseguenze generali che sono state dedotte da un'osservazione completa e che ora formano la credenza, si può dire, dell'universalitàdegli Spiritisti, poiché i sistemi restrittivi non sono niente di più che delle opinioni isolate.
1°. I fenomeni spiritisti sono prodotti da intelligenze extracorporee, alle quali si dà anche il nome di Spiriti.
2°. Gli Spiriti costituiscono il mondo invisibile. Essi sono dappertutto. Gli spazi ne sono popolati all'infinito. Continuamente ce ne sono attorno a noi, e sono quelli con cui noi siamo in contatto.
3°. Continuamente gli Spiriti agiscono sul mondo fisico e sul mondo morale, e sono una delle potenze della natura.
4°. Gli Spiriti non sono degli esseri a parte nella creazione; sono le anime di coloro che hanno vissuto sulla Terra o in altri mondi e che hanno deposto il loro involucro corporeo. Ne consegue che le anime degli uomini sono Spiriti incarnati, e che morendo noi diventiamo Spiriti.
5°. Ci sono Spiriti di tutti i gradi di bontà e di perfidia, di sapere e d'ignoranza.
6°. Essi sono tutti soggetti alla legge del progresso e tutti possono arrivare alla perfezione; ma siccome godono del libero arbitrio, vi arrivano in un tempo più o meno lungo, secondo i loro sforzi e la loro volontà.
7°. Essi sono felici o infelici a seconda del bene o del male che hanno fatto durante la loro vita e del grado di perfezionamento a cui sono pervenuti. La felicità perfetta e senza ombre è retaggio solo degli Spiriti giunti al grado supremo di perfezione.
8°. Tutti gli Spiriti, in determinate circostanze, possono manifestarsi agli uomini; il numero di quelli che possono comunicare con loro è indefinito.
9°. Gli Spiriti comunicano tramite i medium, di cui si servono come strumenti e come interpreti.
10°. Si riconosce la superiorità o l'inferiorità degli Spiriti dal loro linguaggio. I buoni consigliano solo il bene e dicono solo cose buone: tutto in loro è prova d'elevazione. I malvagi ingannano, e ogni loro parola porta il marchio dell'imperfezione e dell'ignoranza.
I diversi gradi che percorrono gli Spiriti sono indicati nella Scala Spiritista (Il libro degli Spiriti, libro II, cap. I, n. 100). Lo studio di questa classificazione è indispensabile per poter valutare la natura degli Spiriti che si manifestano, le loro buone e cattive qualità.
Ecco le conseguenze generali che sono state dedotte da un'osservazione completa e che ora formano la credenza, si può dire, dell'universalitàdegli Spiritisti, poiché i sistemi restrittivi non sono niente di più che delle opinioni isolate.
1°. I fenomeni spiritisti sono prodotti da intelligenze extracorporee, alle quali si dà anche il nome di Spiriti.
2°. Gli Spiriti costituiscono il mondo invisibile. Essi sono dappertutto. Gli spazi ne sono popolati all'infinito. Continuamente ce ne sono attorno a noi, e sono quelli con cui noi siamo in contatto.
3°. Continuamente gli Spiriti agiscono sul mondo fisico e sul mondo morale, e sono una delle potenze della natura.
4°. Gli Spiriti non sono degli esseri a parte nella creazione; sono le anime di coloro che hanno vissuto sulla Terra o in altri mondi e che hanno deposto il loro involucro corporeo. Ne consegue che le anime degli uomini sono Spiriti incarnati, e che morendo noi diventiamo Spiriti.
5°. Ci sono Spiriti di tutti i gradi di bontà e di perfidia, di sapere e d'ignoranza.
6°. Essi sono tutti soggetti alla legge del progresso e tutti possono arrivare alla perfezione; ma siccome godono del libero arbitrio, vi arrivano in un tempo più o meno lungo, secondo i loro sforzi e la loro volontà.
7°. Essi sono felici o infelici a seconda del bene o del male che hanno fatto durante la loro vita e del grado di perfezionamento a cui sono pervenuti. La felicità perfetta e senza ombre è retaggio solo degli Spiriti giunti al grado supremo di perfezione.
8°. Tutti gli Spiriti, in determinate circostanze, possono manifestarsi agli uomini; il numero di quelli che possono comunicare con loro è indefinito.
9°. Gli Spiriti comunicano tramite i medium, di cui si servono come strumenti e come interpreti.
10°. Si riconosce la superiorità o l'inferiorità degli Spiriti dal loro linguaggio. I buoni consigliano solo il bene e dicono solo cose buone: tutto in loro è prova d'elevazione. I malvagi ingannano, e ogni loro parola porta il marchio dell'imperfezione e dell'ignoranza.
I diversi gradi che percorrono gli Spiriti sono indicati nella Scala Spiritista (Il libro degli Spiriti, libro II, cap. I, n. 100). Lo studio di questa classificazione è indispensabile per poter valutare la natura degli Spiriti che si manifestano, le loro buone e cattive qualità.
50. Sistema dell'anima materiale. Esso
consiste unicamente in una opinione particolare riguardo alla natura
intima dell'anima. Secondo questa opinione l'anima e il perispirito non
sarebbero affatto due cose distinte, o per meglio dire, il perispirito
non sarebbe altro che l'anima stessa, la quale si purifica gradualmente
attraverso le diverse trasmigrazioni, così come l'alcol viene depurato
attraverso le diverse distillazioni. La Dottrina Spiritista, invece,
considera il perispirito soltanto come l'involucro fluidica dell'anima o
Spirito. Essendo il perispirito una materia, sia pure molto eterea,
l'anima sarebbe così costituita da una materia più o meno essenziale,
secondo il grado della sua purificazione.
Questo sistema non contraddice nessuno dei principi fondamentali della Dottrina Spiritista, perché non cambia nulla circa il destino dell'anima, e le condizioni della sua felicità futura sono sempre le medesime. L'anima e il perispirito formano un tutto sotto il nome di Spirito, così come il germe e il perisperma formano un tutto sotto il nome di frutto. Tutta la questione si riduce a considerare il tutto come omogeneo anziché considerarlo formato da due parti distinte.
Come si può vedere, ciò non porta ad alcuna conseguenza, e noi non ne avremmo parlato se non avessimo incontrato delle persone inclini a vedere una nuova scuola in ciò che, in definitiva, altro non è se non una semplice interpretazione di termini. Questa opinione, del resto molto circoscritta, foss'anche più generalizzata, non costituirebbe una scissione tra gli Spiritisti più di quanto non ne facciano tra i fisici le due teorie sull'emissione o sulle ondulazioni della luce. Coloro che volessero formare un gruppo a parte, per una questione così puerile, dimostrerebbero soltanto che essi danno più importanza all'accessorio che alla cosa principale. Dimostrerebbero anche che essi sono spinti alla separazione da Spiriti che non possono certo essere buoni, perché i buoni Spiriti mai ispirerebbero l'asprezza e mai seminerebbero la zizzania. È per questo che noi esortiamo tutti i veri Spiritisti a stare in guardia contro simili suggestioni e a non dare a certi dettagli più importanza di quanta non ne meritino. L'essenziale è la base.
Noi crediamo, tuttavia, di dover spendere alcune parole riguardo a ciò su cui si basa l'opinione di coloro che considerano l'anima e il perispirito come due cose distinte. Questa opinione è fondata sull'insegnamento di Spiriti che non si sono mai discostati da questo concetto. Parliamo naturalmente degli Spiriti illuminati, perché tra gli Spiriti ve ne sono pure di quelli che non ne sanno più degli uomini — anzi, a volte, anche meno — mentre la teoria contraria è una concezione umana. Noi non abbiamo né inventato e neppure supposto il perispirito per poter meglio spiegare i fenomeni: tale esistenza ci è stata rivelata dagli Spiriti, e l'osservazione ce l'ha confermata (Il libro degli Spiriti, n. 93). Essa poggia ancora sullo studio delle sensazioni presso gli Spiriti (Il libro degli Spiriti, n. 257) e soprattutto sul fenomeno delle apparizioni tangibili che implicherebbe — secondo l'altra opinione — la solidificazione e la disgregazione dell'anima e, di conseguenza, la sua disorganizzazione.
Bisognerebbe inoltre ammettere che questa materia, che può essere percepita dai nostri sensi, è essa stessa il principio intelligente, la qual cosa non è affatto più razionale del confondere il corpo con l'anima o la veste con il corpo. Riguardo poi alla natura intima dell'anima, essa ci è sconosciuta. Quando diciamo che essa è immateriale, bisogna intendere ciò in senso relativo e non assoluto, perché l'immaterialità assoluta sarebbe il nulla, mentre l'anima, o lo Spirito, è qualcosa. Vogliamo cioè dire che la sua essenza è talmente superiore che essa non ha alcuna analogia con ciò che chiamiamo materia. Quindi, per noi, essa è immateriale (Il libro degli Spiriti, nn. 23 e 82).
Questo sistema non contraddice nessuno dei principi fondamentali della Dottrina Spiritista, perché non cambia nulla circa il destino dell'anima, e le condizioni della sua felicità futura sono sempre le medesime. L'anima e il perispirito formano un tutto sotto il nome di Spirito, così come il germe e il perisperma formano un tutto sotto il nome di frutto. Tutta la questione si riduce a considerare il tutto come omogeneo anziché considerarlo formato da due parti distinte.
Come si può vedere, ciò non porta ad alcuna conseguenza, e noi non ne avremmo parlato se non avessimo incontrato delle persone inclini a vedere una nuova scuola in ciò che, in definitiva, altro non è se non una semplice interpretazione di termini. Questa opinione, del resto molto circoscritta, foss'anche più generalizzata, non costituirebbe una scissione tra gli Spiritisti più di quanto non ne facciano tra i fisici le due teorie sull'emissione o sulle ondulazioni della luce. Coloro che volessero formare un gruppo a parte, per una questione così puerile, dimostrerebbero soltanto che essi danno più importanza all'accessorio che alla cosa principale. Dimostrerebbero anche che essi sono spinti alla separazione da Spiriti che non possono certo essere buoni, perché i buoni Spiriti mai ispirerebbero l'asprezza e mai seminerebbero la zizzania. È per questo che noi esortiamo tutti i veri Spiritisti a stare in guardia contro simili suggestioni e a non dare a certi dettagli più importanza di quanta non ne meritino. L'essenziale è la base.
Noi crediamo, tuttavia, di dover spendere alcune parole riguardo a ciò su cui si basa l'opinione di coloro che considerano l'anima e il perispirito come due cose distinte. Questa opinione è fondata sull'insegnamento di Spiriti che non si sono mai discostati da questo concetto. Parliamo naturalmente degli Spiriti illuminati, perché tra gli Spiriti ve ne sono pure di quelli che non ne sanno più degli uomini — anzi, a volte, anche meno — mentre la teoria contraria è una concezione umana. Noi non abbiamo né inventato e neppure supposto il perispirito per poter meglio spiegare i fenomeni: tale esistenza ci è stata rivelata dagli Spiriti, e l'osservazione ce l'ha confermata (Il libro degli Spiriti, n. 93). Essa poggia ancora sullo studio delle sensazioni presso gli Spiriti (Il libro degli Spiriti, n. 257) e soprattutto sul fenomeno delle apparizioni tangibili che implicherebbe — secondo l'altra opinione — la solidificazione e la disgregazione dell'anima e, di conseguenza, la sua disorganizzazione.
Bisognerebbe inoltre ammettere che questa materia, che può essere percepita dai nostri sensi, è essa stessa il principio intelligente, la qual cosa non è affatto più razionale del confondere il corpo con l'anima o la veste con il corpo. Riguardo poi alla natura intima dell'anima, essa ci è sconosciuta. Quando diciamo che essa è immateriale, bisogna intendere ciò in senso relativo e non assoluto, perché l'immaterialità assoluta sarebbe il nulla, mentre l'anima, o lo Spirito, è qualcosa. Vogliamo cioè dire che la sua essenza è talmente superiore che essa non ha alcuna analogia con ciò che chiamiamo materia. Quindi, per noi, essa è immateriale (Il libro degli Spiriti, nn. 23 e 82).
51. Ecco la risposta a questo riguardo data da uno Spirito:
«Ciò che alcuni chiamano perispirito altro non è che quello da altri chiamato involucro materiale fluidico. Per farmi comprendere in modo più logico, dirò che questo fluido è la perfettibilità dei sensi, l'accrescimento della vista e delle idee; e parlo qui degli Spiriti elevati. Riguardo agli Spiriti inferiori, i fluidi terrestri sono loro ancora completamente inerenti; come vedete, si tratta dunque di materia. Da qui i tormenti della fame, del freddo ecc., tormenti a cui non sono soggetti gli Spiriti superiori, visto che i fluidi terrestri si trovano purificati intorno al pensiero, vale a dire, intorno all'anima. L'anima, per il suo progresso, ha sempre bisogno d'un agente; l'anima, senza agente, non è nulla per voi o, per meglio dire, non può essere da voi concepita. Il perispirito, per noialtri Spiriti erranti, è l'agente attraverso il quale noi comunichiamo con voi, sia indirettamente tramite il vostro corpo o il vostro perispirito; sia direttamente con la vostra anima. Da qui, infiniti generi di medium e di comunicazioni.
Ora rimane il punto di vista scientifico, vale a dire l'essenza stessa del perispirito. Ma questa è un'altra questione. Prima di tutto dovete capire moralmente. Non resterà così che una discussione sulla natura dei fluidi, la qual cosa per il momento è inesplicabile. La scienza non ne sa ancora abbastanza, ma vi si arriverà, se la scienza vuole marciare con lo Spiritismo. Il perispirito può variare e cambiare all'infinito. L'anima è il pensiero: essa non cambia di natura. Sotto questo rapporto non andrete più lontano di così, è un punto che non può essere spiegato. Voi credete forse che io non cerchi come voi? Voi, voi cercate il perispirito, noialtri ora cerchiamo l'anima. Aspettate dunque.»
«Ciò che alcuni chiamano perispirito altro non è che quello da altri chiamato involucro materiale fluidico. Per farmi comprendere in modo più logico, dirò che questo fluido è la perfettibilità dei sensi, l'accrescimento della vista e delle idee; e parlo qui degli Spiriti elevati. Riguardo agli Spiriti inferiori, i fluidi terrestri sono loro ancora completamente inerenti; come vedete, si tratta dunque di materia. Da qui i tormenti della fame, del freddo ecc., tormenti a cui non sono soggetti gli Spiriti superiori, visto che i fluidi terrestri si trovano purificati intorno al pensiero, vale a dire, intorno all'anima. L'anima, per il suo progresso, ha sempre bisogno d'un agente; l'anima, senza agente, non è nulla per voi o, per meglio dire, non può essere da voi concepita. Il perispirito, per noialtri Spiriti erranti, è l'agente attraverso il quale noi comunichiamo con voi, sia indirettamente tramite il vostro corpo o il vostro perispirito; sia direttamente con la vostra anima. Da qui, infiniti generi di medium e di comunicazioni.
Ora rimane il punto di vista scientifico, vale a dire l'essenza stessa del perispirito. Ma questa è un'altra questione. Prima di tutto dovete capire moralmente. Non resterà così che una discussione sulla natura dei fluidi, la qual cosa per il momento è inesplicabile. La scienza non ne sa ancora abbastanza, ma vi si arriverà, se la scienza vuole marciare con lo Spiritismo. Il perispirito può variare e cambiare all'infinito. L'anima è il pensiero: essa non cambia di natura. Sotto questo rapporto non andrete più lontano di così, è un punto che non può essere spiegato. Voi credete forse che io non cerchi come voi? Voi, voi cercate il perispirito, noialtri ora cerchiamo l'anima. Aspettate dunque.»
LAMENNAIS
Così, se degli Spiriti che possono essere considerati avanzati non hanno ancora potuto sondare la natura dell'anima, come potremmo farlo noi stessi? Sarebbe dunque perdere il proprio tempo il voler scrutare il principio delle cose, che, come è detto ne Il libro degli Spiriti (nn. 17 e 49), sta nei segreti di Dio. Pretendere di sondare, con l'aiuto dello Spiritismo, ciò che ancora non spetta all'umanità è sviarlo dal suo vero obiettivo; è fare come quel bambino che volesse saperne quanto un vecchio. Applichi l'uomo lo Spiritismo per migliorarsi moralmente, ecco l'essenziale. Il sovrappiù non è che una curiosità sterile e spesso orgogliosa, la cui soddisfazione non gli farà fare alcun passo avanti: il solo modo di avanzare è quello di diventare migliori. Gli Spiriti, che hanno dettato il libro che porta il loro nome, hanno provato la loro saggezza, non oltrepassando i confini che Dio non permette di superare. Hanno perciò lasciato agli Spiriti sistematici e presuntuosi la responsabilità delle teorie anticipate ed erronee, più seducenti che solide, le quali cadranno un giorno davanti alla ragione, come tante altre uscite dai cervelli umani. Essi hanno detto soltanto ciò che era giustamente necessario per far comprendere all'uomo l'avvenire che lo attende, e con questo incoraggiarlo al bene (vedere, qui di seguito, Parte seconda, cap. I, "Azione degli Spiriti sulla materia").
PARTE SECONDA - MANIFESTAZIONI SPIRITISTE
Capitolo I - AZIONE DEGLI SPIRITI SULLA MATERIA
52.Eliminata l'opinione
materialista, poiché condannata dalla ragione e allo stesso tempo dai
fatti, tutto si riassume nel chiedersi se l'anima, dopo la morte, può
manifestarsi ai vivi. La questione, ridotta così alla sua più semplice
espressione, si trova singolarmente semplificata. Si potrebbe prima di
tutto domandare perché degli esseri intelligenti, che vivono in qualche
modo nel nostro ambiente, benché per loro natura invisibili, non
potrebbero provare la loro presenza in una qualsiasi maniera. La
semplice ragione ci dice che a ciò non vi è nulla di assolutamente
impossibile, ed è già qualcosa. Questa credenza ha, d'altronde, a suo
favore l'assenso di tutti i popoli, poiché la ritroviamo dappertutto e a
tutte le epoche. Orbene, una intuizione non potrebbe essere così
generalizzata né sopravvivere ai tempi, se non poggiasse su qualcosa.
Essa è inoltre sanzionata dalla testimonianza dei libri sacri e dei
Padri della Chiesa, e c'è voluto lo scetticismo e il materialismo del
nostro secolo perché fosse relegata fra le idee superstiziose. Se noi
siamo nell'errore, parimenti lo sono quelle autorità.
Ma queste altro non sono che considerazioni morali. Una causa ha soprattutto contribuito a rafforzare il dubbio, in un'epoca così positiva come la nostra, in cui ci si preoccupa di rendersi conto di tutto, in cui si vuole sapere il perché e il percome di ogni cosa. Questa causa è l'ignoranza circa la natura degli Spiriti e circa i mezzi attraverso i quali essi possono manifestarsi. Acquisita questa conoscenza, il fatto delle manifestazioni non ha più niente di sorprendente e rientra nell'ordine dei fatti naturali.
Ma queste altro non sono che considerazioni morali. Una causa ha soprattutto contribuito a rafforzare il dubbio, in un'epoca così positiva come la nostra, in cui ci si preoccupa di rendersi conto di tutto, in cui si vuole sapere il perché e il percome di ogni cosa. Questa causa è l'ignoranza circa la natura degli Spiriti e circa i mezzi attraverso i quali essi possono manifestarsi. Acquisita questa conoscenza, il fatto delle manifestazioni non ha più niente di sorprendente e rientra nell'ordine dei fatti naturali.
53. L'idea che ci si fa
degli Spiriti rende, di primo acchito, il fenomeno delle manifestazioni
incomprensibile. Queste manifestazioni non possono avvenire che per
l'azione dello Spirito sulla materia; è per questo che quanti credono
che lo Spirito consista nell'assenza di ogni materia si domandano, con
qualche apparenza di ragione, come possa egli agire materialmente. Ora,
qui sta l'errore. Infatti lo Spirito non è un'astrazione, bensì un
essere definito, limitato e circoscritto. Lo Spirito incarnato nel corpo
ne costituisce l'anima. Allorché, al sopraggiungere della morte,
abbandona il corpo, egli non ne esce spogliato di tutto l'involucro.
Tutti ci dicono che conserva la forma umana, e in effetti, quando ci
appare, esso si presenta con quella attraverso cui lo conoscevamo.
Osserviamoli attentamente nel momento in cui essi stanno per lasciare la vita. Si trovano in uno stato di turbamento; tutto intorno a loro si presenta confusamente; vedono il loro corpo, integro o mutilato a seconda del genere di morte; d'altronde essi si vedono e si sentono vivere; qualcosa dice loro che quel corpo appartiene a loro, e non riescono a comprendere che ne siano separati. Essi continuano a vedersi sotto la loro forma primitiva, e questa visione produce in alcuni, per un certo periodo, una singolare illusione: quella di credersi ancora vivi. Manca loro l'esperienza del nuovo stato in cui si trovano, per convincersi della realtà. Dissipatosi questo primo momento di turbamento, il corpo diventa per loro una vecchia veste di cui si sono spogliati e che non rimpiangono. Si sentono più leggeri e hanno la sensazione di essersi sbarazzati di un fardello. Non avvertono più i dolori fisici e sono totalmente felici di poter elevarsi, attraversare lo spazio, così come, quando erano vivi, più volte avevano fatto nei loro sogni.[5] Tuttavia, nonostante l'assenza del corpo, riconoscono la loro personalità. Hanno una forma, ma una forma che non li ostacola né li imbarazza, e hanno infine la coscienza del loro io e della loro individualità. Che cosa dobbiamo dire per concludere? Che l'anima non tutto lascia nella bara, che qualcosa porta con sé.
[5] Se si vuole fare riferimento a tutto ciò che abbiamo detto ne Il libro degli Spiriti riguardo ai sogni e allo stato dello Spirito durante il sonno (dal n. 400 al n. 418), si comprenderà che questi sogni, che quasi tutti hanno fatto, nei quali ci si vede trasportati attraverso lo spazio, come se si volasse, altro non sono che un ricordo della sensazione provata dallo Spirito, allorché, durante il sonno, aveva momentaneamente abbandonato il corpo materiale, portando con sé solo il suo corpo fluidico, quello che conserverà dopo la morte. Questi sogni possono dunque darci un'idea dello stato dello Spirito quando sarà liberato dai legami che lo trattengono sulla Terra.
Osserviamoli attentamente nel momento in cui essi stanno per lasciare la vita. Si trovano in uno stato di turbamento; tutto intorno a loro si presenta confusamente; vedono il loro corpo, integro o mutilato a seconda del genere di morte; d'altronde essi si vedono e si sentono vivere; qualcosa dice loro che quel corpo appartiene a loro, e non riescono a comprendere che ne siano separati. Essi continuano a vedersi sotto la loro forma primitiva, e questa visione produce in alcuni, per un certo periodo, una singolare illusione: quella di credersi ancora vivi. Manca loro l'esperienza del nuovo stato in cui si trovano, per convincersi della realtà. Dissipatosi questo primo momento di turbamento, il corpo diventa per loro una vecchia veste di cui si sono spogliati e che non rimpiangono. Si sentono più leggeri e hanno la sensazione di essersi sbarazzati di un fardello. Non avvertono più i dolori fisici e sono totalmente felici di poter elevarsi, attraversare lo spazio, così come, quando erano vivi, più volte avevano fatto nei loro sogni.[5] Tuttavia, nonostante l'assenza del corpo, riconoscono la loro personalità. Hanno una forma, ma una forma che non li ostacola né li imbarazza, e hanno infine la coscienza del loro io e della loro individualità. Che cosa dobbiamo dire per concludere? Che l'anima non tutto lascia nella bara, che qualcosa porta con sé.
[5] Se si vuole fare riferimento a tutto ciò che abbiamo detto ne Il libro degli Spiriti riguardo ai sogni e allo stato dello Spirito durante il sonno (dal n. 400 al n. 418), si comprenderà che questi sogni, che quasi tutti hanno fatto, nei quali ci si vede trasportati attraverso lo spazio, come se si volasse, altro non sono che un ricordo della sensazione provata dallo Spirito, allorché, durante il sonno, aveva momentaneamente abbandonato il corpo materiale, portando con sé solo il suo corpo fluidico, quello che conserverà dopo la morte. Questi sogni possono dunque darci un'idea dello stato dello Spirito quando sarà liberato dai legami che lo trattengono sulla Terra.
54.Numerose osservazioni e
fatti irrefutabili, di cui avremo occasione di parlare più avanti, ci
portano a questa conclusione, che ci sono, cioè, nell'uomo tre
componenti: 1°) l'anima o Spirito, principio intelligente in cui risiede
il senso morale; 2°) il corpo, involucro grossolano, materiale, di cui
lo Spirito è temporaneamente rivestito per la realizzazione di certi
disegni provvidenziali; 3°) il perispirito, involucro fluidico, semi
materiale che ha funzione di legame tra l'anima e il corpo.
La morte è la distruzione o, meglio, la disgregazione dell'involucro grossolano, di quello che l'anima abbandona; l'altro se ne libera e segue l'anima, che in questo modo si trova ad avere sempre un involucro. Quest'ultimo, benché fluidico, etereo, vaporoso e per noi invisibile nel suo stato normale, non cessa d'essere materia. Tuttavia, fino a oggi, non siamo ancora riusciti a impossessarcene e a sottoporla ad analisi.
Questo secondo involucro dell'anima, o perispirito, esiste dunque durante la vita corporea. Esso è l'intermediario di tutte le sensazioni che lo Spirito percepisce, è quello attraverso cui lo Spirito trasmette all'esterno la sua volontà e agisce sugli organi. Per servirci di un paragone materiale, diremo che esso è il filo elettrico conduttore che serve per la ricezione e la trasmissione del pensiero. E, infine, quell'agente misterioso, impercettibile, che va sotto il nome di fluido nervoso, il quale gioca un ruolo così importante nell'economia organica e di cui non si tiene sufficientemente conto nei fenomeni fisiologici e patologici. La Medicina, considerando soltanto l'elemento materiale ponderabile, si priva, nella valutazione dei fatti, d'una incessante causa d'azione. Ma non è questo il luogo per esaminare tale questione. Noi faremo solamente osservare che la conoscenza del perispirito è la chiave di numerosi problemi finora inspiegabili.
Il perispirito non è affatto una di quelle ipotesi alle quali si è fatto talvolta ricorso nella scienza per la spiegazione di un fatto. La sua esistenza non solo è rivelata dagli Spiriti, ma è un risultato di osservazioni, come avremo occasione di dimostrare. Per il momento, per non anticipare nulla sui fatti che dovremo riportare, ci limiteremo a dire che, sia durante la sua unione con il corpo, sia dopo la sua separazione, l'anima non è mai staccata dal suo perispirito.
La morte è la distruzione o, meglio, la disgregazione dell'involucro grossolano, di quello che l'anima abbandona; l'altro se ne libera e segue l'anima, che in questo modo si trova ad avere sempre un involucro. Quest'ultimo, benché fluidico, etereo, vaporoso e per noi invisibile nel suo stato normale, non cessa d'essere materia. Tuttavia, fino a oggi, non siamo ancora riusciti a impossessarcene e a sottoporla ad analisi.
Questo secondo involucro dell'anima, o perispirito, esiste dunque durante la vita corporea. Esso è l'intermediario di tutte le sensazioni che lo Spirito percepisce, è quello attraverso cui lo Spirito trasmette all'esterno la sua volontà e agisce sugli organi. Per servirci di un paragone materiale, diremo che esso è il filo elettrico conduttore che serve per la ricezione e la trasmissione del pensiero. E, infine, quell'agente misterioso, impercettibile, che va sotto il nome di fluido nervoso, il quale gioca un ruolo così importante nell'economia organica e di cui non si tiene sufficientemente conto nei fenomeni fisiologici e patologici. La Medicina, considerando soltanto l'elemento materiale ponderabile, si priva, nella valutazione dei fatti, d'una incessante causa d'azione. Ma non è questo il luogo per esaminare tale questione. Noi faremo solamente osservare che la conoscenza del perispirito è la chiave di numerosi problemi finora inspiegabili.
Il perispirito non è affatto una di quelle ipotesi alle quali si è fatto talvolta ricorso nella scienza per la spiegazione di un fatto. La sua esistenza non solo è rivelata dagli Spiriti, ma è un risultato di osservazioni, come avremo occasione di dimostrare. Per il momento, per non anticipare nulla sui fatti che dovremo riportare, ci limiteremo a dire che, sia durante la sua unione con il corpo, sia dopo la sua separazione, l'anima non è mai staccata dal suo perispirito.
55. Si è detto che lo
Spirito è una fiamma, una scintilla; ma questo deveintendersi riguardo
allo Spirito propriamente detto, allo Spirito inteso come principio
intellettuale e morale, al quale non si potrebbe attribuire una forma
determinata. Ma a qualsiasi grado egli si trovi, è sempre rivestito d'un
involucro, o perispirito, la cui natura diventa eterea, nella misura in
cui lo Spirito si purifica e si eleva nella gerarchia; e in modo tale
che, per noi, l'idea di forma è inseparabile da quella di Spirito, e non
riusciamo a concepire l'una senza l'altro. Il perispirito, dunque è
parte integrante dello Spirito, così come il corpo è parte integrante
dell'uomo. Ma il solo perispirito non è lo Spirito più di quanto il solo
corpo non sia l'uomo, poiché il perispirito non pensa; esso è per lo
Spirito ciò che il corpo è per l'uomo, è come dire l'agente o lo
strumento della sua azione.
56. La forma del perispirito
è la forma umana, e, allorché egli ci appare, la forma è generalmente
quella con la quale rivestiva lo Spirito nella condizione di incarnato.
Detto questo, si potrebbe credere che il perispirito, disgiunto da tutte
le parti del corpo, si modelli in qualche modo su di esso e ne conservi
l'impronta, ma non sembra che le cose stiano così. La forma umana,
tranne alcune differenze di dettaglio, ed eccezion fatta per le
modificazioni organiche richieste dall'ambiente nel quale l'essere è
chiamato a vivere, si ritrova presso gli abitanti di tutti i globi.
Questo, almeno, dicono gli Spiriti. È ugualmente la forma di tutti gli
Spiriti non incarnati e che hanno soltanto il perispirito; è quella
sotto la quale, in tutti i tempi, sono stati rappresentati gli angeli o
puri Spiriti. Da ciò dobbiamo concludere che la forma umana è la forma
tipica di tutti gli esseri umani a qualsiasi grado evolutivo essi
appartengano. Ma la materia sottile del perispirito non ha affatto la
resistenza e la rigidità della materia compatta del corpo; essa è, se ci
è concesso esprimerci così, flessibile ed espansibile. È per questo che
la forma ch'essa prende, benché ricalcata su quella del corpo, non è
assoluta: essa si piega alla volontà dello Spirito, che può darle la
tale o talaltra apparenza a seconda della sua volontà, mentre
l'involucro solido avrebbe offerto una resistenza invincibile.
Liberato da questo ostacolo che lo opprimeva, il perispirito si espande o si restringe, si trasforma, in una parola si presta a tutte le metamorfosi, secondo la volontà che agisce su di lui. Ed è in seguito a questa proprietà del suo involucro fluidico che lo Spirito, il quale desideri farsi riconoscere, può, quando ciò sia necessario, prendere l'identico aspetto che aveva quando era vivo e perfino quella tra le irregolarità fisiche che può servire come segno di riconoscimento.
Gli Spiriti, come si vede, sono dunque degli esseri simili a noi, che formano intorno a noi una vera e propria popolazione invisibile nello stato normale; abbiamo detto nello stato normale, perché, come vedremo, questa invisibilità non è assoluta.
Liberato da questo ostacolo che lo opprimeva, il perispirito si espande o si restringe, si trasforma, in una parola si presta a tutte le metamorfosi, secondo la volontà che agisce su di lui. Ed è in seguito a questa proprietà del suo involucro fluidico che lo Spirito, il quale desideri farsi riconoscere, può, quando ciò sia necessario, prendere l'identico aspetto che aveva quando era vivo e perfino quella tra le irregolarità fisiche che può servire come segno di riconoscimento.
Gli Spiriti, come si vede, sono dunque degli esseri simili a noi, che formano intorno a noi una vera e propria popolazione invisibile nello stato normale; abbiamo detto nello stato normale, perché, come vedremo, questa invisibilità non è assoluta.
57. Ritorniamo alla natura
del perispirito, perché ciò è essenziale ai fini della spiegazione che
dobbiamo dare. Abbiamo detto che, benché fluidico, esso non cessa di
essere una sorta di materia, e questo risulta dal fatto delle
apparizioni tangibili, argomento sul quale torneremo più avanti. Si sono
viste, sotto l'influenza di alcuni medium, apparire delle mani aventi
tutte le proprietà di mani viventi: ne avevano il calore, potevano
essere toccate, offrivano la resistenza di un corpo solido, stringevano
e, tutto a un tratto svanivano come un'ombra. L'azione intelligente di
queste mani, che obbediscono evidentemente a una volontà eseguendo
determinati movimenti, o anche suonando delle arie su uno strumento,
prova che esse sono la parte visibile di un essere intelligente
invisibile. La loro tangibilità, la loro temperatura, in una parola
l'impressione ch'esse fanno sui sensi — poiché si sono viste mani
lasciare la loro impronta sulla pelle, colpire dolorosamente o
accarezzare delicatamente — provano che esse possono essere di una
qualsiasi materia. La loro sparizione istantanea prova, inoltre, che
questa materia è particolarmente sottile e si comporta come certe
sostanze che possono alternativamente passare dallo stato solido allo
stato fluidico, e viceversa.
58. La natura intima dello
Spirito propriamente detta, vale a dire dell'essere pensante, ci è
completamente sconosciuta. Egli si rivela a noi solo attraverso i suoi
atti, e i suoi atti non possono colpire i nostri sensi materiali se non
attraverso un intermediario materiale. Lo Spirito ha dunque bisogno di
materia per agire sulla materia. Egli ha per strumento diretto il suo
perispirito, così come l'uomo ha il suo corpo. Orbene, il suo
perispirito è materia, come abbiamo appena visto. In seguito, si serve
anche, come agente intermediario, del fluido universale, una specie di
veicolo su cui agisce, come noi agiamo sull'aria per produrre certi
effetti con l'aiuto della dilatazione, della compressione, della
propulsione o delle vibrazioni.
Considerata in questo modo, l'azione dello Spirito sulla materia si può facilmente comprendere; di conseguenza si comprende come tutti gli effetti che ne risultano rientrino nell'ordine dei fatti naturali e non abbiano nulla di meraviglioso. Sono sembrati soprannaturali soltanto perché non se ne conosceva la causa. Conosciuta la causa, il meraviglioso scompare, e questa causa rientra completamente nelle proprietà semi materiali del perispirito. È questo un nuovo ordine di fatti, che una nuova legge viene a spiegarci, e di cui fra qualche tempo non ci si meraviglierà più di quanto non ci si meravigli oggi di comunicare a distanza, in alcuni istanti, per mezzo dell'elettricità.
Considerata in questo modo, l'azione dello Spirito sulla materia si può facilmente comprendere; di conseguenza si comprende come tutti gli effetti che ne risultano rientrino nell'ordine dei fatti naturali e non abbiano nulla di meraviglioso. Sono sembrati soprannaturali soltanto perché non se ne conosceva la causa. Conosciuta la causa, il meraviglioso scompare, e questa causa rientra completamente nelle proprietà semi materiali del perispirito. È questo un nuovo ordine di fatti, che una nuova legge viene a spiegarci, e di cui fra qualche tempo non ci si meraviglierà più di quanto non ci si meravigli oggi di comunicare a distanza, in alcuni istanti, per mezzo dell'elettricità.
59. Forse ci si domanderà
come lo Spirito, con l'aiuto di una materia così sottile, possa agire su
dei corpi pesanti e compatti, sollevare delle tavole ecc. Certamente
non sarebbe un uomo di scienza a formulare una simile obiezione, poiché,
senza parlare delle proprietà sconosciute che questo nuovo agente
potrebbe avere, non abbiamo forse noi sotto gli occhi esempi analoghi?
Non è forse nei gas più rarefatti, nei fluidi imponderabili, che
l'industria trova i suoi motori più possenti? Quando si vede l'aria
smantellare edifici, il vapore spostare masse enormi, la polvere
gassificata sollevare delle rocce, l'elettricità spezzare alberi e
sfondare muraglie, che cosa c'è di tanto strano nell'ammettere che lo
Spirito, con l'aiuto del suo perispirito, può sollevare una tavola?
Soprattutto quando si sa che questo perispirito può divenire visibile,
tangibile e comportarsi come un corpo solido.
Capitolo II - MANIFESTAZIONI FISICHE - TAVOLE ROTANTI
60. Si dà il nome di manifestazioni fisiche a quelle che si generano con
effetti sensibili, quali i rumori, il movimento e lo spostamento dei
corpi solidi. Alcune di queste manifestazioni sono spontanee, vale a
dire indipendenti da ogni volontà; le altre possono essere provocate.
Parleremo dapprima di queste ultime.
L'effetto più semplice, e uno dei primi a essere stato osservato, consiste nel movimento circolare impresso a una tavola. Questo effetto si produce egualmente su tutti gli altri oggetti; ma essendo la tavola l'oggetto sul quale ci si è maggiormente esercitati — perché era il più comodo —, il nome di tavole rotanti ha prevalso per la designazione di questa specie di fenomeno.
Quando noi diciamo che questo effetto è uno dei primi che siano stati osservati, vogliamo dire in questi ultimi tempi, poiché non c'è dubbio che tutti i generi di manifestazioni erano conosciuti fin dai tempi più antichi, né potrebbe essere altrimenti; poiché si tratta di effetti naturali, si sono dovuti necessariamente produrre in tutte le epoche. Tertulliano parla in termini espliciti delle tavole rotanti e parlanti.
Questo fenomeno alimentò per un certo periodo la curiosità dei salotti, in seguito ci se ne stancò per passare ad altri svaghi, poiché esso altro non era che un soggetto di distrazione. Due le cause che contribuirono all'abbandono delle tavole rotanti. Per quanto riguarda le persone frivole, la causa fu la moda, la quale non permetteva di conservare per due inverni consecutivi il medesimo divertimento, ma che, tuttavia consentì che per tre o quattro inverni predominasse quello di cui stiamo trattando, cosa che a simili persone dev'essere sembrata prodigiosa. Per le persone sagge e per gli osservatori, ne uscì qualcosa di serio che prevalse. Se questi hanno in seguito trascurato le tavole rotanti, ciò è accaduto perché si sono occupati delle conseguenze, dei loro risultati ben altrimenti importanti: essi hanno abbandonato l'alfabeto per la scienza. Ecco tutto il segreto di questo apparente abbandono intorno a cui gli scettici fanno tanto rumore.
Comunque sia, le tavole rotanti rappresenteranno sempre il punto di partenza della Dottrina Spiritista, e per questa ragione dobbiamo intorno a esse alcuni chiarimenti. Tanto più che, presentando i fenomeni nella loro più grande semplicità, lo studio delle cause ne risulterà facilitato; e, una volta stabilita, la teoria ci darà la chiave degli effetti più complessi.
L'effetto più semplice, e uno dei primi a essere stato osservato, consiste nel movimento circolare impresso a una tavola. Questo effetto si produce egualmente su tutti gli altri oggetti; ma essendo la tavola l'oggetto sul quale ci si è maggiormente esercitati — perché era il più comodo —, il nome di tavole rotanti ha prevalso per la designazione di questa specie di fenomeno.
Quando noi diciamo che questo effetto è uno dei primi che siano stati osservati, vogliamo dire in questi ultimi tempi, poiché non c'è dubbio che tutti i generi di manifestazioni erano conosciuti fin dai tempi più antichi, né potrebbe essere altrimenti; poiché si tratta di effetti naturali, si sono dovuti necessariamente produrre in tutte le epoche. Tertulliano parla in termini espliciti delle tavole rotanti e parlanti.
Questo fenomeno alimentò per un certo periodo la curiosità dei salotti, in seguito ci se ne stancò per passare ad altri svaghi, poiché esso altro non era che un soggetto di distrazione. Due le cause che contribuirono all'abbandono delle tavole rotanti. Per quanto riguarda le persone frivole, la causa fu la moda, la quale non permetteva di conservare per due inverni consecutivi il medesimo divertimento, ma che, tuttavia consentì che per tre o quattro inverni predominasse quello di cui stiamo trattando, cosa che a simili persone dev'essere sembrata prodigiosa. Per le persone sagge e per gli osservatori, ne uscì qualcosa di serio che prevalse. Se questi hanno in seguito trascurato le tavole rotanti, ciò è accaduto perché si sono occupati delle conseguenze, dei loro risultati ben altrimenti importanti: essi hanno abbandonato l'alfabeto per la scienza. Ecco tutto il segreto di questo apparente abbandono intorno a cui gli scettici fanno tanto rumore.
Comunque sia, le tavole rotanti rappresenteranno sempre il punto di partenza della Dottrina Spiritista, e per questa ragione dobbiamo intorno a esse alcuni chiarimenti. Tanto più che, presentando i fenomeni nella loro più grande semplicità, lo studio delle cause ne risulterà facilitato; e, una volta stabilita, la teoria ci darà la chiave degli effetti più complessi.
61. Perché il fenomeno
avvenga, è necessario l'intervento di una o più persone dotate di
un'attitudine speciale e che sono indicate con il nome di medium.
Il numerodei cooperatori è indifferente, se non per questo: tra di loro
potrebbe trovarsi qualche medium sconosciuto. Quanto a coloro la cui
medianità è nulla, la loro presenza è senza alcun risultato e, anzi, più
nociva che utile, per la disposizione d'animo che essi sovente vi
apportano.
I medium godono, sotto questo aspetto, di un potere più o meno grande, e generano di conseguenza degli effetti più o meno pronunciati. Sovente una persona, medium possente, genererà da sola più fenomeni di venti altri medium messi insiemi. Gli basterà posare le mani sulla tavola perché all'istante essa si muova, si sollevi, si rovesci, faccia dei salti o moti con violenza.
I medium godono, sotto questo aspetto, di un potere più o meno grande, e generano di conseguenza degli effetti più o meno pronunciati. Sovente una persona, medium possente, genererà da sola più fenomeni di venti altri medium messi insiemi. Gli basterà posare le mani sulla tavola perché all'istante essa si muova, si sollevi, si rovesci, faccia dei salti o moti con violenza.
62. Non esiste alcun indizio
attraverso il quale si riconosca l'esistenza della facoltà medianica.
La si può riconoscere solo attraverso l'esperienza. Quando, in una
riunione, si voglia fare una verifica, bisogna molto semplicemente
sedersi attorno a una tavola e posarvi sopra il palmo delle mani, senza
alcuna pressione, né sforzo muscolare. Agli inizi, siccome si ignoravano
le cause del fenomeno, erano state indicate parecchie precauzioni,
riconosciute in seguito assolutamente inutili, quali, per esempio,
l'alternarsi dei sessi; quali, ancora, il contatto dei mignoli delle
varie persone, così da formare una catena non interrotta. Quest'ultima
precauzione era sembrata necessaria quando si credeva all'azione di una
sorta di corrente elettrica; in seguito l'esperienza ce ne ha dimostrata
l'inutilità. La sola prescrizione che sia rigorosamente obbligatoria è
il raccoglimento, un silenzio assoluto e soprattutto la pazienza, nel
caso l'effetto si facesse attendere. Può darsi che esso si produca in
pochi minuti, come può darsi che ritardi una mezz'ora o un'ora; questo
dipende dalla potenza medianica dei partecipanti.
63. Diremo ancora che la
forma della tavola, il materiale di cui essa è fatta, la presenza di
metalli, della seta nelle vesti degli astanti, i giorni, le ore,
l'oscurità o la luce ecc. sono tanto indifferenti quanto la pioggia o il
bel tempo. Solo il volume della tavola è da prendersi in
considerazione, ma soltanto nel caso in cui la potenza medianica fosse
insufficiente per vincere la resistenza. Nel caso contrario una sola
persona, anche un bambino, può far sollevare una tavola di cento chili,
mentre, in condizioni meno favorevoli, dodici persone non riuscirebbero a
far muovere il più piccolo dei tavolinetti da salotto.
Stando così le cose, quando l'effetto incomincia a manifestarsi, generalmente si sente un piccolo scricchiolio nella tavola; si sente come un fremito che il è preludio al movimento. Essa sembra fare degli sforzi per staccarsi del pavimento, poi ha inizio il movimento di rotazione; questo si accelera al punto da acquistare una rapidità tale che gli astanti fanno una fatica terribile a seguirlo. Una volta stabilitosi il movimento, ci si può anche allontanare dalla tavola, la quale continua a muoversi in sensi diversi, senza alcun contatto.
In altre circostanze, la tavola si solleva e si erge ora su un piede ora su un altro, poi dolcemente, riprende la sua posizione naturale. Altre volte essa si bilancia imitando il movimento del beccheggio o del rullio di una nave. Altre volte, infine, — ma per questo c'è bisogno di una potenza medianica considerevole — la tavola si distacca completamente dal suolo, e si mantiene in equilibrio nello spazio, senza alcun punto d'appoggio, sollevandosi a volte anche fino al soffitto, di modo che è anche possibile passarvi sotto. Poi ridiscende lentamente, bilanciandosi come farebbe un foglio di carta, oppure cade violentemente e si spezza, la qual cosa prova in maniera palese che non si è vittime di una illusione ottica.
Stando così le cose, quando l'effetto incomincia a manifestarsi, generalmente si sente un piccolo scricchiolio nella tavola; si sente come un fremito che il è preludio al movimento. Essa sembra fare degli sforzi per staccarsi del pavimento, poi ha inizio il movimento di rotazione; questo si accelera al punto da acquistare una rapidità tale che gli astanti fanno una fatica terribile a seguirlo. Una volta stabilitosi il movimento, ci si può anche allontanare dalla tavola, la quale continua a muoversi in sensi diversi, senza alcun contatto.
In altre circostanze, la tavola si solleva e si erge ora su un piede ora su un altro, poi dolcemente, riprende la sua posizione naturale. Altre volte essa si bilancia imitando il movimento del beccheggio o del rullio di una nave. Altre volte, infine, — ma per questo c'è bisogno di una potenza medianica considerevole — la tavola si distacca completamente dal suolo, e si mantiene in equilibrio nello spazio, senza alcun punto d'appoggio, sollevandosi a volte anche fino al soffitto, di modo che è anche possibile passarvi sotto. Poi ridiscende lentamente, bilanciandosi come farebbe un foglio di carta, oppure cade violentemente e si spezza, la qual cosa prova in maniera palese che non si è vittime di una illusione ottica.
64. Un altro fenomeno che si
produce molto spesso, a seconda della natura del medium, è quello dei
colpi battuti nel cuore stesso del legno, senza alcun movimento della
tavola. Questi colpi, alcune volte debolissimi, altre volte molto forti,
si fanno egualmente sentire negli altri mobili dell'appartamento,
contro le porte, le pareti e il soffitto. Fra poco torneremo su tale
questione. Quando questi colpi hanno luogo nella tavola, vi producono
una vibrazione assai notevole, avvertibile dalle dita e soprattutto
molto distinta quando vi si applichi l'orecchio.
Capitolo III - MANIFESTAZIONI INTELLIGENTI
65.In ciò che abbiamo
osservato fino a questo momento, niente sicuramente rivela l'intervento
di un potere occulto, e questi effetti potrebbero perfettamente
spiegarsi con l'azione di una corrente elettrica o magnetica o con
l'azione d'un qualsiasi fluido. Tale è stata, in effetti, la prima
spiegazione data a questi fenomeni, e che poteva con ragione passare per
logicissima. Essa avrebbe senza dubbio prevalso, se altri fatti non
fossero venuti a dimostrarne la insufficienza. Questi fatti sono le
prove d'intelligenza che tali fenomeni hanno dato. Ora, siccome ogni
effetto intelligente deve avere una causa intelligente, risultava
evidente che, anche ammettendo che l'elettricità o qualsiasi altro
fluido vi giocasse una qualche parte, un'altra causa vi si mescolava.
Qual era questa causa? Qual era questa intelligenza? Questo è ciò che le
successive osservazioni hanno fatto conoscere.
66. Perché una
manifestazione sia intelligente, non è necessario che essa sia
eloquente, arguta o sapiente; è sufficiente che essa provi che è un atto
libero e volontario, il quale esprima una intenzione o risponda a un
pensiero. Di sicuro, quando uno vede una banderuola agitata dal vento è
ben certo che essa obbedisce solo a un'impulsione meccanica. Ma se si
riconoscessero, nei movimenti della banderuola, dei segni intenzionali,
se essa girasse a destra o a sinistra, velocemente o con lentezza al
comando, si sarebbe ben costretti ad ammettere non già che la banderuola
è intelligente, ma che essa obbedisce a una intelligenza. Questo è ciò
che è avvenuto riguardo alla tavola.
67. Noi abbiamo visto la
tavola muoversi, sollevarsi e battere dei colpi, sotto l'influenza d'uno
o più medium. Il primo effetto intelligente osservato è stato quello di
vedere come questi movimenti obbedissero al comando. Così, senza
cambiare di posto, la tavola si sollevava alternativamente sul piede
prestabilito; poi, ricadendo, batteva un numero determinato di colpi,
rispondendo così a una domanda. Altre volte la tavola, senza il contatto
di alcuno, passeggiava tutta sola nella stanza, andando a destra o a
sinistra, avanti o indietro, eseguendo movimenti diversi, su ordine
degli astanti. Appare più che evidente che noi scartiamo ogni
supposizione di frode, che ammettiamo la perfetta lealtà degli astanti,
attestata dalla loro onorabilità e dal loro perfetto disinteresse. Più
avanti parleremo degli inganni, contro i quali è prudente stare in
guardia.
68. Per mezzo dei colpi
battuti e soprattutto per mezzo degli scricchiolii, di cui abbiamo
appena parlato, si ottengono degli effetti ancora più intelligenti, come
l'imitazione dei diversi rulli del tamburo, o l'imitazione della
guerriglia con fuochi di fila o di plotone e cannonate, e poi lo stridio
della sega, i colpi di martello, il ritmo di diverse arie ecc. Questo
era, come si può ben comprendere, un vasto campo aperto
all'esplorazione. Si disse allora che, poiché c'era lì una intelligenza
occulta, essa doveva poter rispondere alle domande. E in effetti essa
rispose con il sì o con il no, attraverso un numero di colpi di
convenzione. Essendo però queste risposte assai insignificanti, fu per
questo che si ebbe l'idea di far segnare le lettere dell'alfabeto, così
da comporre delle parole e delle frasi.
69. Questi fatti, ripetuti a
volontà da migliaia di persone e in tutti i paesi, non potevano
lasciare dubbi sulla natura intelligente delle manifestazioni. Fu allora
che sorse un nuovo sistema, secondo cui questa intelligenza non sarebbe
altro che l'intelligenza del medium, dell'interrogante o anche quella
degli astanti. La difficoltà consisteva nello spiegare come questa
intelligenza potesse riflettersi nella tavola e tradursi con dei colpi.
Dal momento che era accertato che quei colpi non erano battuti dal
medium, essi lo erano dunque dal pensiero. Ora, il pensiero che batte
dei colpi era un fenomeno ancora più prodigioso di tutti quelli di cui
si era stati testimoni. L'esperienza non tardò a dimostrare
l'inammissibilità di questa opinione. In effetti, le risposte si
trovavano assai spesso in opposizione formale con il pensiero degli
astanti, al di fuori della portata intellettuale del medium, e anche in
lingue da lui ignorate, o riferentesi a fatti a tutti sconosciuti. Gli
esempi sono così numerosi, che è quasi impossibile che chiunque si sia
minimamente occupato di comunicazioni spiritiste non ne sia stato
parecchie volte testimone. Noi non citeremo che un solo fatto che ci è
stato riportato da un testimone oculare.
70. Su una nave della marina
imperiale francese, che stazionava nei mari della Cina, tutto
l'equipaggio — dai marinai allo stato maggiore — era intento a far
parlare le tavole. Si ebbe l'idea di evocare lo Spirito di un
luogotenente del medesimo vascello, morto da due anni. Egli venne e,
dopo varie comunicazioni che riempirono tutti di stupore, disse quanto
segue, battendo dei colpi: «Io vi prego di far avere, senza indugio, al
capitano la somma di... (e indicava la cifra), che io gli devo e che
rimpiango di non aver potuto restituirgli prima della mia morte.»
Nessuno conosceva il fatto. Il capitano stesso aveva dimenticato questo
credito, assai minimo del resto; ma cercando nei suoi conti, vi trovò
l'annotazione del debito del luogotenente: la cifra lì indicata era
perfettamente esatta. Chiediamoci dunque di quale pensiero questa
indicazione avrebbe mai potuto essere il riflesso.
71. L'arte di comunicare si
perfezionò attraverso colpi alfabetici, ma il mezzo era sempre molto
lungo. Si ottennero, tuttavia, comunicazioni di una certa estensione,
così come interessanti rivelazioni sul mondo degli Spiriti. Questi ne
indicarono altri, ed è a loro che si deve il mezzo delle comunicazioni
scritte.
Le prime comunicazioni di questo genere avvennero adattando una matita al piede d'una leggera tavola, appoggiata su un foglio di carta. La tavola, messa in movimento dall'influenza di un medium, si mise a tracciare dei caratteri, delle parole e poi delle intere frasi. Successivamente si semplificò questo mezzo, servendosi di piccole tavole della misura di una mano e fatte appositamente; si passò poi a dei canestri, a delle scatole di cartone e, infine, a delle semplici assicelle. La scrittura era anche scorrevole, rapida e facile, come con la mano. Ma più tardi si riconobbe che tutti questi oggetti non erano, in definitiva, che delle appendici, dei veri e propri portamatite, di cui si poteva fare a meno, tenendo il medium con la sua stessa mano la matita. La mano, trascinata da un movimento involontario, scriveva sotto l'impulso che gli imprimeva lo Spirito, e senza il concorso né della volontà né del pensiero del medium. Da allora, le comunicazioni d'oltretomba non ebbero più limiti di quanti non ne abbia l'abituale corrispondenza tra viventi.
Torneremo su questi differenti mezzi, che spiegheremo nei particolari. Li abbiamo rapidamente accennati, per mostrare la successione dei fatti che ci hanno condotto a costatare, in questi fenomeni, l'intervento di intelligenze occulte, altrimenti dette Spiriti.
Le prime comunicazioni di questo genere avvennero adattando una matita al piede d'una leggera tavola, appoggiata su un foglio di carta. La tavola, messa in movimento dall'influenza di un medium, si mise a tracciare dei caratteri, delle parole e poi delle intere frasi. Successivamente si semplificò questo mezzo, servendosi di piccole tavole della misura di una mano e fatte appositamente; si passò poi a dei canestri, a delle scatole di cartone e, infine, a delle semplici assicelle. La scrittura era anche scorrevole, rapida e facile, come con la mano. Ma più tardi si riconobbe che tutti questi oggetti non erano, in definitiva, che delle appendici, dei veri e propri portamatite, di cui si poteva fare a meno, tenendo il medium con la sua stessa mano la matita. La mano, trascinata da un movimento involontario, scriveva sotto l'impulso che gli imprimeva lo Spirito, e senza il concorso né della volontà né del pensiero del medium. Da allora, le comunicazioni d'oltretomba non ebbero più limiti di quanti non ne abbia l'abituale corrispondenza tra viventi.
Torneremo su questi differenti mezzi, che spiegheremo nei particolari. Li abbiamo rapidamente accennati, per mostrare la successione dei fatti che ci hanno condotto a costatare, in questi fenomeni, l'intervento di intelligenze occulte, altrimenti dette Spiriti.
Capitolo IV - TEORIA DELLE MANIFESTAZIONI FISICHE
Movimenti e sollevamenti - Rumori - Aumento e diminuzione del peso dei corpi
72.Dimostrata l'esistenza
degli Spiriti, attraverso il ragionamento e i fatti, così come la
possibilità da parte loro di agire sulla materia, si tratta ora di
conoscere come si attua questa azione e come essi procedono per far
muovere le tavole e gli altri corpi inerti.
Un pensiero si presenta in modo del tutto naturale ed è quello che noi abbiamo avuto. Siccome però tale idea è stata contrastata dagli Spiriti, che ci hanno dato tutt'altra spiegazione, ben lontana da quella che noi ci aspettavamo, questa è una prova evidente che la loro teoria non era uguale alla nostra opinione. Ora, questo primo pensiero, ognuno potrebbe averlo avuto come noi. Riguardo alla teoria degli Spiriti, noi crediamo che essa non sia mai venuta in mente a nessuno. Si riconoscerà senza fatica quanto essa sia superiore alla nostra, quantunque meno semplice, poiché essa ci dà la soluzione di parecchi altri fatti, che con la nostra teoria non trovano una spiegazione soddisfacente.
Un pensiero si presenta in modo del tutto naturale ed è quello che noi abbiamo avuto. Siccome però tale idea è stata contrastata dagli Spiriti, che ci hanno dato tutt'altra spiegazione, ben lontana da quella che noi ci aspettavamo, questa è una prova evidente che la loro teoria non era uguale alla nostra opinione. Ora, questo primo pensiero, ognuno potrebbe averlo avuto come noi. Riguardo alla teoria degli Spiriti, noi crediamo che essa non sia mai venuta in mente a nessuno. Si riconoscerà senza fatica quanto essa sia superiore alla nostra, quantunque meno semplice, poiché essa ci dà la soluzione di parecchi altri fatti, che con la nostra teoria non trovano una spiegazione soddisfacente.
73. Da momento che degli
Spiriti si conosce la natura, il loro aspetto umano, le proprietà semi
materiale del perispirito, l'azione meccanica che esso può avere sulla
materia; dal momento che in casi di apparizione si sono viste mani
fluidiche e anche tangibili prendere degli oggetti e trasportarli, era
naturale credere che lo Spirito si servisse molto semplicemente delle
sue mani per far ruotare la tavola, e che egli la sollevasse nello
spazio a forza di braccia. Ma allora, in questo caso, quale la necessità
di avere un medium? Lo Spirito non potrebbe agire da solo? Infatti il
medium, che il più delle volte poggia le mani sulla tavola in senso
contrario al movimento, oppure non le poggia del tutto, non può
evidentemente assecondare lo Spirito con un'azione muscolare qualsiasi.
Lasciamo prima parlare gli Spiriti che abbiamo interrogato su questo
argomento.
74. Le risposte che seguono ci sono state date dallo Spirito di san Luigi; esse sono state poi confermate da molti altri.
1. Il fluido universale è un'emanazione della divinità?
«No.»
2. È una creazione della divinità?
«Tutto viene creato, eccetto Dio.»
3. Il fluido universale è nello stesso tempo l'elemento universale?
«Sì, è il principio elementare di tutte le cose.»
4. Ha qualche rapporto con il fluido elettrico di cui noi conosciamo gli effetti?
«È il suo elemento.»
5. Qual è lo stato nel quale il fluido universale si presenta a noi nella sua più grande semplicità?
«Per trovarlo nella sua semplicità assoluta, bisognerebbe risalire fino ai puri Spiriti. Nel vostro mondo esso è sempre più o meno modificato per formare la materia compatta che vi circonda. Tuttavia potete asserire che lo stato che più si avvicina a questa semplicità è quello del fluido che voi chiamate fluido magnetico animale.»
6. È stato detto che il fluido universale è la sorgente della vita. È
forse, nello stesso tempo, anche la sorgente dell'intelligenza?
«No. Questo fluido non anima che la materia.»
7. Poiché questo è il fluido di cui è composto il perispirito, non sembra forse che esso vi si trovi in una sorta di stato di condensazione che lo avvicina, sia pure fino a un certo punto, alla materia propriamente detta?
«Fino a un certo punto — proprio come voi dite —, poiché non ne ha tutte le proprietà. Esso è più o meno condensato a seconda dei mondi.»
8. Come può uno Spirito attuare il movimento d'un corpo solido?
«Egli combina una parte del fluido universale con il fluido che emana il medium, idoneo a questo effetto.»
9. Gli Spiriti sollevano la tavola con l'aiuto delle loro braccia, in qualche modo solidificate?
«Questa risposta non vi porterà ancora ciò che voi desiderate. Allorché una tavola si muove sotto le vostre mani, lo Spirito evocato va ad attingere, nel fluido universale, quanto possa animare questa tavola d'una vita fittizia. Preparata così la tavola, lo Spirito l'attira e la fa muovere sotto l'influenza del suo stesso fluido, emanato dalla sua volontà. Allorché la massa che vuole mettere in movimento è per lui troppo pesante, egli chiama in suo aiuto degli Spiriti che si trovano nelle sue medesime condizioni. Per via della sua natura eterea, lo Spirito, propriamente detto, non può agire sulla materia grossolana senza intermediario, vale a dire senza il legame che lo unisce alla materia. Questo legame, che costituisce ciò che voi chiamate perispirito, vi dà la chiave di tutti i fenomeni spiritisti materiali. Io credo di essermi spiegato abbastanza chiaramente da farmi comprendere.»
OSSERVAZIONE. Noi richiamiamo l'attenzione su questa prima frase: Questa risposta non vi porterà ANCORA ciò che voi desiderate. Lo Spirito aveva perfettamente compreso che tutte le domande precedenti non erano state fatte se non per arrivare a questa, e fa allusione al nostro pensiero che attendeva in effetti tutt'altra risposta, vale a dire la conferma della nostra idea riguardo al modo con cui lo Spirito fa muovere le tavole.
10. Gli Spiriti che egli chiama in suo aiuto gli sono inferiori? Sono essi sotto i suoi ordini?
«Eguali, quasi sempre. Molte volte accorrono spontaneamente.»
11. Tutti gli Spiriti sono idonei a produrre fenomeni di questo genere?
«Gli Spiriti che producono questo genere di effetti sono sempre degli Spiriti inferiori, che non si sono ancora interamente liberati di ogni influenza materiale.»
12. Noi comprendiamo che gli Spiriti superiori non si occupino di cose che sono al disotto delle loro facoltà. Ma noi domandiamo se essi, in ragione del fatto che sono più smaterializzati, avrebbero il potere di farlo se ne avessero la volontà.
«Essi hanno la forza morale, così come gli altri hanno la forza fisica. Quando hanno bisogno di questa forza, essi si servono di coloro che la posseggono. Non vi è stato forse già detto ch'essi si servono degli Spiriti inferiori allo stesso modo con cui voi vi servite dei fattorini?»
OSSERVAZIONE. Si è detto che la densità del perispirito, se ci è concesso esprimerci così, varia a seconda dello stato dei mondi; sembra anche che essa varii nel medesimo mondo a seconda degli individui. Negli Spiriti moralmente avanzati, esso è più sottile e si avvicina a quello degli Spiriti elevati. Negli Spiriti inferiori, al contrario, esso si avvicina alla materia, e questo è il motivo per cui questi Spiriti di basso grado conservano per così lungo tempo le illusioni della vita terrena. Essi pensano e agiscono come se fossero ancora vivi; hanno i medesimi desideri e, si potrebbe quasi dire, la medesima sensualità. Questa grossolanità del perispirito, dandogli più affinità con la materia, rende gli Spiriti inferiori più adatti alle manifestazioni fisiche. È per la medesima ragione che un uomo di mondo, abituato ad attività intellettuali, il cui corpo sia fragile e delicato, non può sollevare un carico pesante come farebbe un facchino. La materia, in lui, è in qualche modo meno compatta e gli organi sono meno resistenti; egli, insomma, ha meno fluido nervoso. Essendo il perispirito, per lo Spirito, ciò che il corpo è per l'uomo, ed essendo la sua densità in ragione della inferiorità dello Spirito, questa densità sostituisce nello Spirito la forza muscolare, gli dà cioè - sui fluidi necessari alle manifestazioni - un potere maggiore di quello di cui dispongono coloro la cui natura è più eterea. Se uno Spirito elevato vuole produrre simili effetti, egli fa ciò che fanno presso di noi le persone di costituzione fragile: lo fa fare a uno Spirito del mestiere.
13. Se abbiamo capito bene ciò che avete detto, il principio vitale si trova nel fluido universale; lo Spirito attinge da questo fluido l'involucro semi materiale che costituisce il suo perispirito, ed è per mezzo di questo fluido ch'egli agisce sulla materia inerte. È così?
«Sì. Vale a dire ch'egli anima la materia d'una specie di vita fittizia: la materia si anima della vita animale. La tavola che si muove sotto le vostre mani vive come l'animale; essa obbedisce da sé stessa all'essere intelligente. Non è però che questo la spinga, come l'uomo farebbe con un peso; quando la tavola si solleva, non è che lo Spirito la sollevi a forza di braccia, ma è la tavola che, animata, obbedisce all'impulso dato dallo Spirito.»
14. Qual è il ruolo del medium in questo fenomeno?
«L'ho già detto. Il fluido proprio del medium si combina con il fluido universale accumulato dallo Spirito. È necessaria l'unione di questi due fluidi, vale a dire, del fluido animalizzato unitamente al fluido universale, per dar vita alla tavola. Ma osservate bene che questa vita è solo momentanea; essa si estingue con l'azione e spesso anche prima che questa termini, non appena cioè la quantità di questo fluido non è più sufficiente.»
15. Lo Spirito può agire senza il concorso di un medium?
«Egli può agire all'insaputa del medium. Vale a dire che molte persone, senza che lo sospettino, servono da ausiliarie agli Spiriti, per certi fenomeni. Lo Spirito attinge in loro, come da una sorgente, il fluido animalizzato di cui ha bisogno. Avviene così che il concorso del medium, come voi lo intendete, non sempre è necessario, la qual cosa ha luogo soprattutto nei fenomeni spontanei.»
16. La tavola animata agisce con intelligenza? Pensa?
«Essa non pensa di più del bastone con il quale fate un segno intelligente, ma la vitalità da cui essa è animata le permette di obbedire all'impulso di una intelligenza. Ricordate sempre, dunque, che la tavola che si muove non diventa Spirito e che essa non ha in sé stessa né pensiero né volontà.»
OSSERVAZIONE. Ci si serve sovente di una espressione analoga, nel linguaggio comune; di una ruota che giri con gran velocità, si dice che essa è animata da un movimento rapido.
17. Qual è la causa preponderante nella produzione di questo fenomeno: lo Spirito o il fluido?
«Lo Spirito è la causa, il fluido è lo strumento. Sono necessarie le due cose.»
18. Quale ruolo svolge, in questo caso, la volontà del medium?
«Quello di chiamare gli Spiriti e assecondarli nell'impulso dato al fluido.»
— L'azione della volontà è sempre indispensabile?
«Essa aumenta la forza, ma non sempre è necessaria, poiché il movimento può aver luogo contro e malgrado questa volontà, e questa è una delle prove che vi è una causa indipendente dal medium.»
OSSERVAZIONE. Per far muovere un oggetto non sempre è necessario il contatto delle mani. Il più delle volte questo contatto si rende necessario solo per dare il primo impulso, ma una volta che l'oggetto si è animato, può obbedire alla volontà dello Spirito senza contatto materiale. Ciò dipende sia dalla potenza del medium, sia dalla natura degli Spiriti. Un primo contatto non è neppure sempre indispensabile; se ne ha prova nei movimenti e negli spostamenti spontanei, che nessuno pensa di provocare.
19. Perché non tutti possono produrre il medesimo effetto e perché non tutti i medium hanno la medesima potenza?
«Questodipende dall'organizzazione e dalla maggiore o minore facilità con cui può avvenire la combinazione dei fluidi. Influisce anche la maggiore o minore simpatia del medium verso gli Spiriti, che trovano in lui la potenza fluidica necessaria. Accade con questa forza ciò che si verifica con quella dei magnetizzatori, la quale può essere più o meno grande. Sotto questo aspetto, ci sono persone che sono completamente refrattarie; altre nelle quali la combinazione non si attua che per uno sforzo della loro volontà; altre, infine; nelle quali la combinazione dei fluidi avviene così naturalmente e così facilmente, che esse non se ne accorgono neppure; e vengono così utilizzate, a loro insaputa, come strumento, come vi abbiamo già detto» (vedere più avanti, il capitolo "Manifestazioni fisiche spontanee").
OSSERVAZIONE. Il magnetismo è senza alcun dubbio il principio di questi fenomeni, non però come generalmente lo si intende. Prova ne sia che esistono potentissimi magnetizzatori che non farebbero muovere neppure un tavolinetto; e ci sono persone — tra cui anche fanciulli — che non possono magnetizzare, alle quali è sufficiente poggiare le dita su un tavolo pesante per farlo agitare. Se, dunque, la potenza medianica non è in ragione della potenza magnetica, è perché c'è un'altra causa.
20. Le persone cosiddette elettriche possono essere considerate dei medium?
«Queste persone attingono in sé stesse il fluido necessario alla produzione del fenomeno e possono agire senza l'aiuto di Spiriti estranei. Non sono quindi affatto dei medium nel senso che viene comunemente attribuito a questo termine; ma può anche darsi che uno Spirito assista e approfitti delle loro disposizioni naturali.»
OSSERVAZIONE. Accade con queste persone ciò che accade con i sonnambuli, i quali possono agire con o senza il concorso d'uno Spirito estraneo (si veda, nel capitolo sui "Medium", l'articolo relativo ai medium sonnambuli).
21. Lo Spirito, che agisce sui corpi solidi per muoverli, si pone nella sostanza stessa del corpo oppure al di fuori di questa sostanza?
«Avviene l'una e l'altra cosa. Noi abbiamo detto che la materia non è affatto un ostacolo per gli Spiriti. Essi penetrano in tutto; e una parte del perispirito s'identifica, per così dire, con l'oggetto in cui penetra.»
22. Come fa lo Spirito a picchiare? Si serve di un oggetto materiale?
«Non più che delle sue braccia per sollevare la tavola! Voi sapete bene che non ha martelli a sua disposizione. Il suo martello è il fluido combinato, messo in azione dalla sua volontà per muovere o per battere. Quando lo Spirito muove un oggetto, la luce vi dà la percezione del movimento; quando batte, l'aria vi trasmette il suono.»
23. Riusciamo a comprendere ciò quando egli picchia su un corpo duro. Ma come può egli far sì che si odano dei rumori o dei suoni articolati nel vuoto dell'aria?
«Poiché agisce sulla materia, può agire sull'aria allo stesso modo che sulla tavola. In quanto ai suoni articolati, egli può imitarli come tutti gli altri rumori.»
24. Voi dite che lo Spirito non si serve delle sue mani per muovere la tavola. Tuttavia, in certe manifestazioni visuali, si son viste apparire delle mani, le cui dita percorrevano la tastiera di un pianoforte, pigiando sui tasti e facendo sentire dei suoni. Non potrebbe essere, in questo caso, che il movimento dei tasti sia prodotto dalla pressione delle dita? Questa pressione non è forse anche diretta e reale, quando si fa sentire su noi stessi, quando le mani che la esercitano lasciano delle impronte sulla pelle?
«Voi potete comprendere la natura degli Spiriti e il loro modo di agire soltanto attraverso dei confronti, i quali però non ve ne daranno che un'idea incompleta. E il voler sempre paragonare i comportamenti degli Spiriti ai vostri è un errore. I loro comportamenti devono essere in rapporto con la loro organizzazione. Non vi ho forse detto che il fluido del perispirito penetra la materia e s'identifica con essa, animandola d'una vita fittizia? Ebbene, quando lo Spirito posa le dita sui tasti, egli le posa realmente sui tasti e li fa anche muovere. Ma non è con la forza muscolare ch'egli preme sul tasto. Egli anima il tasto, come anima la tavola; e il tasto, che obbedisce alla sua volontà, si muove e batte la corda. Anche qui accade una cosa che voi farete fatica a capire. Il fatto è che certi Spiriti sono così poco avanzati e talmente materiali, a confronto degli Spiriti elevati, che hanno ancora le illusioni della vita terrena e credono di poter agire come quando avevano il loro corpo. Essi non si rendono conto della vera causa degli effetti che producono più di quanto un contadino non si renda conto della teoria dei suoni ch'egli articola. Provate a domandare loro come suonino il pianoforte, ed essi vi diranno che vi battono sopra con le dita, poiché essi credono di battere. L'effetto si produce istintivamente presso di loro, senza che essi sappiano come, e tuttavia attraverso la loro volontà. La medesima cosa avviene quando essi si esprimono con delle parole.»
OSSERVAZIONE. Da queste spiegazioni risulta che gli Spiriti possono produrre tutti gli effetti che produciamo noi stessi, ma con mezzi idonei alla loro organizzazione. Certe forze, che sono loro proprie, sostituiscono i muscoli che a noi sono necessari per agire; così come il gesto supplisce, nel muto, la parola che a lui manca.
25. Tra i fenomeni, che vengono citati come prove dell'azione di una potenza occulta, ve ne sono alcuni che sono palesemente contrari a tutte le leggi conosciute della natura. Qualche dubbio non parrebbe allora permesso?
«Il fatto è che l'uomo è ben lontano dal conoscere tutte le leggi della natura. Se le conoscesse tutte, sarebbe uno Spirito superiore. Ogni giorno che passa, pertanto, smentisce coloro che, credendo di sapere tutto, pretendono d'imporre dei limiti alla natura, senza che per questo, tuttavia, diventino meno orgogliosi. Svelando incessantemente nuovi misteri, Dio avverte l'uomo di diffidare dei suoi propri lumi, perché verrà giorno in cui la scienza del più sapiente sarà confusa. Non avete voi forse, tutti i giorni, esempi di corpi animati da un movimento capace d'imporsi sulla forza di gravitazione? La palla di cannone, lanciata nell'aria, non oltrepassa forse, sia pure momentaneamente questa forza? Poveri uomini, che credete di essere tanto sapienti, e la cui sciocca vanità viene umiliata a ogni istante, sappiate dunque che siete ancora ben piccini.»
1. Il fluido universale è un'emanazione della divinità?
«No.»
2. È una creazione della divinità?
«Tutto viene creato, eccetto Dio.»
3. Il fluido universale è nello stesso tempo l'elemento universale?
«Sì, è il principio elementare di tutte le cose.»
4. Ha qualche rapporto con il fluido elettrico di cui noi conosciamo gli effetti?
«È il suo elemento.»
5. Qual è lo stato nel quale il fluido universale si presenta a noi nella sua più grande semplicità?
«Per trovarlo nella sua semplicità assoluta, bisognerebbe risalire fino ai puri Spiriti. Nel vostro mondo esso è sempre più o meno modificato per formare la materia compatta che vi circonda. Tuttavia potete asserire che lo stato che più si avvicina a questa semplicità è quello del fluido che voi chiamate fluido magnetico animale.»
6. È stato detto che il fluido universale è la sorgente della vita. È
forse, nello stesso tempo, anche la sorgente dell'intelligenza?
«No. Questo fluido non anima che la materia.»
7. Poiché questo è il fluido di cui è composto il perispirito, non sembra forse che esso vi si trovi in una sorta di stato di condensazione che lo avvicina, sia pure fino a un certo punto, alla materia propriamente detta?
«Fino a un certo punto — proprio come voi dite —, poiché non ne ha tutte le proprietà. Esso è più o meno condensato a seconda dei mondi.»
8. Come può uno Spirito attuare il movimento d'un corpo solido?
«Egli combina una parte del fluido universale con il fluido che emana il medium, idoneo a questo effetto.»
9. Gli Spiriti sollevano la tavola con l'aiuto delle loro braccia, in qualche modo solidificate?
«Questa risposta non vi porterà ancora ciò che voi desiderate. Allorché una tavola si muove sotto le vostre mani, lo Spirito evocato va ad attingere, nel fluido universale, quanto possa animare questa tavola d'una vita fittizia. Preparata così la tavola, lo Spirito l'attira e la fa muovere sotto l'influenza del suo stesso fluido, emanato dalla sua volontà. Allorché la massa che vuole mettere in movimento è per lui troppo pesante, egli chiama in suo aiuto degli Spiriti che si trovano nelle sue medesime condizioni. Per via della sua natura eterea, lo Spirito, propriamente detto, non può agire sulla materia grossolana senza intermediario, vale a dire senza il legame che lo unisce alla materia. Questo legame, che costituisce ciò che voi chiamate perispirito, vi dà la chiave di tutti i fenomeni spiritisti materiali. Io credo di essermi spiegato abbastanza chiaramente da farmi comprendere.»
OSSERVAZIONE. Noi richiamiamo l'attenzione su questa prima frase: Questa risposta non vi porterà ANCORA ciò che voi desiderate. Lo Spirito aveva perfettamente compreso che tutte le domande precedenti non erano state fatte se non per arrivare a questa, e fa allusione al nostro pensiero che attendeva in effetti tutt'altra risposta, vale a dire la conferma della nostra idea riguardo al modo con cui lo Spirito fa muovere le tavole.
10. Gli Spiriti che egli chiama in suo aiuto gli sono inferiori? Sono essi sotto i suoi ordini?
«Eguali, quasi sempre. Molte volte accorrono spontaneamente.»
11. Tutti gli Spiriti sono idonei a produrre fenomeni di questo genere?
«Gli Spiriti che producono questo genere di effetti sono sempre degli Spiriti inferiori, che non si sono ancora interamente liberati di ogni influenza materiale.»
12. Noi comprendiamo che gli Spiriti superiori non si occupino di cose che sono al disotto delle loro facoltà. Ma noi domandiamo se essi, in ragione del fatto che sono più smaterializzati, avrebbero il potere di farlo se ne avessero la volontà.
«Essi hanno la forza morale, così come gli altri hanno la forza fisica. Quando hanno bisogno di questa forza, essi si servono di coloro che la posseggono. Non vi è stato forse già detto ch'essi si servono degli Spiriti inferiori allo stesso modo con cui voi vi servite dei fattorini?»
OSSERVAZIONE. Si è detto che la densità del perispirito, se ci è concesso esprimerci così, varia a seconda dello stato dei mondi; sembra anche che essa varii nel medesimo mondo a seconda degli individui. Negli Spiriti moralmente avanzati, esso è più sottile e si avvicina a quello degli Spiriti elevati. Negli Spiriti inferiori, al contrario, esso si avvicina alla materia, e questo è il motivo per cui questi Spiriti di basso grado conservano per così lungo tempo le illusioni della vita terrena. Essi pensano e agiscono come se fossero ancora vivi; hanno i medesimi desideri e, si potrebbe quasi dire, la medesima sensualità. Questa grossolanità del perispirito, dandogli più affinità con la materia, rende gli Spiriti inferiori più adatti alle manifestazioni fisiche. È per la medesima ragione che un uomo di mondo, abituato ad attività intellettuali, il cui corpo sia fragile e delicato, non può sollevare un carico pesante come farebbe un facchino. La materia, in lui, è in qualche modo meno compatta e gli organi sono meno resistenti; egli, insomma, ha meno fluido nervoso. Essendo il perispirito, per lo Spirito, ciò che il corpo è per l'uomo, ed essendo la sua densità in ragione della inferiorità dello Spirito, questa densità sostituisce nello Spirito la forza muscolare, gli dà cioè - sui fluidi necessari alle manifestazioni - un potere maggiore di quello di cui dispongono coloro la cui natura è più eterea. Se uno Spirito elevato vuole produrre simili effetti, egli fa ciò che fanno presso di noi le persone di costituzione fragile: lo fa fare a uno Spirito del mestiere.
13. Se abbiamo capito bene ciò che avete detto, il principio vitale si trova nel fluido universale; lo Spirito attinge da questo fluido l'involucro semi materiale che costituisce il suo perispirito, ed è per mezzo di questo fluido ch'egli agisce sulla materia inerte. È così?
«Sì. Vale a dire ch'egli anima la materia d'una specie di vita fittizia: la materia si anima della vita animale. La tavola che si muove sotto le vostre mani vive come l'animale; essa obbedisce da sé stessa all'essere intelligente. Non è però che questo la spinga, come l'uomo farebbe con un peso; quando la tavola si solleva, non è che lo Spirito la sollevi a forza di braccia, ma è la tavola che, animata, obbedisce all'impulso dato dallo Spirito.»
14. Qual è il ruolo del medium in questo fenomeno?
«L'ho già detto. Il fluido proprio del medium si combina con il fluido universale accumulato dallo Spirito. È necessaria l'unione di questi due fluidi, vale a dire, del fluido animalizzato unitamente al fluido universale, per dar vita alla tavola. Ma osservate bene che questa vita è solo momentanea; essa si estingue con l'azione e spesso anche prima che questa termini, non appena cioè la quantità di questo fluido non è più sufficiente.»
15. Lo Spirito può agire senza il concorso di un medium?
«Egli può agire all'insaputa del medium. Vale a dire che molte persone, senza che lo sospettino, servono da ausiliarie agli Spiriti, per certi fenomeni. Lo Spirito attinge in loro, come da una sorgente, il fluido animalizzato di cui ha bisogno. Avviene così che il concorso del medium, come voi lo intendete, non sempre è necessario, la qual cosa ha luogo soprattutto nei fenomeni spontanei.»
16. La tavola animata agisce con intelligenza? Pensa?
«Essa non pensa di più del bastone con il quale fate un segno intelligente, ma la vitalità da cui essa è animata le permette di obbedire all'impulso di una intelligenza. Ricordate sempre, dunque, che la tavola che si muove non diventa Spirito e che essa non ha in sé stessa né pensiero né volontà.»
OSSERVAZIONE. Ci si serve sovente di una espressione analoga, nel linguaggio comune; di una ruota che giri con gran velocità, si dice che essa è animata da un movimento rapido.
17. Qual è la causa preponderante nella produzione di questo fenomeno: lo Spirito o il fluido?
«Lo Spirito è la causa, il fluido è lo strumento. Sono necessarie le due cose.»
18. Quale ruolo svolge, in questo caso, la volontà del medium?
«Quello di chiamare gli Spiriti e assecondarli nell'impulso dato al fluido.»
— L'azione della volontà è sempre indispensabile?
«Essa aumenta la forza, ma non sempre è necessaria, poiché il movimento può aver luogo contro e malgrado questa volontà, e questa è una delle prove che vi è una causa indipendente dal medium.»
OSSERVAZIONE. Per far muovere un oggetto non sempre è necessario il contatto delle mani. Il più delle volte questo contatto si rende necessario solo per dare il primo impulso, ma una volta che l'oggetto si è animato, può obbedire alla volontà dello Spirito senza contatto materiale. Ciò dipende sia dalla potenza del medium, sia dalla natura degli Spiriti. Un primo contatto non è neppure sempre indispensabile; se ne ha prova nei movimenti e negli spostamenti spontanei, che nessuno pensa di provocare.
19. Perché non tutti possono produrre il medesimo effetto e perché non tutti i medium hanno la medesima potenza?
«Questodipende dall'organizzazione e dalla maggiore o minore facilità con cui può avvenire la combinazione dei fluidi. Influisce anche la maggiore o minore simpatia del medium verso gli Spiriti, che trovano in lui la potenza fluidica necessaria. Accade con questa forza ciò che si verifica con quella dei magnetizzatori, la quale può essere più o meno grande. Sotto questo aspetto, ci sono persone che sono completamente refrattarie; altre nelle quali la combinazione non si attua che per uno sforzo della loro volontà; altre, infine; nelle quali la combinazione dei fluidi avviene così naturalmente e così facilmente, che esse non se ne accorgono neppure; e vengono così utilizzate, a loro insaputa, come strumento, come vi abbiamo già detto» (vedere più avanti, il capitolo "Manifestazioni fisiche spontanee").
OSSERVAZIONE. Il magnetismo è senza alcun dubbio il principio di questi fenomeni, non però come generalmente lo si intende. Prova ne sia che esistono potentissimi magnetizzatori che non farebbero muovere neppure un tavolinetto; e ci sono persone — tra cui anche fanciulli — che non possono magnetizzare, alle quali è sufficiente poggiare le dita su un tavolo pesante per farlo agitare. Se, dunque, la potenza medianica non è in ragione della potenza magnetica, è perché c'è un'altra causa.
20. Le persone cosiddette elettriche possono essere considerate dei medium?
«Queste persone attingono in sé stesse il fluido necessario alla produzione del fenomeno e possono agire senza l'aiuto di Spiriti estranei. Non sono quindi affatto dei medium nel senso che viene comunemente attribuito a questo termine; ma può anche darsi che uno Spirito assista e approfitti delle loro disposizioni naturali.»
OSSERVAZIONE. Accade con queste persone ciò che accade con i sonnambuli, i quali possono agire con o senza il concorso d'uno Spirito estraneo (si veda, nel capitolo sui "Medium", l'articolo relativo ai medium sonnambuli).
21. Lo Spirito, che agisce sui corpi solidi per muoverli, si pone nella sostanza stessa del corpo oppure al di fuori di questa sostanza?
«Avviene l'una e l'altra cosa. Noi abbiamo detto che la materia non è affatto un ostacolo per gli Spiriti. Essi penetrano in tutto; e una parte del perispirito s'identifica, per così dire, con l'oggetto in cui penetra.»
22. Come fa lo Spirito a picchiare? Si serve di un oggetto materiale?
«Non più che delle sue braccia per sollevare la tavola! Voi sapete bene che non ha martelli a sua disposizione. Il suo martello è il fluido combinato, messo in azione dalla sua volontà per muovere o per battere. Quando lo Spirito muove un oggetto, la luce vi dà la percezione del movimento; quando batte, l'aria vi trasmette il suono.»
23. Riusciamo a comprendere ciò quando egli picchia su un corpo duro. Ma come può egli far sì che si odano dei rumori o dei suoni articolati nel vuoto dell'aria?
«Poiché agisce sulla materia, può agire sull'aria allo stesso modo che sulla tavola. In quanto ai suoni articolati, egli può imitarli come tutti gli altri rumori.»
24. Voi dite che lo Spirito non si serve delle sue mani per muovere la tavola. Tuttavia, in certe manifestazioni visuali, si son viste apparire delle mani, le cui dita percorrevano la tastiera di un pianoforte, pigiando sui tasti e facendo sentire dei suoni. Non potrebbe essere, in questo caso, che il movimento dei tasti sia prodotto dalla pressione delle dita? Questa pressione non è forse anche diretta e reale, quando si fa sentire su noi stessi, quando le mani che la esercitano lasciano delle impronte sulla pelle?
«Voi potete comprendere la natura degli Spiriti e il loro modo di agire soltanto attraverso dei confronti, i quali però non ve ne daranno che un'idea incompleta. E il voler sempre paragonare i comportamenti degli Spiriti ai vostri è un errore. I loro comportamenti devono essere in rapporto con la loro organizzazione. Non vi ho forse detto che il fluido del perispirito penetra la materia e s'identifica con essa, animandola d'una vita fittizia? Ebbene, quando lo Spirito posa le dita sui tasti, egli le posa realmente sui tasti e li fa anche muovere. Ma non è con la forza muscolare ch'egli preme sul tasto. Egli anima il tasto, come anima la tavola; e il tasto, che obbedisce alla sua volontà, si muove e batte la corda. Anche qui accade una cosa che voi farete fatica a capire. Il fatto è che certi Spiriti sono così poco avanzati e talmente materiali, a confronto degli Spiriti elevati, che hanno ancora le illusioni della vita terrena e credono di poter agire come quando avevano il loro corpo. Essi non si rendono conto della vera causa degli effetti che producono più di quanto un contadino non si renda conto della teoria dei suoni ch'egli articola. Provate a domandare loro come suonino il pianoforte, ed essi vi diranno che vi battono sopra con le dita, poiché essi credono di battere. L'effetto si produce istintivamente presso di loro, senza che essi sappiano come, e tuttavia attraverso la loro volontà. La medesima cosa avviene quando essi si esprimono con delle parole.»
OSSERVAZIONE. Da queste spiegazioni risulta che gli Spiriti possono produrre tutti gli effetti che produciamo noi stessi, ma con mezzi idonei alla loro organizzazione. Certe forze, che sono loro proprie, sostituiscono i muscoli che a noi sono necessari per agire; così come il gesto supplisce, nel muto, la parola che a lui manca.
25. Tra i fenomeni, che vengono citati come prove dell'azione di una potenza occulta, ve ne sono alcuni che sono palesemente contrari a tutte le leggi conosciute della natura. Qualche dubbio non parrebbe allora permesso?
«Il fatto è che l'uomo è ben lontano dal conoscere tutte le leggi della natura. Se le conoscesse tutte, sarebbe uno Spirito superiore. Ogni giorno che passa, pertanto, smentisce coloro che, credendo di sapere tutto, pretendono d'imporre dei limiti alla natura, senza che per questo, tuttavia, diventino meno orgogliosi. Svelando incessantemente nuovi misteri, Dio avverte l'uomo di diffidare dei suoi propri lumi, perché verrà giorno in cui la scienza del più sapiente sarà confusa. Non avete voi forse, tutti i giorni, esempi di corpi animati da un movimento capace d'imporsi sulla forza di gravitazione? La palla di cannone, lanciata nell'aria, non oltrepassa forse, sia pure momentaneamente questa forza? Poveri uomini, che credete di essere tanto sapienti, e la cui sciocca vanità viene umiliata a ogni istante, sappiate dunque che siete ancora ben piccini.»
75. Queste spiegazioni sono
chiare, categoriche e senza ambiguità. Da esse viene messo in evidenza
questo punto fondamentale: il fluido universale, nel quale risiede il
principio della vita, è l'agente principale delle manifestazioni, e
questo agente riceve il suo impulso dallo Spirito, sia esso incarnato o
errante. Questo fluido condensato costituisce il perispirito o involucro
semi materiale dello Spirito. Durante lo stato di incarnazione, il
perispirito è unito alla materia del corpo; mentre, durante lo stato di
erraticità, esso è libero. Quando lo Spirito è incarnato, la sostanza
del perispirito si trova più o meno legata, più o meno aderente, se ci
si può esprimere così. In alcune persone, per effetto del loro
organismo, si verifica in qualche modo un'emanazione di questo fluido,
ed è questo, propriamente parlando, ciò che costituisce il medium a
influenze fisiche. L'emissione del fluido animalizzato può essere più o
meno abbondante, la sua combinazione più o meno facile, e da ciò i
medium più o meno potenti. Questa emissione, però, non è affatto
permanente, il che spiega l'intermittenza del potere medianico.
76. Facciamo un paragone.
Allorché si abbia la volontà di agire materialmente su un punto
qualsiasi collocato a distanza, è il pensiero che lo vuole, ma il solo
pensiero non andrà a percuotere questo punto: gli ci vuole un
intermediario che esso dirigerà. L'intermediario potrà essere un
bastone, un proiettile, una corrente d'aria ecc. Osservate anche che il
pensiero non agisce direttamente sul bastone, perché se uno non lo
tocca, da solo non agirà di certo. Il pensiero, che altro non è che lo
Spirito incarnato in noi, è unito al corpo dal perispirito. Ora, il
pensiero non può agire sul corpo senza il perispirito, così come non può
agire sul bastone senza il corpo. Accade così che il pensiero agisce
sul perispirito, perché è la sostanza con la quale ha maggiore affinità.
Il perispirito agisce sui muscoli, i muscoli afferrano il bastone, e il
bastone percuote il bersaglio. Quando lo Spirito non è incarnato, gli
diventa necessario un aiuto esterno, e questo aiuto è il fluido per
mezzo del quale egli rende l'oggetto atto a seguire l'impulso della sua
volontà.
77. Così. quando un oggetto è
messo in movimento, sollevato, o lanciato in aria, non è affatto lo
Spirito che lo afferra, lo spinge e lo solleva, come faremmo noi con la
mano. Lo Spirito lo satura, per così dire,
del suo fluido, combinato con quello del medium, e l'oggetto, così
momentaneamente vivificato, agisce come farebbe un essere vivente. Con
questa differenza, però: non avendo volontà propria, esso segue
l'impulso che gli dà la volontà dello Spirito.
Poiché il fluido vitale, spinto per qualche verso dallo Spirito, dà una vita fittizia e momentanea ai corpi inerti, e poiché il perispirito non è altro che questo stesso fluido vitale, ne consegue che, quando lo Spirito è incarnato, è lui stesso che dà vita al suo corpo, per mezzo del suo perispirito, mantenendosi unito a questo corpo finché l'organismodi questo lo permette. Quando si ritira, il corpo muore. Ora, se al posto di una tavola si usasse il legno per scolpire una statua, e se si agisse su questa statua come su una tavola, si avrebbe una statua che si muove, che batte, che risponde attraverso i suoi movimenti e i suoi colpi. Si avrà, in una parola, una statua momentaneamente animata da una vita artificiale. Si è parlato delle tavole parlanti, ma si potrebbe, così, anche parlare delle statue parlanti. Quale luce getta questa teoria su un'infinità di fenomeni rimasti finora senza soluzione! Quante allegorie ed effetti misteriosi essa spiega!
Poiché il fluido vitale, spinto per qualche verso dallo Spirito, dà una vita fittizia e momentanea ai corpi inerti, e poiché il perispirito non è altro che questo stesso fluido vitale, ne consegue che, quando lo Spirito è incarnato, è lui stesso che dà vita al suo corpo, per mezzo del suo perispirito, mantenendosi unito a questo corpo finché l'organismodi questo lo permette. Quando si ritira, il corpo muore. Ora, se al posto di una tavola si usasse il legno per scolpire una statua, e se si agisse su questa statua come su una tavola, si avrebbe una statua che si muove, che batte, che risponde attraverso i suoi movimenti e i suoi colpi. Si avrà, in una parola, una statua momentaneamente animata da una vita artificiale. Si è parlato delle tavole parlanti, ma si potrebbe, così, anche parlare delle statue parlanti. Quale luce getta questa teoria su un'infinità di fenomeni rimasti finora senza soluzione! Quante allegorie ed effetti misteriosi essa spiega!
78. Ugualmente gli increduli
obiettano che il fatto del sollevamento delle tavole senza alcun punto
d'appoggio è impossibile, perché contrario alla legge di gravitazione.
Noi risponderemo, innanzitutto, che la loro negazione non è una prova;
secondariamente che, se il fatto esiste, avrà un bell'essere contrario a
tutte le leggi conosciute. Ciò proverebbe una cosa sola: che il fatto
poggia, cioè, su una legge sconosciuta e che i negatori non possono
avere la pretesa di conoscere tutte le leggi della natura.
Noi abbiamo appena spiegato tale legge, ma questa non è una ragione perché essa sia da loro accettata, precisamente perché essa è stata data da Spiriti che hanno abbandonato il loro abito terreno, invece di esser data da Spiriti che l'abito l'hanno ancora e che seggono all'Accademia. Di modo che, se lo Spirito d'Arago vivente avesse enunciato questa legge, essi l'avrebbero accettata a occhi chiusi; ma enunciata dallo Spirito d'Arago morto, è una utopia. E perché? Perché credono che, essendo Arago morto, tutto ciò che era in lui è anche morto. Noi non abbiamo la pretesa di dissuaderli. Tuttavia, siccome questa obiezione potrebbe imbarazzare certe persone, noi proveremo a rispondere ponendoci dal loro punto di vista, vale a dire facendo astrazione per un istante della teoria dell'animazione fittizia.
Noi abbiamo appena spiegato tale legge, ma questa non è una ragione perché essa sia da loro accettata, precisamente perché essa è stata data da Spiriti che hanno abbandonato il loro abito terreno, invece di esser data da Spiriti che l'abito l'hanno ancora e che seggono all'Accademia. Di modo che, se lo Spirito d'Arago vivente avesse enunciato questa legge, essi l'avrebbero accettata a occhi chiusi; ma enunciata dallo Spirito d'Arago morto, è una utopia. E perché? Perché credono che, essendo Arago morto, tutto ciò che era in lui è anche morto. Noi non abbiamo la pretesa di dissuaderli. Tuttavia, siccome questa obiezione potrebbe imbarazzare certe persone, noi proveremo a rispondere ponendoci dal loro punto di vista, vale a dire facendo astrazione per un istante della teoria dell'animazione fittizia.
79. Quando si fa il vuoto
sotto la campana della macchina pneumatica, questa campana aderisce con
una tale forza al suo supporto che è impossibile sollevarla, a causa del
peso della colonna d'aria che fa pressione sopra di essa. Si lasci
rientrare l'aria, e la campana si solleverà con la più grande facilità,
perché l'aria che si trova sopra fa da contrappeso all'aria che si trova
sotto; tuttavia, abbandonata a sé stessa, essa resterà sul piatto in
virtù della legge di gravitazione. Ora, venga compressa l'aria di sotto e
abbia una densità maggiore di quella di sopra: la campana sarà così
sollevata malgrado la gravitazione. Se la corrente d'aria è rapida e
violenta, la campana si manterrà nello spazio senza alcun appoggio visibile, alla maniera di quei pupazzi che uno fa volteggiare sopra un getto d'acqua. Perché dunque il fluido universale, che è l'elemento di ogni materia, quando
è accumulato attorno alla tavola, non dovrebbe avere la proprietà di
diminuirne o di aumentarne il peso specifico relativo — come l'aria fa
per la campana della macchina pneumatica, come il gas idrogeno fa con i
palloni — senza che per questo si deroghi alle leggi della gravitazione?
Conoscete forse voi tutte le proprietà e tutta la potenza di questo
fluido? No! E allora non potete negare un fatto, solo perché non potete
spiegarlo.
80. Ritorniamo alla teoria
del movimento della tavola. Se, con il mezzo indicato, lo Spirito può
sollevare una tavola, egli può sollevare ogni altra cosa: una poltrona,
per esempio. Se può sollevare una poltrona, egli potrà anche, una forza
adeguata, sollevare nello stesso tempo una persona seduta su di essa.
Ecco dunque la spiegazione di questo fenomeno che il signor Home ha
prodotto centinaia di volte su di sé e su altre persone. Egli lo rinnovò
durante un suo viaggio a Londra e, per dimostrare che gli spettatori
non erano vittime di un'illusione ottica, egli fece un segno con la
matita sul soffitto, e molte persone passarono sotto di lui. Si sa che
il signor Home è un potente medium per gli effetti fisici: egli era, in
questo caso, la causa efficiente e l'oggetto.
81. Abbiamo poco fa parlato
dell'aumento possibile del peso. Questo è in effetti un fenomeno che
qualche volta si produce e che non è affatto più anomalo della
prodigiosa resistenza della campana sotto la pressione della colonna
atmosferica. Si sono visti, sotto l'influenza di certi medium, degli
oggetti assai leggeri offrire la medesima resistenza, poi, tutt'a un
tratto cedere al minimo sforzo. Nell'esperienza sopra trattata, la
campana non diventa in realtà né più né meno pesante in sé e per sé, ma
essa sembra più pesante per effetto della causa esteriore che agisce
sopra di essa. La medesima cosa, probabilmente, avviene qui. La tavola
ha sempre lo stesso peso intrinseco, perché la sua massa non è
aumentata, ma una forza estranea si oppone al suo movimento, e questa
causa può risiedere nei fluidi ambientali che la penetrano, così come la
causa, che fa aumentare o diminuire il peso apparente della campana,
può trovarsi nell'aria. Fate l'esperienza della campana pneumatica
davanti a un individuo incolto; non comprendendo egli come possa essere
l'aria — che non vede — ad agire, non sarà certo difficile convincerlo
che è il diavolo.
Si potrà forse dire che, essendo questo fluido imponderabile, un'accumulazione di esso non può aumentare il peso di un oggetto. D'accordo. Ma osservate che, se noi ci siamo serviti della parola accumulazione, è stato per comparazione e non per assimilazione assoluta con l'aria. Essa è imponderabile: e sia; tuttavia niente lo dimostra. La sua natura intima ci è sconosciuta, e siamo ben lontani dal conoscerne tutte le proprietà. Prima che si fosse sperimentato il peso dell'aria, non si supponevano gli effetti di questo peso. Anche l'elettricità è annoverata fra i fluidi imponderabili. Un corpo, tuttavia, può essere trattenuto da una corrente elettrica e opporre una grande resistenza a colui che voglia sollevarlo; esso è dunque diventato in apparenza più pesante. Per il fatto che il supporto non si vede, sarebbe illogico concludere che esso non esiste. Lo Spirito può dunque avere delle leve di comando che ci sono sconosciute. La natura ci dimostra tutti i giorni che la sua potenza non si arresta davanti alla testimonianza dei nostri sensi.
Non si può spiegare se non con una simile causa il singolare fenomeno — di cui si sono visti parecchi esempi — di una persona giovane, debole e delicata, che solleva con due dita, senza sforzo e come fosse una piuma, un uomo forte e robusto insieme alla sedia su cui è seduto. Le intermittenze della facoltà provano che la causa è estranea alla persona che produce il fenomeno.
Si potrà forse dire che, essendo questo fluido imponderabile, un'accumulazione di esso non può aumentare il peso di un oggetto. D'accordo. Ma osservate che, se noi ci siamo serviti della parola accumulazione, è stato per comparazione e non per assimilazione assoluta con l'aria. Essa è imponderabile: e sia; tuttavia niente lo dimostra. La sua natura intima ci è sconosciuta, e siamo ben lontani dal conoscerne tutte le proprietà. Prima che si fosse sperimentato il peso dell'aria, non si supponevano gli effetti di questo peso. Anche l'elettricità è annoverata fra i fluidi imponderabili. Un corpo, tuttavia, può essere trattenuto da una corrente elettrica e opporre una grande resistenza a colui che voglia sollevarlo; esso è dunque diventato in apparenza più pesante. Per il fatto che il supporto non si vede, sarebbe illogico concludere che esso non esiste. Lo Spirito può dunque avere delle leve di comando che ci sono sconosciute. La natura ci dimostra tutti i giorni che la sua potenza non si arresta davanti alla testimonianza dei nostri sensi.
Non si può spiegare se non con una simile causa il singolare fenomeno — di cui si sono visti parecchi esempi — di una persona giovane, debole e delicata, che solleva con due dita, senza sforzo e come fosse una piuma, un uomo forte e robusto insieme alla sedia su cui è seduto. Le intermittenze della facoltà provano che la causa è estranea alla persona che produce il fenomeno.
Capitolo V - MANIFESTAZIONI FISICHE SPONTANEE
Rumori, frastuono e perturbazioni
82. I fenomeni di cui
abbiamo appena discusso sono volontariamente provocati; ma accade, a
volte, che essi abbiano luogo spontaneamente, senza partecipazione della
volontà. Lontani da ciò! Tali fenomeni, infatti, diventano spesso molto
importuni. Ciò che esclude, inoltre, l'idea che essi possano essere un
effetto dell'immaginazione, sovreccitata dalle idee spiritiste, è il
fatto che si producono presso persone che non ne hanno mai neppure
sentito parlare, e nel momento in cui esse meno se li sarebbero
aspettati. Questi fenomeni, che si potrebbero chiamare Spiritismo
pratico naturale, sono molto importanti, poiché non possono essere
sospettati di connivenza. È per questo che noi raccomandiamo alle
persone, che si occupano dei fenomeni spiritisti, di raccogliere tutti i
fatti di questo genere di cui venissero a conoscenza, ma soprattutto di
costatarne con cura la realtà, attraverso uno studio minuzioso delle
circostanze, al fine di assicurarsi che non si tratta di vittime di una
illusione o di una mistificazione.
83. Di tutte le
manifestazione spiritiste, le più semplici e le più frequenti sono i
rumori e i colpi battuti. È qui soprattutto che bisogna temere
l'illusione, poiché possono essere generati da un numero infinito di
cause: il vento che sibila oppure il vento che fa oscillare un oggetto,
un corpo che si muove da sé stesso senza che nessuno se ne accorga, un
effetto acustico, un animale nascosto, un insetto ecc., finanche gli
scherzi di cattivo gusto. I rumori spiritisti hanno d'altronde un
carattere particolare, rivelando un'intensità e un timbro svariatissimi,
che li rendono facilmente riconoscibili e che non permettono di
confonderli con lo scricchiolio del legno, con il crepitio del fuoco o
col monotono tic-tac d'un pendolo. Si tratta di colpi secchi, ora sordi,
flebili e leggeri, ora chiari, distinti, a volte fragorosi, che mutano
di posto e si ripetono senza avere una regolarità meccanica. Di tutti i
mezzi di controllo, il più efficace, quello che non può lasciar dubbi
sull'origine del fenomeno è l'obbedienza alla volontà. Se i colpi si
fanno sentire nel posto designato, se rispondono, attraverso il loro
numero o la loro intensità, al pensiero, non si può disconoscere in loro
una causa intelligente. Tuttavia la mancanza d'obbedienza non sempre è
una prova contraria.
84. Ammettiamo ora che, con
una costatazione minuziosa, si acquisisca la certezza che i rumori o
tutti gli altri effetti sono delle manifestazioni reali. È razionale
averne paura? Certamente no, poiché in nessun caso potrebbe esserci il
minimo danno. Solo le persone che si lasciano persuadere che si tratti
del diavolo possono rimanerne impressionate in modo increscioso, come
quei bambini ai quali si inculca la paura del lupo mannaro o dell'orco.
Queste manifestazioni acquistano in certe circostanze — bisogna
convenirne — delle proporzioni e una persistenza sgradevoli, di cui si
ha il desiderio più che naturale di sbarazzarsi. Una spiegazione su
questo argomento è necessaria.
85. Abbiamo detto che le
manifestazioni fisiche hanno lo scopo di richiamare la nostra attenzione
su qualcosa e di convincerci della presenza d'una potenza superiore
all'uomo. Abbiamo anche detto che gli Spiriti elevati non si occupano di
questo genere di manifestazioni: che essi si servono degli Spiriti
inferiori per produrle, così come noi ci serviamo di servitori per i
lavori pesanti; e questo con lo scopo che indicheremo più avanti. Una
volta raggiunto questo scopo, la manifestazione materiale cessa, perché
non è più necessaria. Uno o due esempi faranno meglio comprendere la
cosa.
86. Parecchi anni fa,
all'inizio dei miei studi sullo Spiritismo, una sera, mentre attendevo a
un lavoro su questa materia, si fecero sentire, attorno a me, dei colpi
per quattro ore di seguito. Era la prima volta che mi succedeva una
simile cosa. Costatai che essi non erano dovuti a nessuna causa
accidentale, ma al momento non riuscii a saperne di più. A quell'epoca,
io avevo occasione di vedere frequentemente un eccellente medium
scrivente. Il giorno seguente, interrogai lo Spirito, che comunicava
attraverso il suo intermediario sulla causa di quei colpi. Mi fu
risposto: «Era il tuo spirito familiare che voleva parlarti».
«E che cosa voleva dirmi?» Risposta: «Puoi domandarglielo tu stesso,
poiché egli è là». Avendo io dunque interrogato questo Spirito, egli si
fece conoscere sotto un nome allegorico (ho saputo in seguito, da altri
Spiriti, ch'egli appartiene a un ordine molto elevato e che ha rivestito
un ruolo importante sulla Terra). Egli mi segnalò alcuni errori nel mio
lavoro, indicandomi le righe dove essi si
trovavano, e mi diede utili e saggi consigli; aggiunse anche che sarebbe
stato sempre con me e che sarebbe accorso a ogni mia chiamata, tutte le
volte che io avessi voluto interrogarlo. A partire da allora, in
effetti, questo Spirito non mi ha mai abbandonato. Egli mi ha dato
innumerevoli prove di grande eccellenza. Il suo intervento benevolo ed efficace è
stato palese per me negli affari della vita materiale, come in ciò che
riguarda le cose metafisiche. Ma dal nostro primo colloquio i colpi sono
cessati. Di fatto, che cosa voleva? Entrare in regolare comunicazione
con me. Per questo, era necessario che m'avvertisse. Dato e spiegato
l'avvertimento, stabilite le regolari relazioni, i colpi diventavano
inutili, ed è per questo che sono cessati. Non si batte più il tamburo
per svegliare i soldati, una volta che questi sono in piedi.
Un fatto quasi simile accadde a uno dei nostri amici. Da qualche tempo la sua stanza risuonava di rumori diversi che stavano diventando snervanti. Essendosi presentata l'occasione di interrogare lo Spirito di suo padre, per mezzo di un medium scrivente, egli venne a sapere che cosa si voleva da lui, fece ciò che gli fu raccomandato, e dopo di allora egli non ha sentito più nulla. C'è da osservare che le persone, le quali abbiano con gli Spiriti un mezzo regolare e facile di comunicazione, hanno molto più raramente manifestazioni di questo genere. E questo ben si comprende.
Un fatto quasi simile accadde a uno dei nostri amici. Da qualche tempo la sua stanza risuonava di rumori diversi che stavano diventando snervanti. Essendosi presentata l'occasione di interrogare lo Spirito di suo padre, per mezzo di un medium scrivente, egli venne a sapere che cosa si voleva da lui, fece ciò che gli fu raccomandato, e dopo di allora egli non ha sentito più nulla. C'è da osservare che le persone, le quali abbiano con gli Spiriti un mezzo regolare e facile di comunicazione, hanno molto più raramente manifestazioni di questo genere. E questo ben si comprende.
87. Le manifestazioni
spontanee non sempre si limitano a rumori e colpi battuti; esse
degenerano qualche volta in un vero fracasso e in perturbazioni. Mobili e
oggetti diversi vengono messi sottosopra, oggetti di tutti i tipi
vengono lanciati fuori come proiettili, porte e finestre vengono aperte e
chiuse da mani invisibili, i vetri vengono infranti: tutte cose che non
possono essere messe in conto all'illusione.
Il soqquadro è spesso molto reale, ma qualche volta non ha che le apparenze della realtà. Si sente un gran baccano nella camera vicina, un rumore di stoviglie che cadono e s'infrangono con fracasso, dei tronchi di legno che rotolano sul pavimento. Ci si precipita e si trova tutto tranquillo e in ordine. Dopo, appena si esce, il tumulto ricomincia.
Il soqquadro è spesso molto reale, ma qualche volta non ha che le apparenze della realtà. Si sente un gran baccano nella camera vicina, un rumore di stoviglie che cadono e s'infrangono con fracasso, dei tronchi di legno che rotolano sul pavimento. Ci si precipita e si trova tutto tranquillo e in ordine. Dopo, appena si esce, il tumulto ricomincia.
88. Le manifestazioni di
questo genere non sono né nuove né rare. Non sono poche le cronache
locali che contengono qualche storia di questo genere. La paura ha
sovente senza dubbio esagerato dei fatti, che hanno poi assunto delle
proporzioni gigantescamente ridicole, passando di bocca in bocca. Con
l'aiuto della superstizione, le case, dove tali fatti sono accaduti,
sono state ritenute abitate dal diavolo, e da qui sono nati anche tutti i
racconti meravigliosi e terribili di fantasmi. D'altro canto, gli
impostori non si sono lasciati scappare una così bella occasione per
sfruttare la credulità della gente, e spesso a vantaggio di interessi
personali. Si comprende, del resto, l'impressione che fatti di questo
genere, anche dentro i limiti della realtà, possono fare su caratteri
deboli e predisposti da una certa educazione alle idee superstiziose. Il
mezzo più sicuro per prevenire gli inconvenienti che potrebbero nascere
— poiché non sarebbe possibile impedirli — è quello di far conoscere la
verità. Le cose, anche le più semplici, diventano terrificanti quando
ne è ignota la causa. Quando si sarà familiarizzato con gli Spiriti, e
quando coloro ai quali essi si manifestano non crederanno più di avere
una legione di demoni alle calcagna, essi non ne avranno più paura.
Nella Rivista Spiritista, si possono leggere racconti su parecchi fatti autentici di questo genere, fra gli altri la storia dello Spirito percotitore di Bergzabern, le cui cattive azioni durarono più di otto anni (numeri di maggio, giugno e luglio del 1858); la storia dello Spirito di Dibbelsdorf (numero dell'agosto 1858); quella del fornaio dei Grandes-Ventes, presso Dieppe (marzo 1860); quella della Rue del Noyers, a Parigi (agosto 1860); quella dello Spirito di Castelnaudary, sotto il titolo “Storia di un dannato”(febbraio 1860); quella del fabbricante di Saint-Pétersbourg (aprile 1860) e molte altre ancora.
Nella Rivista Spiritista, si possono leggere racconti su parecchi fatti autentici di questo genere, fra gli altri la storia dello Spirito percotitore di Bergzabern, le cui cattive azioni durarono più di otto anni (numeri di maggio, giugno e luglio del 1858); la storia dello Spirito di Dibbelsdorf (numero dell'agosto 1858); quella del fornaio dei Grandes-Ventes, presso Dieppe (marzo 1860); quella della Rue del Noyers, a Parigi (agosto 1860); quella dello Spirito di Castelnaudary, sotto il titolo “Storia di un dannato”(febbraio 1860); quella del fabbricante di Saint-Pétersbourg (aprile 1860) e molte altre ancora.
89. I fatti di questa natura
hanno sovente il carattere di una vera persecuzione.Noi conosciamo sei
sorelle che abitavano insieme e che per molti anni trovarono al mattino
le loro vesti sparse e nascoste perfino sui tetti, stracciate e ridotte a
brandelli, per quanto prendessero la precauzione di chiuderle a chiave.
È sovente accaduto che persone coricate e perfettamente sveglie vedessero
scuotere le cortine del loro letto, strappare violentemente coperte e
guanciali, mentre venivano sollevate sui materassi, e qualche volta
anche gettate fuori dal letto. Questi fatti sono più frequenti di quanto
non si creda; ma il più delle volte coloro che ne sono vittime non
osano parlarne per paura del ridicolo. È a nostra conoscenza che si è
creduto di poter guarire certi individui da ciò cui si guardava come a
delle allucinazioni, sottoponendoli al trattamento riservato agli
alienati, il che li ha resi realmente folli. La Medicina non può
comprendere queste cose, perché non ammette tra le sue cause che
l'elemento materiale, da cui derivano errori sovente funesti. La Storia,
un giorno, racconterà di certi trattamenti del diciannovesimo secolo,
come si racconta oggi di certi procedimenti del Medioevo.
Noi ammettiamo benissimo che certi fatti siano opera della malignità e della malevolenza. Ma se, eseguite tutte le verifiche, viene accertato che essi non sono l'opera degli uomini, bisogna ben convenire ch'essi sono opera del diavolo, diranno gli uni, mentre noi, noi diremo degli Spiriti. Ma di quali Spiriti?
Noi ammettiamo benissimo che certi fatti siano opera della malignità e della malevolenza. Ma se, eseguite tutte le verifiche, viene accertato che essi non sono l'opera degli uomini, bisogna ben convenire ch'essi sono opera del diavolo, diranno gli uni, mentre noi, noi diremo degli Spiriti. Ma di quali Spiriti?
90. Gli Spiriti superiori,
come tra noi gli uomini seri e austeri, non si divertono a fare
schiamazzi. Noi abbiamo diverse volte fatto venire quegli Spiriti per
domandare loro quale fosse il motivo che li portava a disturbare così il
riposo. La maggior parte di essi non ha altro scopo che quello di
divertirsi; sono Spiriti più leggeri che cattivi, i quali se la ridono
degli spaventi ch'essi procurano e delle inutili ricerche che si fanno
per scoprire la causa dello scompiglio. Spesso infieriscono contro un
individuo divertendosi a vessarlo e a perseguitarlo di casa in casa.
Altre volte si attaccano a una località senza alcun altro motivo che non
sia quello di un loro capriccio. Qualche volta si tratta anche di una
vendetta che essi esercitano attraverso questa forma, come avremo
occasione di vedere più avanti.
In certi casi, la loro intenzione è più lodevole; essi vogliono richiamare l'attenzione e mettersi così in comunicazione, sia per dare un avvertimento utile alla persona alla quale si rivolgono, sia per chiedere qualcosa per sé stessi. Noi spesso ne abbiamo visti chiedere delle preghiere; altri sollecitare la realizzazione, a loro nome, di un voto che essi non avevano potuto adempiere; altri infine volere, nell'interesse del loro stesso riposo, riparare a una cattiva azione da loro commessa in vita.
In generale, si ha torto a spaventarsene; la loro presenza può essere importuna, ma non pericolosa. Del resto, si comprende bene il desiderio che si può avere di sbarazzarsi di loro; ma generalmente, per raggiungere questo scopo, si fa tutto il contrario di quello che si dovrebbe. Se sono Spiriti che si divertono, più si prende la cosa sul serio, più essi persistono, come quei ragazzini smaliziati che molestano tanto di più quelli ch'essi vedono spazientirsi, e che spaventano i paurosi. Se però si prendesse la saggia decisione di ridere noi stessi dei loro brutti tiri, essi finirebbero per stancarsi e per restarsene tranquilli. Noi conosciamo qualcuno che, lungi dall'irritarsi, li eccitava, li sfidava a fare la tale o talaltra cosa, di modo che in capo a qualche giorno essi non ritornarono più. Ma, come abbiamo già detto, ce ne sono di quelli il cui motivo è meno frivolo. È per questo che è sempre utile sapere che cosa vogliono. Se essi chiedono qualche cosa, si può esser certi che cesseranno le loro visite non appena il loro desiderio sarà soddisfatto. Il miglior modo, per essere informati a questo riguardo, è quello di evocare lo Spirito tramite un buon medium scrivente; dalle sue risposte si vedrà subito con chi si ha a che fare e si agirà di conseguenza. Se è uno Spirito infelice, la carità vuole che lo si tratti con i riguardi che merita; se è uno Spirito faceto ma di cattivo gusto si può agire verso di lui senza tanti complimenti; se è uno Spirito malevolo, si deve pregare Dio di renderlo migliore. Qualunque sia la causa, la preghiera può sempre avere soltanto un buon risultato. Ma la gravità delle formule d'esorcismo li fa ridere, e non ne tengono conto. Quando si può entrare in comunicazione con loro, bisogna diffidare delle qualificazioni burlesche o terrificanti, che essi qualche volta danno di sé stessi per divertirsi della nostra credulità.
Ritorneremo più dettagliatamente su questo argomento, e sulle cause che spesso rendono le preghiere inefficaci, nei capitoli che si riferiscono ai luoghi frequentati e alle ossessioni.
In certi casi, la loro intenzione è più lodevole; essi vogliono richiamare l'attenzione e mettersi così in comunicazione, sia per dare un avvertimento utile alla persona alla quale si rivolgono, sia per chiedere qualcosa per sé stessi. Noi spesso ne abbiamo visti chiedere delle preghiere; altri sollecitare la realizzazione, a loro nome, di un voto che essi non avevano potuto adempiere; altri infine volere, nell'interesse del loro stesso riposo, riparare a una cattiva azione da loro commessa in vita.
In generale, si ha torto a spaventarsene; la loro presenza può essere importuna, ma non pericolosa. Del resto, si comprende bene il desiderio che si può avere di sbarazzarsi di loro; ma generalmente, per raggiungere questo scopo, si fa tutto il contrario di quello che si dovrebbe. Se sono Spiriti che si divertono, più si prende la cosa sul serio, più essi persistono, come quei ragazzini smaliziati che molestano tanto di più quelli ch'essi vedono spazientirsi, e che spaventano i paurosi. Se però si prendesse la saggia decisione di ridere noi stessi dei loro brutti tiri, essi finirebbero per stancarsi e per restarsene tranquilli. Noi conosciamo qualcuno che, lungi dall'irritarsi, li eccitava, li sfidava a fare la tale o talaltra cosa, di modo che in capo a qualche giorno essi non ritornarono più. Ma, come abbiamo già detto, ce ne sono di quelli il cui motivo è meno frivolo. È per questo che è sempre utile sapere che cosa vogliono. Se essi chiedono qualche cosa, si può esser certi che cesseranno le loro visite non appena il loro desiderio sarà soddisfatto. Il miglior modo, per essere informati a questo riguardo, è quello di evocare lo Spirito tramite un buon medium scrivente; dalle sue risposte si vedrà subito con chi si ha a che fare e si agirà di conseguenza. Se è uno Spirito infelice, la carità vuole che lo si tratti con i riguardi che merita; se è uno Spirito faceto ma di cattivo gusto si può agire verso di lui senza tanti complimenti; se è uno Spirito malevolo, si deve pregare Dio di renderlo migliore. Qualunque sia la causa, la preghiera può sempre avere soltanto un buon risultato. Ma la gravità delle formule d'esorcismo li fa ridere, e non ne tengono conto. Quando si può entrare in comunicazione con loro, bisogna diffidare delle qualificazioni burlesche o terrificanti, che essi qualche volta danno di sé stessi per divertirsi della nostra credulità.
Ritorneremo più dettagliatamente su questo argomento, e sulle cause che spesso rendono le preghiere inefficaci, nei capitoli che si riferiscono ai luoghi frequentati e alle ossessioni.
91. Questi
fenomeni, sebbene prodotti da Spiriti inferiori, sono spesso provocati
da Spiriti d'un ordine più elevato, allo scopo di convincere
dell'esistenza di esseri incorporei e di una potenza superiore all'uomo.
La risonanza che ne risulta, lo spavento stesso che ciò produce
richiamano l'attenzione e finiscono per far aprire gli occhi ai più
increduli. Costoro trovano più semplice collocare questi fenomeni sul
piano dell'immaginazione: spiegazione, questa, molto comoda e che
dispensa dal darne altre. Tuttavia, quando degli oggetti sono messi a
soqquadro oppure quando vi vengono scagliati sulla testa, sarebbe
necessaria una immaginazione molto compiacente per figurarsi che simili
cose sono reali, quando non lo sono affatto. Si osservi un effetto
qualsiasi: questo effetto ha necessariamente una causa. Se una fredda e calma osservazione
ci dimostra che questo effetto è indipendente da ogni volontà umana e
da ogni causa materiale, se per di più ci dà segni evidenti di intelligenza e di libera volontà — la qual cosa è il segno più caratteristico — si
è ben indotti ad attribuirlo a una intelligenza occulta. Quali sono
questi esseri misteriosi? È ciò che gli studi spiritisti ci insegnano
nel modo meno contestabile, attraverso i mezzi che ci permettono di
comunicare con loro. Questi studi ci insegnano inoltre a fare la
distinzione tra ciò che c'è di reale, di falso o di esagerato nei
fenomeni di cui non ci rendiamo conto. Se capita un effetto insolito,
quale rumore, movimento o anche apparizione, il primo pensiero che si
deve avere è che esso sia dovuto a una causa del tutto naturale, perché è
la più probabile. Bisogna allora ricercare questa causa con la più
grande cura e non ammettere l'intervento degli Spiriti, se non molto
consapevolmente. Questo è il mezzo per evitare ogni illusione. Colui,
per esempio, che, senza essere avvicinato da alcuno, ricevesse uno
schiaffo o dei colpi di bastone sulla schiena — come è accaduto —, non
dovrebbe dubitare della presenza di un essere invisibile.
Bisogna stare in guardia non solo nei confronti dei racconti che possono essere quanto meno inficiati da esagerazioni, ma anche nei confronti delle proprie stesse impressioni, né bisogna attribuire un'origine occulta a tutto ciò che non si comprende. Un'infinità di cause molto semplici e molto naturali possono produrre, di primo acchito, strani effetti. Sarebbe però una vera superstizione il voler vedere dappertutto Spiriti occupati a rovesciare mobili, frantumare stoviglie e suscitare, infine, i mille e uno guai che accadono nelle case, quando sarebbe più ragionevole metterli sul conto della negligenza.
Bisogna stare in guardia non solo nei confronti dei racconti che possono essere quanto meno inficiati da esagerazioni, ma anche nei confronti delle proprie stesse impressioni, né bisogna attribuire un'origine occulta a tutto ciò che non si comprende. Un'infinità di cause molto semplici e molto naturali possono produrre, di primo acchito, strani effetti. Sarebbe però una vera superstizione il voler vedere dappertutto Spiriti occupati a rovesciare mobili, frantumare stoviglie e suscitare, infine, i mille e uno guai che accadono nelle case, quando sarebbe più ragionevole metterli sul conto della negligenza.
Lancio di oggetti
92. La spiegazione data sul
movimento dei corpi inerti si applica naturalmente a tutti gli effetti
spontanei che abbiamo appena visto. I rumori, sebbene più forti dei
colpi battuti nella tavola, hanno la medesima causa; gli oggetti
lanciati o spostati lo sono grazie alla medesima forza che solleva un
qualsiasi oggetto. Una circostanza anche qui viene in appoggio a questa
teoria. Ci si potrebbe chiedere dov'è il medium in questa circostanza.
Gli Spiriti ci hanno detto che in simili casi c'è sempre qualcuno il cui
potere viene esercitato a sua insaputa. Le manifestazioni spontanee
molto raramente avvengono nei luoghi isolati. Esse hanno luogo quasi
sempre in case abitate, e a causa della presenza di certe persone, che
esercitano un'influenza, senza volerlo. Questi individui sono dei veri e
propri medium, che ignorano essi stessi di esserlo, e che noi
chiamiamo, per questa ragione, medium naturali. In
confronto agli altri medium, essi sono ciò che i sonnambuli naturali
sono rispetto ai sonnambuli magnetici e, come quelli, altrettanto degni
di osservazione.
93. L'intervento volontario o
involontario di una persona dotata di una speciale attitudine per la
produzione di questi fenomeni sembra essere necessario per la maggior
parte dei casi, sebbene ve ne siano alcuni in cui, a quanto pare, lo
Spirito agisce da solo. Ma allora potrebbe darsi ch'egli attinga il
fluido animalizzato altrove piuttosto che da una persona presente.
Questo spiega perché gli Spiriti che incessantemente ci circondano non
generano perturbazioni a ogni istante. Bisogna, innanzi tutto, che lo
Spirito lo voglia, che abbia uno scopo, un motivo, senza nulla di ciò,
egli non fa nulla. Spesso bisogna poi ch'egli trovi, esattamente nel
luogo dove vorrebbe agire, una persona capace di assecondarlo,
coincidenza che si incontra assai raramente. Giungendo questa persona
inaspettatamente, egli ne approfitta. Quand'anche tutte le circostanze
fossero favorevoli, potrebbe ancora accadere che lo Spirito ne fosse
impedito da una volontà superiore, che non gli permetterebbe di agire a
suo proprio piacimento. Potrebbe essergli permesso di agire solo entro
determinati limiti e solo nel caso in cui queste manifestazioni fossero
giudicate utili, sia come mezzo di convinzione, sia come prova per la
persona che ne è l'oggetto.
94. A questo riguardo, noi
citeremo soltanto il dialogo provocato a proposito dei fatti che sono
accaduti nel giugno del 1860 in Rue des Noyers, a Parigi. Se ne potranno
trovare i particolari nella Rivista Spiritista, nel numero di agosto del 1860.
1. (A san Luigi). Vorreste compiacervi di rivelarci se i fatti che si dice siano accaduti in Rue des Noyers sono veri? In quanto alla possibilità noi non ne dubitiamo.
«Sì. Questi fatti sono veri. La fantasia degli uomini potrà solo esagerarli, sia per paura, sia per scherzo. Ma, io lo ripeto, essi sono veri. Queste manifestazioni sono provocate da uno Spirito che si diverte un po' a spese degli abitanti del luogo.»
2. C'è, nella casa, una persona che potrebbe essere la causa di queste manifestazioni?
«Esse sono sempre causate dalla presenza della persona presa di mira. Il fatto è che lo Spirito perturbatore detesta l'abitante del posto dove egli si trova, e vuole fargli delle cattiverie, o addirittura farlo sloggiare.»
3. Noi vorremmo sapere se, fra gli abitanti della casa, c'è qualcuno che possa essere la causa di questi fenomeni, per un'influenza medianica spontanea e involontaria.
«Dev'essere per forza così. Senza ciò, il fatto non potrebbe accadere. Uno Spirito abita in un luogo di sua predilezione. Resta inattivo, finché una natura a lui adatta non si sarà presentata in quel luogo. Quando questa persona arriva, allora egli si diverte quanto più può.»
4. La presenza di questa persona nei luoghi stessi è indispensabile?
«È il caso più comune, ed è proprio il caso del fatto che voi citate. È per questo che io ho detto che senza di ciò il fatto non sarebbe potuto accadere. Ma non ho inteso generalizzare: ci sono casi in cui la presenza immediata non è necessaria.»
5. Essendo questi Spiriti sempre di un ordine inferiore, l'attitudinea servir loro da aiuto è un indice sfavorevole per la persona? Questo denuncia forse una simpatia per gli esseri di questa natura?
«Non precisamente. Infatti questa attitudine attiene a una disposizione fisica. Tuttavia, ciò molto spesso indica una tendenza materiale che sarebbe preferibile non avere, poiché più si è moralmente elevati, più si attirano a sé i buoni Spiriti, che necessariamente allontanano i cattivi.»
6. Dove lo Spirito va a prendere gli oggetti di cui si serve per il lancio?
«Questidiversi oggetti sono, il più delle volte, presi sul posto dove avvengono i fenomeni, o nelle vicinanze. Una forza che proviene da uno Spirito li lancia nello spazio, ed essi cadono in un luogo designato da questo stesso Spirito.»
7. Poiché le manifestazioni spontanee sono spesso permesse e, anzi, provocate con lo scopo di convincere, ci sembra che se certi increduli ne fossero personalmente l'oggetto, sarebbero pur costretti ad arrendersi all'evidenza. Essi, qualche volta, si lamentano di non poter essere testimoni di fatti convincenti. Non dovrebbe forse dipendere dagli Spiriti di fare in modo che abbiano qualche prova sensibile?
«Gli atei e i materialisti non sono forse in ogni istante testimoni degli effetti della potenza di Dio e del pensiero? Questo non impedisce loro di negare Dio e l'anima. I miracoli di Gesù hanno forse convertito tutti i suoi contemporanei? I Farisei che Gli dicevano: "Maestro, fateci vedere qualche prodigio", non assomigliano forse a coloro che, al giorno d'oggi, chiedono che facciate veder loro delle manifestazioni? Se essi non sono convinti dalle meraviglie della Creazione, non lo sarebbero di più quand'anche gli Spiriti apparissero loro nel modo meno ambiguo, perché il loro orgoglio li rende come cavalli recalcitranti. Le occasioni di vedere non mancherebbero loro, se le cercassero in buona fede. Ecco perché Dio non giudica opportuno fare per loro più di quanto non faccia per coloro che cercano sinceramente di istruirsi, perché Egli non ricompensa che gli uomini di buona volontà. La loro incredulità non impedirà che la volontà di Dio si compia. Voi vedete bene che non ha neppure impedito alla dottrina di espandersi. Cessate dunque di inquietarvi per la loro opposizione, che sta alla dottrina come l'ombra sta al quadro dandogli anzi maggior rilievo. Quale merito essi avrebbero a esser convinti con la forza? Dio lascia loro tutta la responsabilità della loro caparbietà, e questa responsabilità sarà più terribile di quanto voi possiate pensare. Ben felici coloro che credono senza aver visto, ha detto Gesù, perché essi non dubitano della potenza di Dio.»
8. Credete voi che sarebbe utile evocare questo Spirito per chiedergli qualche spiegazione?
«Evocatelo pure, se volete. Ma è uno Spirito inferiore che non vi darà che delle risposte insignificanti.»
1. (A san Luigi). Vorreste compiacervi di rivelarci se i fatti che si dice siano accaduti in Rue des Noyers sono veri? In quanto alla possibilità noi non ne dubitiamo.
«Sì. Questi fatti sono veri. La fantasia degli uomini potrà solo esagerarli, sia per paura, sia per scherzo. Ma, io lo ripeto, essi sono veri. Queste manifestazioni sono provocate da uno Spirito che si diverte un po' a spese degli abitanti del luogo.»
2. C'è, nella casa, una persona che potrebbe essere la causa di queste manifestazioni?
«Esse sono sempre causate dalla presenza della persona presa di mira. Il fatto è che lo Spirito perturbatore detesta l'abitante del posto dove egli si trova, e vuole fargli delle cattiverie, o addirittura farlo sloggiare.»
3. Noi vorremmo sapere se, fra gli abitanti della casa, c'è qualcuno che possa essere la causa di questi fenomeni, per un'influenza medianica spontanea e involontaria.
«Dev'essere per forza così. Senza ciò, il fatto non potrebbe accadere. Uno Spirito abita in un luogo di sua predilezione. Resta inattivo, finché una natura a lui adatta non si sarà presentata in quel luogo. Quando questa persona arriva, allora egli si diverte quanto più può.»
4. La presenza di questa persona nei luoghi stessi è indispensabile?
«È il caso più comune, ed è proprio il caso del fatto che voi citate. È per questo che io ho detto che senza di ciò il fatto non sarebbe potuto accadere. Ma non ho inteso generalizzare: ci sono casi in cui la presenza immediata non è necessaria.»
5. Essendo questi Spiriti sempre di un ordine inferiore, l'attitudinea servir loro da aiuto è un indice sfavorevole per la persona? Questo denuncia forse una simpatia per gli esseri di questa natura?
«Non precisamente. Infatti questa attitudine attiene a una disposizione fisica. Tuttavia, ciò molto spesso indica una tendenza materiale che sarebbe preferibile non avere, poiché più si è moralmente elevati, più si attirano a sé i buoni Spiriti, che necessariamente allontanano i cattivi.»
6. Dove lo Spirito va a prendere gli oggetti di cui si serve per il lancio?
«Questidiversi oggetti sono, il più delle volte, presi sul posto dove avvengono i fenomeni, o nelle vicinanze. Una forza che proviene da uno Spirito li lancia nello spazio, ed essi cadono in un luogo designato da questo stesso Spirito.»
7. Poiché le manifestazioni spontanee sono spesso permesse e, anzi, provocate con lo scopo di convincere, ci sembra che se certi increduli ne fossero personalmente l'oggetto, sarebbero pur costretti ad arrendersi all'evidenza. Essi, qualche volta, si lamentano di non poter essere testimoni di fatti convincenti. Non dovrebbe forse dipendere dagli Spiriti di fare in modo che abbiano qualche prova sensibile?
«Gli atei e i materialisti non sono forse in ogni istante testimoni degli effetti della potenza di Dio e del pensiero? Questo non impedisce loro di negare Dio e l'anima. I miracoli di Gesù hanno forse convertito tutti i suoi contemporanei? I Farisei che Gli dicevano: "Maestro, fateci vedere qualche prodigio", non assomigliano forse a coloro che, al giorno d'oggi, chiedono che facciate veder loro delle manifestazioni? Se essi non sono convinti dalle meraviglie della Creazione, non lo sarebbero di più quand'anche gli Spiriti apparissero loro nel modo meno ambiguo, perché il loro orgoglio li rende come cavalli recalcitranti. Le occasioni di vedere non mancherebbero loro, se le cercassero in buona fede. Ecco perché Dio non giudica opportuno fare per loro più di quanto non faccia per coloro che cercano sinceramente di istruirsi, perché Egli non ricompensa che gli uomini di buona volontà. La loro incredulità non impedirà che la volontà di Dio si compia. Voi vedete bene che non ha neppure impedito alla dottrina di espandersi. Cessate dunque di inquietarvi per la loro opposizione, che sta alla dottrina come l'ombra sta al quadro dandogli anzi maggior rilievo. Quale merito essi avrebbero a esser convinti con la forza? Dio lascia loro tutta la responsabilità della loro caparbietà, e questa responsabilità sarà più terribile di quanto voi possiate pensare. Ben felici coloro che credono senza aver visto, ha detto Gesù, perché essi non dubitano della potenza di Dio.»
8. Credete voi che sarebbe utile evocare questo Spirito per chiedergli qualche spiegazione?
«Evocatelo pure, se volete. Ma è uno Spirito inferiore che non vi darà che delle risposte insignificanti.»
95. Dialogo con lo Spirito perturbatore di Rue des Noyers.
1. Evocazione.
«Che cosa avete dunque da chiamarmi? Volete dunque che vi prenda a sassate? Si vedrebbe allora un bel si-salvi-chi-può, malgrado la vostra aria coraggiosa.»
2. Anche se tu ci tirassi delle pietre, ciò non ci spaventerebbe affatto. Anzi, veramente, siamo noi che ti chiediamo di gettarcene un po’.
«Qui, forse, non potrei. Voi avete un guardiano che veglia attentamente su di voi.»
3. In Rue des Noyers, c'era forse una persona che ti serviva come aiuto, per facilitarti nei tiri mancini che tu giocavi agli abitanti della casa?
«Certamente. Non solo ho trovato un buono strumento, ma non c'era nessuno Spirito dotto, saggio e scrupoloso a ostacolarmi. Perché io sono allegro e ogni tanto amo divertirmi.»
4. Chi era la persona che ti servì da strumento?
«Una serva.»
5. Ed era a sua insaputa che ti serviva da ausiliaria?
«Oh, sì! La povera ragazza era la più spaventata di tutti.»
6. Agivi con un qualche cattivo proposito?
«Io? Io non avevo alcun cattivo proposito. Ma gli uomini, che s'impossessano di tutto, faranno in modo che i fatti volgano a loro profitto.»
7. Che cosa intendi dire con questo? Noi non comprendiamo.
«Io cercavo di divertirmi. Ma voialtri studierete la casa e avrete un fatto di più per dimostrare che noi esistiamo.»
8. Tu dici che non avevi cattive intenzioni, e tuttavia hai fracassato tutti i vetri dell'appartamento. Hai così causato un danno reale.
«È una cosa da niente.»
9. Dove ti sei procurato gli oggetti che hai lanciati?
«Sono abbastanza comuni. Io li ho trovati nel cortile e nei giardini vicini.»
10. Li hai tutti trovati, o qualcuno lo hai fabbricato tu? (Vedere cap. VIII)
«Io non ho creato né composto un bel nulla.»
11. Se tu non ne avessi trovati, avresti potuto fabbricarne?
«Sarebbe stato più difficile. Ma, a rigore, si mescolano delle materie e da ciò nasce un tutto qualsiasi.»
12. Ora raccontaci come li hai lanciati.
«Ah, questo è più difficile da spiegarsi! Mi sono servito della natura elettrica di questa fanciulla, unita alla mia, che è meno materiale; così noi due abbiamo potuto trasportare le diverse materie.»
13. Vorrai ben darci, io spero, qualche informazione sulla tua persona. Spiegaci subito, dunque, se è da molto che sei morto.
«Abbastanza tempo fa; sono ben cinquant'anni.»
14. Chi eri da vivo?
«Non un granché di buono. Facevo lo straccivendolo in questo quartiere, e a volte qualcuno mi lanciava delle ingiurie, perché amavo troppo il rosso liquore di quel buonuomo di Noè. Anche per questo vorrei farli sloggiare tutti.»
15. È stato da te stesso e di tuo pieno buon grado che hai risposto alle nostre domande?
«Avevo un maestro.»
16. E chi era questo maestro?
«Il vostro buon re Luigi.»
OSSERVAZIONE. Questa domanda è motivata dalla natura di certe risposte, che ci sembrano oltrepassare la portata di questo Spirito, per l'essenza delle idee e anche per la forma del linguaggio. Non c'è dunque niente di stupefacente nel fatto ch'egli sia stato aiutato da uno Spirito più illuminato, il quale voleva approfittare di questa occasione per istruirci. Questo è un fatto molto ordinario, ma c'è una particolarità notevole in tale circostanza, ed è questa: l'influenza dell'altro Spirito si è fatta sentire sulla calligrafia stessa. Quella delle risposte in cui è intervenuto l'altro Spirito è più regolare e più scorrevole; quella dello straccivendolo è angolosa, grossolana, irregolare, spesso poco leggibile, e denota tutt'altro carattere.
17. Che cosa fai ora? Ti occupi del tuo avvenire?
«Non ancora. Vado errando. Sulla Terra si pensa così poco a me, che nessuno prega per me. Ora, non avendo io chi mi aiuti, non lavoro.»
OSSERVAZIONE. Vedremo più avanti quanto si possa contribuire all'avanzamento e al sollievo degli Spiriti inferiori per mezzo della preghiera e dei consigli.
18. Da vivo, qual era il tuo nome?
«Jeannet.»
19. Ebbene, Jeannet, noi pregheremo per te. Ora vorremmo sapere se la nostra evocazione ti ha fatto piacere o se ti ha contrariato?
«Direi piacere, perché voi siete dei bravi figlioli, degli allegri esseri viventi, quantunque un po' austeri. Ma non importa, voi mi avete ascoltato e io sono contento.»
1. Evocazione.
«Che cosa avete dunque da chiamarmi? Volete dunque che vi prenda a sassate? Si vedrebbe allora un bel si-salvi-chi-può, malgrado la vostra aria coraggiosa.»
2. Anche se tu ci tirassi delle pietre, ciò non ci spaventerebbe affatto. Anzi, veramente, siamo noi che ti chiediamo di gettarcene un po’.
«Qui, forse, non potrei. Voi avete un guardiano che veglia attentamente su di voi.»
3. In Rue des Noyers, c'era forse una persona che ti serviva come aiuto, per facilitarti nei tiri mancini che tu giocavi agli abitanti della casa?
«Certamente. Non solo ho trovato un buono strumento, ma non c'era nessuno Spirito dotto, saggio e scrupoloso a ostacolarmi. Perché io sono allegro e ogni tanto amo divertirmi.»
4. Chi era la persona che ti servì da strumento?
«Una serva.»
5. Ed era a sua insaputa che ti serviva da ausiliaria?
«Oh, sì! La povera ragazza era la più spaventata di tutti.»
6. Agivi con un qualche cattivo proposito?
«Io? Io non avevo alcun cattivo proposito. Ma gli uomini, che s'impossessano di tutto, faranno in modo che i fatti volgano a loro profitto.»
7. Che cosa intendi dire con questo? Noi non comprendiamo.
«Io cercavo di divertirmi. Ma voialtri studierete la casa e avrete un fatto di più per dimostrare che noi esistiamo.»
8. Tu dici che non avevi cattive intenzioni, e tuttavia hai fracassato tutti i vetri dell'appartamento. Hai così causato un danno reale.
«È una cosa da niente.»
9. Dove ti sei procurato gli oggetti che hai lanciati?
«Sono abbastanza comuni. Io li ho trovati nel cortile e nei giardini vicini.»
10. Li hai tutti trovati, o qualcuno lo hai fabbricato tu? (Vedere cap. VIII)
«Io non ho creato né composto un bel nulla.»
11. Se tu non ne avessi trovati, avresti potuto fabbricarne?
«Sarebbe stato più difficile. Ma, a rigore, si mescolano delle materie e da ciò nasce un tutto qualsiasi.»
12. Ora raccontaci come li hai lanciati.
«Ah, questo è più difficile da spiegarsi! Mi sono servito della natura elettrica di questa fanciulla, unita alla mia, che è meno materiale; così noi due abbiamo potuto trasportare le diverse materie.»
13. Vorrai ben darci, io spero, qualche informazione sulla tua persona. Spiegaci subito, dunque, se è da molto che sei morto.
«Abbastanza tempo fa; sono ben cinquant'anni.»
14. Chi eri da vivo?
«Non un granché di buono. Facevo lo straccivendolo in questo quartiere, e a volte qualcuno mi lanciava delle ingiurie, perché amavo troppo il rosso liquore di quel buonuomo di Noè. Anche per questo vorrei farli sloggiare tutti.»
15. È stato da te stesso e di tuo pieno buon grado che hai risposto alle nostre domande?
«Avevo un maestro.»
16. E chi era questo maestro?
«Il vostro buon re Luigi.»
OSSERVAZIONE. Questa domanda è motivata dalla natura di certe risposte, che ci sembrano oltrepassare la portata di questo Spirito, per l'essenza delle idee e anche per la forma del linguaggio. Non c'è dunque niente di stupefacente nel fatto ch'egli sia stato aiutato da uno Spirito più illuminato, il quale voleva approfittare di questa occasione per istruirci. Questo è un fatto molto ordinario, ma c'è una particolarità notevole in tale circostanza, ed è questa: l'influenza dell'altro Spirito si è fatta sentire sulla calligrafia stessa. Quella delle risposte in cui è intervenuto l'altro Spirito è più regolare e più scorrevole; quella dello straccivendolo è angolosa, grossolana, irregolare, spesso poco leggibile, e denota tutt'altro carattere.
17. Che cosa fai ora? Ti occupi del tuo avvenire?
«Non ancora. Vado errando. Sulla Terra si pensa così poco a me, che nessuno prega per me. Ora, non avendo io chi mi aiuti, non lavoro.»
OSSERVAZIONE. Vedremo più avanti quanto si possa contribuire all'avanzamento e al sollievo degli Spiriti inferiori per mezzo della preghiera e dei consigli.
18. Da vivo, qual era il tuo nome?
«Jeannet.»
19. Ebbene, Jeannet, noi pregheremo per te. Ora vorremmo sapere se la nostra evocazione ti ha fatto piacere o se ti ha contrariato?
«Direi piacere, perché voi siete dei bravi figlioli, degli allegri esseri viventi, quantunque un po' austeri. Ma non importa, voi mi avete ascoltato e io sono contento.»
JEANNET
Fenomeno di trasporto
96.Questo fenomeno non
differisce da quelli di cui abbiamo appena parlato se non per
l'intenzione benevola dello Spirito che ne è l'autore, per la natura
degli oggetti quasi sempre graziosi e per la maniera dolce e spesso
delicata con cui sono recati. Il fenomeno consiste nel trasporto
spontaneo di oggetti che non esistono nel luogo dove ci si trova; il più
delle volte si tratta di fiori, qualche volta di frutti, dolci,
gioielli ecc.
97. Diciamo subito che
questo fenomeno è uno di quelli che più si prestano all'imitazione e
che, di conseguenza, bisogna stare in guardia contro l'inganno. Si sa
fino a che punto può arrivare l'arte della prestidigitazione in fatto di
esperienze di questo genere; ma, anche senza avere a che fare con una
persona del mestiere, si potrebbe essere facilmente vittima di una
manovra abile e interessata. La migliore di tutte le garanzie sta prima
di tutto nel carattere; nella onorabilità notoria, nel disinteresse assoluto della
persona che ottiene simili effetti; in secondo luogo nell'esame attento
di tutte le circostanze nelle quali i fatti si producono; infine, nella
illuminata conoscenza dello Spiritismo, che è la sola che può far
scoprire ciò che potrebbe essere sospetto.
Dissertazione di uno Spirito sul trasporto
98.
La teoria del fenomeno dei trasporti e delle manifestazioni fisiche in
generale si trova riassunta, in maniera notevole, nella dissertazione
che segue qui avanti, fatta da uno Spirito le cui comunicazioni hanno
tutte un'impronta incontestabile di profondità e di logica. Ne troveremo
parecchie nel corso di quest'opera. Egli si è fatto conoscere sotto il
nome di Erasto, discepolo di san Paolo, e come Spirito protettore del medium che gli servì da interprete.
«Per ottenere fenomeni di questo ordine, bisogna necessariamente avere con sé dei medium che io chiamerò medium sensitivi, vale a dire dotati, al più alto grado, delle facoltà medianiche di espansione e penetrabilità. Infatti il sistema nervoso di questi medium, facilmente eccitabile, permette loro, per mezzo di certe vibrazioni, di proiettare intorno a sé, con profusione, il loro fluido animalizzato.
Le nature impressionabili, le persone i cui nervi vibrano al minimo sentimento, alla più piccola sensazione, le persone, che l'influenza morale o fisica, interna o esterna, rende sensibili, sono soggetti molto adatti a diventare eccellenti medium, per gli effetti fisici di tangibilità e di trasporto. In effetti, il loro sistema nervoso, quasi interamente sprovvisto dell'involucro refrattario, che isola questo sistema presso la maggior parte degli altri incarnati, li rende adatti allo sviluppo di questi diversi fenomeni. Di conseguenza, con un soggetto di questa natura, e le cui altre facoltà non siano ostili alla medianizzazione, si otterranno più facilmente i fenomeni di tangibilità, i colpi picchiati nei muri e nei mobili, i movimenti intelligenti, e anche la sospensione nello spazio della più pesante materia inerte. A maggior ragione, si otterranno questi risultati se, al posto di un solo medium, se ne avranno sottomano parecchi egualmente ben dotati.
Ma dalla produzione di questi fenomeni all'ottenimento di quelli di trasporto, c'è di mezzo tutto un mondo. Infatti, in questo caso, il lavoro dello Spirito non solo è più complesso, più difficile, ma per di più lo Spirito non può agire che per mezzo d'un solo apparecchio medianico. Vale a dire che molti medium non possono concorrere simultaneamente alla produzione dello stesso fenomeno. Al contrario, accade anche che la presenza di certe persone, antipatiche allo Spirito che opera, intralci radicalmente la sua operazione. A questi motivi che, come potete capire, non mancano d'importanza, aggiungete che i trasporti necessitano di una sempre maggiore concentrazione e, nello stesso tempo, di una grande diffusione di certi fluidi, e che non possono essere ottenuti se non con medium massimamente dotati, con quelli, in una parola, il cui apparecchio elettro-medianico offra le migliori condizioni.
In generale, i fatti di trasporto sono e resteranno eccessivamente rari. Io non ho bisogno di dimostrarvi perché essi sono e saranno meno frequenti degli altri fatti di tangibilità; da ciò che io dico, lo dedurrete voi stessi. D'altra parte questi fenomeni sono d'una natura tale, che non solo non tutti i medium vi sono adatti, ma che non tutti gli Spiriti stessi possono produrli. In effetti, è necessario che tra lo Spirito e il medium influenzato esista una certa affinità, una certa analogia, in una parola, una certa somiglianza che permetta alla parte espansibile del fluido perispiritico [6] dell'incarnato di mescolarsi, di unirsi, di combinarsi con quello dello Spirito che vuol fare un trasporto. Questa fusione dev'essere tale che la forza risultante diventi, per così dire, una, allo stesso modo che una corrente elettrica, agendo sul carbone, produce un solo fuoco, una sola luce. Vi domanderete: perché questa unione, perché questa fusione? Il fatto è che, per la produzione di questi fenomeni, occorre che le proprietà essenziali dello Spirito motore siano aumentate con alcune di quelle del medianizzato. Infatti il fluido vitale, indispensabile alla produzione di tutti i fenomeni medianici, è l'appannaggio esclusivo dell'incarnato e, di conseguenza, lo Spirito operatore è obbligato a impregnarsene. Non è ch'egli possa, allora, per mezzo di certe proprietà del vostro ambiente, a voi sconosciute, isolare, rendere invisibili, e far muovere certi oggetti materiali, e anche gli stessi incarnati.
[6] Si vede chiaramente che, allorché si tratta di esprimere una idea nuova, per la quale manchi il termine nella lingua, gli Spiriti sanno perfettamente creare dei neologismi. Questi termini, elettromedianico e perispiritico, non sono nostri. Coloro che ci hanno criticato per aver noi creato i termini spiritista, Spiritismo, perispirito, che non avevano i loro analoghi, potranno fare il medesimo processo anche agli Spiriti.
Non mi è permesso, per ora, svelarvi queste leggi particolari che reggono i gas e i fluidi che vi circondano; ma prima che sia trascorso un certo numero di anni, prima che un'esistenza umana si sia compiuta, la spiegazione di queste leggi e di questi fenomeni vi sarà rivelata, e voi vedrete nascere e prodursi un nuovo genere di medium che cadranno in un stato catalettico particolare non appena saranno medianizzati.
Voi vedete da quante difficoltà si trovi circondata la produzione del fenomeno dei trasporti! Da ciò potete concludere molto logicamente che i fenomeni di questa natura sono rarissimi, come ho già detto; e che, con tanta più ragione, gli Spiriti vi si adoperano molto poco, poiché ciò esige da parte loro un lavoro quasi materiale, la qual cosa è per loro un fastidio e una fatica. D'altra parte, molto frequentemente, accade ancora che nonostante la loro energia e volontà, lo stato del medium stesso opponga loro una barriera insuperabile.
È poi evidente — e il vostro ragionamento, ne sono certo, lo sancirà — che i fatti tangibili, quali colpi, movimenti e sospensioni, sono dei fenomeni semplici, i quali si producono con la concentrazione e la dilatazione di certi fluidi. Essi si possono provocare e ottenere per mezzo della volontà e del lavoro dei medium a ciò adatti, quando questi sono assecondati da Spiriti amici e benevoli. Al contrario, i fatti di trasporto sono molteplici e complessi, esigono un concorso di circostanze speciali, non possono prodursi che attraverso un solo Spirito e un solo medium, e necessitano, al di fuori dei bisogni della tangibilità, di una combinazione tutta particolare per isolare e rendere invisibile l'oggetto o gli oggetti destinati al trasporto.
Voi tutti, Spiritisti, voi comprendete le mie spiegazioni e vi rendete perfettamente conto di questa concentrazione di fluidi speciali, per lo spostamento e la tangibilità della materia inerte. Voi credete in questo, come credete ai fenomeni dell'elettricità e del magnetismo, con i quali i fatti medianici sono pieni di analogie, e ne sono, per così dire, la consacrazione e lo sviluppo. Quanto agli increduli, e agli scienziati, che sono peggiori degli increduli, io non mi occupo di loro. Un giorno essi saranno convinti dalla forza dell'evidenza, perché dovranno pur inchinarsi davanti alla testimonianza unanime dei fatti spiritisti, così come sono stati costretti a fare davanti a tanti altri fatti, ch'essi avevano di primo acchito respinti.
Riassumendo: se i fatti di tangibilità sono frequenti, i fatti di trasporto sono molto rari, perché molto difficili da realizzare sono le condizioni in cui si svolgono. Di conseguenza nessun medium può dire: alla tale ora, nel tal momento otterrò un trasporto, poiché sovente lo Spirito stesso si trova ostacolato nella sua opera. Devo poi aggiungere che questi fenomeni sono doppiamente difficili in pubblico, perché vi si incontrano quasi sempre elementi energicamente refrattari, che paralizzano gli sforzi dello Spirito e, a maggior ragione, l'azione del medium. Al contrario, siate certi che questi fenomeni si producono quasi sempre in privato, spontaneamente, il più delle volte all'insaputa dei medium e senza preparazione, e infine molto raramente quando questi ne sono prevenuti. Da ciò dovete concludere che c'è un legittimo motivo di sospetto, tutte le volte che un medium si vanta di ottenere questi fenomeni a volontà; in altre parole, di comandare agli Spiriti come a dei servitori, cosa che è semplicemente del tutto assurda. Tenete ancora, come regola generale, che i fenomeni spiritisti non sono assolutamente fatti per essere offerti in spettacolo e per divertire i curiosi. Se alcuni Spiriti si prestano a questo genere di cose, ciò non può avvenire che per fenomeni semplici, e non per quelli, quali trasferimenti e altri simili, che esigono delle condizioni eccezionali.
Ricordatevi, Spiritisti, che se è assurdo respingere sistematicamente tutti i fenomeni d'oltretomba, non è neppure saggio accettarli tutti ciecamente. Quando un fenomeno di tangibilità, di apparizione, di visibilità o di trasporto si manifesta spontaneamente e in maniera istantanea, accettatelo. Ma — non vorrei ripetervelo troppo spesso — non accettate nulla ciecamente. Subisca ogni fatto un esame minuzioso, approfondito e severo; perché, credetemi, lo Spiritismo, così ricco in fenomeni sublimi e grandiosi, non ha niente da guadagnare da queste piccole manifestazioni, che abili prestidigitatori possono imitare.
Io so bene quello che state per dirmi: che questi fenomeni, cioè, sono utili per convincere gli increduli. Ma sappiate che, se non aveste avuto altri mezzi di convinzione, oggi non avreste neppure la centesima parte degli Spiritisti che avete. Parlate al cuore: è per di qua che voi farete la maggior parte delle conversioni serie. Se credete utile per certe persone, agire attraverso i fatti materiali, presentateli almeno in circostanze tali che non possano dar luogo ad alcuna falsa interpretazione. Soprattutto non uscite dalle condizioni normali di questi fatti, poiché i fatti presentati in cattive condizioni forniscono argomenti agli increduli, invece di convincerli.»
«Per ottenere fenomeni di questo ordine, bisogna necessariamente avere con sé dei medium che io chiamerò medium sensitivi, vale a dire dotati, al più alto grado, delle facoltà medianiche di espansione e penetrabilità. Infatti il sistema nervoso di questi medium, facilmente eccitabile, permette loro, per mezzo di certe vibrazioni, di proiettare intorno a sé, con profusione, il loro fluido animalizzato.
Le nature impressionabili, le persone i cui nervi vibrano al minimo sentimento, alla più piccola sensazione, le persone, che l'influenza morale o fisica, interna o esterna, rende sensibili, sono soggetti molto adatti a diventare eccellenti medium, per gli effetti fisici di tangibilità e di trasporto. In effetti, il loro sistema nervoso, quasi interamente sprovvisto dell'involucro refrattario, che isola questo sistema presso la maggior parte degli altri incarnati, li rende adatti allo sviluppo di questi diversi fenomeni. Di conseguenza, con un soggetto di questa natura, e le cui altre facoltà non siano ostili alla medianizzazione, si otterranno più facilmente i fenomeni di tangibilità, i colpi picchiati nei muri e nei mobili, i movimenti intelligenti, e anche la sospensione nello spazio della più pesante materia inerte. A maggior ragione, si otterranno questi risultati se, al posto di un solo medium, se ne avranno sottomano parecchi egualmente ben dotati.
Ma dalla produzione di questi fenomeni all'ottenimento di quelli di trasporto, c'è di mezzo tutto un mondo. Infatti, in questo caso, il lavoro dello Spirito non solo è più complesso, più difficile, ma per di più lo Spirito non può agire che per mezzo d'un solo apparecchio medianico. Vale a dire che molti medium non possono concorrere simultaneamente alla produzione dello stesso fenomeno. Al contrario, accade anche che la presenza di certe persone, antipatiche allo Spirito che opera, intralci radicalmente la sua operazione. A questi motivi che, come potete capire, non mancano d'importanza, aggiungete che i trasporti necessitano di una sempre maggiore concentrazione e, nello stesso tempo, di una grande diffusione di certi fluidi, e che non possono essere ottenuti se non con medium massimamente dotati, con quelli, in una parola, il cui apparecchio elettro-medianico offra le migliori condizioni.
In generale, i fatti di trasporto sono e resteranno eccessivamente rari. Io non ho bisogno di dimostrarvi perché essi sono e saranno meno frequenti degli altri fatti di tangibilità; da ciò che io dico, lo dedurrete voi stessi. D'altra parte questi fenomeni sono d'una natura tale, che non solo non tutti i medium vi sono adatti, ma che non tutti gli Spiriti stessi possono produrli. In effetti, è necessario che tra lo Spirito e il medium influenzato esista una certa affinità, una certa analogia, in una parola, una certa somiglianza che permetta alla parte espansibile del fluido perispiritico [6] dell'incarnato di mescolarsi, di unirsi, di combinarsi con quello dello Spirito che vuol fare un trasporto. Questa fusione dev'essere tale che la forza risultante diventi, per così dire, una, allo stesso modo che una corrente elettrica, agendo sul carbone, produce un solo fuoco, una sola luce. Vi domanderete: perché questa unione, perché questa fusione? Il fatto è che, per la produzione di questi fenomeni, occorre che le proprietà essenziali dello Spirito motore siano aumentate con alcune di quelle del medianizzato. Infatti il fluido vitale, indispensabile alla produzione di tutti i fenomeni medianici, è l'appannaggio esclusivo dell'incarnato e, di conseguenza, lo Spirito operatore è obbligato a impregnarsene. Non è ch'egli possa, allora, per mezzo di certe proprietà del vostro ambiente, a voi sconosciute, isolare, rendere invisibili, e far muovere certi oggetti materiali, e anche gli stessi incarnati.
[6] Si vede chiaramente che, allorché si tratta di esprimere una idea nuova, per la quale manchi il termine nella lingua, gli Spiriti sanno perfettamente creare dei neologismi. Questi termini, elettromedianico e perispiritico, non sono nostri. Coloro che ci hanno criticato per aver noi creato i termini spiritista, Spiritismo, perispirito, che non avevano i loro analoghi, potranno fare il medesimo processo anche agli Spiriti.
Non mi è permesso, per ora, svelarvi queste leggi particolari che reggono i gas e i fluidi che vi circondano; ma prima che sia trascorso un certo numero di anni, prima che un'esistenza umana si sia compiuta, la spiegazione di queste leggi e di questi fenomeni vi sarà rivelata, e voi vedrete nascere e prodursi un nuovo genere di medium che cadranno in un stato catalettico particolare non appena saranno medianizzati.
Voi vedete da quante difficoltà si trovi circondata la produzione del fenomeno dei trasporti! Da ciò potete concludere molto logicamente che i fenomeni di questa natura sono rarissimi, come ho già detto; e che, con tanta più ragione, gli Spiriti vi si adoperano molto poco, poiché ciò esige da parte loro un lavoro quasi materiale, la qual cosa è per loro un fastidio e una fatica. D'altra parte, molto frequentemente, accade ancora che nonostante la loro energia e volontà, lo stato del medium stesso opponga loro una barriera insuperabile.
È poi evidente — e il vostro ragionamento, ne sono certo, lo sancirà — che i fatti tangibili, quali colpi, movimenti e sospensioni, sono dei fenomeni semplici, i quali si producono con la concentrazione e la dilatazione di certi fluidi. Essi si possono provocare e ottenere per mezzo della volontà e del lavoro dei medium a ciò adatti, quando questi sono assecondati da Spiriti amici e benevoli. Al contrario, i fatti di trasporto sono molteplici e complessi, esigono un concorso di circostanze speciali, non possono prodursi che attraverso un solo Spirito e un solo medium, e necessitano, al di fuori dei bisogni della tangibilità, di una combinazione tutta particolare per isolare e rendere invisibile l'oggetto o gli oggetti destinati al trasporto.
Voi tutti, Spiritisti, voi comprendete le mie spiegazioni e vi rendete perfettamente conto di questa concentrazione di fluidi speciali, per lo spostamento e la tangibilità della materia inerte. Voi credete in questo, come credete ai fenomeni dell'elettricità e del magnetismo, con i quali i fatti medianici sono pieni di analogie, e ne sono, per così dire, la consacrazione e lo sviluppo. Quanto agli increduli, e agli scienziati, che sono peggiori degli increduli, io non mi occupo di loro. Un giorno essi saranno convinti dalla forza dell'evidenza, perché dovranno pur inchinarsi davanti alla testimonianza unanime dei fatti spiritisti, così come sono stati costretti a fare davanti a tanti altri fatti, ch'essi avevano di primo acchito respinti.
Riassumendo: se i fatti di tangibilità sono frequenti, i fatti di trasporto sono molto rari, perché molto difficili da realizzare sono le condizioni in cui si svolgono. Di conseguenza nessun medium può dire: alla tale ora, nel tal momento otterrò un trasporto, poiché sovente lo Spirito stesso si trova ostacolato nella sua opera. Devo poi aggiungere che questi fenomeni sono doppiamente difficili in pubblico, perché vi si incontrano quasi sempre elementi energicamente refrattari, che paralizzano gli sforzi dello Spirito e, a maggior ragione, l'azione del medium. Al contrario, siate certi che questi fenomeni si producono quasi sempre in privato, spontaneamente, il più delle volte all'insaputa dei medium e senza preparazione, e infine molto raramente quando questi ne sono prevenuti. Da ciò dovete concludere che c'è un legittimo motivo di sospetto, tutte le volte che un medium si vanta di ottenere questi fenomeni a volontà; in altre parole, di comandare agli Spiriti come a dei servitori, cosa che è semplicemente del tutto assurda. Tenete ancora, come regola generale, che i fenomeni spiritisti non sono assolutamente fatti per essere offerti in spettacolo e per divertire i curiosi. Se alcuni Spiriti si prestano a questo genere di cose, ciò non può avvenire che per fenomeni semplici, e non per quelli, quali trasferimenti e altri simili, che esigono delle condizioni eccezionali.
Ricordatevi, Spiritisti, che se è assurdo respingere sistematicamente tutti i fenomeni d'oltretomba, non è neppure saggio accettarli tutti ciecamente. Quando un fenomeno di tangibilità, di apparizione, di visibilità o di trasporto si manifesta spontaneamente e in maniera istantanea, accettatelo. Ma — non vorrei ripetervelo troppo spesso — non accettate nulla ciecamente. Subisca ogni fatto un esame minuzioso, approfondito e severo; perché, credetemi, lo Spiritismo, così ricco in fenomeni sublimi e grandiosi, non ha niente da guadagnare da queste piccole manifestazioni, che abili prestidigitatori possono imitare.
Io so bene quello che state per dirmi: che questi fenomeni, cioè, sono utili per convincere gli increduli. Ma sappiate che, se non aveste avuto altri mezzi di convinzione, oggi non avreste neppure la centesima parte degli Spiritisti che avete. Parlate al cuore: è per di qua che voi farete la maggior parte delle conversioni serie. Se credete utile per certe persone, agire attraverso i fatti materiali, presentateli almeno in circostanze tali che non possano dar luogo ad alcuna falsa interpretazione. Soprattutto non uscite dalle condizioni normali di questi fatti, poiché i fatti presentati in cattive condizioni forniscono argomenti agli increduli, invece di convincerli.»
ERASTO
99. Il fenomeno di trasporto
offre una particolarità molto singolare, ed è che certi medium non lo
ottengono che in stato sonnambolico; e ciò si spiega facilmente. C'è nel
sonnambulo una liberazione naturale, una sorta d'isolamento dello
Spirito e del perispirito, che deve facilitare la combinazione dei
fluidi necessari. Tale è il caso dei trasporti di cui noi siamo stati
testimoni. Le domande che seguono sono state rivolte allo Spirito che li
aveva prodotti, ma le sue risposte risentono a volte dell'insufficienza
delle sue cognizioni. Noi le abbiamo sottoposte allo Spirito Erasto, molto
più illuminato dal punto di vista teorico, il quale le ha completate
con delle osservazioni molto sagge. L'uno è l'artigiano, l'altro il
sapiente, e la stessa comparazione di queste due intelligenze
costituisce uno studio istruttivo, perché esso prova che non è
sufficiente essere Spirito per comprendere tutto.
1. Diteci, vi prego, perché i trasporti che voi fate non si producono se non durante il sonno magnetico del medium.
«Questoconcerne la natura del medium. I fatti che io produco quando il mio medium è addormentato, potrei egualmente produrli con un altro medium in stato di veglia.»
2. Perché fate attendere per così lungo tempo il trasporto degli oggetti, e perché eccitate la cupidigia del medium stimolando il suo desiderio di ottenere l'oggetto promesso?
«Questo tempo mi è necessario per preparare i fluidi che servono al trasporto. Per quanto riguarda l'eccitazione, spesso questo succede per divertire le persone presenti e il sonnambulo stesso.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Lo Spirito che ha risposto non ne sa di più e non si rende conto del motivo di questa cupidigia, ch'egli stimola istintivamente senza comprenderne l'effetto. Egli crede di divertire, mentre in realtà, provoca senza accorgersene una maggiore emissione di fluido. È la conseguenza della difficoltà che presenta il fenomeno, difficoltà sempre più grande quando esso non è spontaneo, soprattutto con certi medium.
3. La produzione del fenomeno attiene forse alla natura speciale del medium e potrebbe prodursi con altri medium, con più facilità e prontezza?
«La produzione attiene alla natura del medium e non può prodursi che con nature corrispondenti. Per quanto riguarda la prontezza, l'abitudine che noi acquisiamo, comunicando spesso con lo stesso medium, ci è di grande vantaggio.»
4. L'influenza delle persone presenti c'entra qualcosa?
«Quando c'è da parte loro incredulità e opposizione, questo può metterci molto a disagio. Noi preferiamo di gran lunga fare le nostre prove con dei credenti e con delle persone versate nello Spiritismo. Ma non intendo con questo dire che la cattiva volontà potrebbe paralizzarci completamente.»
5. Dove siete andato a prendere i fiori e i dolci che avete portato?
«I fiori li prendo in quei giardini, dove trovo quelli che mi piacciono.»
6. E i dolci? Il negoziante ha dovuto ben accorgersi che gliene mancavano.
«Io li prendo dove mi piace. Il negoziante non se n'è affatto accorto, perché ne ho messi altri al loro posto.»
7. Ma gli anelli hanno un valore. Dove li avete presi? Questo non ha causato un danno a chi li avete presi?
«Li ho presi in luoghi sconosciuti a tutti, e in maniera tale che nessuno possa subirne alcun danno.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Io credo che il fatto sia spiegato in modo insoddisfacente, a causa di una mancanza di capacità dello Spirito che ha risposto. Sì. Di fatto può risultare un danno reale, ma lo Spirito non è voluto passare per uno che avesse sottratto checchessia. Un oggetto non può essere rimpiazzato che da un oggetto identico, della medesima forma, del medesimo valore. Di conseguenza, se uno Spirito avesse la facoltà di sostituire un oggetto, simile a quello che prende, non avrebbe alcuna ragione di prenderlo e potrebbe offrire quello di cui si serve come sostituzione.
8. Sarebbe possibile portare fiori da un altro pianeta?
«No. A me non è possibile.»
(A Erasto) Altri Spiriti avrebbero questo potere?
«No. Questo non è possibile a causa delle differenze ambientali.»
9. Potreste portarci dei fiori da un altro emisfero? Dai Tropici, per esempio?
«Dal momento che i Tropici si trovano sulla Terra, posso.»
10. Gli oggetti che voi avete portato, potreste farli sparire e portarli via di nuovo?
«Così come li ho fatti venire, potrei portarli via, secondo la mia volontà.»
11. La produzione del fenomeno dei trasporti vi procura forse qualche pena, qualche disagio?
«Essa non ci procura alcuna pena, quando ne abbiamo il permesso. Potrebbe procurarcene di grandissime se noi volessimo produrre degli effetti senza esserne autorizzati.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Egli non vuole ammettere la sua fatica, quantunque essa sia reale dal momento che è costretto a eseguire un'operazione per così dire materiale.
12. Quali sono le difficoltà che incontrate?
«Nessuna, all'infuori delle cattive disposizioni fluidiche, che potrebbero esserci contrarie.»
13. Come portate l'oggetto? Lo tenete con le mani?
«No. Lo inviluppiamo in noi stessi.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Egli non spiega in modo chiaro la sua operazione, poiché non inviluppa l'oggetto con la sua stessa personalità. Ma siccome il suo fluido personale è dilatabile, penetrabile ed espansibile, egli mescola una parte di questo fluido con una parte del fluido animalizzato del medium, ed è in questa combinazione che nasconde e trasporta l'oggetto che ha scelto di trasportare. Non è dunque giusto dire ch'egli lo inviluppa in sé.
14. Trasportereste con la medesima facilità un oggetto di peso considerevole? Per esempio di cinquanta chili?
«Il peso non è nulla per noi. Noi trasportiamo fiori, perché ciò può essere più piacevole di un peso voluminoso.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. È giusto. Egli può trasportare cento o duecento chili di oggetti, perché la forza peso che esiste per voi è nulla per lui. Ma qui di nuovo egli non si rende conto di ciò che avviene. La massa dei fluidi combinati è proporzionale alla massa degli oggetti. In una parola la forza deve essere in rapporto con la resistenza. Da ciò consegue che, se lo Spirito non trasporta che un fiore o un oggetto leggero, molte volte è perché egli non trova nel medium, o in sé stesso, gli elementi necessari per uno sforzo più considerevole.
15. Ci sono, qualche volta, delle sparizioni di oggetti la cui causarimane sconosciuta? E potrebbero tali sparizioni imputarsi agli Spiriti?
«Questosuccede molto spesso, più spesso di quanto voi possiate pensare. Vi si potrebbe rimediare pregando lo Spirito di portare di nuovo l'oggetto sparito.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. È vero. Ma, a volte, ciò che è sottratto rimane molto ben sottratto. Infatti, tali oggetti, che non si trovano più presso di lui, sono spesso portati molto lontano. Tuttavia, siccome la sottrazione degli oggetti comporta pressappoco le medesime condizioni fluidiche dei trasporti, essa non può avvenire che con l'aiuto di medium dotati di facoltà speciali. Per questo motivo, allorché qualcosa sparisce, ci sono più probabilità che ciò avvenga a causa della vostra disattenzione che a causa degli Spiriti.
16. Esistono degli effetti che si considerano fenomeni naturali e che sono invece dovuti all'azione di certi Spiriti?
«I vostri giorni sono pieni di fatti di questo tipo, che voi non comprendete — perché non li considerate abbastanza — e che un po' di riflessione vi farebbe vedere chiaramente.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Non attribuite agli Spiriti ciò che è opera dell'umanità; ma credete alla loro influenza occulta e costante, che fa nascere attorno a voi mille circostanze, mille incidenti necessari al compimento delle vostre azioni, della vostra esistenza.
17. Fra gli oggetti trasportati, ce ne sono di quelli che potrebbero essere fabbricati dagli Spiriti? Vale a dire prodotti spontaneamente dalle modificazioni che gli Spiriti possono far subire al fluido o all'elemento universale?
«Non da me, perché io non ne ho il permesso. Soltanto uno Spirito elevato lo può.»
18. Come avete introdotto, l'altro giorno, questi oggetti, dal momento che la camera era chiusa?
«Io li ho fatti entrare con me, inviluppati, per così dire, nella mia sostanza. Niente di più posso dire, per non essere il fatto spiegabile.»
19. Come avete fatto a rendere visibili questi oggetti che un istante prima erano invisibili?
«Hotolto la materia che li avviluppava.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Ciò che li avvolge non è la materia propriamente detta, ma un liquido attinto per metà nel perispirito del medium e per metà in quello dello Spirito che opera.
20. (A Erasto). Un oggetto può essere portato in un luogo perfettamente chiuso? In una parola, può lo Spirito spiritualizzare un oggetto materiale, in maniera tale da renderlo atto a penetrare la materia?
«La questione è complessa. Per quanto riguarda gli oggetti trasportati, lo Spirito può renderli invisibili ma non penetrabili; egli non può rompere l'aggregazione della materia, il che equivarrebbe alla distruzione dell'oggetto. Questo oggetto, reso invisibile, egli può trasportarlo quando vuole e lasciarlo libero solo al momento giusto per farlo apparire. Diverso è per gli oggetti che noi componiamo. Siccome in essi noi introduciamo solo gli elementi della materia e siccome questi elementi sono essenzialmente penetrabili; siccome noi penetriamo noi stessi e attraversiamo i corpi più densi con la stessa facilità con cui i raggi solari attraversano i vetri delle finestre, possiamo perfettamente dire che abbiamo introdotto l'oggetto in un luogo, benché questo sia chiuso. Ma ciò avviene solo in questo caso.»
NOTA. Vedere più avanti, per la teoria della formazione spontanea degli oggetti, il capitolo intitolato "Laboratorio del mondo invisibile".
1. Diteci, vi prego, perché i trasporti che voi fate non si producono se non durante il sonno magnetico del medium.
«Questoconcerne la natura del medium. I fatti che io produco quando il mio medium è addormentato, potrei egualmente produrli con un altro medium in stato di veglia.»
2. Perché fate attendere per così lungo tempo il trasporto degli oggetti, e perché eccitate la cupidigia del medium stimolando il suo desiderio di ottenere l'oggetto promesso?
«Questo tempo mi è necessario per preparare i fluidi che servono al trasporto. Per quanto riguarda l'eccitazione, spesso questo succede per divertire le persone presenti e il sonnambulo stesso.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Lo Spirito che ha risposto non ne sa di più e non si rende conto del motivo di questa cupidigia, ch'egli stimola istintivamente senza comprenderne l'effetto. Egli crede di divertire, mentre in realtà, provoca senza accorgersene una maggiore emissione di fluido. È la conseguenza della difficoltà che presenta il fenomeno, difficoltà sempre più grande quando esso non è spontaneo, soprattutto con certi medium.
3. La produzione del fenomeno attiene forse alla natura speciale del medium e potrebbe prodursi con altri medium, con più facilità e prontezza?
«La produzione attiene alla natura del medium e non può prodursi che con nature corrispondenti. Per quanto riguarda la prontezza, l'abitudine che noi acquisiamo, comunicando spesso con lo stesso medium, ci è di grande vantaggio.»
4. L'influenza delle persone presenti c'entra qualcosa?
«Quando c'è da parte loro incredulità e opposizione, questo può metterci molto a disagio. Noi preferiamo di gran lunga fare le nostre prove con dei credenti e con delle persone versate nello Spiritismo. Ma non intendo con questo dire che la cattiva volontà potrebbe paralizzarci completamente.»
5. Dove siete andato a prendere i fiori e i dolci che avete portato?
«I fiori li prendo in quei giardini, dove trovo quelli che mi piacciono.»
6. E i dolci? Il negoziante ha dovuto ben accorgersi che gliene mancavano.
«Io li prendo dove mi piace. Il negoziante non se n'è affatto accorto, perché ne ho messi altri al loro posto.»
7. Ma gli anelli hanno un valore. Dove li avete presi? Questo non ha causato un danno a chi li avete presi?
«Li ho presi in luoghi sconosciuti a tutti, e in maniera tale che nessuno possa subirne alcun danno.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Io credo che il fatto sia spiegato in modo insoddisfacente, a causa di una mancanza di capacità dello Spirito che ha risposto. Sì. Di fatto può risultare un danno reale, ma lo Spirito non è voluto passare per uno che avesse sottratto checchessia. Un oggetto non può essere rimpiazzato che da un oggetto identico, della medesima forma, del medesimo valore. Di conseguenza, se uno Spirito avesse la facoltà di sostituire un oggetto, simile a quello che prende, non avrebbe alcuna ragione di prenderlo e potrebbe offrire quello di cui si serve come sostituzione.
8. Sarebbe possibile portare fiori da un altro pianeta?
«No. A me non è possibile.»
(A Erasto) Altri Spiriti avrebbero questo potere?
«No. Questo non è possibile a causa delle differenze ambientali.»
9. Potreste portarci dei fiori da un altro emisfero? Dai Tropici, per esempio?
«Dal momento che i Tropici si trovano sulla Terra, posso.»
10. Gli oggetti che voi avete portato, potreste farli sparire e portarli via di nuovo?
«Così come li ho fatti venire, potrei portarli via, secondo la mia volontà.»
11. La produzione del fenomeno dei trasporti vi procura forse qualche pena, qualche disagio?
«Essa non ci procura alcuna pena, quando ne abbiamo il permesso. Potrebbe procurarcene di grandissime se noi volessimo produrre degli effetti senza esserne autorizzati.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Egli non vuole ammettere la sua fatica, quantunque essa sia reale dal momento che è costretto a eseguire un'operazione per così dire materiale.
12. Quali sono le difficoltà che incontrate?
«Nessuna, all'infuori delle cattive disposizioni fluidiche, che potrebbero esserci contrarie.»
13. Come portate l'oggetto? Lo tenete con le mani?
«No. Lo inviluppiamo in noi stessi.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Egli non spiega in modo chiaro la sua operazione, poiché non inviluppa l'oggetto con la sua stessa personalità. Ma siccome il suo fluido personale è dilatabile, penetrabile ed espansibile, egli mescola una parte di questo fluido con una parte del fluido animalizzato del medium, ed è in questa combinazione che nasconde e trasporta l'oggetto che ha scelto di trasportare. Non è dunque giusto dire ch'egli lo inviluppa in sé.
14. Trasportereste con la medesima facilità un oggetto di peso considerevole? Per esempio di cinquanta chili?
«Il peso non è nulla per noi. Noi trasportiamo fiori, perché ciò può essere più piacevole di un peso voluminoso.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. È giusto. Egli può trasportare cento o duecento chili di oggetti, perché la forza peso che esiste per voi è nulla per lui. Ma qui di nuovo egli non si rende conto di ciò che avviene. La massa dei fluidi combinati è proporzionale alla massa degli oggetti. In una parola la forza deve essere in rapporto con la resistenza. Da ciò consegue che, se lo Spirito non trasporta che un fiore o un oggetto leggero, molte volte è perché egli non trova nel medium, o in sé stesso, gli elementi necessari per uno sforzo più considerevole.
15. Ci sono, qualche volta, delle sparizioni di oggetti la cui causarimane sconosciuta? E potrebbero tali sparizioni imputarsi agli Spiriti?
«Questosuccede molto spesso, più spesso di quanto voi possiate pensare. Vi si potrebbe rimediare pregando lo Spirito di portare di nuovo l'oggetto sparito.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. È vero. Ma, a volte, ciò che è sottratto rimane molto ben sottratto. Infatti, tali oggetti, che non si trovano più presso di lui, sono spesso portati molto lontano. Tuttavia, siccome la sottrazione degli oggetti comporta pressappoco le medesime condizioni fluidiche dei trasporti, essa non può avvenire che con l'aiuto di medium dotati di facoltà speciali. Per questo motivo, allorché qualcosa sparisce, ci sono più probabilità che ciò avvenga a causa della vostra disattenzione che a causa degli Spiriti.
16. Esistono degli effetti che si considerano fenomeni naturali e che sono invece dovuti all'azione di certi Spiriti?
«I vostri giorni sono pieni di fatti di questo tipo, che voi non comprendete — perché non li considerate abbastanza — e che un po' di riflessione vi farebbe vedere chiaramente.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Non attribuite agli Spiriti ciò che è opera dell'umanità; ma credete alla loro influenza occulta e costante, che fa nascere attorno a voi mille circostanze, mille incidenti necessari al compimento delle vostre azioni, della vostra esistenza.
17. Fra gli oggetti trasportati, ce ne sono di quelli che potrebbero essere fabbricati dagli Spiriti? Vale a dire prodotti spontaneamente dalle modificazioni che gli Spiriti possono far subire al fluido o all'elemento universale?
«Non da me, perché io non ne ho il permesso. Soltanto uno Spirito elevato lo può.»
18. Come avete introdotto, l'altro giorno, questi oggetti, dal momento che la camera era chiusa?
«Io li ho fatti entrare con me, inviluppati, per così dire, nella mia sostanza. Niente di più posso dire, per non essere il fatto spiegabile.»
19. Come avete fatto a rendere visibili questi oggetti che un istante prima erano invisibili?
«Hotolto la materia che li avviluppava.»
OSSERVAZIONE DI ERASTO. Ciò che li avvolge non è la materia propriamente detta, ma un liquido attinto per metà nel perispirito del medium e per metà in quello dello Spirito che opera.
20. (A Erasto). Un oggetto può essere portato in un luogo perfettamente chiuso? In una parola, può lo Spirito spiritualizzare un oggetto materiale, in maniera tale da renderlo atto a penetrare la materia?
«La questione è complessa. Per quanto riguarda gli oggetti trasportati, lo Spirito può renderli invisibili ma non penetrabili; egli non può rompere l'aggregazione della materia, il che equivarrebbe alla distruzione dell'oggetto. Questo oggetto, reso invisibile, egli può trasportarlo quando vuole e lasciarlo libero solo al momento giusto per farlo apparire. Diverso è per gli oggetti che noi componiamo. Siccome in essi noi introduciamo solo gli elementi della materia e siccome questi elementi sono essenzialmente penetrabili; siccome noi penetriamo noi stessi e attraversiamo i corpi più densi con la stessa facilità con cui i raggi solari attraversano i vetri delle finestre, possiamo perfettamente dire che abbiamo introdotto l'oggetto in un luogo, benché questo sia chiuso. Ma ciò avviene solo in questo caso.»
NOTA. Vedere più avanti, per la teoria della formazione spontanea degli oggetti, il capitolo intitolato "Laboratorio del mondo invisibile".
Capitolo VI - MANIFESTAZIONI VISIVE
Questioni sulle apparizioni
100.
Di tutte le manifestazioni spiritiste, le più interessanti sono, senza
alcun dubbio, quelle per mezzo delle quali gli Spiriti possono rendersi
visibili. Si vedrà, attraverso la spiegazione di questo fenomeno, che
esso non è più soprannaturale degli altri. Noi daremo innanzitutto le
risposte che su questo argomento sono state date dagli Spiriti.
1. Gli Spiriti possono rendersi visibili?
«Sì. Soprattutto durante il sonno. Tuttavia certe persone li vedono anche durante la veglia, ma questo caso è più raro.»
OSSERVAZIONE. Mentre il corpo riposa, lo Spirito si libera dai legami materiali. Egli si ritrova più libero e più facilmente può vedere gli altri Spiriti con cui entra in comunicazione. Il sogno non è che il ricordo di questo stato. Quando uno non ricorda nulla, dice che non ha sognato, ma non per questo l'anima ha cessato di vedere e di godere della sua libertà. Noi qui ci occuperemo in modo più specifico delle apparizioni nello stato di veglia. [7]
[7] Vedere, per maggiori dettagli sullo stato dello Spirito durante il sonno, ne Il libro degli Spiriti, il capitolo "Emancipazione dell'anima", n. 400.
2. Gli Spiriti che si manifestano rendendosi visibili appartengono a una categoria piuttosto che a un'altra?
«No. Essi possono appartenere a tutte le categorie, alle più elevate come alle più basse.»
3. È concesso a tutti gli Spiriti di manifestarsi visibilmente?
«Tutti lo possono. Ma non sempre ne hanno il permesso o la volontà.»
4. Qual è lo scopo per cui gli Spiriti si manifestano?
«Dipende. Secondo la loro natura, lo scopo può essere buono o cattivo.»
5. Come si può concedere loro questo permesso, quando lo scopo è cattivo?
«Questaè allora una prova per coloro ai quali essi appaiono. Infatti l’intenzione dello Spirito può essere cattiva, ma il risultato può essere buono.»
6. Quale può essere lo scopo degli Spiriti, che hanno una cattiva intenzione, a farsi vedere?
«Impaurire e spesso vendicarsi.»
— Qual è lo scopo degli Spiriti che vengono con una buona intenzione?
«Consolare le persone che li rimpiangono; dimostrare che essi esistono e sono vicini a loro; dare dei consigli e a volte chiedere assistenza per sé stessi.»
7. Quale inconveniente ci sarebbe se tra gli uomini la possibilità di vedere gli Spiriti fosse permanente e generale? Non potrebbe essere questo un mezzo per togliere via i dubbi ai più increduli?
«Essendo l'uomo costantemente attorniato da Spiriti, il vederli a ogni istante lo turberebbe, lo intralcerebbe nelle sue azioni e gli toglierebbe, nella maggior parte dei casi, la sua iniziativa; invece, considerandosi solo, egli agisce più liberamente. Quanto agli increduli, essi hanno sufficienti mezzi per convincersi, se vogliono approfittarne e se non sono accecati dell'orgoglio. Voi sapete bene che ci sono persone le quali hanno visto e non è che per questo credano di più, poiché esse dicono che sono delle illusioni. Non preoccupatevi di loro; di loro si occupa Dio.»
OSSERVAZIONE. Vedersi costantemente in presenza degli Spiriti sarebbe tanto fastidioso, quanto vedere l'aria che ci circonda, o le miriadi di microscopici animali che pullulano attorno a noi e sopra di noi. Da ciò dobbiamo concludere che quanto Dio fa è ben fatto e che Egli sa meglio di noi quanto a noi conviene.
8. Se la vista degli Spiriti ha degli inconvenienti, perché essa è permessa in certi casi?
«Essa ha lo scopo di dare una prova che non tutto muore con il corpo, e che l'anima conserva la sua individualità dopo la morte. Questa visione passeggera è sufficiente per dare questa prova e attestare la presenza dei vostri amici vicino a voi; ma essa non ha gli inconvenienti della visione costante.»
9. Nei mondi più avanzati del nostro, la visione degli Spiriti è più frequente?
«Più l'uomo si avvicina alla natura spirituale, più facilmente entra in rapporto con gli Spiriti. È la grossolanità del vostro involucro che rende più difficile e più rara la percezione degli esseri eterei.»
10. È razionale spaventarsi per l'apparizione di uno Spirito?
«Colui che riflette dovrà comprendere che uno Spirito, chiunque egli sia, è meno pericoloso di un vivente. Gli Spiriti, d'altronde, vanno dappertutto, e non v'è bisogno di vederli per sapere che se ne può avere uno al fianco. Lo Spirito che volesse nuocere potrebbe farlo senza farsi vedere, e anche in modo più sicuro. Egli non è pericoloso perché è uno Spirito, ma piuttosto per l'influenza ch'egli può esercitare sul pensiero, distogliendo dal bene e inducendo al male.»
OSSERVAZIONE. Le persone che hanno paura della solitudine e dell'oscurità, raramente si rendono conto della causa del loro sgomento. Esse non saprebbero dire di che cosa hanno paura. Ma sicuramente esse dovrebbero temere maggiormente di incontrare degli uomini, piuttosto che degli Spiriti, poiché un malfattore è più pericoloso da vivo che dopo la sua morte. Una signora di nostra conoscenza ebbe una sera, nella sua camera, un'apparizione così ben caratterizzata, ch'ella credette alla presenza di qualcuno, e la sua prima sensazione fu di terrore. Rassicuratasi che non c'era nessuno, si disse: «Sembra che non sia che uno Spirito: posso dormire tranquilla».
11. Colui al quale apparisse uno Spirito potrebbe avviare una conversazione con lui?
«Perfettamente. Anzi è ciò che si deve sempre fare in casi simili, domandandogli chi sia, che cosa desideri e in che modo si potrebbe essergli utile. Se lo Spirito è infelice e soffre, la compassione che gli si testimonia lo conforterà; se è uno Spirito benevolo, potrebbe esser venuto con l'intenzione di offrire dei buoni consigli.»
— In questo caso, come lo Spirito può rispondere?
«A volte lo fa attraverso dei suoni articolati, come farebbe una persona vivente; il più delle volte, però, c'è la trasmissione di pensiero.»
12. Gli Spiriti che appaiono con delle ali le hanno realmente, oppure queste ali non sono che una simbolica apparenza?
«GliSpiriti non hanno ali. Non ne hanno bisogno, poiché possono trasferirsi dappertutto come Spiriti. Essi appaiono a seconda del modo con cui vogliono impressionare la persona alla quale si mostrano. Alcuni appariranno con la veste comune, altri avvolti in drappeggi, altri ancora con delle ali, quale attributo della categoria di Spiriti, che essi rappresentano.»
13. Le persone che si vedono in sogno sono sempre quelle di cui esse hanno l'aspetto?
«Sono quasi sempre quelle stesse persone che il vostro Spirito va a trovare o che vengono a trovarvi.»
14. Gli Spiriti faceti non potrebbero prendere le sembianze delle persone che ci sono care per trarci in errore?
«Essi prendono delle apparenze fantasiose solo per divertirsi a vostre spese. Ci sono però delle cose di cui non è loro permesso beffarsi.»
15. Essendo il pensiero una sorta d'evocazione, ben si comprende come esso possa provocare la presenza dello Spirito.Ma come mai avviene spesso che le persone alle quali si pensa di più, che ardentemente si desidera rivedere non si presentano mai in sogno, mentre si vedono persone a noi indifferenti e alle quali non pensiamo affatto?
«Non sempre gli Spiriti hanno la possibilità di manifestarsi alla vista, neppure in sogno e malgrado il desiderio che si ha di vederli. Cause indipendenti dalla loro volontà potrebbero impedirglielo. Sovente è una prova a cui neppure il desiderio più ardente può sottrarsi. Quanto alle persone indifferenti, se voi non pensate a loro, è però possibile che siano loro a pensare a voi. D'altronde, voi non potete avere idea delle relazioni del mondo degli Spiriti. Lì incontrate una folla di conoscenze intime, antiche o nuove, di cui non avete alcuna idea nello stato di veglia.»
OSSERVAZIONE. Quando non c'è alcun mezzo per controllare le visionio apparizioni, esse si possono mettere senza dubbio nel novero delle allucinazioni. Ma quando le stesse sono confermate dagli avvenimenti, allora non si possono attribuire alla immaginazione. Tali sono, per esempio, le apparizioni al momento della loro morte, in sogno o in stato di veglia, di persone alle quali non si pensa affatto e che, attraverso segnali diversi, vengono a rivelare le circostanze del tutto inattese della loro fine. Spesso è accaduto di vedere cavalli impennarsi e rifiutarsi di proseguire davanti ad apparizioni che terrorizzavano anche quelli che li cavalcavano. Ammettiamo pure che l'immaginazione possa svolgere un qualche molo quando il fatto riguarda gli uomini, ma certamente nessuno negherà che essa non ha niente a che vedere quando il fatto riguarda gli animali. D'altra parte se le immagini che si vedono in sogno fossero sempre un effetto delle preoccupazioni che si hanno in stato di veglia, niente spiegherebbe perché avvenga spesso che non si sognino mai le cose alle quali si pensa di più.
16. Perché certe visioni sono più frequenti in stato di malattia?
«Esse hanno egualmente luogo in stato di perfetta salute; ma durante la malattia i legami materiali sono rilasciati, e la debolezza del corpo lascia più libertà allo Spirito, che entra facilmente in comunicazione con gli altri Spiriti.»
17. Le apparizioni spontanee sembrano essere più frequenti in certi paesi. Significa forse che certi popoli sono più e meglio dotati di altri, per avere questo genere di manifestazioni?
«Ma voi stilate dei processi verbali di ogni apparizione? Le apparizioni, i rumori, tutte le manifestazioni infine, sono sparse egualmente su tutta la Terra, ma esse presentano dei caratteri distintivi secondo i popoli presso i quali avvengono. Presso quelli, per esempio, dove la scrittura è poco diffusa, non ci sono medium scriventi, presso altri popoli, invece, abbondano. Altrove ci sono spesso rumori e movimenti, piuttosto che comunicazioni intelligenti, poiché queste sono lì meno stimate e ricercate.»
18. Perché le apparizioni hanno luogo soprattutto di notte? Questo non indica forse che esse sono effetto del silenzio e della oscurità sull'immaginazione?
«Ciò accade per la stessa ragione che vi fa vedere durante la notte le stelle, che in pieno giorno non vedete. Il grande chiarore può cancellare un'apparizione leggera. Ma è un errore credere che la notte abbia qualcosa a che fare con questo. Interrogate tutti quelli che hanno avuto delle visioni e scoprirete che la maggior parte di essi le ha avute di giorno.»
OSSERVAZIONE. I fenomeni d'apparizione sono molto più frequenti e generali di quanto si creda. Ma molte persone non li confessano per timore del ridicolo, mentre altre li attribuiscono alla suggestione. Se essi sembrano più numerosi presso alcuni popoli, ciò è dovuto al fatto che lì si mantengono con maggiore attenzione le tradizioni, vere o false che siano, quasi sempre amplificate dal potere di seduzione del meraviglioso, al quale più o meno si presta l'aspetto delle località. La credulità fa allora vedere degli effetti soprannaturali nei fenomeni più ordinari: il silenzio della solitudine, la scoscesità delle forre, lo stormire della foresta, le raffiche della tempesta, l'eco delle montagne, la forma fantastica delle nuvole, le ombre, i miraggi, tutto infine si presta all'illusione, per delle immaginazioni semplici e ingenue, che narrano in buona fede ciò che hanno visto o hanno creduto di vedere. Ma a fianco della finzione c'è la realtà, ed è appunto a liberarla di tutti i ridicoli complementi della superstizione che conduce lo studio serio dello Spiritismo.
19. La visione degli Spiriti si produce nello stato normale, o soltanto nello stato estatico?
«Essa può aver luogo in condizioni perfettamente normali. Tuttavia le persone che vedono gli Spiriti si trovano abbastanza spesso in uno stato particolare, vicino all'estasi, stato che dispensa loro una sorta di doppia vista (Il libro degli Spiriti, n. 447).»
20. Coloro che vedono gli Spiriti li vedono con gli occhi?
«Essi lo credono. Ma, in realtà, è l'anima che vede, e ciò è provato dal fatto che possono vederli con gli occhi chiusi.»
21. Come lo Spirito può rendersi visibile?
«Il principio è il medesimo di tutte le manifestazioni. Esso riguarda le proprietà del perispirito, che può subire diverse modificazioni, secondo la volontà dello Spirito.»
22. Lo Spirito propriamente detto può rendersi visibile, oppure non lo può se non con l'aiuto del perispirito?
«Nello stato materiale in cui voi vi trovate, gli Spiriti non possono manifestarsi che con l'aiuto del loro involucro semi materiale; è questo l'intermediario attraverso cui essi agiscono sui vostri sensi. È sotto questo involucro che, a volte, appaiono con una forma umana o con qualunque altra, sia nei sogni sia nello stato di veglia, tanto alla luce quanto nell'oscurità.»
23. Si potrebbe dire che è per la condensazione del fluido del perispirito che lo Spirito diventa visibile?
«Condensazione non è il termine esatto. Questa parola può solo essere usata per stabilire una comparazione che vi permetta di comprendere il fenomeno, poiché, in realtà, non c'è condensazione. Attraverso la combinazione dei fluidi, si produce nel perispirito una disposizione particolare, senza analogia presso voialtri, che lo rende percettibile.»
24. Gli Spiriti che appaiono sono sempre inafferrabili, sempre inaccessibili al tatto?
«Inafferrabili, come nei sogni, nel loro stato normale. Tuttavia essi possono essere in grado di produrre impronte tattili e lasciare tracce della loro presenza, e anche, in certi casi, di diventare momentaneamente tangibili, la qual cosa prova che tra loro e voi c'è una materia.»
25. Tutti sono idonei a vedere gli Spiriti?
«Sì, tutti nel sonno. Ma nello stato di veglia, no. Durante il sonno, l'anima vede senza intermediario; nello stato di veglia, essa è sempre più o meno influenzata dagli organi: ciò avviene perché le condizioni non sono completamente le stesse.»
26. A che cosa è da attribuirsi la facoltà di vedere gli Spiriti durante la veglia?
«Questa facoltà dipende dall'organismo. Essa si riferisce alla facilità, più o meno grande, che ha il fluido del veggente di combinarsi con quello dello Spirito. Così non è sufficiente che lo Spirito voglia mostrarsi, è necessario anche che lo Spirito trovi nella persona dalla quale egli vuole farsi vedere l'idoneità necessaria.»
— Questa facoltà può essere sviluppata con l'esercizio?
«Può esserlo, come tutte le altre facoltà; ma essa è una di quelle di cui è meglio attendere lo sviluppo naturale piuttosto che provocarlo, per evitare di sovreccitare l'immaginazione. Il vedere ordinariamente e perennemente gli Spiriti è facoltà eccezionale e non rientra nelle condizioni normali dell'uomo.»
27. L'apparizione degli Spiriti può essere provocata?
«Si può qualche volta, ma molto raramente. Essa è quasi sempre spontanea. Perché qualcuno possa vedere gli Spiriti occorre che sia dotato d'una facoltà speciale.»
28. Gli Spiriti possono rendersi visibili sotto un'altra apparenza che non sia quella della forma umana?
«La forma umana è la forma normale. Lo Spirito può variarne l'apparenza, ma si tratta sempre del tipo umano.»
— Non possono essi manifestarsi sotto forma di fiamma?
«Issi possono produrre fiamme e luci, così come tutti gli altri effetti, per attestare la loro presenza; ma non sono gli Spiriti stessi quelli che così appaiono. La fiamma spesso non è che un miraggio o un'emanazione del perispirito; in ogni caso ne è solo una parte. Il perispirito appare tutto intero soltanto nelle visioni.»
29. Che cosa pensare della credenza che attribuisce i fuochi fatui alla presenza di anime o Spiriti?
«Una superstizione prodotta dall'ignoranza. La causa fisica dei fuochi fatui è ben nota.»
— La fiamma azzurra, che apparve, come dicono, sulla testa di Servio Tullio fanciullo, è una leggenda o una realtà?
«È una realtà. Essa fu prodotta dallo Spirito familiare che voleva avvertire la madre. Questa madre, medium veggente, aveva scorto un irraggiamento dello Spirito protettore di suo figlio. Non tutti i medium veggenti vedono nella stessa misura, così come i vostri medium scriventi non scrivono tutti la medesima cosa. Mentre questa madre non vedeva che una fiamma, un altro medium avrebbe potuto vedere il corpo stesso dello Spirito.»
30. Gli Spiriti potrebbero presentarsi sotto forma di animali?
«Potrebbe darsi. Ma sono soltanto degli Spiriti molto inferiori quelli che possono prendere queste apparenze. Questa tuttavia non sarebbe, in ogni caso, che un'apparenza momentanea, perché sarebbe assurdo credere che un vero animale potrebbe mai essere l'incarnazione d'uno Spirito. Gli animali sono sempre animali e niente altro che questo.»
OSSERVAZIONE. Solamente la superstizione può far credere che certi animali siano animati dagli Spiriti. Sarebbe necessaria una immaginazione ben compiacente o ben accesa per vedere qualcosa di soprannaturale nelle circostanze, un po' stravaganti, nelle quali essi talvolta si presentano. Ma la paura fa sovente vedere ciò che non esiste. Non sempre però la paura sta all'origine di queste idee. Noi abbiamo conosciuta una signora, peraltro intelligentissima, che amava oltre misura un grosso gatto nero, perché lo credeva di una natura al di sopra dell’animale. Eppure lei non aveva mai sentito parlare di Spiritismo. Se lo avesse conosciuto, esso le avrebbe fatto comprendere quanto ridicolo fosse il motivo della sua predilezione per l'animale, provandole l'impossibilità d'una simile metamorfosi.
1. Gli Spiriti possono rendersi visibili?
«Sì. Soprattutto durante il sonno. Tuttavia certe persone li vedono anche durante la veglia, ma questo caso è più raro.»
OSSERVAZIONE. Mentre il corpo riposa, lo Spirito si libera dai legami materiali. Egli si ritrova più libero e più facilmente può vedere gli altri Spiriti con cui entra in comunicazione. Il sogno non è che il ricordo di questo stato. Quando uno non ricorda nulla, dice che non ha sognato, ma non per questo l'anima ha cessato di vedere e di godere della sua libertà. Noi qui ci occuperemo in modo più specifico delle apparizioni nello stato di veglia. [7]
[7] Vedere, per maggiori dettagli sullo stato dello Spirito durante il sonno, ne Il libro degli Spiriti, il capitolo "Emancipazione dell'anima", n. 400.
2. Gli Spiriti che si manifestano rendendosi visibili appartengono a una categoria piuttosto che a un'altra?
«No. Essi possono appartenere a tutte le categorie, alle più elevate come alle più basse.»
3. È concesso a tutti gli Spiriti di manifestarsi visibilmente?
«Tutti lo possono. Ma non sempre ne hanno il permesso o la volontà.»
4. Qual è lo scopo per cui gli Spiriti si manifestano?
«Dipende. Secondo la loro natura, lo scopo può essere buono o cattivo.»
5. Come si può concedere loro questo permesso, quando lo scopo è cattivo?
«Questaè allora una prova per coloro ai quali essi appaiono. Infatti l’intenzione dello Spirito può essere cattiva, ma il risultato può essere buono.»
6. Quale può essere lo scopo degli Spiriti, che hanno una cattiva intenzione, a farsi vedere?
«Impaurire e spesso vendicarsi.»
— Qual è lo scopo degli Spiriti che vengono con una buona intenzione?
«Consolare le persone che li rimpiangono; dimostrare che essi esistono e sono vicini a loro; dare dei consigli e a volte chiedere assistenza per sé stessi.»
7. Quale inconveniente ci sarebbe se tra gli uomini la possibilità di vedere gli Spiriti fosse permanente e generale? Non potrebbe essere questo un mezzo per togliere via i dubbi ai più increduli?
«Essendo l'uomo costantemente attorniato da Spiriti, il vederli a ogni istante lo turberebbe, lo intralcerebbe nelle sue azioni e gli toglierebbe, nella maggior parte dei casi, la sua iniziativa; invece, considerandosi solo, egli agisce più liberamente. Quanto agli increduli, essi hanno sufficienti mezzi per convincersi, se vogliono approfittarne e se non sono accecati dell'orgoglio. Voi sapete bene che ci sono persone le quali hanno visto e non è che per questo credano di più, poiché esse dicono che sono delle illusioni. Non preoccupatevi di loro; di loro si occupa Dio.»
OSSERVAZIONE. Vedersi costantemente in presenza degli Spiriti sarebbe tanto fastidioso, quanto vedere l'aria che ci circonda, o le miriadi di microscopici animali che pullulano attorno a noi e sopra di noi. Da ciò dobbiamo concludere che quanto Dio fa è ben fatto e che Egli sa meglio di noi quanto a noi conviene.
8. Se la vista degli Spiriti ha degli inconvenienti, perché essa è permessa in certi casi?
«Essa ha lo scopo di dare una prova che non tutto muore con il corpo, e che l'anima conserva la sua individualità dopo la morte. Questa visione passeggera è sufficiente per dare questa prova e attestare la presenza dei vostri amici vicino a voi; ma essa non ha gli inconvenienti della visione costante.»
9. Nei mondi più avanzati del nostro, la visione degli Spiriti è più frequente?
«Più l'uomo si avvicina alla natura spirituale, più facilmente entra in rapporto con gli Spiriti. È la grossolanità del vostro involucro che rende più difficile e più rara la percezione degli esseri eterei.»
10. È razionale spaventarsi per l'apparizione di uno Spirito?
«Colui che riflette dovrà comprendere che uno Spirito, chiunque egli sia, è meno pericoloso di un vivente. Gli Spiriti, d'altronde, vanno dappertutto, e non v'è bisogno di vederli per sapere che se ne può avere uno al fianco. Lo Spirito che volesse nuocere potrebbe farlo senza farsi vedere, e anche in modo più sicuro. Egli non è pericoloso perché è uno Spirito, ma piuttosto per l'influenza ch'egli può esercitare sul pensiero, distogliendo dal bene e inducendo al male.»
OSSERVAZIONE. Le persone che hanno paura della solitudine e dell'oscurità, raramente si rendono conto della causa del loro sgomento. Esse non saprebbero dire di che cosa hanno paura. Ma sicuramente esse dovrebbero temere maggiormente di incontrare degli uomini, piuttosto che degli Spiriti, poiché un malfattore è più pericoloso da vivo che dopo la sua morte. Una signora di nostra conoscenza ebbe una sera, nella sua camera, un'apparizione così ben caratterizzata, ch'ella credette alla presenza di qualcuno, e la sua prima sensazione fu di terrore. Rassicuratasi che non c'era nessuno, si disse: «Sembra che non sia che uno Spirito: posso dormire tranquilla».
11. Colui al quale apparisse uno Spirito potrebbe avviare una conversazione con lui?
«Perfettamente. Anzi è ciò che si deve sempre fare in casi simili, domandandogli chi sia, che cosa desideri e in che modo si potrebbe essergli utile. Se lo Spirito è infelice e soffre, la compassione che gli si testimonia lo conforterà; se è uno Spirito benevolo, potrebbe esser venuto con l'intenzione di offrire dei buoni consigli.»
— In questo caso, come lo Spirito può rispondere?
«A volte lo fa attraverso dei suoni articolati, come farebbe una persona vivente; il più delle volte, però, c'è la trasmissione di pensiero.»
12. Gli Spiriti che appaiono con delle ali le hanno realmente, oppure queste ali non sono che una simbolica apparenza?
«GliSpiriti non hanno ali. Non ne hanno bisogno, poiché possono trasferirsi dappertutto come Spiriti. Essi appaiono a seconda del modo con cui vogliono impressionare la persona alla quale si mostrano. Alcuni appariranno con la veste comune, altri avvolti in drappeggi, altri ancora con delle ali, quale attributo della categoria di Spiriti, che essi rappresentano.»
13. Le persone che si vedono in sogno sono sempre quelle di cui esse hanno l'aspetto?
«Sono quasi sempre quelle stesse persone che il vostro Spirito va a trovare o che vengono a trovarvi.»
14. Gli Spiriti faceti non potrebbero prendere le sembianze delle persone che ci sono care per trarci in errore?
«Essi prendono delle apparenze fantasiose solo per divertirsi a vostre spese. Ci sono però delle cose di cui non è loro permesso beffarsi.»
15. Essendo il pensiero una sorta d'evocazione, ben si comprende come esso possa provocare la presenza dello Spirito.Ma come mai avviene spesso che le persone alle quali si pensa di più, che ardentemente si desidera rivedere non si presentano mai in sogno, mentre si vedono persone a noi indifferenti e alle quali non pensiamo affatto?
«Non sempre gli Spiriti hanno la possibilità di manifestarsi alla vista, neppure in sogno e malgrado il desiderio che si ha di vederli. Cause indipendenti dalla loro volontà potrebbero impedirglielo. Sovente è una prova a cui neppure il desiderio più ardente può sottrarsi. Quanto alle persone indifferenti, se voi non pensate a loro, è però possibile che siano loro a pensare a voi. D'altronde, voi non potete avere idea delle relazioni del mondo degli Spiriti. Lì incontrate una folla di conoscenze intime, antiche o nuove, di cui non avete alcuna idea nello stato di veglia.»
OSSERVAZIONE. Quando non c'è alcun mezzo per controllare le visionio apparizioni, esse si possono mettere senza dubbio nel novero delle allucinazioni. Ma quando le stesse sono confermate dagli avvenimenti, allora non si possono attribuire alla immaginazione. Tali sono, per esempio, le apparizioni al momento della loro morte, in sogno o in stato di veglia, di persone alle quali non si pensa affatto e che, attraverso segnali diversi, vengono a rivelare le circostanze del tutto inattese della loro fine. Spesso è accaduto di vedere cavalli impennarsi e rifiutarsi di proseguire davanti ad apparizioni che terrorizzavano anche quelli che li cavalcavano. Ammettiamo pure che l'immaginazione possa svolgere un qualche molo quando il fatto riguarda gli uomini, ma certamente nessuno negherà che essa non ha niente a che vedere quando il fatto riguarda gli animali. D'altra parte se le immagini che si vedono in sogno fossero sempre un effetto delle preoccupazioni che si hanno in stato di veglia, niente spiegherebbe perché avvenga spesso che non si sognino mai le cose alle quali si pensa di più.
16. Perché certe visioni sono più frequenti in stato di malattia?
«Esse hanno egualmente luogo in stato di perfetta salute; ma durante la malattia i legami materiali sono rilasciati, e la debolezza del corpo lascia più libertà allo Spirito, che entra facilmente in comunicazione con gli altri Spiriti.»
17. Le apparizioni spontanee sembrano essere più frequenti in certi paesi. Significa forse che certi popoli sono più e meglio dotati di altri, per avere questo genere di manifestazioni?
«Ma voi stilate dei processi verbali di ogni apparizione? Le apparizioni, i rumori, tutte le manifestazioni infine, sono sparse egualmente su tutta la Terra, ma esse presentano dei caratteri distintivi secondo i popoli presso i quali avvengono. Presso quelli, per esempio, dove la scrittura è poco diffusa, non ci sono medium scriventi, presso altri popoli, invece, abbondano. Altrove ci sono spesso rumori e movimenti, piuttosto che comunicazioni intelligenti, poiché queste sono lì meno stimate e ricercate.»
18. Perché le apparizioni hanno luogo soprattutto di notte? Questo non indica forse che esse sono effetto del silenzio e della oscurità sull'immaginazione?
«Ciò accade per la stessa ragione che vi fa vedere durante la notte le stelle, che in pieno giorno non vedete. Il grande chiarore può cancellare un'apparizione leggera. Ma è un errore credere che la notte abbia qualcosa a che fare con questo. Interrogate tutti quelli che hanno avuto delle visioni e scoprirete che la maggior parte di essi le ha avute di giorno.»
OSSERVAZIONE. I fenomeni d'apparizione sono molto più frequenti e generali di quanto si creda. Ma molte persone non li confessano per timore del ridicolo, mentre altre li attribuiscono alla suggestione. Se essi sembrano più numerosi presso alcuni popoli, ciò è dovuto al fatto che lì si mantengono con maggiore attenzione le tradizioni, vere o false che siano, quasi sempre amplificate dal potere di seduzione del meraviglioso, al quale più o meno si presta l'aspetto delle località. La credulità fa allora vedere degli effetti soprannaturali nei fenomeni più ordinari: il silenzio della solitudine, la scoscesità delle forre, lo stormire della foresta, le raffiche della tempesta, l'eco delle montagne, la forma fantastica delle nuvole, le ombre, i miraggi, tutto infine si presta all'illusione, per delle immaginazioni semplici e ingenue, che narrano in buona fede ciò che hanno visto o hanno creduto di vedere. Ma a fianco della finzione c'è la realtà, ed è appunto a liberarla di tutti i ridicoli complementi della superstizione che conduce lo studio serio dello Spiritismo.
19. La visione degli Spiriti si produce nello stato normale, o soltanto nello stato estatico?
«Essa può aver luogo in condizioni perfettamente normali. Tuttavia le persone che vedono gli Spiriti si trovano abbastanza spesso in uno stato particolare, vicino all'estasi, stato che dispensa loro una sorta di doppia vista (Il libro degli Spiriti, n. 447).»
20. Coloro che vedono gli Spiriti li vedono con gli occhi?
«Essi lo credono. Ma, in realtà, è l'anima che vede, e ciò è provato dal fatto che possono vederli con gli occhi chiusi.»
21. Come lo Spirito può rendersi visibile?
«Il principio è il medesimo di tutte le manifestazioni. Esso riguarda le proprietà del perispirito, che può subire diverse modificazioni, secondo la volontà dello Spirito.»
22. Lo Spirito propriamente detto può rendersi visibile, oppure non lo può se non con l'aiuto del perispirito?
«Nello stato materiale in cui voi vi trovate, gli Spiriti non possono manifestarsi che con l'aiuto del loro involucro semi materiale; è questo l'intermediario attraverso cui essi agiscono sui vostri sensi. È sotto questo involucro che, a volte, appaiono con una forma umana o con qualunque altra, sia nei sogni sia nello stato di veglia, tanto alla luce quanto nell'oscurità.»
23. Si potrebbe dire che è per la condensazione del fluido del perispirito che lo Spirito diventa visibile?
«Condensazione non è il termine esatto. Questa parola può solo essere usata per stabilire una comparazione che vi permetta di comprendere il fenomeno, poiché, in realtà, non c'è condensazione. Attraverso la combinazione dei fluidi, si produce nel perispirito una disposizione particolare, senza analogia presso voialtri, che lo rende percettibile.»
24. Gli Spiriti che appaiono sono sempre inafferrabili, sempre inaccessibili al tatto?
«Inafferrabili, come nei sogni, nel loro stato normale. Tuttavia essi possono essere in grado di produrre impronte tattili e lasciare tracce della loro presenza, e anche, in certi casi, di diventare momentaneamente tangibili, la qual cosa prova che tra loro e voi c'è una materia.»
25. Tutti sono idonei a vedere gli Spiriti?
«Sì, tutti nel sonno. Ma nello stato di veglia, no. Durante il sonno, l'anima vede senza intermediario; nello stato di veglia, essa è sempre più o meno influenzata dagli organi: ciò avviene perché le condizioni non sono completamente le stesse.»
26. A che cosa è da attribuirsi la facoltà di vedere gli Spiriti durante la veglia?
«Questa facoltà dipende dall'organismo. Essa si riferisce alla facilità, più o meno grande, che ha il fluido del veggente di combinarsi con quello dello Spirito. Così non è sufficiente che lo Spirito voglia mostrarsi, è necessario anche che lo Spirito trovi nella persona dalla quale egli vuole farsi vedere l'idoneità necessaria.»
— Questa facoltà può essere sviluppata con l'esercizio?
«Può esserlo, come tutte le altre facoltà; ma essa è una di quelle di cui è meglio attendere lo sviluppo naturale piuttosto che provocarlo, per evitare di sovreccitare l'immaginazione. Il vedere ordinariamente e perennemente gli Spiriti è facoltà eccezionale e non rientra nelle condizioni normali dell'uomo.»
27. L'apparizione degli Spiriti può essere provocata?
«Si può qualche volta, ma molto raramente. Essa è quasi sempre spontanea. Perché qualcuno possa vedere gli Spiriti occorre che sia dotato d'una facoltà speciale.»
28. Gli Spiriti possono rendersi visibili sotto un'altra apparenza che non sia quella della forma umana?
«La forma umana è la forma normale. Lo Spirito può variarne l'apparenza, ma si tratta sempre del tipo umano.»
— Non possono essi manifestarsi sotto forma di fiamma?
«Issi possono produrre fiamme e luci, così come tutti gli altri effetti, per attestare la loro presenza; ma non sono gli Spiriti stessi quelli che così appaiono. La fiamma spesso non è che un miraggio o un'emanazione del perispirito; in ogni caso ne è solo una parte. Il perispirito appare tutto intero soltanto nelle visioni.»
29. Che cosa pensare della credenza che attribuisce i fuochi fatui alla presenza di anime o Spiriti?
«Una superstizione prodotta dall'ignoranza. La causa fisica dei fuochi fatui è ben nota.»
— La fiamma azzurra, che apparve, come dicono, sulla testa di Servio Tullio fanciullo, è una leggenda o una realtà?
«È una realtà. Essa fu prodotta dallo Spirito familiare che voleva avvertire la madre. Questa madre, medium veggente, aveva scorto un irraggiamento dello Spirito protettore di suo figlio. Non tutti i medium veggenti vedono nella stessa misura, così come i vostri medium scriventi non scrivono tutti la medesima cosa. Mentre questa madre non vedeva che una fiamma, un altro medium avrebbe potuto vedere il corpo stesso dello Spirito.»
30. Gli Spiriti potrebbero presentarsi sotto forma di animali?
«Potrebbe darsi. Ma sono soltanto degli Spiriti molto inferiori quelli che possono prendere queste apparenze. Questa tuttavia non sarebbe, in ogni caso, che un'apparenza momentanea, perché sarebbe assurdo credere che un vero animale potrebbe mai essere l'incarnazione d'uno Spirito. Gli animali sono sempre animali e niente altro che questo.»
OSSERVAZIONE. Solamente la superstizione può far credere che certi animali siano animati dagli Spiriti. Sarebbe necessaria una immaginazione ben compiacente o ben accesa per vedere qualcosa di soprannaturale nelle circostanze, un po' stravaganti, nelle quali essi talvolta si presentano. Ma la paura fa sovente vedere ciò che non esiste. Non sempre però la paura sta all'origine di queste idee. Noi abbiamo conosciuta una signora, peraltro intelligentissima, che amava oltre misura un grosso gatto nero, perché lo credeva di una natura al di sopra dell’animale. Eppure lei non aveva mai sentito parlare di Spiritismo. Se lo avesse conosciuto, esso le avrebbe fatto comprendere quanto ridicolo fosse il motivo della sua predilezione per l'animale, provandole l'impossibilità d'una simile metamorfosi.
Saggio teorico sulle apparizioni
101. Le manifestazioni
apparenti più comuni hanno luogo durante il sonno, attraverso i sogni:
sono, queste, le visioni. Non può rientrare nel nostro compito esaminare
tutte le particolarità che possono presentare i sogni. Noi le
riassumiamo dicendo che esse possono essere: una visione attuale delle
cose presenti o assenti; una visione retrospettiva del passato; in
qualche caso eccezionale, un presentimento del futuro. Spesso sono anche
dei quadri allegorici che gli Spiriti fanno passare sotto i nostri
occhi per offrirci utili avvertimenti e salutari consigli, se si tratta
di buoni Spiriti; oppure per indurci in errore e stimolare le nostre
passioni, se si tratta di Spiriti imperfetti. La teoria, che qui segue,
si applica ai sogni, così come a tutti gli altri casi di apparizione (si
veda Il libro degli Spiriti, n. 400 e ss.).
Crederemmo di fare da parte nostra offesa al buon senso dei nostri lettori, se ci proponessimo di dimostrare ciò che c'è di assurdo e di ridicolo in quella che viene volgarmente chiamata l'interpretazione dei sogni.
Crederemmo di fare da parte nostra offesa al buon senso dei nostri lettori, se ci proponessimo di dimostrare ciò che c'è di assurdo e di ridicolo in quella che viene volgarmente chiamata l'interpretazione dei sogni.
102. Le apparizioni
propriamente dette hanno luogo allo stato di veglia, e quando si gode
della piena e intera libertà delle proprie facoltà. Esse si presentano
generalmente sotto una forma vaporosa e diafana, a volte vaga e
indecisa. Spesso, a prima vista, è una luce biancastra i cui contorni si
delineano a poco a poco. Altre volte le forme sono nettamente marcate, e
si possono distinguere i più tenui tratti del viso, al punto da poterne
fare una descrizione molto precisa. Il portamento e l'aspetto sono
simili a quelli che aveva lo Spirito quando era vivo.
Potendo assumere tutte le apparenze, lo Spirito si presenta sotto quella con cui può meglio farsi riconoscere, se tale è il suo desiderio. Così, quantunque, come Spirito, non abbia più alcun difetto fisico, egli si mostrerà storpio, claudicante, gobbo, ferito, con delle cicatrici, se ciò fosse necessario per costatare la sua identità. Esopo, per esempio, come Spirito non è deforme; ma se lo si evoca in quanto Esopo — pur supponendo che avesse avuto parecchie esistenze in seguito — egli apparirà brutto e gobbo, con le sue vesti tradizionali.
Una cosa interessante è che, salvo circostanze particolari, le parti meno accentuate sono le membra inferiori, mentre la testa, il tronco, le braccia e le mani sono sempre chiaramente delineate: perciò non li si vede quasi mai camminare, ma scivolare come ombre.
Quanto alle vesti, sono costituite generalmente da un drappeggio che termina in lunghe increspature svolazzanti. Questa almeno, insieme a una capigliatura ondulata e graziosa, è l'apparenza di quegli Spiriti che non hanno mantenuto nulla delle cose terrene. Ma gli Spiriti volgari, quelli che qui abbiamo conosciuto, hanno generalmente le vesti che avevano nell'ultimo periodo della loro esistenza terrena.
Spesso essi hanno attributi caratteristici della elevazione che hanno raggiunto, come un'aureola, o delle ali per quelli che possono essere considerati come degli angeli, mentre altri portano segni distintivi che richiamano le loro occupazioni terrene: così un guerriero potrà apparire con la sua armatura, un sapiente con dei libri, un assassino con un pugnale ecc. Gli Spiriti superiori hanno un aspetto bello, nobile e sereno; gli Spiriti del grado più basso hanno qualcosa di feroce e di bestiale, e qualche volta portano ancora le tracce dei crimini che hanno commesso o dei supplizi che hanno patito. La questione della veste e di tutti gli oggetti accessori è forse quella che causa maggior stupore. Noi vi ritorneremo in un capitolo a parte, perché essa si lega anche ad altri fatti molto importanti.
Potendo assumere tutte le apparenze, lo Spirito si presenta sotto quella con cui può meglio farsi riconoscere, se tale è il suo desiderio. Così, quantunque, come Spirito, non abbia più alcun difetto fisico, egli si mostrerà storpio, claudicante, gobbo, ferito, con delle cicatrici, se ciò fosse necessario per costatare la sua identità. Esopo, per esempio, come Spirito non è deforme; ma se lo si evoca in quanto Esopo — pur supponendo che avesse avuto parecchie esistenze in seguito — egli apparirà brutto e gobbo, con le sue vesti tradizionali.
Una cosa interessante è che, salvo circostanze particolari, le parti meno accentuate sono le membra inferiori, mentre la testa, il tronco, le braccia e le mani sono sempre chiaramente delineate: perciò non li si vede quasi mai camminare, ma scivolare come ombre.
Quanto alle vesti, sono costituite generalmente da un drappeggio che termina in lunghe increspature svolazzanti. Questa almeno, insieme a una capigliatura ondulata e graziosa, è l'apparenza di quegli Spiriti che non hanno mantenuto nulla delle cose terrene. Ma gli Spiriti volgari, quelli che qui abbiamo conosciuto, hanno generalmente le vesti che avevano nell'ultimo periodo della loro esistenza terrena.
Spesso essi hanno attributi caratteristici della elevazione che hanno raggiunto, come un'aureola, o delle ali per quelli che possono essere considerati come degli angeli, mentre altri portano segni distintivi che richiamano le loro occupazioni terrene: così un guerriero potrà apparire con la sua armatura, un sapiente con dei libri, un assassino con un pugnale ecc. Gli Spiriti superiori hanno un aspetto bello, nobile e sereno; gli Spiriti del grado più basso hanno qualcosa di feroce e di bestiale, e qualche volta portano ancora le tracce dei crimini che hanno commesso o dei supplizi che hanno patito. La questione della veste e di tutti gli oggetti accessori è forse quella che causa maggior stupore. Noi vi ritorneremo in un capitolo a parte, perché essa si lega anche ad altri fatti molto importanti.
103. Abbiamo detto che le
apparizioni hanno qualcosa di vaporoso. In certi casi si potrebbero
paragonare all'immagine riflessa in uno specchio senza argentatura;
immagine che, nonostante la sua limpidezza, non impedisce che si vedano
attraverso di essa gli oggetti che si trovano dietro. In linea generale è
così che li distinguono i medium veggenti. Essi li vedono andare,
venire, entrare in un appartamento o uscirne, circolare tra la folla dei
vivi, avendo l'aria — almeno per quanto riguarda gli Spiriti inferiori —
di prendere parte attiva a tutto ciò che accade intorno a loro, di
interessarsene, e di ascoltare ciò che si dice. Di frequente sono visti
avvicinarsi a una persona, ispirarle delle idee, influenzarla,
consolarla se sono Spiriti buoni, prenderla in giro se sono maligni,
mostrarsi tristi o contenti dei risultati che ottengono; costituiscono,
in una parola, il doppio del mondo corporeo. Questo è il mondo occulto
che ci circonda, dentro il quale viviamo, senza sospettarne l'esistenza,
così come viviamo, senza maggior sospetti, in mezzo a miriadi di esseri
del mondo microscopico. Il microscopio ci ha rivelato il mondo degli
infinitamente piccoli, che noi non sospettavamo neppure. Lo Spiritismo,
coadiuvato dai medium veggenti, ci ha rivelato il mondo degli Spiriti,
il quale è anch'esso una delle forze attive della natura. Con l'aiuto
dei medium veggenti, noi abbiamo potuto studiare il mondo invisibile,
conoscere le sue abitudini, proprio come un popolo di ciechi potrebbe
studiare il mondo visibile con l'aiuto di qualche individuo che godesse
della vista (vedere più avanti, al capitolo sui medium, il paragrafo
riguardante i medium veggenti).
104. Lo Spirito che vuole o
può apparire riveste a volte una forma ancora più netta, che ha tutte le
apparenze di un corpo solido, al punto di produrre un'illusione
completa e di far credere che si abbia davanti a sé un essere corporeo.
In alcuni casi, infine, e sotto il dominio di certe circostanze, la
tangibilità può divenire reale, vale a dire che uno può toccare,
palpare, sentire la medesima resistenza, il medesimo calore come da
parte di un corpo vivo, la qual cosa però non gli impedisce di svanire
con la stessa rapidità di un baleno. Non è più allora attraverso gli
occhi che se ne costata la presenza, ma attraverso il tatto. Se era
permesso attribuire all'illusione o a una sorta di fascinazione
l'apparizione semplicemente visuale, il dubbio non è più permesso quando
la si può afferrare, palpare, e quando essa stessa vi afferra e vi
stringe. I fatti di apparizioni tangibili sono i più rari. Ma quelli che
sono avvenuti in questi ultimi tempi, sotto l'influenza di alcuni
potenti medium, [8] e che hanno l'autenticità di testimonianze
inconfutabili, provano e spiegano quei fatti che la storia riferisce
riguardo a persone che si sono mostrate dopo la loro morte, con tutte le
apparenze della realtà.
[8] Fra gli altri il signor Home.
Del resto, come abbiamo detto, per quanto straordinari siano simili fenomeni, tutto il meraviglioso scompare, non appena si conosca il modo con cui essi si producono, e si comprende che, lungi dall'essere una deroga alle leggi della natura, essi sono soltanto l'effetto di una nuova applicazione di queste leggi.
[8] Fra gli altri il signor Home.
Del resto, come abbiamo detto, per quanto straordinari siano simili fenomeni, tutto il meraviglioso scompare, non appena si conosca il modo con cui essi si producono, e si comprende che, lungi dall'essere una deroga alle leggi della natura, essi sono soltanto l'effetto di una nuova applicazione di queste leggi.
105. Per sua natura e nel
suo stato normale, il perispirito è invisibile, e ha ciò in comune con
una grande quantità di fluidi, che sappiamo che esistono e che tuttavia
non abbiamo mai visto. Ma esso può anche, proprio come certi fluidi,
subire delle modificazioni che lo rendono percettibile alla vista, sia
attraverso una sorta di condensazione, sia attraverso un cambiamento
nella disposizione molecolare; ed è allora che ci appare sotto una forma
vaporosa. La condensazione — non bisognerebbe, però, prendere questo
termine alla lettera; noi lo usiamo solo in mancanza di un altro e a
titolo di paragone — la condensazione, diciamo noi, può essere tale che
il perispirito acquisisce le proprietà di un corpo solido e tangibile;
ma esso può istantaneamente riprendere il suo stato etereo e invisibile.
Possiamo renderci conto di questo effetto attraverso quello del vapore,
che può passare dall'invisibilità allo stato nebuloso, poi liquido,
quindi solido e viceversa. Questi differenti stati del perispirito sono
il risultato della volontà dello Spirito, e non di una causa fisica
esteriore, come avviene nei nostri gas. Quando lo Spirito ci appare, è
perché egli pone il suo perispirito nella condizione necessaria a
renderlo visibile. Ma per questo la sua volontà non è sufficiente,
poiché la modificazione del perispirito si opera attraverso la sua
combinazione con il fluido stesso del medium. Ora, questa combinazione
non sempre è possibile, il che spiega perché la visibilità degli Spiriti
non è generale. Così, non basta che lo Spirito voglia mostrarsi, né
tampoco basta che una persona voglia vederlo: bisogna che i due fluidi
possano combinarsi, che vi sia, cioè, tra di loro una sorta di affinità.
Forse è anche necessario che l'emissione del fluido della persona sia
alquanto abbondante, per poter operare la trasformazione del
perispirito, e probabilmente sono necessarie altre condizioni ancora,
che ci sono sconosciute. Infine, occorre che lo Spirito abbia il
permesso di farsi vedere dalla tale persona, cosa che non sempre gli è
accordata, oppure lo è ma solo in certe circostanze, per motivi che non
possiamo valutare.
106. Un'altra proprietà del
perispirito, e che attiene alla sua natura eterea, è la penetrabilità.
Nessuna materia gli è di ostacolo: esso le attraversa tutte, così come
la luce attraversa i corpi trasparenti. È per questo che non esiste
chiusura che possa opporsi all'entrata degli Spiriti. Essi visitano il
prigioniero nella sua cella con la medesima facilità con cui visitano
l'uomo che sta in mezzo ai campi.
107.Le
apparizioni nello stato di veglia non sono né rare né nuove. Ce ne sono
state in tutti i tempi, e la storia ne registra un grande numero. Ma
senza risalire troppo indietro, ai nostri giorni esse sono molto
frequenti, e tanti sono gli individui che ne hanno avute scambiandole in
un primo momento per quelle che si è poi convenuto chiamare
allucinazioni. Esse sono soprattutto frequenti nei casi di morte di
persone assenti, le quali vengono a visitare i loro parenti o amici.
Sovente queste apparizioni non hanno uno scopo ben preciso, ma si può
dire che in generale gli Spiriti, che appaiono così, sono attratti dalla
simpatia. Abbia ciascuno la compiacenza di esaminare i suoi ricordi, e
vedrà quanto poche siano le persone che non abbiano conoscenza di
qualche fatto di questo genere, la cui autenticità non dovrebbe essere
messa in dubbio.
Spiriti globuli.
108. Alle considerazioni precedenti aggiungeremo l'esame di alcuni effetti ottici, che hanno dato luogo al singolare sistema degli Spiriti globuli.
Non sempre l'aria è di una limpidità assoluta, e ci sono circostanze tali in cui le correnti delle molecole aeriformi e la loro agitazione, prodotta dal calore, sono perfettamente visibili. Alcune persone hanno scambiato questo fenomeno per agglomerati di Spiriti che si agitano nello spazio. È sufficiente citare questa opinione perché essa venga subito rifiutata. Ma ecco presentarsi un'altra illusione, non meno bizzarra, contro la quale è altrettanto bene essere premuniti.
L'umore acquoso dell'occhio presenta dei punti, appena appena percettibili, che hanno perduto qualcosa della loro normale trasparenza. Questi punti sono come dei corpi opachi in sospensione nel liquido che li anima. Essi producono nell'aria ambientale e a distanza, per effetto dell'ingrandimento e della rifrazione, la comparsa illusoria di piccoli dischi che variano da uno a dieci millimetri di diametro e che sembrano nuotare nell'atmosfera. Noi abbiamo visto delle persone scambiare questi dischi per Spiriti, che le seguivano e le accompagnavano dappertutto, e nel loro entusiasmo scambiare per delle figure le sfumature dell'iridescenza, il che è pressappoco tanto razionale quanto vedere un volto nella luna. Una semplice osservazione, data da queste stesse persone, le ricondurrà sul terreno della realtà.
Questi dischi o medaglioni, esse dicono, non solo le accompagnano, ma seguono tutti i loro movimenti. Essi vanno a destra, a sinistra, in alto, in basso, o si fermano, a seconda del movimento della testa. Questo non ha nulla di sorprendente. Poiché la sede della vista è nel globo oculare, essa deve seguirne i movimenti. Se si trattasse di Spiriti, si dovrebbe convenire che essi sarebbero costretti a un ruolo troppo meccanico per degli esseri intelligenti e liberi; ruolo ben fastidioso anche per degli Spiriti inferiori e, a maggior ragione, incompatibile con l'idea che noi ci facciamo degli Spiriti superiori. Alcuni, è vero, prendono per cattivi Spiriti i punti neri o mosche amaurotiche. Questi dischi, come pure le macchie nere, hanno un movimento ondulato, che non si discosta mai dall'ampiezza di un certo angolo; ma ciò che accresce l'illusione è il fatto che non seguono bruscamente i movimenti della linea visuale. La ragione di ciò è molto semplice. I punti opachi dell'umore acquoso, causa prima del fenomeno, sono — lo abbiamo detto — come tenuti in sospensione, e hanno sempre la tendenza a discendere. Allorché essi salgono, ciò avviene perché essi vi sono sollecitati dal movimento dell'occhio, dal basso verso l'alto; ma, arrivati a una certa altezza, se fissiamo lo sguardo, si vedono i dischi discendere da sé e quindi arrestarsi. La loro motilità è estrema, dal momento che è sufficiente un movimento impercettibile dell'occhio perché cambino direzione e percorrano rapidamente tutta l'ampiezza dell'arco, nello spazio dove si produce l'immagine. Fintantoché non sia provato che un'immagine possieda un movimento proprio, spontaneo e intelligente, non vi si può vedere che un semplice fenomeno ottico o fisiologico.
La medesima cosa avviene per le scintille, che qualche volta si producono in mazzi o fasci più o meno compatti, per la contrazione dei muscoli dell'occhio, e che sono probabilmente dovute all'elettricità fosforescente dell'iride, poiché esse sono generalmente circoscritte nella circonferenza del disco di questo organo.
Simili illusioni possono soltanto essere il risultato di una osservazione incompleta. Chiunque avrà seriamente studiato la natura degli Spiriti, con tutti i mezzi che offre la scienza pratica, comprenderà quanto esse abbiano di puerile. Come combattiamo le teorie azzardate, con le quali si attaccano le manifestazioni, quando queste teorie sono basate sull'ignoranza dei fatti, così dobbiamo cercare di distruggere le idee false che testimoniano più entusiasmo che riflessione, e che, per ciò stesso, fanno più male che bene presso gli increduli, già così disposti a cercare il lato ridicolo.
Non sempre l'aria è di una limpidità assoluta, e ci sono circostanze tali in cui le correnti delle molecole aeriformi e la loro agitazione, prodotta dal calore, sono perfettamente visibili. Alcune persone hanno scambiato questo fenomeno per agglomerati di Spiriti che si agitano nello spazio. È sufficiente citare questa opinione perché essa venga subito rifiutata. Ma ecco presentarsi un'altra illusione, non meno bizzarra, contro la quale è altrettanto bene essere premuniti.
L'umore acquoso dell'occhio presenta dei punti, appena appena percettibili, che hanno perduto qualcosa della loro normale trasparenza. Questi punti sono come dei corpi opachi in sospensione nel liquido che li anima. Essi producono nell'aria ambientale e a distanza, per effetto dell'ingrandimento e della rifrazione, la comparsa illusoria di piccoli dischi che variano da uno a dieci millimetri di diametro e che sembrano nuotare nell'atmosfera. Noi abbiamo visto delle persone scambiare questi dischi per Spiriti, che le seguivano e le accompagnavano dappertutto, e nel loro entusiasmo scambiare per delle figure le sfumature dell'iridescenza, il che è pressappoco tanto razionale quanto vedere un volto nella luna. Una semplice osservazione, data da queste stesse persone, le ricondurrà sul terreno della realtà.
Questi dischi o medaglioni, esse dicono, non solo le accompagnano, ma seguono tutti i loro movimenti. Essi vanno a destra, a sinistra, in alto, in basso, o si fermano, a seconda del movimento della testa. Questo non ha nulla di sorprendente. Poiché la sede della vista è nel globo oculare, essa deve seguirne i movimenti. Se si trattasse di Spiriti, si dovrebbe convenire che essi sarebbero costretti a un ruolo troppo meccanico per degli esseri intelligenti e liberi; ruolo ben fastidioso anche per degli Spiriti inferiori e, a maggior ragione, incompatibile con l'idea che noi ci facciamo degli Spiriti superiori. Alcuni, è vero, prendono per cattivi Spiriti i punti neri o mosche amaurotiche. Questi dischi, come pure le macchie nere, hanno un movimento ondulato, che non si discosta mai dall'ampiezza di un certo angolo; ma ciò che accresce l'illusione è il fatto che non seguono bruscamente i movimenti della linea visuale. La ragione di ciò è molto semplice. I punti opachi dell'umore acquoso, causa prima del fenomeno, sono — lo abbiamo detto — come tenuti in sospensione, e hanno sempre la tendenza a discendere. Allorché essi salgono, ciò avviene perché essi vi sono sollecitati dal movimento dell'occhio, dal basso verso l'alto; ma, arrivati a una certa altezza, se fissiamo lo sguardo, si vedono i dischi discendere da sé e quindi arrestarsi. La loro motilità è estrema, dal momento che è sufficiente un movimento impercettibile dell'occhio perché cambino direzione e percorrano rapidamente tutta l'ampiezza dell'arco, nello spazio dove si produce l'immagine. Fintantoché non sia provato che un'immagine possieda un movimento proprio, spontaneo e intelligente, non vi si può vedere che un semplice fenomeno ottico o fisiologico.
La medesima cosa avviene per le scintille, che qualche volta si producono in mazzi o fasci più o meno compatti, per la contrazione dei muscoli dell'occhio, e che sono probabilmente dovute all'elettricità fosforescente dell'iride, poiché esse sono generalmente circoscritte nella circonferenza del disco di questo organo.
Simili illusioni possono soltanto essere il risultato di una osservazione incompleta. Chiunque avrà seriamente studiato la natura degli Spiriti, con tutti i mezzi che offre la scienza pratica, comprenderà quanto esse abbiano di puerile. Come combattiamo le teorie azzardate, con le quali si attaccano le manifestazioni, quando queste teorie sono basate sull'ignoranza dei fatti, così dobbiamo cercare di distruggere le idee false che testimoniano più entusiasmo che riflessione, e che, per ciò stesso, fanno più male che bene presso gli increduli, già così disposti a cercare il lato ridicolo.
109. Come si vede, il
perispirito è il principio di tutte le manifestazioni. La sua conoscenza
ha fornito quella chiave di spiegazione di una infinità di fenomeni,
che ha fatto fare un passo gigantesco alla Scienza spiritista e l'ha
fatta entrare in una nuova strada, togliendole ogni carattere di
meraviglioso. Noi vi abbiamo trovato, per mezzo degli Spiriti stessi, —
perché, badate bene, sono stati proprio loro che ci hanno messo sulla
nuova strada — la spiegazione dell'azione dello Spirito sulla materia,
la spiegazione del movimento dei corpi inerti, dei rumori e delle
apparizioni. E vi troveremo la spiegazione di parecchi altri fenomeni,
che ancora ci restano da esaminare prima di passare allo studio delle
comunicazioni propriamente dette. Tanto meglio le comprenderemo, quanto
meglio ci saremo resi conto delle cause primarie. Se uno ha ben compreso
questo principio, facilmente lo applicherà da sé stesso ai diversi
fatti che potrebbero presentarglisi all'osservazione.
110.
Noi siamo ben lungi dal ritenere assoluta la teoria che presentiamo né
vogliamo presentarla come se fosse l'ultima parola in proposito. Essa
sarà senza dubbio completata o rettificata più tardi da nuovi studi. Ma,
benché al giorno d'oggi sia ancora incompleta e imperfetta, essa può
sempre aiutare lo studioso a rendersi conto della possibilità dei fatti
attraverso cause che niente hanno di soprannaturale. Se poi è una
ipotesi, non le si può tuttavia rifiutare il merito della razionalità e
della probabilità, perciò essa val bene tutte le spiegazioni che danno i
negatori, i quali vogliono provare che tutto, nei fenomeni spiritisti,
non è che illusione, fantasmagoria e sotterfugio.
Teoria dell'allucinazione
111. Col oro che non ammettono il mondo incorporeo e invisibile credono di spiegare tutto con la parola allucinazione. La
definizionedi questa parola è nota. Essa esprime l'errore, l'illusione
di una persona la quale crede di avere delle percezioni che in realtà
non ha. Il termine deriva dal latino hallucinari (errare) che deriva a sua volta da ad lucem. Ma gli scienziati non ne hanno affatto ancora data, che si sappia, la ragione fisiologica.
L'ottica e la fisiologia sembrano non avere più segreti per loro. Come avviene allora che essi non abbiano per nulla ancora spiegato la natura e la sorgente delle immagini che si mostrano allo Spirito in determinate circostanze?
Essi vogliono spiegare tutto con le leggi della materia. Sia pure. Ci forniscano, allora, attraverso queste leggi una teoria sull'allucinazione; buona o cattiva, sarà pur sempre una spiegazione.
L'ottica e la fisiologia sembrano non avere più segreti per loro. Come avviene allora che essi non abbiano per nulla ancora spiegato la natura e la sorgente delle immagini che si mostrano allo Spirito in determinate circostanze?
Essi vogliono spiegare tutto con le leggi della materia. Sia pure. Ci forniscano, allora, attraverso queste leggi una teoria sull'allucinazione; buona o cattiva, sarà pur sempre una spiegazione.
112. La
causa dei sogni non è mai stata spiegata dalla scienza, la quale li
attribuisce a un effetto dell'immaginazione. Ma la scienza non ci dice
che cosa sia l'immaginazione, né come essa produca queste immagini che
talvolta ci appaiono così chiare e così nette. Questo significa spiegare
una cosa che non è conosciuta, attraverso un'altra che non lo è certo
di più. La questione resta dunque del tutto aperta. Il sogno, dicono, è
un ricordo delle preoccupazioni della veglia. Ma anche ammettendo questa
soluzione, che soluzione non è, resterebbe ancora da sapere qual è
questo specchio magico che conserva in modo tale l'impronta delle cose. E
come spiegare, soprattutto, quelle visioni di cose reali che uno non ha
mai neppure pensato? Solo lo Spiritismo poteva darci la chiave di
questo bizzarro fenomeno, che passa inosservato a causa della sua stessa
ordinarietà, come tutte le meraviglie della Natura, che noi schiacciamo
sotto i nostri piedi.
Gli scienziati hanno disdegnato di occuparsi dell'allucinazione. Che sia o non sia reale, essa costituisce un fenomeno che la fisiologia deve mostrarsi capace di spiegare, sotto pena di confessare la sua insufficienza. Se un giorno uno scienziato deciderà di darne non una definizione, intendiamoci bene, ma una spiegazione fisiologica, vedremo se la sua teoria è in grado di risolvere tutti i casi. Soprattutto non tralasci egli i fatti così comuni di apparizioni di persone al momento della loro morte. Ci dica da dove venga la coincidenza dell'apparizione con la morte della persona. Se questo fosse un fatto isolato, lo si potrebbe attribuire al caso; ma esso è un fatto molto frequente, e il caso, come ben sappiamo, non ha di queste recidive. Se colui che vede l'apparizione avesse l'immaginazione sconvolta dall'idea che la persona deve morire, sia pure; ma la persona che appare è il più delle volte quella a cui egli pensa meno. L'immaginazione, dunque, non c'entra per nulla. Si possono ancor meno spiegare con l'immaginazione le circostanze della morte, di cui non si ha alcuna idea. I sostenitori dell'allucinazione diranno che l'anima — ammesso che costoro ammettano un'anima — ha dei momenti di sovreccitazione, in cui le sue facoltà si trovano a essere esaltate. D'accordo. Ma quando ciò che essa vede è reale, questa non è più un'illusione. Se, nella sua esaltazione, l'anima vede una cosa che al momento non è presente, ciò avviene dunque perché è lei che si trasporta. Ma se la nostra anima può trasportarsi verso una persona assente, perché l'anima di questa persona non potrebbe trasportarsi verso di noi? Nella loro teoria dell'allucinazione, vogliano essi tenere ben conto di questi fatti, né vogliano dimenticare che una teoria a cui si possano opporre fatti contrari è inevitabilmente falsa o incompleta.
Aspettando la loro spiegazione, noi tenteremo di formulare alcune ipotesi su questo argomento.
Gli scienziati hanno disdegnato di occuparsi dell'allucinazione. Che sia o non sia reale, essa costituisce un fenomeno che la fisiologia deve mostrarsi capace di spiegare, sotto pena di confessare la sua insufficienza. Se un giorno uno scienziato deciderà di darne non una definizione, intendiamoci bene, ma una spiegazione fisiologica, vedremo se la sua teoria è in grado di risolvere tutti i casi. Soprattutto non tralasci egli i fatti così comuni di apparizioni di persone al momento della loro morte. Ci dica da dove venga la coincidenza dell'apparizione con la morte della persona. Se questo fosse un fatto isolato, lo si potrebbe attribuire al caso; ma esso è un fatto molto frequente, e il caso, come ben sappiamo, non ha di queste recidive. Se colui che vede l'apparizione avesse l'immaginazione sconvolta dall'idea che la persona deve morire, sia pure; ma la persona che appare è il più delle volte quella a cui egli pensa meno. L'immaginazione, dunque, non c'entra per nulla. Si possono ancor meno spiegare con l'immaginazione le circostanze della morte, di cui non si ha alcuna idea. I sostenitori dell'allucinazione diranno che l'anima — ammesso che costoro ammettano un'anima — ha dei momenti di sovreccitazione, in cui le sue facoltà si trovano a essere esaltate. D'accordo. Ma quando ciò che essa vede è reale, questa non è più un'illusione. Se, nella sua esaltazione, l'anima vede una cosa che al momento non è presente, ciò avviene dunque perché è lei che si trasporta. Ma se la nostra anima può trasportarsi verso una persona assente, perché l'anima di questa persona non potrebbe trasportarsi verso di noi? Nella loro teoria dell'allucinazione, vogliano essi tenere ben conto di questi fatti, né vogliano dimenticare che una teoria a cui si possano opporre fatti contrari è inevitabilmente falsa o incompleta.
Aspettando la loro spiegazione, noi tenteremo di formulare alcune ipotesi su questo argomento.
113. I fatti provano che ci
sono vere apparizioni, che la teoria spiritista spiega perfettamente, e
che possono negare solo coloro che non ammettono nulla al di fuori
dell'organismo. Ma, a fianco delle visioni reali, ci sono allucinazioni
propriamente dette, nel significato cioè assegnato a questo termine. Su
questo non c'è alcun dubbio. Quale ne è la sorgente? Sono gli Spiriti
stessi che ci metteranno sulla via, poiché la spiegazione ci sembra stia
tutta nelle risposte date alle domande che seguono.
— Sono sempre reali le visioni? Non sono esse qualche volta l'effetto dell'allucinazione? Quando, in sogno o altrimenti, si vede, per esempio, il diavolo o altre cose fantastiche che non esistono, non è questo un prodotto dell'immaginazione?
«Sì, qualche volta. Quando si è colpiti da certe letture o da storie di diavolerie che impressionano, ci se ne ricorda e si crede di vedere ciò che non esiste. Ma noi abbiamo anche detto che lo Spirito, sotto il suo involucro semi materiale, può prendere tutte le specie di forme per manifestarsi. Uno Spirito burlone può dunque apparire con corna e artigli, se questo gli piace, per beffarsi della credulità di chi lo vede; così come un buono Spirito può mostrarsi con delle ali e una figura radiosa.»
— Si possono considerare come apparizioni le figure e le altre immagini, che si presentano nel dormiveglia o semplicemente quando si chiudono gli occhi?
«Non appena i sensi si intorpidiscono, lo Spirito si libera e può vedere lontano o vicino ciò che non potrebbe vedere con gli occhi. Queste immagini sono molto spesso delle visioni, ma esse possono anche essere un effetto delle impressioni che la vista di certi oggetti ha lasciato nel cervello, il quale ne conserva delle tracce, così come conserva quelle dei suoni. Lo Spirito, liberato, vede allora nel suo stesso cervello queste impronte, che vi si sono fissate come su una lastra fotografica. La loro varietà e la loro mescolanza formano degli insiemi bizzarri e fugaci che si cancellano quasi subito, nonostante gli sforzi che si fanno per trattenerli. È a una causa simile che si devono attribuire certe apparizioni fantastiche, le quali non hanno nulla di reale e si producono spesso nello stato di malattia.»
È evidente che la memoria è il risultato delle impronte conservate dal cervello. Per quale singolare fenomeno queste impronte così varie e molteplici non si confondono? È questo un mistero impenetrabile, ma che non è più strano di quello delle onde sonore che si incrociano nell'aria e che tuttavia si mantengono distinte. In un cervello sano e ben organizzato, queste impronte sono nette e precise; in uno stato meno favorevole, esse si cancellano e si confondono; nasce da qui la perdita della memoria o la confusione delle idee. Ciò pare ancor meno straordinario, se si ammette, come in frenologia, una destinazione speciale a ogni parte e anche a ogni fibra del cervello.
Le immagini, arrivate al cervello attraverso gli occhi, vi lasciano dunque un'impronta, la quale fa sì che ci si ricordi di un quadro come se lo si avesse davanti a sé, ma è sempre e solo una questione di memoria, poiché non lo si vede. Ora, in un certo stato di emancipazione, l'anima vede nel cervello e vi ritrova queste immagini, quelle soprattutto che l'hanno maggiormente colpita, secondo la natura delle preoccupazioni o la disposizione dello Spirito. È così che là essa incontra di nuovo l'impronta di scene religiose, diaboliche, drammatiche, mondane, nonché bizzarre figure di animali, che essa ha visto in un'altra epoca, in pittura o anche in racconti, perché i racconti lasciano anch'essi delle impronte. Così l'anima vede realmente, ma essa non vede che un'immagine fotografata nel cervello. Nello stato normale, queste immagini sono fugaci ed effimere, perché tutte le parti cerebrali funzionano liberamente; ma nello stato di malattia, il cervello è sempre più o meno debilitato, non c'è più equilibrio fra tutti gli organi, di essi soltanto alcuni conservano la loro attività, mentre gli altri sono in qualche modo paralizzati. Da qui il permanere di certe immagini, che non vengono più cancellate, come avviene, invece, nello stato normale, dalle preoccupazioni della vita esterna. È questa la vera allucinazione e la causa prima delle idee fisse.
Come si vede, noi abbiamo spiegato questa anomalia per mezzo di una legge interamente fisiologica e molto conosciuta, quella delle impronte cerebrali. Ma sempre ci è stato necessario farvi intervenire l'anima. Ora, se i materialisti non hanno ancora potuto offrire una soddisfacente soluzione di questo fenomeno, è perché non vogliono ammettere l'anima. Anche per questo, essi diranno che la nostra spiegazione non è corretta, perché noi poniamo come principio ciò che viene contestato. Contestato da chi? Contestato da loro, ma ammesso dalla immensa maggioranza degli uomini dal momento che vi sono uomini sulla Terra, e la negazione di qualcuno non può costituire legge.
È buona la nostra spiegazione? Noi la diamo per quanto può valere, in mancanza di un'altra e, se si vuole, a titolo di semplice ipotesi, in attesa di meglio. Quale essa è, rende ragione di tutti i casi di visione? Certamente no, e noi sfidiamo tutti i fisiologisti a presentare una sola spiegazione, dal loro esclusivo punto di vista, che li risolva tutti; poiché, quando essi hanno pronunciato le loro parole sacramentali di sovreccitazione e di esaltazione, non hanno detto proprio nulla. Dunque, se tutte le teorie sull'allucinazione sono insufficienti per spiegare tutti i fatti, è perché c'è qualche altra cosa al di là dell'allucinazione propriamente detta. La nostra teoria sarebbe falsa, se noi l'applicassimo a tutti i casi di visione, poiché tra questi ve ne sono alcuni che la contraddirebbero. Ma essa può essere giusta se è limitata a certi effetti.
— Sono sempre reali le visioni? Non sono esse qualche volta l'effetto dell'allucinazione? Quando, in sogno o altrimenti, si vede, per esempio, il diavolo o altre cose fantastiche che non esistono, non è questo un prodotto dell'immaginazione?
«Sì, qualche volta. Quando si è colpiti da certe letture o da storie di diavolerie che impressionano, ci se ne ricorda e si crede di vedere ciò che non esiste. Ma noi abbiamo anche detto che lo Spirito, sotto il suo involucro semi materiale, può prendere tutte le specie di forme per manifestarsi. Uno Spirito burlone può dunque apparire con corna e artigli, se questo gli piace, per beffarsi della credulità di chi lo vede; così come un buono Spirito può mostrarsi con delle ali e una figura radiosa.»
— Si possono considerare come apparizioni le figure e le altre immagini, che si presentano nel dormiveglia o semplicemente quando si chiudono gli occhi?
«Non appena i sensi si intorpidiscono, lo Spirito si libera e può vedere lontano o vicino ciò che non potrebbe vedere con gli occhi. Queste immagini sono molto spesso delle visioni, ma esse possono anche essere un effetto delle impressioni che la vista di certi oggetti ha lasciato nel cervello, il quale ne conserva delle tracce, così come conserva quelle dei suoni. Lo Spirito, liberato, vede allora nel suo stesso cervello queste impronte, che vi si sono fissate come su una lastra fotografica. La loro varietà e la loro mescolanza formano degli insiemi bizzarri e fugaci che si cancellano quasi subito, nonostante gli sforzi che si fanno per trattenerli. È a una causa simile che si devono attribuire certe apparizioni fantastiche, le quali non hanno nulla di reale e si producono spesso nello stato di malattia.»
È evidente che la memoria è il risultato delle impronte conservate dal cervello. Per quale singolare fenomeno queste impronte così varie e molteplici non si confondono? È questo un mistero impenetrabile, ma che non è più strano di quello delle onde sonore che si incrociano nell'aria e che tuttavia si mantengono distinte. In un cervello sano e ben organizzato, queste impronte sono nette e precise; in uno stato meno favorevole, esse si cancellano e si confondono; nasce da qui la perdita della memoria o la confusione delle idee. Ciò pare ancor meno straordinario, se si ammette, come in frenologia, una destinazione speciale a ogni parte e anche a ogni fibra del cervello.
Le immagini, arrivate al cervello attraverso gli occhi, vi lasciano dunque un'impronta, la quale fa sì che ci si ricordi di un quadro come se lo si avesse davanti a sé, ma è sempre e solo una questione di memoria, poiché non lo si vede. Ora, in un certo stato di emancipazione, l'anima vede nel cervello e vi ritrova queste immagini, quelle soprattutto che l'hanno maggiormente colpita, secondo la natura delle preoccupazioni o la disposizione dello Spirito. È così che là essa incontra di nuovo l'impronta di scene religiose, diaboliche, drammatiche, mondane, nonché bizzarre figure di animali, che essa ha visto in un'altra epoca, in pittura o anche in racconti, perché i racconti lasciano anch'essi delle impronte. Così l'anima vede realmente, ma essa non vede che un'immagine fotografata nel cervello. Nello stato normale, queste immagini sono fugaci ed effimere, perché tutte le parti cerebrali funzionano liberamente; ma nello stato di malattia, il cervello è sempre più o meno debilitato, non c'è più equilibrio fra tutti gli organi, di essi soltanto alcuni conservano la loro attività, mentre gli altri sono in qualche modo paralizzati. Da qui il permanere di certe immagini, che non vengono più cancellate, come avviene, invece, nello stato normale, dalle preoccupazioni della vita esterna. È questa la vera allucinazione e la causa prima delle idee fisse.
Come si vede, noi abbiamo spiegato questa anomalia per mezzo di una legge interamente fisiologica e molto conosciuta, quella delle impronte cerebrali. Ma sempre ci è stato necessario farvi intervenire l'anima. Ora, se i materialisti non hanno ancora potuto offrire una soddisfacente soluzione di questo fenomeno, è perché non vogliono ammettere l'anima. Anche per questo, essi diranno che la nostra spiegazione non è corretta, perché noi poniamo come principio ciò che viene contestato. Contestato da chi? Contestato da loro, ma ammesso dalla immensa maggioranza degli uomini dal momento che vi sono uomini sulla Terra, e la negazione di qualcuno non può costituire legge.
È buona la nostra spiegazione? Noi la diamo per quanto può valere, in mancanza di un'altra e, se si vuole, a titolo di semplice ipotesi, in attesa di meglio. Quale essa è, rende ragione di tutti i casi di visione? Certamente no, e noi sfidiamo tutti i fisiologisti a presentare una sola spiegazione, dal loro esclusivo punto di vista, che li risolva tutti; poiché, quando essi hanno pronunciato le loro parole sacramentali di sovreccitazione e di esaltazione, non hanno detto proprio nulla. Dunque, se tutte le teorie sull'allucinazione sono insufficienti per spiegare tutti i fatti, è perché c'è qualche altra cosa al di là dell'allucinazione propriamente detta. La nostra teoria sarebbe falsa, se noi l'applicassimo a tutti i casi di visione, poiché tra questi ve ne sono alcuni che la contraddirebbero. Ma essa può essere giusta se è limitata a certi effetti.
Capitolo VII - DELLA BICORPOREITÀ E DELLATRASFIGURAZIONE
Apparizione dello Spirito dei viventi
114. Questi due fenomeni
sono varietà di quello delle manifestazioni visive e per quanto
meravigliosi possano apparire a prima vista, si riconoscerà facilmente,
attraverso la spiegazione che può esserne data, che essi provengono
dall'ordine dei fenomeni naturali. L'uno e l'altro poggiano sul
principio secondo il quale tutto ciò che è stato detto, sulle proprietà
del perispirito dopo la morte, si applica al perispirito dei viventi.
Noi sappiamo che durante il sonno lo Spirito riacquista in parte la sua
libertà, vale a dire che si isola dal corpo, ed è durante questo stato
che noi abbiamo avuto molte volte occasione di osservarlo. Ma lo Spirito
— che l'uomo sia morto o vivo — ha sempre il suo involucro semi
materiale che, per le stesse cause che abbiamo descritto, può acquisire
la visibilità e la tangibilità. Fatti molto positivi non possono
lasciare alcun dubbio a questo riguardo. Noi citeremo solo alcuni
esempi, di cui siamo personalmente a conoscenza, e di cui possiamo
garantire l'esattezza, essendo ciascuno in grado di raccoglierne di
analoghi, passando in rassegna i propri ricordi.
115. La moglie di uno dei
nostri amici vide a più riprese, durante la notte, entrare nella sua
camera, che fosse o no illuminata, una fruttivendola dei dintorni, che
lei conosceva di vista, ma con la quale non aveva mai parlato. Questa
apparizione le causò un forte spavento, tanto più che a quell'epoca
questa signora non aveva alcuna conoscenza dello Spiritismo e anche
perché il fatto si ripeté assai di frequente. Ora, la fruttivendola era
perfettamente viva, e a quell'ora probabilmente dormiva. Così, mentre il
suo corpo materiale si trovava a casa sua, il suo Spirito e il suo
corpo fluidico si trovavano a casa di quella signora. Per quale motivo? È
questo che non si sa. In un caso simile, uno Spiritista, iniziato a
questo genere di cose, glielo avrebbe chiesto, ma ella non ne aveva
neppure l'idea. Ogni volta l'apparizione si eclissò senza ch'ella
sapesse come, e ogni volta, dopo la sua scomparsa, la signora andò ad
assicurarsi che tutte le porte fossero perfettamente chiuse e che
nessuno si fosse potuto introdurre nel suo appartamento. Questa
precauzione servì a dimostrarle che era ben sveglia e che non era
vittima di un sogno. Altre volte ella vide, alla stessa maniera, un uomo
che non conosceva. Ma un giorno vide suo fratello che in quel periodo
si trovava in California. Egli aveva talmente l'apparenza di una persona
reale, che al primo momento ella credete in un suo ritorno e stava per
rivolgergli la parola, allorché egli scomparve senza lasciargliene il
tempo. In seguito ricevette una lettera che le provò che suo fratello
non era morto. Questa signora era quello che si può chiamare un medium
veggente naturale, ma a quell'epoca, come abbiamo detto, ella non aveva
mai sentito parlare di medium.
116. Un'altra signora, che
abita in provincia e che è gravemente malata, vide una sera, verso le
dieci, un signore anziano, che abitava nella sua stessa città e che ella
vedeva qualche volta in società, ma senza che vi fosse tra loro alcuno
stretto rapporto. Questo signore stava seduto in una poltrona ai piedi
del suo letto, e di tanto in tanto prendeva una presa di tabacco. Egli
aveva l'aria di vegliarla. Sorpresa d'una tale visita a un'ora simile,
ella volle chiedergliene il motivo, ma il signore le fece cenno di non
parlare e di dormire. A più riprese ella volle rivolgergli la parola, ma
ogni volta la stessa raccomandazione. Ed ella finì per addormentarsi.
Qualche giorno dopo, ormai ristabilita, ricevette la visita di questo
stesso signore, ma a un'ora più opportuna, e questa volta era proprio
lui in persona. Indossava il medesimo abito, aveva la medesima
tabacchiera e usava esattamente le medesime maniere. Convinta ch'egli
fosse venuto durante la sua malattia, lo ringraziò per essersi per lei
premurato. Il signore, molto sorpreso, le disse che non aveva avuto il
piacere di vederla da molto tempo. La signora, che conosceva i fenomeni
spiritisti, comprese di che cosa si trattava; ma non volendo discuterne
con lui, si accontentò di dirgli che probabilmente aveva sognato.
È questa la cosa più probabile, diranno gli increduli, gli "spiriti forti", il che per loro è sinonimo di persone di spirito. Ma è accertato che questa signora non dormiva affatto, allo stesso modo che non dormiva l'altra.fatto è che sognava da sveglia; detto in altro modo, ella aveva avuto un'allucinazione». Ecco qua la grande parola, la spiegazione universale di tutto ciò che non si comprende. Siccome noi abbiamo già sufficientemente rifiutato questa obiezione, proseguiremo rivolgendoci a coloro che possono comprenderci.
È questa la cosa più probabile, diranno gli increduli, gli "spiriti forti", il che per loro è sinonimo di persone di spirito. Ma è accertato che questa signora non dormiva affatto, allo stesso modo che non dormiva l'altra.fatto è che sognava da sveglia; detto in altro modo, ella aveva avuto un'allucinazione». Ecco qua la grande parola, la spiegazione universale di tutto ciò che non si comprende. Siccome noi abbiamo già sufficientemente rifiutato questa obiezione, proseguiremo rivolgendoci a coloro che possono comprenderci.
117. Ecco ora un altro fatto
ancora più caratteristico, e noi saremmo curiosi di vedere come
potrebbe essere spiegato con il solo gioco dell'immaginazione.
Un signore, che abitava in provincia, non aveva mai voluto sposarsi, malgrado le sollecitazioni della sua famiglia, la quale aveva particolarmente insistito a favore di una persona che abitava in una città vicina, e che egli non aveva mai visto.Un giorno, mentre si trovava nella sua camera, ebbe l'enorme sorpresa di vedersi davanti una fanciulla vestita di bianco e con il capo adorno di una corona di fiori. Gli disse che lei era la sua fidanzata e gli tese la mano che egli strinse nella sua, notando che portava un anello. Dopo qualche istante, tutto scomparve. Sorpreso per questa apparizione e assicuratosi d'essere ben sveglio, s'informa se nella giornata sia venuto qualcuno. Ma gli si risponde che non s'era visto nessuno. Un anno dopo, cedendo a delle nuove sollecitazioni da parte di un parente, decise di andare a conoscere la fanciulla che gli veniva proposta.Arrivò nella città dove ella abitava il giorno della festa del Corpus Domini. Ritornavano tutti dalla processione, e una delle prime persone che si offre alla sua vista, entrando nella casa, è una ragazza ch'egli riconosce per quella che gli era apparsa. Era vestita allo stesso modo, perché il giorno dell'apparizione era anch'esso quello del Corpus Domini. Resta interdetto, e accanto a lui la fanciulla lancia un grido di sorpresa e sviene.Ritornata in sé, ella dice che ha già visto questo signore, nello stesso giorno, l'anno precedente. Il matrimonio fu concluso. Ciò accadeva nel 1835, epoca in cui non esisteva ancora una questione spiritista. D'altra parte, entrambi i protagonisti sono persone d'un estremo positivismo e dall'immaginazione meno esaltata che ci possa essere al mondo.
Si dirà forse che l'una e l'altro avevano lo spirito impressionato dall'idea dell'unione proposta, e che questa preoccupazione determinò un'allucinazione. Ma non bisogna dimenticare che il marito era così indifferente a ciò, che lasciò passare un anno senza andare a vedere la sua futura sposa.Anche ammettendo questa ipotesi, resterebbe da spiegare la doppia apparizione, la coincidenza dell'abbigliamento con il giorno della festa del Corpus Domini, e infine il riconoscimento fisico tra persone che non si erano mai viste: tutte circostanze che non possono essere il prodotto dell'immaginazione.
Un signore, che abitava in provincia, non aveva mai voluto sposarsi, malgrado le sollecitazioni della sua famiglia, la quale aveva particolarmente insistito a favore di una persona che abitava in una città vicina, e che egli non aveva mai visto.Un giorno, mentre si trovava nella sua camera, ebbe l'enorme sorpresa di vedersi davanti una fanciulla vestita di bianco e con il capo adorno di una corona di fiori. Gli disse che lei era la sua fidanzata e gli tese la mano che egli strinse nella sua, notando che portava un anello. Dopo qualche istante, tutto scomparve. Sorpreso per questa apparizione e assicuratosi d'essere ben sveglio, s'informa se nella giornata sia venuto qualcuno. Ma gli si risponde che non s'era visto nessuno. Un anno dopo, cedendo a delle nuove sollecitazioni da parte di un parente, decise di andare a conoscere la fanciulla che gli veniva proposta.Arrivò nella città dove ella abitava il giorno della festa del Corpus Domini. Ritornavano tutti dalla processione, e una delle prime persone che si offre alla sua vista, entrando nella casa, è una ragazza ch'egli riconosce per quella che gli era apparsa. Era vestita allo stesso modo, perché il giorno dell'apparizione era anch'esso quello del Corpus Domini. Resta interdetto, e accanto a lui la fanciulla lancia un grido di sorpresa e sviene.Ritornata in sé, ella dice che ha già visto questo signore, nello stesso giorno, l'anno precedente. Il matrimonio fu concluso. Ciò accadeva nel 1835, epoca in cui non esisteva ancora una questione spiritista. D'altra parte, entrambi i protagonisti sono persone d'un estremo positivismo e dall'immaginazione meno esaltata che ci possa essere al mondo.
Si dirà forse che l'una e l'altro avevano lo spirito impressionato dall'idea dell'unione proposta, e che questa preoccupazione determinò un'allucinazione. Ma non bisogna dimenticare che il marito era così indifferente a ciò, che lasciò passare un anno senza andare a vedere la sua futura sposa.Anche ammettendo questa ipotesi, resterebbe da spiegare la doppia apparizione, la coincidenza dell'abbigliamento con il giorno della festa del Corpus Domini, e infine il riconoscimento fisico tra persone che non si erano mai viste: tutte circostanze che non possono essere il prodotto dell'immaginazione.
118.
Prima di andare avanti, noi dobbiamo rispondere immediatamente a una
domanda che non mancheranno di farci, quella cioè di sapere come il
corpo può vivere, mentre lo Spirito è assente. Potremmo dire che il
corpo può vivere della vita organica, che è indipendente della presenza
dello Spirito, e prova ne è che le piante vivono e non hanno lo Spirito.
Ma dobbiamo aggiungere che, durante la vita, lo Spirito non è mai
completamente staccato dal corpo.Gli Spiriti, così come certi medium
veggenti, riconoscono lo Spirito di una persona vivente da una scia
luminosa che termina nel suo corpo, fenomeno che non ha mai luogo quando
il corpo è morto, perché allora la separazione è completa. È per mezzo
di questa comunicazione che lo Spirito è avvertito istantaneamente, a
qualsiasi distanza egli si trovi, del bisogno che il corpo può avere
della sua presenza, e allora vi ritorna con la rapidità di un lampo. Ne
risulta che il corpo non può mai morire durante l'assenza dello Spirito,
e che non può mai accadere che questo, al suo ritorno, trovi la porta
chiusa, come sta scritto in alcuni romanzi con certe storie inventate
per dilettare (Il libro degli Spiriti, n. 400 e ss.).
Uomini doppi — Sant'Alfonso de' Liguori e sant'Antonio da Padova
119.
Ritorniamo ora al nostro argomento. Lo Spirito di una persona vivente,
isolato dal corpo, può apparire come quello di una persona morta e avere
tutte le apparenze della realtà. Per di più, per le medesime cause che
abbiamo spiegato, esso può acquisire una momentanea tangibilità. È
questo fenomeno, indicato con il nome di bicorporeità,
che ha dato luogo alle storie degli uomini doppi, vale a dire di
individui la cui presenza simultanea è stata costatata in due luoghi
differenti. Eccone due esempi tratti non da leggende popolari, ma dalla
storia ecclesiastica.
Sant'Alfonso de' Liguori fu canonizzato prima del tempo determinato, per essersi simultaneamente mostrato in due posti differenti, cosa che passò per un miracolo.
Sant'Antonio da Padova era in Italia, e, al tempo in cui predicava, suo padre, che si trovava a Lisbona, veniva condotto al supplizio, sotto l'accusa di omicidio. In questo momento appare sant'Antonio, dimostra l'innocenza di suo padre e smaschera il vero criminale, il quale più tardi subirà la sua pena. Fu provato che in quell'istante sant'Antonio si trovava in Italia, dove predicava nella città di Padova.
Sant'Alfonso, da noi evocato e interrogato riguardo al fatto di cui sopra, ci ha dato le risposte che qui di seguito riportiamo:
1. Potreste voi darci la spiegazione di questo fenomeno?
«Sì. Quando l'uomo, grazie alle sue virtù, si è completamente smaterializzato, quando ha elevato la sua anima verso Dio, può apparire contemporaneamente in due luoghi. Ed ecco come. Lo Spirito incarnato, sentendosi prendere dal sonno, può chiedere a Dio di trasportarsi in un qualsiasi altro luogo. Il suo Spirito o, come preferite chiamarlo, la sua anima abbandona allora il corpo, seguito da una parte del suo perispirito, e lascia la materia immonda in uno stato vicino alla morte. Io dico vicino alla morte, perché è rimasto nel corpo un legame che unisce perispirito e anima alla materia, e questo legame non può essere definito. Il corpo appare dunque nel luogo richiesto. Io credo che ciò sia tutto quanto voi desiderate sapere.
2. Ma questo non ci dà la spiegazione della visibilità e della tangibilità del perispirito.
«Lo Spirito trovandosi liberato della materia, secondo il suo grado di elevazione, può rendersi tangibile alla materia.»
3.È indispensabile il sonno del corpo, perché lo Spirito appaia in altri luoghi?
«L'anima può dividersi allorché si sente portata in un luogo diverso da quello dove si trova il corpo. Può accadere che il corpo non dorma, benché ciò sia molto raro, ma allora il corpo non è mai in uno stato perfettamente normale, esso è sempre in uno stato più o meno estatico.»
OSSERVAZIONE. L'anima non si divide nel senso letterale del termine; essa si irradia in diverse parti e può così manifestarsi in molti punti senza essere divisa. Avviene la stessa cosa che avviene con una luce, la quale può simultaneamente riflettersi in molti specchi.
4. Che cosa accadrebbe se un uomo, immerso nel sonno, mentre il suo Spirito appare altrove, fosse svegliato improvvisamente?
«Questo non può succedere. Infatti se qualcuno avesse l'intenzione di svegliarlo, lo Spirito rientrerebbe nel corpo, prevenendo l'intenzione, dato che lo Spirito legge nel pensiero.»
Una spiegazione completamente identica ci è stata data molto spesso dallo Spirito di persone morte o viventi. Sant'Alfonso spiega il fatto della doppia presenza, ma non ci dà la teoria della visibilità e della tangibilità.
Sant'Alfonso de' Liguori fu canonizzato prima del tempo determinato, per essersi simultaneamente mostrato in due posti differenti, cosa che passò per un miracolo.
Sant'Antonio da Padova era in Italia, e, al tempo in cui predicava, suo padre, che si trovava a Lisbona, veniva condotto al supplizio, sotto l'accusa di omicidio. In questo momento appare sant'Antonio, dimostra l'innocenza di suo padre e smaschera il vero criminale, il quale più tardi subirà la sua pena. Fu provato che in quell'istante sant'Antonio si trovava in Italia, dove predicava nella città di Padova.
Sant'Alfonso, da noi evocato e interrogato riguardo al fatto di cui sopra, ci ha dato le risposte che qui di seguito riportiamo:
1. Potreste voi darci la spiegazione di questo fenomeno?
«Sì. Quando l'uomo, grazie alle sue virtù, si è completamente smaterializzato, quando ha elevato la sua anima verso Dio, può apparire contemporaneamente in due luoghi. Ed ecco come. Lo Spirito incarnato, sentendosi prendere dal sonno, può chiedere a Dio di trasportarsi in un qualsiasi altro luogo. Il suo Spirito o, come preferite chiamarlo, la sua anima abbandona allora il corpo, seguito da una parte del suo perispirito, e lascia la materia immonda in uno stato vicino alla morte. Io dico vicino alla morte, perché è rimasto nel corpo un legame che unisce perispirito e anima alla materia, e questo legame non può essere definito. Il corpo appare dunque nel luogo richiesto. Io credo che ciò sia tutto quanto voi desiderate sapere.
2. Ma questo non ci dà la spiegazione della visibilità e della tangibilità del perispirito.
«Lo Spirito trovandosi liberato della materia, secondo il suo grado di elevazione, può rendersi tangibile alla materia.»
3.È indispensabile il sonno del corpo, perché lo Spirito appaia in altri luoghi?
«L'anima può dividersi allorché si sente portata in un luogo diverso da quello dove si trova il corpo. Può accadere che il corpo non dorma, benché ciò sia molto raro, ma allora il corpo non è mai in uno stato perfettamente normale, esso è sempre in uno stato più o meno estatico.»
OSSERVAZIONE. L'anima non si divide nel senso letterale del termine; essa si irradia in diverse parti e può così manifestarsi in molti punti senza essere divisa. Avviene la stessa cosa che avviene con una luce, la quale può simultaneamente riflettersi in molti specchi.
4. Che cosa accadrebbe se un uomo, immerso nel sonno, mentre il suo Spirito appare altrove, fosse svegliato improvvisamente?
«Questo non può succedere. Infatti se qualcuno avesse l'intenzione di svegliarlo, lo Spirito rientrerebbe nel corpo, prevenendo l'intenzione, dato che lo Spirito legge nel pensiero.»
Una spiegazione completamente identica ci è stata data molto spesso dallo Spirito di persone morte o viventi. Sant'Alfonso spiega il fatto della doppia presenza, ma non ci dà la teoria della visibilità e della tangibilità.
Vespasiano
120. Tacito riferisce un fatto analogo:
Durante i mesi che Vespasiano trascorse ad Alessandria per attendere il ritorno periodico dei venti d'estate e la stagione in cui il mare diventa sicuro, accaddero parecchi prodigi, attraverso i quali si manifestò il favore del cielo e l'interesse che gli dei sembravano nutrire per questo principe... Questi prodigi raddoppiarono in Vespasiano il desiderio di visitare la sacra dimora del dio, per consultarlo circa le vicende dell'impero. Egli ordina che il tempio venga chiuso a tutti. Entratovi lui stesso e tutto assorto in ciò che l'oracolo avrebbe pronunciato, egli scorge dietro di sé uno degli Egiziani più eminenti, chiamato Basilide, ch'egli sapeva esser ritenuto da tutti ammalato, in un luogo distante parecchie giornate da Alessandria. Allora chiede ai sacerdoti se Basilide è venuto quel giorno nel tempio; chiede ai passanti se è stato visto in città; infine invia degli uomini a cavallo e si assicura che, in quel momento stesso, Basilide fosse a ottanta miglia di distanza. Allora non dubitò più che la visione non sia soprannaturale, e il nome di Basilide gli rimase valendo per oracolo (Tacito — Le storie, libro IV, cap. 81 e 82).
Durante i mesi che Vespasiano trascorse ad Alessandria per attendere il ritorno periodico dei venti d'estate e la stagione in cui il mare diventa sicuro, accaddero parecchi prodigi, attraverso i quali si manifestò il favore del cielo e l'interesse che gli dei sembravano nutrire per questo principe... Questi prodigi raddoppiarono in Vespasiano il desiderio di visitare la sacra dimora del dio, per consultarlo circa le vicende dell'impero. Egli ordina che il tempio venga chiuso a tutti. Entratovi lui stesso e tutto assorto in ciò che l'oracolo avrebbe pronunciato, egli scorge dietro di sé uno degli Egiziani più eminenti, chiamato Basilide, ch'egli sapeva esser ritenuto da tutti ammalato, in un luogo distante parecchie giornate da Alessandria. Allora chiede ai sacerdoti se Basilide è venuto quel giorno nel tempio; chiede ai passanti se è stato visto in città; infine invia degli uomini a cavallo e si assicura che, in quel momento stesso, Basilide fosse a ottanta miglia di distanza. Allora non dubitò più che la visione non sia soprannaturale, e il nome di Basilide gli rimase valendo per oracolo (Tacito — Le storie, libro IV, cap. 81 e 82).
121.
L'individuo che si mostra simultaneamente in due luoghi diversi ha
dunque due corpi; ma di questi due corpi uno solo è reale, l'altro non è
che un'apparenza. Si può dire che il primo ha la vita organica e che il
secondo ha la vita dell'anima. Al risveglio i due corpi si riuniscono, e
la vita dell'anima rientra nel corpo materiale. Non sembra possibile —
almeno noi non ne abbiamo alcun esempio, e la ragione sembra dimostrarlo
— che, nello stato di separazione, i due corpi possano, simultaneamente
e nel medesimo grado, godere della vita attiva e intelligente. Risulta
inoltre, da quanto abbiamo appena detto, che il corpo reale non potrebbe
morire mentre il corpo apparente resta visibile, poiché l'avvicinarsi
della morte richiama lo Spirito nel corpo, foss'anche per un solo
istante. Ugualmente ne risulta che il corpo apparente non potrebbe
essere ucciso, non essendo né organico né formato da carne e ossa. Esso
sparirebbe nel momento stesso in cui gli si volesse dare la morte. [9]
[9] Vedere sulla Rivista Spiritista: gennaio 1859, Il folletto di Bayonne, - febbraio 1859, Gli ageneri; Il mio amico Hermann; - maggio 1859, Il legame tra lo Spirito e il corpo; - novembre 1859, L'anima errante, - gennaio 1860, Lo Spirito da un lato e il corpo dall'altro; - marzo 1860, Studi sullo Spirito di persone viventi; Il dottor V e la signorina L; - aprile 1860, Il fabbricante di San Pietroburgo; Apparizioni tangibili; - novembre 1860, Storia di Maria d'Agréda; - luglio 1861, Un'apparizione provvidenziale.
[9] Vedere sulla Rivista Spiritista: gennaio 1859, Il folletto di Bayonne, - febbraio 1859, Gli ageneri; Il mio amico Hermann; - maggio 1859, Il legame tra lo Spirito e il corpo; - novembre 1859, L'anima errante, - gennaio 1860, Lo Spirito da un lato e il corpo dall'altro; - marzo 1860, Studi sullo Spirito di persone viventi; Il dottor V e la signorina L; - aprile 1860, Il fabbricante di San Pietroburgo; Apparizioni tangibili; - novembre 1860, Storia di Maria d'Agréda; - luglio 1861, Un'apparizione provvidenziale.
Trasfigurazione
122. Passiamo ora al secondo fenomeno, quello della trasfigurazione.Esso
consiste nel cambiamento d'aspetto d'un corpo vivente. Ecco a questo
riguardo un fatto di cui noi possiamo garantire la perfetta autenticità,
e che è accaduto negli anni 1858 e 1859 nei dintorni di Saint-Etienne.
Una ragazza d'una quindicina d'anni godeva della singolare facoltà di
trasfigurarsi, vale a dire di prendere in determinati momenti tutte le
apparenze di alcune persone morte. L'illusione era talmente completa che
uno credeva di avere la persona davanti a sé, tanto erano simili i
tratti del viso, lo sguardo, il suono della voce e perfino il gergo.
Questo fenomeno si è rinnovato centinaia di volte, senza che la volontà
della ragazza c'entrasse per nulla. Ella prese parecchie volte
l'apparenza di suo fratello, morto alcuni anni prima; ne aveva non solo
la figura, ma anche la statura e la massa corporea. Un medico del paese,
molte volte testimone di questi effetti bizzarri, volendo assicurarsi
di non essere vittima di una illusione, fece questo esperimento. Noi
conosciamo i fatti da lui stesso, dal padre della ragazza e da parecchi
altri testimoni oculari onorabilissimi e degnissimi di fede. Egli ebbe
l'idea di pesare la ragazza nel suo stato normale, quindi nello stato di
trasfigurazione, quando lei aveva l'apparenza di suo fratello dell'età
di venti e più anni, e che era molto più grande e più forte di lei.
Ebbene! Si trovò che in quest'ultimo stato, il peso era quasi il doppio.
L'esperimento era convincente, ed era impossibile attribuire perciò
quell'apparenza a una illusione ottica.
Proviamo ora a spiegare questo fatto, che una volta si sarebbe chiamato miracolo e che noi chiamiamo molto semplicemente fenomeno.
Proviamo ora a spiegare questo fatto, che una volta si sarebbe chiamato miracolo e che noi chiamiamo molto semplicemente fenomeno.
123. La
trasfigurazione, in certi casi, può avere per causa una semplice
contrazione muscolare, che può dare alla fisionomia una tutt'altra
espressione, al punto di rendere la persona quasi irriconoscibile. Noi
abbiamo spesso osservato questo fenomeno in certi sonnambuli, ma in tal
caso la trasformazione non è radicale. Una donna potrà sembrare giovane o
vecchia, bella o brutta, ma si tratterà sempre di una donna, e,
soprattutto, il suo peso non aumenterà né diminuirà. Nel caso di cui
stiamo parlando è molto evidente che c'è qualcosa di più. La teoria del
perispirito ci metterà sulla strada.
È ammesso, in linea di massima che lo Spirito può dare al suo perispirito tutte le apparenze; che, per una modificazione nella disposizione molecolare, può dargli la visibilità, la tangibilità e, di conseguenza, la opacità; che il perispirito di una persona vivente, isolata dal corpo, può subire le medesime trasformazioni; che questo cambiamento di stato avviene attraverso la combinazione dei fluidi. Figuriamoci ora il perispirito d'una persona vivente, non isolato, ma irradiantesi intorno al corpo in maniera da avvolgerlo come un vapore; in questo stato, esso può subire le medesime modificazioni che subirebbe se ne fosse separato. Se perde la sua trasparenza, il corpo può scomparire, divenire invisibile, ed essere velato come se fosse immerso nella nebbia. Il perispirito potrà anche cambiare aspetto, diventare brillante se tale è la volontà o il potere dello Spirito. Un altro Spirito, combinando il suo proprio fluido con il primo, può sostituirvi la sua propria apparenza; in questo modo, il corpo reale sparisce sotto un involucro fluidico esteriore, la cui apparenza può variare secondo la volontà dello Spirito. Tale sembra essere la vera causa del fenomeno strano e raro, occorre dirlo, della trasfigurazione.
Quanto alla differenza di peso, essa si spiega nella stessa maniera con cui essa si spiega in relazione ai corpi inerti. Il peso intrinseco del corpo non è variato, poiché non è aumentata la quantità di materia. Esso subisce, però, l'influenza d'un agente esterno, il quale può aumentarne o diminuirne il peso relativo, come abbiamo qui spiegato al n. 78 e seguenti. È dunque probabile che se la trasfigurazione avesse avuto luogo sotto l'aspetto di un bambino, il peso sarebbe diminuito in proporzione.
È ammesso, in linea di massima che lo Spirito può dare al suo perispirito tutte le apparenze; che, per una modificazione nella disposizione molecolare, può dargli la visibilità, la tangibilità e, di conseguenza, la opacità; che il perispirito di una persona vivente, isolata dal corpo, può subire le medesime trasformazioni; che questo cambiamento di stato avviene attraverso la combinazione dei fluidi. Figuriamoci ora il perispirito d'una persona vivente, non isolato, ma irradiantesi intorno al corpo in maniera da avvolgerlo come un vapore; in questo stato, esso può subire le medesime modificazioni che subirebbe se ne fosse separato. Se perde la sua trasparenza, il corpo può scomparire, divenire invisibile, ed essere velato come se fosse immerso nella nebbia. Il perispirito potrà anche cambiare aspetto, diventare brillante se tale è la volontà o il potere dello Spirito. Un altro Spirito, combinando il suo proprio fluido con il primo, può sostituirvi la sua propria apparenza; in questo modo, il corpo reale sparisce sotto un involucro fluidico esteriore, la cui apparenza può variare secondo la volontà dello Spirito. Tale sembra essere la vera causa del fenomeno strano e raro, occorre dirlo, della trasfigurazione.
Quanto alla differenza di peso, essa si spiega nella stessa maniera con cui essa si spiega in relazione ai corpi inerti. Il peso intrinseco del corpo non è variato, poiché non è aumentata la quantità di materia. Esso subisce, però, l'influenza d'un agente esterno, il quale può aumentarne o diminuirne il peso relativo, come abbiamo qui spiegato al n. 78 e seguenti. È dunque probabile che se la trasfigurazione avesse avuto luogo sotto l'aspetto di un bambino, il peso sarebbe diminuito in proporzione.
Invisibilità
124. Che il corpo possa
prendere un'altra apparenza, più grande o della medesima dimensione,
questo si comprende. Ma come potrebbe prenderne una più piccola, quella
cioè di un bambino, come abbiamo appena detto? In questo caso, il corpo
reale non dovrebbe oltrepassare i limiti del corpo apparente? Per questo
noi non affermiamo che il fatto si sia prodotto; noi abbiamo soltanto
voluto dimostrare, riportandoci alla teoria del peso specifico, che il
peso apparente sarebbe potuto diminuire. Quanto al fenomeno in sé
stesso, noi non affermiamo né la sua possibilità né la sua
impossibilità. Ma nel caso in cui esso avesse luogo, per il fatto che
non se ne potrebbe dare una soluzione soddisfacente, questo non
invaliderebbe la cosa. Non bisogna poi dimenticare che siamo agli inizi
della scienza, e che essa è ben lungi dall'aver detta la sua ultima
parola su questo punto come su molti altri. D'altronde le parti
eccedenti del corpo potrebbero perfettamente essere rese invisibili.
La teoria del fenomeno dell'invisibilità risulta del tutto naturale dalle spiegazioni precedenti e da quelle che sono state date riguardo all'argomento sul fenomeno dei trasporti (vedere n. 96 e ss.).
La teoria del fenomeno dell'invisibilità risulta del tutto naturale dalle spiegazioni precedenti e da quelle che sono state date riguardo all'argomento sul fenomeno dei trasporti (vedere n. 96 e ss.).
125. Dovremmo a questo punto parlare del singolare fenomeno degli ageneri che,
per quanto straordinario possa sembrare a prima vista, non è più
soprannaturale degli altri. Ma siccome l'abbiamo spiegato nella Rivista Spiritista (febbraio
1859), riteniamo inutile riproporne qui i dettagli. Diremo soltanto che
è una varietà dell'apparizione tangibile. Questo è lo stato di certi
Spiriti che possono rivestire momentaneamente le forme d'una persona, al
punto di generare completamente una illusione (Agenere — Dal greco: a privativo e géine, géinomai, generare. Quindi: "che non è stato generato").
Capitolo VIII - LABORATORIO DEL MONDO INVISIBILE
Abbigliamento degli Spiriti - Formazione spontanea di oggetti tangibili - Modificazione delle proprietà della materia - Azione magnetica curativa
126.Abbiamo
detto che gli Spiriti si presentano vestiti di tuniche, di drappeggi, o
anche dei loro abiti usuali. I drappeggi, però, sembrano essere un
costume generalizzato nel mondo degli Spiriti. Ma ci si domanda dove
essi vadano a prendere quegli abbigliamenti, in tutto simili a quelli
ch'essi portavano da vivi, compresi tutti gli accessori. È ben certo che
essi non hanno portato con sé tali oggetti, poiché sono ancora lì,
sotto i nostri occhi. Da dove provengono allora quegli accessori ch'essi
portano nell'altro mondo? Tale questione ha sempre molto intrigato, ma
per molti si è trattato di un semplice problema di curiosità. Essa
confermava, tuttavia, una questione di principio di grande importanza,
poiché la sua soluzione ci ha messo sulla via di una legge generale, che
trova egualmente la sua applicazione nel nostro mondo corporeo.
Parecchi fatti sono venuti a complicarla e a dimostrare l'insufficienza
delle teorie con cui si era tentato di spiegarla.
Si poteva, fino a un certo punto, rendersi conto dell'esistenza dell'abito, perché lo si può considerare come facente parte, in qualche modo, dell'individuo. Non è la stessa cosa, però, per gli oggetti accessori come, per esempio, la tabacchiera del signore che fa visita alla signora ammalata, di cui abbiamo parlato qui al n. 116. Facciamo osservare, a questo proposito, che non si trattava qui di un morto ma di un vivente, e che, allorché questo signore ritornò in persona, aveva in mano una tabacchiera del tutto simile. Dove dunque il suo Spirito aveva trovato quella ch'egli aveva con sé, quando si trovava accanto al letto della malata? Noi potremmo citare un grande numero di casi, in cui Spiriti di morti o di vivi sono apparsi con oggetti diversi, come bastoni, armi, pipe, lanterne, libri ecc.
Ci venne allora un'idea; precisamente questa: che i corpi inerti, cioè, potessero avere i loro analoghi eterei nel mondo invisibile; che la materia condensata, la quale forma gli oggetti, potesse avere una parte quintessenziata, che sfugge ai nostri sensi. Questa teoria non era priva di verosimiglianza, ma si mostrava impotente a spiegare tutti i fatti. Ce n'era uno soprattutto che sembrava sfuggire a tutte le interpretazioni. Finora si è trattato solo di immagini o apparenze. Abbiamo pur visto che il perispirito può acquisire le proprietà della materia e divenire tangibile, ma questa tangibilità non è che momentanea, e il corpo solido svanisce come un'ombra. Questo è già un fenomeno molto straordinario, ma quello che lo è ancor di più è vedere prodursi materia solida persistente, così come dimostrano numerosi autentici fatti, e in modo particolare quelli della scrittura diretta di cui parleremo dettagliatamente in un capitolo speciale. Tuttavia, siccome questo fenomeno si lega intimamente all'argomento che stiamo trattando in questo momento, e ne è una delle applicazioni più positive, noi lo anticiperemo, collocandolo prima del posto in cui, per ordine, dovrebbe essere spiegato.
Si poteva, fino a un certo punto, rendersi conto dell'esistenza dell'abito, perché lo si può considerare come facente parte, in qualche modo, dell'individuo. Non è la stessa cosa, però, per gli oggetti accessori come, per esempio, la tabacchiera del signore che fa visita alla signora ammalata, di cui abbiamo parlato qui al n. 116. Facciamo osservare, a questo proposito, che non si trattava qui di un morto ma di un vivente, e che, allorché questo signore ritornò in persona, aveva in mano una tabacchiera del tutto simile. Dove dunque il suo Spirito aveva trovato quella ch'egli aveva con sé, quando si trovava accanto al letto della malata? Noi potremmo citare un grande numero di casi, in cui Spiriti di morti o di vivi sono apparsi con oggetti diversi, come bastoni, armi, pipe, lanterne, libri ecc.
Ci venne allora un'idea; precisamente questa: che i corpi inerti, cioè, potessero avere i loro analoghi eterei nel mondo invisibile; che la materia condensata, la quale forma gli oggetti, potesse avere una parte quintessenziata, che sfugge ai nostri sensi. Questa teoria non era priva di verosimiglianza, ma si mostrava impotente a spiegare tutti i fatti. Ce n'era uno soprattutto che sembrava sfuggire a tutte le interpretazioni. Finora si è trattato solo di immagini o apparenze. Abbiamo pur visto che il perispirito può acquisire le proprietà della materia e divenire tangibile, ma questa tangibilità non è che momentanea, e il corpo solido svanisce come un'ombra. Questo è già un fenomeno molto straordinario, ma quello che lo è ancor di più è vedere prodursi materia solida persistente, così come dimostrano numerosi autentici fatti, e in modo particolare quelli della scrittura diretta di cui parleremo dettagliatamente in un capitolo speciale. Tuttavia, siccome questo fenomeno si lega intimamente all'argomento che stiamo trattando in questo momento, e ne è una delle applicazioni più positive, noi lo anticiperemo, collocandolo prima del posto in cui, per ordine, dovrebbe essere spiegato.
127. La scrittura diretta, o pneumatografia, è
quella che si produce spontaneamente, senza il concorso né della mano
del medium né della matita. È sufficiente prendere un foglio di carta
bianca, cosa che si può fare con tutte le precauzioni necessarie per
assicurarsi che non si possa essere vittima di alcun inganno, piegarlo e
depositarlo da qualche parte, in un cassetto o semplicemente su un
mobile. Poi, se ci si trova nelle dovute condizioni, dopo un tempo più o
meno lungo, si scoprono sul foglio dei caratteri, dei segni diversi,
delle parole, delle frasi e anche dei discorsi, tracciati il più delle
volte con una sostanza grigiastra simile alla grafite; altre volte con
la matita rossa, con l'inchiostro ordinario o anche con l'inchiostro da
stampa. Ecco il fatto in tutta la sua semplicità, e la cui riproduzione,
benché poco comune, non è tuttavia rarissima, perché vi sono persone
che la ottengono molto facilmente. Se si mettesse una matita accanto al
foglio di carta, si potrebbe pensare che lo Spirito se n'è servito per
scrivere. Ma dal momento che il foglio è del tutto solitario, è evidente
che la scrittura si è formata per mezzo di una materia deposta sopra si
esso. Ma dove lo Spirito ha preso tale materia? Questa è la domanda,
alla cui soluzione siamo stati condotti dalla tabacchiera di cui abbiamo
parlato poco fa.
128. È lo Spirito di san Luigi che ci ha dato questa soluzione nelle risposte che qui seguono.
1. Noi abbiamo citato un caso d'apparizione dello Spirito d'una persona vivente. Questo Spirito aveva una tabacchiera e fiutava tabacco. Provava egli la sensazione che uno prova quando fiuta tabacco?
«No.»
2. Questa tabacchiera aveva la medesima forma di quella di cui la persona si serviva abitualmente, e che si trovava in casa sua. Che cos'era allora questa tabacchiera nelle mani di quest'uomo?
«Un'apparenza. Si voleva che la circostanza fosse notata, come in effetti lo è stata, e che l'apparizione non fosse presa per un'allucinazione, prodotta dallo stato di salute della veggente. Lo Spirito voleva che questa signora credesse alla realtà della sua presenza e, per questo, egli ha preso tutte le apparenze della realtà.»
3. Dite che è un'apparenza; ma un'apparenza non ha nulla di reale, è come un'illusione ottica. Noi vorremmo sapere se questa tabacchiera era un'immagine senza realtà o se vi era qualcosa di materiale.
«Certamente. È grazie all'aiuto di questo principio materiale che il perispirito prende l'apparenza di vesti simili a quelle che lo Spirito portava da vivo.»
OSSERVAZIONE. È evidente che si deve qui intendere la parola apparenza nel senso di aspetto, imitazione. La tabacchiera reale non era lì. Quella che aveva lo Spirito, non ne era che la rappresentazione; era dunque un'apparenza in relazione all'originale, benché formata da un principio materiale.
L'esperienza ci insegna che non bisogna sempre prendere alla lettera certe espressioni impiegate dagli Spiriti. Interpretandole secondo le nostre idee, noi rischiamo di incorrere in grandi equivoci. È per questo che bisogna approfondire il senso delle loro parole tutte le volte che si presenta la minima ambiguità; questa è una raccomandazione che ci fanno costantemente gli Spiriti stessi. Senza la spiegazione che noi abbiamo provocato, la parola apparenza, costantemente riprodotta in casi analoghi, avrebbe potuto dar luogo a una interpretazione falsa.
4. Accade dunque che la materia inerte si sdoppiarebbe? Oppure che ci sarebbe nel mondo invisibile una materia essenziale, che rivestirebbe la forma degli oggetti che noi vediamo? In una parola, questi oggetti avrebbero il loro doppio etereo nel mondo invisibile, così come gli uomini sono in esso rappresentati dagli Spiriti?
«Non è affatto così che stanno le cose. Lo Spirito ha sugli elementi materiali sparsi nello spazio, nella vostra atmosfera, una potenza che voi siete ben lontani dal supporre. Egli può concentrare, a sua volontà, questi elementi e dar loro la forma apparente che corrisponde ai suoi progetti.»
OSSERVAZIONE. Questa domanda, come si è visto, era la traduzione del nostro pensiero, dell'idea cioè che noi ci siamo fatta circa la natura di questi oggetti. Se le risposte fossero, come qualcuno pretende, il riflesso del pensiero, noi avremmo ottenuto la conferma della nostra teoria e non una teoria contraria.
5. Pongo di nuovo la domanda in maniera categorica, al fine di evitare ogni equivoco. Gli abiti con cui gli Spiriti si coprono sono un alcunché?
«Misembra che la mia risposta precedente risolva la questione. Non sapete forse che il perispirito stesso è un qualcosa?»
6. Risulta da questa spiegazione che gli Spiriti fanno subire alla materia eterea delle trasformazioni a loro piacimento. Così, per esempio, riguardo alla tabacchiera, lo Spirito non l'ha per nulla trovata bell'e fatta, ma l'ha fatta lui stesso, nel momento in cui ne aveva bisogno, attraverso un atto della sua volontà, e allo stesso modo ha potuto disfarla. Avviene la stessa cosa per tutti gli altri oggetti, quali vestiti, gioielli ecc.?
«Ma è evidente!»
7. Questa tabacchiera è stata, per questa signora, così visibile da crearle l'illusione che fosse vera. Lo Spirito avrebbe potuto renderla tangibile per lei?
«Avrebbe potuto.»
8. Dandosi il caso, questa signora avrebbe potuto prenderla tra le sue mani, credendo di stringere una vera tabacchiera?
«Sì.»
9. Se ella l'avesse aperta, vi avrebbe probabilmente trovato del tabacco. Se ne avesse preso, questo tabacco l'avrebbe fatta starnutire?
«Sì.»
10. Lo Spirito può dunque dare non soltanto la forma, ma anche delle proprietà speciali?
«Se egli lo vuole. È solo in virtù di questo principio che io ho affermativamente risposto alle domande precedenti. Avrete prove della potente azione che lo Spirito esercita sulla materia, e che voi siete ben lontani dal supporre, come già vi ho detto.»
11. Supponiamo allora che egli avesse voluto realizzare una sostanza velenosa, e che una persona ne avesse presa. Sarebbe essa rimasta avvelenata?
«Avrebbe potuto, ma non l'avrebbe fatto, poiché ciò non gli sarebbe stato permesso.»
12. Avrebbe egli avuto il potere di realizzare una sostanza benefica e in grado di guarire in caso di malattia? E il caso si è già presentato?
«Sì. Molto spesso.»
13. Allora egli potrebbe anche realizzare una sostanza alimentare. Supponiamo ch'egli avesse fatto un frutto, un cibo qualsiasi. Qualcuno avrebbe potuto mangiarne e rimanerne sazio?
«Sì, sì. Ma non cercate dunque tanto per trovare ciò che è così facile da comprendere. È sufficiente un raggio di sole per rendere percettibili ai vostri organi grossolani quelle particelle materiali che occupano lo spazio in mezzo al quale voi vivete. Non sapete voi forse che l'aria contiene dei vapori acquei? Condensateli, e li ricondurrete allo stato normale; privateli del calore, ed ecco che queste molecole impalpabili e invisibili diventeranno un corpo solido, anzi molto solido; e così molte altre sostanze, da cui i chimici estrarranno delle meraviglie ancora più sorprendenti. Solo che lo Spirito possiede strumenti più perfetti dei vostri: la volontà e il permesso di Dio.»
OSSERVAZIONE. Il problema di sazietà è qui molto importante. Come avviene che una sostanza, la quale abbia soltanto un'esistenza e delle proprietà temporanee e, in qualche modo, di convenzione, possa produrre la sazietà? Questa sostanza, attraverso il suo contatto con lo stomaco, produce la sensazione della sazietà, ma non si tratta della sazietà che risulta dalla pienezza. Se una tale sostanza può agire sull'economia e modificare uno stato morboso, può anche agire sullo stomaco e produrvi l'impressione della sazietà. Preghiamo tuttavia i signori farmacisti e i padroni di ristoranti di non nutrire gelosie, né di credere che gli Spiriti vengano a far loro concorrenza: questi casi sono rari, eccezionali e non dipendono mai dalla volontà. Altrimenti ci si nutrirebbe e si guarirebbe troppo a buon mercato.
14. Gli oggetti, resi tangibili per volontà dello Spirito, potrebbero avere un carattere di permanenza e di stabilità e diventare oggetti d'uso?
«Potrebbero, ma questo non si fa. È cosa fuori dalle leggi.»
15. Tutti gli Spiriti hanno al medesimo grado il potere di produrre oggetti tangibili?
«È certo che quanto più lo Spirito è elevato, tanto più facilmente egli li ottiene. Ma ciò dipende ancora dalle circostanze: per questo Spiriti inferiori possono avere questo potere.»
16. Lo Spirito ha sempre l'esatta consapevolezza del modo con cui genera le sue vesti o i suoi oggetti, di cui offre l'apparenza?
«No. Spesso egli concorre alla loro formazione con un atto istintivo che lui stesso non comprende, se non è abbastanza illuminato riguardo a questo.»
17. Se lo Spirito può attingere nell'elemento universale i materialiper fare tutte queste cose e dare a queste cose realtà temporanea e relative proprietà, può egli attingervi anche ciò che è necessario per scrivere, la qual cosa, di conseguenza, sembrerebbe darci la chiave del fenomeno della scrittura diretta?
«Alla fine, eccovi dunque!»
OSSERVAZIONE. Era là, in effetti, che noi volevamo arrivare con tutte le nostre domande preliminari. La sua risposta dimostra che lo Spirito aveva letto nel nostro pensiero.
18. Se la materia di cui si serve lo Spirito manca di persistenza, come avviene che le tracce della scrittura diretta non spariscono?
«Non sottilizzate sulla parola. Io, prima di tutto, non ho pronunciato la parola "giammai"; inoltre là si trattava di un oggetto materiale voluminoso. Qui, ci sono dei segni tracciati sulla carta, che è utile conservare, e li si conserva. Io ho voluto dire che gli oggetti così realizzati dallo Spirito non potrebbero diventare degli oggetti usuali, perché non c'è in realtà aggregazione di materia, come nei vostri corpi solidi.»
1. Noi abbiamo citato un caso d'apparizione dello Spirito d'una persona vivente. Questo Spirito aveva una tabacchiera e fiutava tabacco. Provava egli la sensazione che uno prova quando fiuta tabacco?
«No.»
2. Questa tabacchiera aveva la medesima forma di quella di cui la persona si serviva abitualmente, e che si trovava in casa sua. Che cos'era allora questa tabacchiera nelle mani di quest'uomo?
«Un'apparenza. Si voleva che la circostanza fosse notata, come in effetti lo è stata, e che l'apparizione non fosse presa per un'allucinazione, prodotta dallo stato di salute della veggente. Lo Spirito voleva che questa signora credesse alla realtà della sua presenza e, per questo, egli ha preso tutte le apparenze della realtà.»
3. Dite che è un'apparenza; ma un'apparenza non ha nulla di reale, è come un'illusione ottica. Noi vorremmo sapere se questa tabacchiera era un'immagine senza realtà o se vi era qualcosa di materiale.
«Certamente. È grazie all'aiuto di questo principio materiale che il perispirito prende l'apparenza di vesti simili a quelle che lo Spirito portava da vivo.»
OSSERVAZIONE. È evidente che si deve qui intendere la parola apparenza nel senso di aspetto, imitazione. La tabacchiera reale non era lì. Quella che aveva lo Spirito, non ne era che la rappresentazione; era dunque un'apparenza in relazione all'originale, benché formata da un principio materiale.
L'esperienza ci insegna che non bisogna sempre prendere alla lettera certe espressioni impiegate dagli Spiriti. Interpretandole secondo le nostre idee, noi rischiamo di incorrere in grandi equivoci. È per questo che bisogna approfondire il senso delle loro parole tutte le volte che si presenta la minima ambiguità; questa è una raccomandazione che ci fanno costantemente gli Spiriti stessi. Senza la spiegazione che noi abbiamo provocato, la parola apparenza, costantemente riprodotta in casi analoghi, avrebbe potuto dar luogo a una interpretazione falsa.
4. Accade dunque che la materia inerte si sdoppiarebbe? Oppure che ci sarebbe nel mondo invisibile una materia essenziale, che rivestirebbe la forma degli oggetti che noi vediamo? In una parola, questi oggetti avrebbero il loro doppio etereo nel mondo invisibile, così come gli uomini sono in esso rappresentati dagli Spiriti?
«Non è affatto così che stanno le cose. Lo Spirito ha sugli elementi materiali sparsi nello spazio, nella vostra atmosfera, una potenza che voi siete ben lontani dal supporre. Egli può concentrare, a sua volontà, questi elementi e dar loro la forma apparente che corrisponde ai suoi progetti.»
OSSERVAZIONE. Questa domanda, come si è visto, era la traduzione del nostro pensiero, dell'idea cioè che noi ci siamo fatta circa la natura di questi oggetti. Se le risposte fossero, come qualcuno pretende, il riflesso del pensiero, noi avremmo ottenuto la conferma della nostra teoria e non una teoria contraria.
5. Pongo di nuovo la domanda in maniera categorica, al fine di evitare ogni equivoco. Gli abiti con cui gli Spiriti si coprono sono un alcunché?
«Misembra che la mia risposta precedente risolva la questione. Non sapete forse che il perispirito stesso è un qualcosa?»
6. Risulta da questa spiegazione che gli Spiriti fanno subire alla materia eterea delle trasformazioni a loro piacimento. Così, per esempio, riguardo alla tabacchiera, lo Spirito non l'ha per nulla trovata bell'e fatta, ma l'ha fatta lui stesso, nel momento in cui ne aveva bisogno, attraverso un atto della sua volontà, e allo stesso modo ha potuto disfarla. Avviene la stessa cosa per tutti gli altri oggetti, quali vestiti, gioielli ecc.?
«Ma è evidente!»
7. Questa tabacchiera è stata, per questa signora, così visibile da crearle l'illusione che fosse vera. Lo Spirito avrebbe potuto renderla tangibile per lei?
«Avrebbe potuto.»
8. Dandosi il caso, questa signora avrebbe potuto prenderla tra le sue mani, credendo di stringere una vera tabacchiera?
«Sì.»
9. Se ella l'avesse aperta, vi avrebbe probabilmente trovato del tabacco. Se ne avesse preso, questo tabacco l'avrebbe fatta starnutire?
«Sì.»
10. Lo Spirito può dunque dare non soltanto la forma, ma anche delle proprietà speciali?
«Se egli lo vuole. È solo in virtù di questo principio che io ho affermativamente risposto alle domande precedenti. Avrete prove della potente azione che lo Spirito esercita sulla materia, e che voi siete ben lontani dal supporre, come già vi ho detto.»
11. Supponiamo allora che egli avesse voluto realizzare una sostanza velenosa, e che una persona ne avesse presa. Sarebbe essa rimasta avvelenata?
«Avrebbe potuto, ma non l'avrebbe fatto, poiché ciò non gli sarebbe stato permesso.»
12. Avrebbe egli avuto il potere di realizzare una sostanza benefica e in grado di guarire in caso di malattia? E il caso si è già presentato?
«Sì. Molto spesso.»
13. Allora egli potrebbe anche realizzare una sostanza alimentare. Supponiamo ch'egli avesse fatto un frutto, un cibo qualsiasi. Qualcuno avrebbe potuto mangiarne e rimanerne sazio?
«Sì, sì. Ma non cercate dunque tanto per trovare ciò che è così facile da comprendere. È sufficiente un raggio di sole per rendere percettibili ai vostri organi grossolani quelle particelle materiali che occupano lo spazio in mezzo al quale voi vivete. Non sapete voi forse che l'aria contiene dei vapori acquei? Condensateli, e li ricondurrete allo stato normale; privateli del calore, ed ecco che queste molecole impalpabili e invisibili diventeranno un corpo solido, anzi molto solido; e così molte altre sostanze, da cui i chimici estrarranno delle meraviglie ancora più sorprendenti. Solo che lo Spirito possiede strumenti più perfetti dei vostri: la volontà e il permesso di Dio.»
OSSERVAZIONE. Il problema di sazietà è qui molto importante. Come avviene che una sostanza, la quale abbia soltanto un'esistenza e delle proprietà temporanee e, in qualche modo, di convenzione, possa produrre la sazietà? Questa sostanza, attraverso il suo contatto con lo stomaco, produce la sensazione della sazietà, ma non si tratta della sazietà che risulta dalla pienezza. Se una tale sostanza può agire sull'economia e modificare uno stato morboso, può anche agire sullo stomaco e produrvi l'impressione della sazietà. Preghiamo tuttavia i signori farmacisti e i padroni di ristoranti di non nutrire gelosie, né di credere che gli Spiriti vengano a far loro concorrenza: questi casi sono rari, eccezionali e non dipendono mai dalla volontà. Altrimenti ci si nutrirebbe e si guarirebbe troppo a buon mercato.
14. Gli oggetti, resi tangibili per volontà dello Spirito, potrebbero avere un carattere di permanenza e di stabilità e diventare oggetti d'uso?
«Potrebbero, ma questo non si fa. È cosa fuori dalle leggi.»
15. Tutti gli Spiriti hanno al medesimo grado il potere di produrre oggetti tangibili?
«È certo che quanto più lo Spirito è elevato, tanto più facilmente egli li ottiene. Ma ciò dipende ancora dalle circostanze: per questo Spiriti inferiori possono avere questo potere.»
16. Lo Spirito ha sempre l'esatta consapevolezza del modo con cui genera le sue vesti o i suoi oggetti, di cui offre l'apparenza?
«No. Spesso egli concorre alla loro formazione con un atto istintivo che lui stesso non comprende, se non è abbastanza illuminato riguardo a questo.»
17. Se lo Spirito può attingere nell'elemento universale i materialiper fare tutte queste cose e dare a queste cose realtà temporanea e relative proprietà, può egli attingervi anche ciò che è necessario per scrivere, la qual cosa, di conseguenza, sembrerebbe darci la chiave del fenomeno della scrittura diretta?
«Alla fine, eccovi dunque!»
OSSERVAZIONE. Era là, in effetti, che noi volevamo arrivare con tutte le nostre domande preliminari. La sua risposta dimostra che lo Spirito aveva letto nel nostro pensiero.
18. Se la materia di cui si serve lo Spirito manca di persistenza, come avviene che le tracce della scrittura diretta non spariscono?
«Non sottilizzate sulla parola. Io, prima di tutto, non ho pronunciato la parola "giammai"; inoltre là si trattava di un oggetto materiale voluminoso. Qui, ci sono dei segni tracciati sulla carta, che è utile conservare, e li si conserva. Io ho voluto dire che gli oggetti così realizzati dallo Spirito non potrebbero diventare degli oggetti usuali, perché non c'è in realtà aggregazione di materia, come nei vostri corpi solidi.»
129. La teoria di cui sopra
si può riassumere nel modo che segue. Lo Spirito agisce sulla materia.
Egli attinge nella materia cosmica universale gli elementi necessari per
formare, come più gli aggrada, degli oggetti aventi l'apparenza dei
diversi corpi che esistono sulla Terra. Egualmente, egli può operare
sulla materia elementare, per mezzo della sua volontà, una
trasformazione intima che le conferisce determinate proprietà. Questa
facoltà è inerente alla natura dello Spirito, che spesso la esercita
come atto istintivo quando ciò è necessario, e senza rendersene conto.
Gli oggetti formati dallo Spirito hanno un'esistenza temporanea,
subordinata alla sua volontà o alla necessità; egli può farli e disfarli
a suo piacimento. Questi oggetti possono, in certi casi, avere agli
occhi delle persone viventi tutte le apparenze della realtà, vale a dire
possono diventare momentaneamente visibili e anche tangibili. C'è
formazione, ma non creazione, dato che lo Spirito nulla può trarre fuori
dal nulla.
130. L'esistenza di una
materia elementare unica è quasi generalmente ammessa oggi dalla scienza
ed è confermata, come si è visto, dagli Spiriti. Questa materia dà
origine a tutti i corpi della natura; attraverso le trasformazioni che
subisce, essa produce anche le diverse proprietà dei corpi stessi. È
così che una sostanza salutare può divenire velenosa attraverso una
semplice modificazione; la chimica ce ne offre numerosi esempi. Tutti
sanno che due sostanze innocue combinate in determinate proporzioni
possono produrne una che è nociva. Una parte d'ossigeno e due parti
d'idrogeno, tutti e due inoffensivi, costituiscono l'acqua; ora,
aggiungete un atomo di ossigeno e avrete un liquido corrosivo. Senza
cambiare le proporzioni, spesso è sufficiente un semplice cambiamento
nel sistema di aggregazione molecolare per cambiare le proprietà; è così
che un corpo opaco può diventare trasparente e viceversa. Poiché lo
Spirito ha per sua sola volontà, un'azione tanto potente sulla materia
elementare, si comprende ch'egli possa non solo formare delle sostanze,
ma anche denaturarne le proprietà, facendo qui la volontà l'effetto d'un
reattivo.
131. Questa teoria ci dà la
soluzione d'un fatto ben conosciuto nel campo del magnetismo, ma fino a
oggi inesplicato, quello cioè del cambiamento delle proprietà dell'acqua
grazie alla forza della volontà. Lo Spirito che agisce è quello del
magnetizzatore, il più delle volte assistito da uno Spirito estraneo.
Egli opera un cambiamento con l'aiuto del fluido magnetico che, come si è
detto, è la sostanza che più si avvicina alla materia cosmica o
elemento universale. Ora, dal momento che egli può effettuare una
modificazione sulle proprietà dell'acqua, può ugualmente produrre un
fenomeno analogo sui fluidi dell'organismo, da cui l'effetto curativo
dell'azione magnetica, convenientemente diretta.
Si conosce il ruolo dominante che esplica la volontà su tutti i fenomeni del magnetismo. Ma come spiegare l'azione materiale d'un agente così sottile? La volontà non è affatto un essere né una sostanza qualsiasi e neppure è una proprietà della più eterea fra le materie. La volontà è l'attributo essenziale d
Si conosce il ruolo dominante che esplica la volontà su tutti i fenomeni del magnetismo. Ma come spiegare l'azione materiale d'un agente così sottile? La volontà non è affatto un essere né una sostanza qualsiasi e neppure è una proprietà della più eterea fra le materie. La volontà è l'attributo essenziale d